sabato 28 settembre 2013

Mi scusi, Travaglio.../parte seconda


In un'intervista rilasciata all'emittente radiofonica romana (toh!) TeleRadioStereo, Marco Travaglio è tornato a sparare a zero sulla Juventus passata (leggasi alla voce "triade") e presente (leggasi, invece, alla voce "Andrea Agnelli"); visto che poco meno di un anno fa, come ricorderà chi frequenta assiduamente questo blog, avevo colto l'occasione per rispondere punto per punto alle asserzioni del vice-direttore del Fatto Quotidiano, forse è bene fare la stessa cosa oggi e smontare alcune tesi vagamente lunari sostenute dal buon Travaglio. Procediamo con ordine:

- "Se la smettessero di dire che hanno vinto tutti gli scudetti che gli sono stati giustamente revocati, se accettassero le sentenze della giustizia sportiva e di quella ordinaria (...) Se accettassero la verità: sono retrocessi perchè truccavano i campionati, non per colpa della giustizia": il campionato 2004-05 è stato ritenuto scevro da illeciti sia dalla giustizia sportiva (che, come si può leggere nelle motivazioni della CAF e della Corte Federale ancora reperibili online, ha introdotto un capo di imputazione come l'illecito strutturato, in virtù del quale una somma di slealtà sportive corrispondono ad un illecito sportivo) che da quella ordinaria (la quale ha condannato Moggi in primo grado a 5 anni e 4 mesi di reclusione per un reato di tentativo dato che, secondo il collegio giudicante presieduto da Teresa Casoria, non sono emerse evidenze tali da ritenere truccato il campionato in questione), mentre il campionato 2005-06 non è stato mai nemmeno indagato; e allora dove sono gli "scudetti giustamente revocati" e i "campionati truccati"? Ah, un altro paio di cose per chiarire meglio le idee: 1) praticamente tutti gli arbitri sono stati assolti tra rito ordinario e rito abbreviato, e quei pochi che sono stati condannati hanno già rinunciato alla prescrizione con atto formale; 2) la Juventus è stata assolta in sede civile da questo processo

- "Se interrompessero finalmente i legami con Moggi che Andrea Agnelli ha ripreso, purtroppo": oggi Andrea Agnelli è il presidente della Juventus, mentre Luciano Moggi (radiato nell'estate del 2011 con sentenza sportiva passata in giudicato) fa il giornalista per il quotidiano "Libero", quindi rapporti che leghino Moggi con la Juventus attuale non ce ne sono; sui rapporti personali, a meno che questi non costituiscano un reato o qualcosa di pericoloso, non penso che si possa dire alcunchè...

- "La giustizia non scatta, se non ci sono gli illeciti e se uno viene retrocesso è per colpa degli illeciti": la giustizia scatta, o dovrebbe scattare, non per punire gli illeciti, ma per verificare se gli illeciti ci sono stati e poi eventualmente punirli; sulla seconda parte della frase si prega di rileggere il primo punto

- "Zeman? Per le sue denunce ha pagato. Ma quando ha fatto queste denunce si è visto che aveva ragione": ricordiamo che Zeman, dopo le famose parole del 1998, ha allenato in Serie A nel 2000, venendo esonerato dal Napoli dopo appena cinque partite, e nel 2004-05, salvando il Lecce e lasciando la panchina dei salentini di sua spontanea volontà, mentre nell'arco di tempo compreso tra queste due esperienze aveva allenato in Serie B con risultati scadenti a Salerno ed Avellino (evidentemente erano filo-moggiani coloro che a suo tempo scrissero "Zeman, ti mancano solo Benevento e Caserta per rovinare la Campania!"); uscito di scena Moggi nel 2006, il tecnico boemo è tornato ad allenare in Serie A nel 2012 (!!!), richiamato a gran voce da quella Roma che poi lo avrebbe esonerato a febbraio di quest'anno. E sulla presunta ragione di Zeman, ricordiamo che il processo di Torino istituito sulla base delle denunce di Zeman, si è concluso il 30 marzo 2007 con il proscioglimento pieno di Agricola e Giraudo per quanto riguarda il capo di imputazione relativo alla somministrazione di sostanze illecite

