martedì 26 febbraio 2013

Il SENATORE Carraro: il grande ritorno del "poltronissimo"

Nella concitazione dei risultati elettorali è sfuggito a tutti un fatto curioso: tra gli eletti al Senato c'è Franco Carraro, eletto nella lista del Popolo della Libertà berlusconiano nella circoscrizione dell'Emilia Romagna; per i meno attenti, chiariamo subito che non si tratta di un omonimo, ma è lo stesso ex Presidente della FIGC che nel 2006 fu considerato uno degli esponenti della "cupola" moggiana, salvo poi uscire immacolato dall'intera vicenda (sportiva prima, penale poi) di Calciopoli.

Nato a Padova il 6 dicembre 1939, Carraro ha messo in fila una serie impressionante di cariche negli ambiti più disparati: dallo sci nautico al calcio (italiano e non), passando per la politica e il CIO (il Comitato Olimpico Internazionale) fino ad arrivare alle banche e all'edilizia. Le tante cariche ricoperte gli valgono il soprannome di "poltronissimo" e una famosa citazione da parte del giornalista Franco Rossi, secondo cui "in tutto il mondo, dopo Fidel Castro, Carraro è la persona che da più tempo sta al potere"; un uomo per tutte le stagioni, si potrebbe dire.

Ripercorriamo, dunque, l'intero curriculum di Franco Carraro; la fonte di questi dati è Wikipedia (non certo un pericoloso sito di ultras).

1962-1976: Presidente della Federazione Italiana Sci Nautico (FISN)


1963-1967: Presidente della Commissione Tecnica dell'Unione Mondiale dello Sci Nautico (UMSN)



1967-1973: Presidente dell'UMSN



1967-1971: Presidente del Milan (subentra al defunto padre Luigi)



1966-1968: membro del Consiglio Direttivo della Lega Calcio



1968-1972: Consigliere federale



1971: Presidente della Commissione per i rapporti tra la FIGC e l'AIC



1971-1973: Presidente del Settore Tecnico della FIGC



1973: Vice-Presidente della FIGC



1973-1976: Presidente della Lega Calcio per la prima volta



1976-1978: Presidente della FIGC per la prima volta



1977-1978: Commissario straordinario della Lega Calcio (e allo stesso tempo Presidente della FIGC)



1978-1987: Presidente del CONI



1982: Membro del CIO



1986-1987: Commissario straordinario della FIGC (e allo stesso tempo numero uno del CONI). Nell'estate del 1986 scoppia un nuovo scandalo relativo al "Totonero" (il primo era stato quello del 1980, che aveva portato alla prima storica retrocessione in B del Milan) e lui annuncia una raffica di durissime sanzioni in tal senso; guardate a che punto siamo 26 anni dopo e vi rendete conto da soli di quanto queste sanzioni siano state "durissime"...



1987-1991: Ministro del Turismo e dello Spettacolo della Repubblica Italiana, durante i governi presieduti da Giovanni Goria, Ciriaco De Mita e Giulio Andreotti



1989-1993: Sindaco di Roma, guida una giunta del "pentapartito" (DC, PSI, PLI, PRI, PSDI)



1994-1999: Presidente del colosso edilizio romano Impregilo



1995-2000: Presidente dell'impresa veneziana Venezia Nuova Consortium



1999-2000: Vice-Presidente di Mediocredito (la merchant bank di Capitalia, ex Banca di Roma)



2000-oggi: Presidente di Mediocredito. Nel 2002 è lui a salvare la Lazio e a consentirle di iscriversi al campionato di Serie A 2002-2003: da presidente di Mediocredito garantisce la ricapitalizzazione, da numero uno della Federcalcio ne certifica l'iscrizione; poco dopo affermerà, in risposta ad una critica mossagli dall'economista Victor Uckmar, che molte società calcistiche italiane avrebbero dovuto fallire, ma che a rendere impossibile ciò erano state ragioni di ordine pubblico (a proposito della Lazio, non è un mistero che nel 2004 alcune fazioni più estreme della tifoseria biancoceleste abbiano fatto sapere a chi di dovere che Roma sarebbe stata messa a ferro e fuoco se la società biancoceleste fosse fallita). Un "salvagente" lanciato a Roma, Lazio e Parma e negato ad altre società: per informazioni chiedere ai tifosi di Fiorentina e Napoli (anche se i partenopei erano stati clamorosamente salvati dal fallimento nel 2003, quando si insabbiò nel silenzio collettivo lo scandalo delle false fidejussioni presentate da Roma, Napoli, Cosenza e Spal)



1999-2002: Direttore del sopra citato Impregilo



1997-2001: Presidente della Lega Calcio per la seconda volta.


