domenica 19 agosto 2012

Allegri-Zeman-Mazzarri: il nuovo trio delle meraviglie

Le frasi al veleno pronunciate ieri da Walter Mazzarri nei confronti della Juventus iscrivono di diritto l'allenatore partenopeo in un singolare "trio delle meraviglie" che comprende altre due persone illustri e, come le dichiarazioni fatte in passato hanno dimostrato, assai sveglie e lucide: Massimiliano Allegri e Zdenek Zeman.

L'allenatore rossonero, dopo aver sciorinato nella scorsa stagione perle di saggezza su gol fantasma che avrebbero causato da soli il secondo posto della propria squadra, ha pensato bene di inaugurare il ritiro estivo milanista affermando che gli scudetti juventini sarebbero 31, in quanto bisognerebbe considerare la vittoria nel campionato cadetto che la Vecchia Signora ha dovuto disputare per effetto delle sentenze di Calciopoli. Forse gli si potrebbe rispondere che, secondo lo stesso criterio, il Milan di scudetti ne avrebbe 20: i rossoneri, infatti, vantano ben 2 partecipazioni al campionato di Serie B, figlia di altrettante retrocessioni; la prima retrocessione è figlia del coinvolgimento del Milan nel famoso "Totonero" del 1980, mentre la seconda è arrivata nel 1982 dopo un campionato che definire disastroso è un pallidissimo eufemismo. Ma il buon Max è probabilmente troppo sveglio per ricordare questi due precedenti non proprio onorevoli per un club che, tra l'altro, si definisce continuamente "il più titolato al mondo" ma che dal computo dei titoli vinti cancella regolarmente quelli nazionali (se si contassero anche scudetti, Coppe Italia e Supercoppe Italiane il Milan avrebbe 47 titoli, meno della Juventus che ne ha in tutto 55). Da ultimo ricordiamo che pochi giorni dopo questa perla di saggezza Allegri ha visto andar via i suoi campioni più rappresentativi, ovvero Thiago Silva e Ibrahimovic, dopo averne salutati diversi altri alla fine della scorsa stagione (da Nesta a Gattuso, passando per Inzaghi e Seedorf): che oltre ad essere impreciso il buon Max porti anche sfiga? A Milanello iniziano a chiederselo.

Poi è arrivato il turno di Zdenek Zeman. L'ultima estate del boemo sulla panchina della Roma era stata quella famigerata del 1998, quando il nipote del compianto mister bianconero Vycpaleck rilasciò le famose dichiarazioni sul doping che innescarono l'altrettanto famoso processo. Come far dimenticare una lontananza dalla Serie A lunga sette anni (e meno male che Moggi aveva impedito a Zeman di allenare...) e, soprattutto, i disastri che, Pescara a parte, hanno costellato questo periodo? La risposta è presto data: attaccando la Juventus. Un attacco articolatosi in due fasi: la prima fase è consistita nella considerazione secondo cui gli scudetti juventini sarebbero in realtà 22/23, seguita poi dall'affermazione secondo cui Antonio Conte non dovrebbe nemmeno allenare durante la settimana se squalificato (in barba a quanto stabilito dal Codice di Giustizia Sportiva che, per quanto imperfetto e antiquato, non è stato sicuramente scritto da un pericoloso manipolo di gobbi). Si potrebbe ricordare al caro Zdenek, a proposito dell'etica e della coerenza che da anni va sbandierando, che la famosa frase "Il calcio deve uscire dalle farmacie", che tanto scalpore fece 14 anni fa, in realtà continuava con "...e dagli uffici finanziari": singolare che l'uomo che nel 1998, insieme al calcio malato sanitariamente, denunciava il calcio malato finanziariamente oggi alleni una società che vive grazie alle banche. Ma la coerenza, si sa, viene sempre prima di tutto.

E poi è arrivato Mazzarri che, dopo aver eseguito l'ordine di non presentarsi e di non far presentare la squadra alla premiazione a Pechino, ha deliziato i giornalisti presenti con le frasi anti-juve. Probabilmente gli sarebbe utile sapere, a proposito di sportività e di sentenze della giustizia sportiva, che la panchina su cui siede da tre anni a questa parte è quella della prima società calcistica italiana retrocessa per illecito sportivo nel secondo dopoguerra. Era il 1948 e il Napoli dell'ex presidente Muscariello fu retrocesso in B per aver provato ad aggiustare i risultati di alcune partite.

A pensarci bene, però, una domanda sorge spontanea: che il "trio delle meraviglie" consideri la Juventus l'alibi perfetto per mascherare i propri insuccessi? Al campionato l'ardua sentenza!

P.S.: Curioso che quest'estate siano mancati all'appello Moratti e Stramaccioni. Considerate le dichiarazioni passate dell'uno e il ruolo rivestito dall'altro (che siede sulla panchina che fu di un certo Mourinho), questa è una notizia che non può passare certo inosservata...

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