- "Gianni Agnelli era un furbo, non certamente un santo però aveva una cosa che quelli che sono venuti dopo di lui non hanno: aveva un pò di stile e, soprattutto, si sentiva un'istituzione. Non si sarebbe mai permesso di contestare le sentenze. Quando la Fiat finì nei guai disse ai suoi manager di andare e confessare. Magari faceva porcherie inaudite di nascosto ma non si sarebbe mai permesso di delegittimare e sputtanare le autorità come fa questo inqualificabile personaggio che porta il suo cognome che è il presidente della Juventus": ho seri dubbi sul fatto che Gianni Agnelli avrebbe accettato con pia rassegnazione che l'allenatore della Juventus venisse squalificato per quattro mesi non per ragioni ben circostanziate, ma semplicemente perchè "non poteva non sapere"; così come ho altrettanto seri dubbi che il mitico Avvocato sarebbe rimasto in religioso silenzio di fronte ad un'indagine sportiva nella quale alcune telefonate vengono deliberatamente occultate, salvo poi saltar fuori ad anni di distanza grazie alla contro-indagine messa in atto da uno degli imputati. Gianni Agnelli era un furbo e non certamente un santo, come dice Travaglio, ma proprio per questo non era un fesso!

- "Il calcio è in mano a quelli che sono più o meno i gruppi imprenditoriali/finanziari italiani, salvo qualche incursione un pò stravagante dall'estero. L'Italia ha la peggiore classe imprenditoriale d'Europa, anche gli imprenditori del calcio non è che diventino corretti e puliti quando amministrano il pallone. Pare che ci sia perfetta coerenza con la gestione delle aziende: plusvalenze, contratti, reati, magheggi per fingere di rispettare le regole di iscrizione al campionato nonostante, magari, dopo anni, si scopra che quelle condizioni non c'erano. Non mi sembra di aver visto qualcuno pagare per questo": su quest'ultimo punto, invece, mi trovo perfettamente d'accordo con Travaglio

Magari un giorno potrà esserci una "parte terza", chi lo sa...

giovedì 26 settembre 2013

Chievo-Juventus 1-2: qualche considerazione...


Faticando più del dovuto, la Juventus ha battuto il Chievo per 2-1, ha agganciato il Napoli (fermato sull'1-1 dal Sassuolo, che appena quattro giorni fa era stato asfaltato dall'Inter con un tennistico 0-7) e si è tenuta in scia della Roma capolista e vittoriosa sul campo della Sampdoria; il successo, tuttavia, non può mascherare alcune cose che non vanno nella squadra di Conte, la quale è riuscita nella non facile impresa di regalare il primo tempo ad una squadra (quella di Sannino) che non ha giocato esattamente un calcio spettacolare.
Ma procediamo con ordine e andiamo a sviluppare una per una le tematiche relative all'incontro del "Bentegodi"

Gigi, ma che mi combini? Chi mi conosce e mi legge sa bene come io sia sempre stato e sarò sempre uno strenuo difensore (non in senso calcistico, per sua fortuna!) di Gianluigi Buffon. Premesso questo, è evidente come la prestazione fornita ieri sera dal capitano della Juventus e della Nazionale sia totalmente indifendibile: ed è indifendibile non tanto per i due errori in sè (il primo ha portato al gol di Thereau, il secondo a quello annullato a Paloschi), quanto per il fatto che questi due errori siano stati frutto di una totale mancanza di concentrazione; basta vedere, del resto, l'aria di assoluta sufficienza con cui Gigi ha rinviato il pallone in occasione del gol di Thereau per capire che il problema non è la carta d'identità, ma la concentrazione assolutamente nulla. E questo, se possibile, è ancora peggio di un errore dovuto a riflessi non più ottimali...

La Isla non più bonita Tra i bocciati inappellabili dopo la partita di ieri c'è sicuramente Mauricio Isla, tanto timido nel saltare l'uomo quanto inconcludente nella fase di cross, al punto che ieri i due gol juventini sono nati da due traversoni effettuati da Pogba, ovvero uno che di professione fa il centrocampista (per quanto bravo, ma su questo punto tornerò a breve). Caro Mauricio, ricordati che alla fine della scorsa stagione questa tua inconcludenza ti portò ad essere la terza scelta di Conte sulla fascia destra, dietro persino a Padoin (e ho detto Padoin, non certo Maicon o Dani Alves!); e se l'anno scorso potevi avere l'attenuante dei postumi del grave infortunio patito a Udine, quest'anno quell'attenuante non c'è...