  • Nel 2001 scoppia lo scandalo dei passaporti falsi che vede coinvolte diverse società, tra cui Inter e Lazio; i processi sportivi si concluderanno "a tarallucci e vino", ma qualche anno dopo il giornalista Franco Ordine rivelerà un interessante retroscena riguardante quella vicenda. 
  • Sempre nel 2001 il patron del Napoli Giorgio Corbelli denuncia la proprietà contemporanea, da parte della famiglia Tanzi, di Parma e Verona (una palese violazione dei regolamenti federali, che impediscono allo stesso soggetto di controllare due società nello stesso campionato) e che tale "conflitto d'interessi" avrebbe penalizzato il Napoli nella corsa alla salvezza (a due giornate dalla fine il Parma perse in casa per 2-1 contro il Verona, condannando di fatto i partenopei alla B e contribuendo alla salvezza degli scaligeri): il numero uno della Lega Calcio Carraro risponde, stando alle parole raccontate dallo stesso Corbelli, che in un paese dove Berlusconi è Presidente del Consiglio con il conflitto d'interessi che si ritrova non c'è da stupirsi se la famiglia Tanzi è proprietaria di due club di Serie A; un comportamento da "Ponzio Pilato de no'altri"...
  • Nel 2003, invece, scoppia il caos per l'ormai famoso "caso Catania": la Serie A verrà ampliata a 20 squadre, la B a 24 e la Fiorentina verrà promossa d'ufficio dalla C2 alla B per "meriti sportivi" di cui, a dieci anni di distanza, nessuno è riuscito a fornire un'esauriente definizione...

2001-2006: Presidente della FIGC per la seconda volta. Si dimetterà nel maggio del 2006, e in seguito verrà coinvolto nel processo sportivo riguardante Calciopoli:

  • condannato a 4 anni e 6 mesi di inibizione in primo grado dalla Corte d'Appello Federale;
  • condannato ad una sanzione pecuniaria di 80.000 euro in appello dalla Corte Federale (il cui presidente Sandulli era un suo uomo di fiducia...); 
  • la sanzione sopra citata verrà poi dimezzata dalla Camera di Conciliazione e Arbitrato del CONI
Molti juventini ricorderanno, a proposito di quella vicenda, le famose parole dette, in una telefonata intercettata, da Carraro all'arbitro Rodomonti prima di Inter-Juventus del novembre 2004 ("Nel dubbio bisogna favorire chi sta dietro (in quel caso l'Inter)"...


2004-2009: Membro del Comitato Esecutivo dell'UEFA. Manterrà la carica nonostante le vicende giudiziarie sopra citate, avvenute all'indomani delle sue dimissioni da Presidente della FIGC; non serve aggiungere altro...


Ecco riepilogata la carriera del "poltronissimo". Un uomo capace di ricoprire due, a volte anche tre, cariche contemporaneamente; il capo dell'intero calcio italiano e nel contempo un importante dirigente delle banche che di alcune società garantiscono la stessa sopravvivenza. Un tempo lo si sarebbe chiamato conflitto d'interessi; in salsa pallonara, ma sempre conflitto d'interessi è...

domenica 24 febbraio 2013

Lichtsteiner, Giovinco e Pogba: la Juve batte il Siena e attende la risposta del Napoli


La Juventus batte per 3-0 il Siena e può così mettersi comodamente in attesa del risultato del Napoli, impegnato domani sera sul non facile campo di Udine, in attesa dello scontro diretto con la stessa squadra di Mazzarri venerdì al San Paolo.

Eccezion fatta per il rientrante Chiellini, per Vidal e per Matri (partiti tutti e tre dalla panchina), Conte schiera i diffidati Barzagli e Pirlo, mentre in attacco torna a puntare su Giovinco schierandolo in coppia con Vucinic; dall'altra parte Iachini conferma l'"ammazza grandi" Emeghara, supportato da Valiani e Rosina.

La partita stenta a decollare finchè la Juventus non prova a spaventare per due volte Pegolo: prima Lichtsteiner calcia alto dal limite dopo uno scambio con Vucinic, poi Marchisio chiama il portiere senese all'intervento difficile con una conclusione da fuori. Al 29' i bianconeri padroni di casa passano in vantaggio: lancio di Vucinic per Lichtsteiner, che approfitta dell'uscita maldestra di Pegolo e insacca nella porta sguarnita; per lo svizzero si tratta del quarto gol stagionale. La Juventus controlla agevolmente la gara e al 37' Pogba cerca il gol con un destro in corsa, ma la conclusione è troppo debole e centrale per impensierire il portiere del Siena.

Nella ripresa Pirlo cerca il gol da cineteca con un delizioso pallonetto al 18', ma la palla sfiora di poco l'incrocio dei pali e termina fuori; è il preludio al gol, che arriva al 28' grazie a Giovinco, che riceve da Pirlo e lascia partire un destro che si infila sotto la traversa della porta difesa da Pegolo. Sul 2-0 la partita sembra chiusa, ma il Siena rischia per due volte di riaprirla: prima Buffon compie un miracolo su Emeghara e devia sulla traversa la conclusione dell'attaccante svizzero, poi Terlizzi centra il palo con un destro radente dal limite dell'area. Scampato il pericolo, la Juventus chiude i conti al 44' con Pogba (destro dal limite su cui Pegolo non può far nulla) e sfiora il poker nel recupero con Giaccherini (palla fuori di nulla), prima che l'arbitro dichiari concluse le ostilità. La capolista vince per 3-0 e si gode anche il rientro in campo dopo due mesi di assenza di Giorgio Chiellini: un recupero importante in vista di venerdì.

E ora attenzione rivolta al match del San Paolo, con la consapevolezza di poter contare sull'intera squadra titolare: dopo gli infortuni che hanno riempito l'infermeria di Vinovo in quest'ultimo mese e mezzo, questa è senza dubbio una grande notizia per Conte e i suoi uomini

giovedì 21 febbraio 2013

L'importanza delle differenze

La splendida e meritata vittoria del Milan contro il Barcellona in Champions ha rappresentato per me il pretesto per rimarcare le differenze con alcune categorie di quel grande "corpo eterogeneo" che, nel bene e nel male, è il tifo calcistico italiano. E poichè si dice spesso che le differenze importanti, è bene specificare da quali di queste categorie io sono profondamente differente, tanto per evitare che qualche osservatore distratto commetta il grave errore di confondermici.

- Io non ho nulla a che spartire con gli interisti che, dopo aver auspicato una goleada smisurata del Barcellona nei giorni scorsi, ora sminuiscono l'impresa dei cugini tirando in ballo per l'ennesima volta il "triplete" mourinhano; sono passati quasi tre anni, la vita va avanti ragazzi miei...

- Io non ho nulla a che spartire con quegli juventini che si auguravano la disfatta rossonera. In primis perchè questi soggetti corrono il rischio di confondersi con gli interisti (uno juventino che rischia di essere confuso con un interista è quanto di più orrendo possa esserci), in secondo luogo perchè dimostrano di non saper godere delle splendide imprese che la Juventus ha compiuto contro Chelsea e Celtic (in gare in cui tutti, o quasi, la credevano spacciata)

- Io non ho nulla a che spartire con quei milanisti che, anzichè godersi una notte trionfale, non sanno fare altro se non rinfacciare il loro risultato agli juventini (poi qualcuno mi spiegherà perchè agli juventini e non, magari, agli interisti), risultando persino più beceri di tutti coloro che questa sera hanno gufato

- Io non ho nulla a che spartire con tutti coloro (delle più svariate fedi calcistiche) che si ostinano a ritenere quella del Milan stasera una vittoria di "serie A" e quella della Juve in Scozia una vittoria di "serie B", e viceversa. Un comportamento che rappresenta un inno alla frustrazione e alla totale mancanza di buon senso fuori dal comune

Spero, detto tutto questo, che le differenze tra me e certi personaggi sia ben chiara...

martedì 19 febbraio 2013

Turiamoci il naso!

Una delle principali notizie sportive della giornata di oggi è la fresca elezione di Giovanni Malagò alla presidenza del CONI: il numero uno del Circolo Canottieri Aniene ha battuto lo sfidante Raffaele Pagnozzi, segretario generale del CONI e braccio destro dell'ex reggente Gianni Petrucci. I più ricorderanno che in questi ultimi mesi ho espresso un parere favorevole nei confronti di Malagò, eppure il preferire lui a Pagnozzi non significa esattamente preferire il "buono" al "cattivo".

Per scoprire chi è il nuovo numero uno dello sport italiano, che ruoli abbia ricoperto e, soprattutto, quali rapporti abbia tessuto in questi anni e mantenga tutt'oggi, invito tutti a cliccare qui e a leggere un esaustivo e preciso articolo scritto da Claudio Cerasa sul sito online de "Il Foglio". Leggendo l'articolo cui rimanda il link precedente, si potranno notare alcune peculiarità di Malagò, oltre alla grande romanità e "romanisticità", anche alcune sue vicinanze con determinati soggetti: Walter Veltroni, Francesco Totti, Luca Cordero di Montezemolo, Luigi Abete (numero uno della BNL, nonchè fratello del rieletto presidente della FIGC) e Gianni Letta, tanto per citarne alcuni.