Peluso e il pallone che scotta Per la serie "Se Atene piange, Sparta non ride", se a destra la prestazione di Isla è stata decisamente negativa, a sinistra Federico Peluso non è che abbia particolarmente brillato: per avere la prova di quel che dico, si prendano gli ultimi cinque minuti del primo tempo e si guardi cosa avveniva ogni volta che il pallone finiva nei piedi dell'ex mancino dell'Atalanta; mi auguro che qualcuno a Vinovo tranquillizzi Peluso sul fatto che il pallone non scotta e non morde, e che se si tiene tra i piedi, e magari lo si crossa come si deve, non si commette peccato mortale!

Alla fine ci pensa il Quaglia! Come a Copenaghen, ci ha pensato Fabio Quagliarella a togliere le castagne dal fuoco alla squadra di Conte siglando il gol del pareggio; a tutto ciò si aggiunga il fatto che, mentre Llorente era impegnato a fare a sportellate con i difensori clivensi, il numero 27 bianconero nel primo tempo è stato praticamente l'unico a cercare uno spunto vincente

Pogba, e che te lo dico a fa'? In un centrocampo complessivamente abulico, specialmente nel primo tempo, ha giganteggiato il solito mostruoso Paul Pogba: oltre allo stupendo slalom con cui è andato via a due avversari (chi ha Facebook può trovare questa giocata immortalata in un video pubblicato dalla popolare pagina "Chiamarsi "Bomber" tra amici senza apparenti meriti sportivi"), il francese ha propiziato i due gol che hanno portato i tre punti alla squadra di Conte e ha giganteggiato a centrocampo sia in fase di interdizione che (addirittura!) in quella di impostazione. Ogni volta che lo si guarda giocare si capisce facilmente per quale ragione a Sir Alex Ferguson siano girati vorticosamente i "sacrosanti" quando il centrocampista francese passò alla Juventus a parametro zero la scorsa estate...

E, giunti a questo punto, apriamo il capitolo relativo al "fattaccio", ovvero il gol regolare annullato a Paloschi...

Antò, ti tirano le pietre! Ecco cosa ha detto Antonio Conte in sala stampa ieri sera a proposito del gol annullato al Chievo: "Oggi c'è stato un episodio a nostro favore, ne prendiamo atto, ma non mi sembra niente di eclatante. Domani può capitare qualcosa a sfavore della Juve. In queste 4 partite qualcosa a nostro sfavore c'e stato. Penso a Tevez nella partita contro la Lazio. Logico che se si inizia, ogni volta che c'è qualcosa a favore della Juve, a pompare la situazione, dico che i primi a sbagliare sono i media. Cerchiamo di parlare sempre di calcio. Campedelli al termine della partita è andato a confortare l'assistente Preti? Se succederà contro di noi, andremo a confortare l'arbitro e gli assistenti". Pochi minuti dopo un mio carissimo amico napoletano (una delle persone più simpatiche che io abbia conosciuto ma che, quando vede una maglia bianconera, ha più o meno la stessa reazione di un toro quando vede il drappo rosso in mano al torero) ha scritto questo post su Facebook: "Conte arriva in sala stampa affermando che la juve è stata favorita perché il gol di Paloschi era regolare. Subito dopo ha detto di non iniziare a dire che rubano. Poverini!!! Non iniziate ad infastidirli.... Lasciateli rubare in pace che diamine"; sono pronto a mettere sul tavolo la cifra che volete e a scommettere che questo pensiero è condiviso da due terzi del tifo italiano. Caro Conte, le tue parole in merito all'atteggiamento dei media (anzi, per essere precisi, di CERTI media!) sono sacrosante e se potessi te le firmerei seduta stante, ma te la ricordi quella canzoncina di quel cantante francese che aveva un nome molto simile al tuo e che recitava: "Qualunque cosa fai, ovunque te ne vai, tu sempre pietre in faccia prenderai"?

De Marco, che ne combinò una più di Bertoldo... Diciamolo con franchezza: quella di ieri sera non è stata una gran serata per il signor De Marco: prima il fischietto di Chiavari ha annullato il gol di Paloschi per un fuorigioco assolutamente inesistente, dopodichè non ha concesso due calci di rigore netti alla Juventus (uno per un fallo di mano dell'ex Estigarribia, l'altro per un fallo plateale ai danni di Tevez); detto questo, indovinate di quale dei tre episodi sopra citati si parla ancora oggi e, presumibilmente, si parlerà nei prossimi mesi...Questo vuol dire che i due rigori cancellano il gol annullato? No, vuol dire semplicemente che quest'arbitro ha dimostrato non di essere in malafede, ma di essere totalmente inadeguato. E, da ultimo, ricorderei che De Marco non è nuovo a decisioni infelici insieme ai propri assistenti: trattasi, infatti, dello stesso direttore di gara che in un Siena-Inter del dicembre 2008 convalidò un gol di Maicon viziato da un fuorigioco di massa dei calciatori nerazzurri; ma quello, come altri, è un episodio mediaticamente dimenticato