"Stiamo a posto allora!", direbbe qualche tifoso juventino cui sarà sicuramente venuta l'orticaria (per non dire di peggio) nel leggere i nomi di Montezemolo, Abete (Luigi, ergo Giancarlo) e Letta (ergo Berlusca); ma, dico io, davvero chi storce il naso di fronte all'elezione di Malagò avrebbe preferito Pagnozzi, ovvero la continuità con la gestione Petrucci (con annesse supercazzole nelle interviste e con annesse co-resposabilità in alcune tristi vicende dello sport di casa nostra)? Forse, in fin dei conti, l'elezione di Malagò rappresenta il male minore che potesse capitare in questo momento ad una politica sportiva che forse avrebbe meritato di meglio, ma che sicuramente avrebbe potuto avere di peggio; forse, come diceva Indro Montanelli, vale davvero la pena di "turarsi il naso"...

domenica 17 febbraio 2013

Juve sconfitta a Roma: le impressioni del giorno dopo


La Juventus perde per 1-0 all'Olimpico contro la Roma e serve sul piatto d'argento al Napoli l'occasione per ridurre a 2 i punti di distacco in classifica (i partenopei saranno impegnati questo pomeriggio al San Paolo contro la Sampdoria), il tutto a due settimane dal confronto diretto che vedrà opposti bianconeri e azzurri e che deciderà una fetta considerevole della lotta per lo scudetto.
In attesa di vedere cosa accadrà tra poche ore e quale sarà il nuovo volto che assumerà la classifica, alcune considerazioni a "bocce ferme" su quanto accaduto ieri sera a Roma.

1) La Juventus è apparsa scarica, tanto fisicamente quanto mentalmente, dopo l'impresa di martedì a Glasgow. Fisicamente la squadra è apparsa in costante affanno e non è riuscita ad imbastire una reazione degna di essere definita tale dopo il gol-partita (bellissimo, tra l'altro) di Totti; la stanchezza mentale e una certa rilassatezza generale (imperdonabile, specie se davanti hai un avversario che fa della vittoria contro di te la sua unica ragione di vita) si è invece registrata nel primo tempo, quando c'era ancora un po' di benzina nelle gambe degli uomini di Conte; è parso di rivedere la Juventus stranita e stanca vista a Milano dopo il 3-0 rifilato pochi giorni prima al Chelsea. Va bene tutto, ma rimettere in corsa il Napoli in questo modo è una cosa che dà oggettivamente fastidio

2) Se la Juventus ha fatto poco per le ragioni sopra citate, non è che la Roma abbia fatto tanto di più: sempre riprendendo il parallelo con Milan-Juventus 1-0 del novembre scorso, se ieri sera la partita fosse finita 0-0 nessuno avrebbe avuto nulla da recriminare. La Roma ha alzato il ritmo ad inizio ripresa ed è stata premiata da una perla individuale, ovvero la staffilata con cui Totti ha trafitto Buffon; ma dire che la Roma abbia annichilito l'avversaria è probabilmente un elogio eccessivo nei confronti del buon Andreazzoli e della sua squadra

3) Sempre in tema di stanchezza fisica, probabilmente ieri sera sarebbe stato il caso di far riposare Vidal. Il cileno, infatti, già in Scozia non era parso al top e ieri sera ha disputato una delle sue peggiori partite in bianconero; è vero che ieri mancava anche Marchisio per squalifica, ma probabilmente far partire il buon Arturo dalla panchina puntando dall'inizio sulla freschezza di Giaccherini e Pogba sarebbe stata un'idea non proprio campata in aria. Stesso discorso per Asamoah, ma lì era tutto ampiamente prevedibile, come era prevedibile che nella ripresa Conte richiamasse in panchina il ghanese

4) Capisco il cambio di Padoin per Asamoah: il ghanese era reduce dalla Coppa d'Africa, e non poteva avere 90 minuti nelle gambe già alla prima partita, e l'ex atalantino era l'unica soluzione possibile date le assenze di De Ceglie (infortunio) e Peluso (squalifica). Capisco decisamente di meno il fatto che, quando si è trattato di inserire due attaccanti per cercare il pareggio la scelta non sia ricaduta su Quagliarella: non lo capisco sul piano tecnico-tattico (considerate le sue caratteristiche e l'inconsistenza di Giovinco nei minuti giocati), posso farmi un'idea se penso a possibili dinamiche di spogliatoio che possono essersi create tra Conte e l'attaccante stabiese...

5) La mancanza di lucidità e la scarsa fluidità della manovra bianconera è testimoniata dal fatto che ieri le uniche occasioni davvero pericolose per i bianconeri sono arrivate da calci piazzati (la parata di Stekelenburg sulla punizione velenosa di Pirlo) o su invenzioni individuali (vedi il tiro al volo di Vucinic terminato di poco a lato appena prima del gol di Totti). A tal proposito, credo sia una delle poche volte in cui una sconfitta della Juventus non tiri direttamente in ballo lo scarso peso dell'attacco: dato che il centrocampo (punto nevralgico del gioco di Conte) non ha girato, sarebbe francamente eccessivo e ingeneroso gettare la croce addosso ai poveri Matri e Vucinic

6) Evidentemente alla Juventus i cambi di panchina delle avversarie non portano bene: la Sampdoria ha esonerato Ciro Ferrara e, poche settimane dopo, è andata a vincere a Torino per 2-1; il Genoa ha esonerato Delneri e pochi giorni dopo ha strappato l'1-1 allo Juventus Stadium. Vedi mai che alla fine Zeman lo rimpiangono più gli juventini che i romanisti, che pure ne hanno chiesto a gran voce il ritorno nei giorni scorsi (a tal proposito, spero che lorsignori chiedano quanto prima scusa all'onesto Andreazzoli, che avrà i suoi limiti ma è una persona seria)

7) Parliamoci chiaro, il gol di Totti è stata un'autentica magia e bisogna togliersi tanto di cappello davanti ad una simile prodezza balistica. Premesso questo, è bene ricordare che il capitano giallorosso si è reso protagonista di un bruttissimo episodio nel primo tempo, quando è intervenuto in maniera scomposta sul ginocchio di Pirlo; non l'avesse colpito di striscio (epperò così facendo gli ha procurato una ferita non indifferente), probabilmente il menisco del regista bianconero a quest'ora sarebbe da ricomporre sotto i ferri. Voglia di fare polemiche e di dire che la Roma ha vinto grazie al gol di un giocatore che doveva essere precedentemente espulso? No, semplicemente voglia di rimarcare un intervento cattivo ai danni di un giocatore che di Totti risulta essere grande amico sin dai tempi del Mondiale del 2006; e poi, quand'anche si volesse fare polemica sulla mancata espulsione di Totti, qualcuno potrebbe obiettare che in Serie A gioca regolarmente un signore che poco meno di un anno fa è stato arrestato e che non è ancora stato giudicato dalla giustizia sportiva...Ultima considerazione a tal proposito, che somiglia tanto ad un giochino: provate ad immaginare se un giocatore della Juventus avesse commesso lo stesso fallo commesso da Totti su Pirlo e poi avesse segnato il gol decisivo; secondo voi cosa direbbe a quest'ora l'Italia pallonara anti-juventina? Anche in questo si registra una singolare similitudine con quanto accaduto nella partita contro il Milan (sconfitta meritata, sebbene maturata grazie ad un rigore piuttosto generoso concesso ai rossoneri)

8) Fare polemica sui calendari e sulle date in cui si disputano le partite non serve a nulla (anche se vorrei capire perchè il Milan gioca venerdì, poi mercoledì e poi domenica, mentre la Juve ha giocato sabato, poi martedì e poi di nuovo sabato...), è solo uno straordinario assist per gli anti-juventini che potranno così dire che gli juventini sanno solo piangere quando perdono. Anche in questo caso, però, è bene rimarcare una cosa: caro Mazzarri, capisco che manchino due settimane ad un Napoli-Juventus che si preannuncia incandescente e capisco che sia lei che Conte vi giocate una buona fetta del futuro; però certe stilettate come quella che lei ha lanciato ieri al suo collega in conferenza stampa, proprio in merito ai calendari, non pensa che andrebbero evitate? Da persona competente e intelligente quale lei è, rifletta caro mister...

9) Complimenti alla Roma, che ha raggiunto il suo principale obiettivo stagionale (in attesa del ritorno della semifinale di Coppa Italia contro l'Inter): battere la Juventus con un gol del suo capitano; noto a tal proposito una fortissima analogia con un mio amico interista che dopo la vittoria nerazzurra a Torino mi disse candidamente "chi se ne frega della classifica, l'importante era battervi e basta". C'è chi in una stagione prova ad essere felice lottando per alzare trofei e chi si sente quasi del tutto appagato per aver vinto una partita; punti di vista...

10) Sempre in tema di "e vissero tutti felici e contenti", si registra la gioia irrefrenabile di interisti, milanisti, napoletani e fiorentini per il risultato di ieri sera: i napoletani possono essere legittimati da ragioni di classifica, ma gli altri?

11) Vedendo il tripudio generale di tutto il coro di tifosi anti-juventini, ad un certo punto ho temuto che fosse cambiata la capolista. Poi ho guardato la classifica aggiornata dopo i risultati dei due anticipi di ieri e ho scoperto che la Juventus è ancora prima in classifica e lo sarà anche se il Napoli dovesse battere la Sampdoria

12) Almeno al momento non si registrano insulti provenienti da quei grandi lord inglesi che sono gli anti-juventini; durante e dopo Juventus-Inter 1-3, invece, la musica era stata tutt'altra. Rispetto al passato è già un passo avanti, ma prima di cantar vittoria vorrei aspettare un altro po'...

martedì 12 febbraio 2013

Matri + Marchisio + Vucinic: la Juve sbanca Glasgow


La Juventus si aggiudica il primo round degli ottavi di finale di Champions League battendo per 3-0 il Celtic in Scozia. Non tragga in inganno il risultato: per avere la meglio nei confronti dei tignosi Campioni di Scozia i bianconeri hanno faticato non poco, mostrando tuttavia un cinismo e una compattezza degni delle squadre grandi con la "g" maiuscola.

Conte, al debutto europeo in panchina, scioglie l'ultimo dubbio della vigilia inserendo Peluso a sinistra, date le assenze di Asamoah (appena rientrato dalla Coppa d'Africa) e De Ceglie (infortunatosi durante Juventus-Fiorentina di sabato pomeriggio). Gli scozzesi partono bene e dopo un minuto circa Buffon deve respingere in angolo un'insidiosa conclusione da fuori di Wanyama (per chi non lo sapesse, trattasi del fratello di McDonald Mariga del Parma), ma al 4' la Juventus passa in vantaggio: Matri scatta sul filo del fuorigioco, vince il duello con Ambrose e infila Forster; la palla viene respinta al di là della linea bianca da un difensore scozzese e poi ribadita in rete da Marchisio, ma le immagini evidenziano chiaramente come il gol sia da attribuire al centravanti bianconero. Il Celtic, tuttavia, prova a reagire con la forza e la veemenza dei suoi possenti calciatori, ma il fortino bianconero resiste: merito di un Buffon sempre attento, di un trio difensivo invalicabile (e l'assenza di Chiellini, in una partita come questa, rischiava di farsi sentire più del solito) e della prestazione generosa e impeccabile degli esterni Lichtsteiner e Peluso (quest'ultimo ha rappresentato la vera sorpresa positiva della serata). La ripresa si è aperta secondo il medesimo canovaccio del primo tempo, ma la Juventus ha tenuto botta e, dopo aver perso per infortunio l'ottimo Peluso (sostituito da Padoin, e in questo senso è un bene che sabato a Roma rientrerà Asamoah), ha violato la porta scozzese per altre due volte: prima Marchisio ha messo a sedere un difensore del Celtic con una splendida finta prima di infilare Forster, poi a firmare il 3-0 per la squadra di Conte ci ha pensato Vucinic su assist dello stesso Marchisio. La partita si conclude con una scena che è un inno al fair-play: i calciatori juventini che escono dal campo applauditi non solo dai 3000 sostenitori giunti dall'Italia, ma da tutti i presenti al "Celtic Park"; una scena che andrebbe mostrata in tutti gli stadi italiani, spesso teatro (ahimè!) di scene di segno diametralmente opposto.

Adesso sotto con la Roma, e occhio a non pensare di aver già passato il turno: alcuni anni fa una certa squadra a strisce rossonere aveva vinto la gara d'andata per 4-1 e perse il ritorno per 4-0, venendo eliminata; ergo certe magre figure lasciamole ad altri...

domenica 10 febbraio 2013

Juventus-Fiorentina: le impressioni del giorno dopo


Archiviata la bella vittoria di ieri contro la Fiorentina (2-0 targato Vucinic e Matri), la Juventus può concentrarsi sulla delicata sfida di martedì in Champions contro il Celtic; un'ulteriore notizia positiva per Antonio Conte e la sua truppa è arrivata nella serata di ieri grazie al pareggio tra Lazio e Napoli (1-1, con gol di Floccari e Campagnaro), che porta a 5 i punti di vantaggio della Juventus sulla squadra di Mazzarri e a 11 quelli nei confronti della squadra di Petkovic.
Ecco alcune mie impressioni su quanto accaduto ieri, augurandomi anticipatamente di non essere troppo duro nel finale.

1) La Juventus ha dimostrato di essere in netta crescita dopo il gennaio orribile che l'ha portata a ridurre il proprio vantaggio sulle inseguitrici in campionato e ad essere eliminata in Coppa Italia dalla Lazio

2) La buona organizzazione tattica e agonistica dei bianconeri ha impedito alla Fiorentina di Montella di replicare l'ottima prestazione dell'andata, quando solo l'imprecisione dei viola aveva salvato i bianconeri dalla sconfitta; un punto di merito, tanto più se si considera che Conte aveva alcuni uomini fondamentali fuori (Bonucci, Chiellini e Asamoah, tanto per fare qualche nome) e altri al rientro dopo problemi fisici (leggere alla voce Marchisio, grazie), mentre Montella ha schierato per dieci undicesimi la formazione titolare (l'unica eccezione era rappresentata da Romulo in luogo di Aquilani)

3) Grande prova della difesa: eccezion fatta per il solito monumentale Barzagli (uomo ovunque della retroguardia bianconera, e pensare che due anni fa Marotta lo ha portato a Torino con soli 400.000 euro...), ha convinto ancora Marrone e persino Peluso, che in quel ruolo aveva combinato disastri contro Sampdoria e Lazio, ieri è apparso in grande spolvero; a questo punto viene da chiedersi cosa accadrà quando si ricomporrà il "trio delle meraviglie" con i rientri di Bonucci e Chiellini

4) A centrocampo ha giganteggiato Vidal (da applausi l'azione che l'ha portato a servire a Matri il pallone del 2-0); Pirlo, pur senza strafare, è riuscito comunque nell'impresa di dirigere il traffico a centrocampo e ha stravinto il "duello tra cervelli" con i dirimpettai Pizarro e Borja Valero; buona prova del rientrante Marchisio, che ci sarà a Glasgow ma che sarà costretto a saltare la sfida di sabato prossimo a Roma causa squalifica

5) In attacco è arrivata la conferma della ritrovata condizione (fisica e, soprattutto, psicologica) di Matri: l'ex centravanti del Cagliari ha segnato il suo sesto gol stagionale, secondo consecutivo dopo quello contro il Chievo, e ha ufficialmente lanciato la sua candidatura ad una maglia da titolare in Champions e al ruolo di capocannoniere dei bianconeri (in fondo Vidal, Quagliarella e Giovinco sono distanti appena quattro reti)

6) Vucinic conferma il suo antico ruolo di "croce e delizia": dopo aver realizzato un bellissimo gol di controbalzo, infatti, se n'è divorato uno infinitamente più facile calciando addosso a Viviano dopo l'errore clamoroso di Gonzalo Rodriguez; a conferma del fatto che la sua imprevedibilità lo rende un giocatore su cui puntare sempre, anche a rischio di incappare talvolta in prestazioni più che negative. Nella ripresa è uscito per un infortunio, si valuterà il suo recupero in vista di Glasgow

7) Buffon ha raccolto il mio "appello" di qualche giorno fa, quando lo esortai via Facebook a ripetere i miracoli di Amsterdam: non avesse respinto la conclusione ravvicinata di Jovetic sullo 0-0, probabilmente starei a commentare un'altra partita

8) Da valutare, in vista di martedì, gli infortuni di Vucinic (già citato precedentemente) e di De Ceglie: dalle notizie di queste ore non sembrerebbero gravi, ma è altrettanto vero che in un periodo di assenze non si sente certo la mancanza di ulteriori infortuni; sebbene, e qui voglio essere puramente ironico, non è detto che l'assenza di De Ceglie in Europa sia da annoverare nella categoria delle brutte notizie...

(a questo punto cominciano le "dolenti note", che vanno oltre gli aspetti tecnici; come ho detto prima, spero di non andarci giù troppo pesante...)

9) Complimenti al signor Viviano per il suo gesto a fine partita: dopo il fischio finale, il portiere viola (nonchè fiorentino di Fiesole e anti-juventino dalla punta dei capelli fin sotto i piedi) è andato dal proprio compagno Borja Valero, gli ha tolto la maglietta di Pirlo (il centrocampista spagnolo, infatti, aveva appena scambiato la propria maglietta con quella del regista bianconero) e l'ha gettata a terra con un neanche troppo velato senso di disprezzo. Si vede che alla fine il video pubblicato dal sito della Juventus aveva un fondo di verità: alla fine la Fiorentina l'Inferno l'ha trovato, così come ha trovato le sue fiamme; la reazione di Viviano, infatti, lascia intendere che ai viola bruci (e nemmeno poco!) una certa parte del corpo...

10) Per la serie "il lupo perde il pelo ma non il vizio", ieri dei simpatici (?!) tifosi viola hanno pensato bene di attaccare su un vetro di separazione dello stadio dei pezzi di nastro adesivo che componevano l'ormai celebre scritta "-39"; pare, inoltre, che molti di loro abbiano sfoggiato sciarpe del Liverpool. La cialtroneria e l'inciviltà di questa gente è ormai diventata come una famosa canzone di Gino Paoli e Ornella Vanoni: SENZA FINE!

lunedì 4 febbraio 2013

Buon gusto, almeno quello...

Che in certi casi si dica A e poi si faccia B è ormai una consuetudine consolidata in gran parte (se non nella quasi totalità) della vita di ciascuno di noi, quindi non fa quasi più notizia che accada una cosa del genere; ciò che colpisce in questi casi è, piuttosto, la sfacciataggine con cui tale incoerenza si palesa. Prendete il caso di chi si straccia le vesti ogni volta in cui un arbitro favorisce la Juventus, salvo poi cambiare atteggiamento quando lo stesso arbitro (o anche un altro, non fa differenza) penalizza la stessa Juve o favorisce la squadra per cui egli tifa.

Ieri sera faceva quasi tenerezza leggere post e commenti da parte di milanisti che quasi si facevano vanto di aver vinto una partita al 94' grazie ad un calcio di rigore che più inventato non si può e pensare che erano gli stessi soggetti che, dopo Catania-Juventus del 28 ottobre scorso, si stracciavano le vesti per l'indignazione e si auguravano la radiazione a vita della squadra bianconera dal campionato italiano (o, per citare un milanista a me molto vicino, che un meteorite cadesse sullo "JUVEMERDA STADIUM"). Indispettito da tale spocchia, dopo la fine di Milan-Udinese avevo scritto un post su Facebook in cui affermavo che avrei preso a sberle (verbali, si intende...) qualunque milanista che si fosse permesso di fiatare in caso di eventuali favori arbitrali futuri alla Juventus; è così accaduto che una delle menti geniali sopra citate (una mente acuta fuori dal normale, specie se si considera che in pochi mesi mi ha etichettato con i simpatici epiteti di "veggente", "maestro di vita", "paraculo" e, dulcis in fundo, "vittima") ha iniziato a dire che il post era il sintomo di vittimismo da parte del sottoscritto; non serve certo essere membri della famosa "Accademia della Crusca" per capire che il doppiopesismo di certe persone è una cosa e il presunto vittimismo di altre è un'altra.

Tralasciando gli aspetti personali, mi auguro solo che, se proprio si vogliono pensare determinate cose e dirne altre diverse, almeno le si faccia somigliare un minimo tra loro; e non tanto per un discorso di intelligenza, quanto per una mera questione di buon gusto...

domenica 3 febbraio 2013

Vittoria sofferta, ma importante: la Juventus rimanda il Napoli a -3


La Juventus espugna il "Bentegodi" di Verona con un meritato 2-1 e risponde al Napoli, vittorioso ieri sera sul Catania e che aveva momentaneamente agganciato i bianconeri in vetta alla classifica.

La squadra di Conte (quest'oggi guidata da Alessio a causa delle intemperanze del mister al termine di Juventus-Genoa) gioca un ottimo primo tempo in cui dimostra di essersi lasciata alle spalle il mese terribile appena concluso e sblocca il punteggio grazie a Matri: sul cross perfetto di Vidal è splendida la conclusione volante del numero 32 bianconero, che ritorna così al gol dopo un digiuno che durava da Cagliari-Juve 1-3 dello scorso 21 dicembre. I bianconeri sono padroni del campo e sul finire del primo tempo trovano il raddoppio grazie a Lichtsteiner, servito di tacco da Giovinco. Il Chievo prova a rendersi pericoloso con un paio di sortite in contropiede di Paloschi, ma Buffon e la difesa bianconera (quest'oggi più rabberciata del solito, con Marrone in luogo dello squalificato Bonucci e Caceres al posto dell'infortunato Chiellini) fanno buona guardia. Nella ripresa il Chievo cambia modulo (dal 3-5-2 la squadra di Corini si dispone secondo un 4-2-3-1) e la Juventus fa fatica a venirne a capo: risultato di ciò è il gol che riapre il match, siglato da Thereau con deviazione decisiva di Caceres. Il copione dei minuti successivi vede una Juventus che difende con le unghie il vantaggio, salvo attaccare in contropiede, e un Chievo generoso alla ricerca del pareggio; il risultato, tuttavia, non cambia più e i bianconeri portano a casa una vittoria preziosa che permette loro di staccare di 3 punti la squadra partenopea e di issarsi da sola in vetta alla classifica.

Adesso la squadra di Conte dovrà recuperare gli assenti per presentarsi nel migliore dei modi alle prossime difficili partite: dopo l'impegno della Nazionale ad Amsterdam mercoledì (amichevole contro l'Olanda), i bianconeri saranno attesi dai difficili impegni contro Fiorentina e Roma in campionato, intervallati dall'andata degli ottavi di Champions League sull'insidioso campo di Glasgow contro il Celtic