Sky, non così! Conte ammette il favore arbitrale ricevuto senza appellarsi ai due calci di rigore non fischiati a favore, ma evidentemente se qualcuno non crea la polemica a tutti i costi non è contento. Accade così che ieri sera Sky tenta in tutti i modi di innescare la polemica da parte del Chievo sul gol non convalidato a Paloschi, ma senza cavare un ragno dal buco: sia l'allenatore clivense Sannino che il patron Campedelli (due signori, ma non è certo una loro caratteristica che scopriamo il 26 settembre 2013) hanno infatti glissato sul gol annullato cercando di tenere focalizzata l'attenzione sui demeriti del Chievo; alla fine, evidentemente rassegnata per la missione non compiuta, Ilaria D'Amico ha evitato di parlare dei due rigori non concessi alla Juventus con la motivazione della mancanza di tempo. Lascio a voi che leggete ogni commento a tal proposito...

Sannino e Campedelli: modelli da imitare Del comportamento assolutamente signorile mostrato dall'allenatore del Chievo Sannino e dal presidente della società gialloblu Campedelli si è detto prima: il loro comportamento è stato assolutamente lodevole e degno di due uomini di sport; tutti (talvolta anche lo stesso Conte, che però ieri sera ha giustamente e meritoriamente assecondato il loro "modus operandi") dovrebbero imparare da loro...

domenica 22 settembre 2013

Juventus-Verona 2-1: qualche considerazione...


Dopo il doppio pareggio contro Inter e Copenaghen, la Juventus torna alla vittoria battendo allo Juventus Stadium il Verona per 2-1: dopo il vantaggio veronese firmato da Cacciatore, la squadra di Conte è riuscita a ribaltare il punteggio grazie ad un guizzo di Carlos Tevez e al primo sigillo in bianconero di Fernando Llorente, schierato per la prima volta titolare dal tecnico salentino.
A questo punto si rendono (come sempre) necessarie alcune riflessioni su quanto visto in campo oggi pomeriggio

Assedio nel primo tempo, un leggero passo indietro nel secondo Nel primo tempo, benchè il Verona sia passato in vantaggio, la Juventus ha cinto d'assedio l'area di rigore degli scaligeri riuscendo a colpire prima con Tevez e poi con Llorente; nella ripresa, invece, la squadra di Conte ha badato a gestire il vantaggio non concretizzando qualche opportunità che poteva essere sfruttata decisamente meglio. Magari adottare quest'ultimo atteggiamento dopo aver continuato l'assedio fino a segnare il gol del 3-1 non sarebbe stato male

Una difesa in spolvero A parte il gol subìto (sulle cui responsabilità tornerò più avanti), oggi Antonio Conte ha ridisegnato la difesa nel modo giusto con il rientro di Barzagli e i conseguenti spostamenti di Bonucci al centro e di Ogbonna a sinistra (per Chiellini, invece, un turno di riposo dopo gli errori commessi in occasione di Inter-Juve e Copenaghen-Juve) e i risultati si sono visti: Barzagli è tornato a guidare la retroguardia con la consueta maestria, Bonucci è stato protagonista di una splendida prova da regista arretrato (con tanto di assist per il gol di Tevez e chiusura su Jorginho nel secondo tempo), mentre Ogbonna ha fornito una buona prestazione dopo essere tornato nel suo ruolo

Pirlo, così così! Se Bonucci è stato bravissimo nei panni del regista arretrato, Andrea Pirlo è stato protagonista di una prestazione non eccelsa; va però detto che i centrocampisti del Verona hanno attuato un pressing sistematico sul numero 21 della Juventus, come ormai accade quasi sempre da due anni a questa parte

Fuori Pirlo, centrocampo con Vidal, Pogba e Marchisio: bocciatura no, soluzione alternativa sì A circa venti minuti dalla fine Antonio Conte ha fatto entrare Claudio Marchisio per dargli un po' di minutaggio dopo la lunga assenza per infortunio e la cosa che ha sicuramente colpito tanti tifosi è stata che a lasciare il posto al numero 8 bianconero non è stato Vidal e nemmeno Pogba, bensì Andrea Pirlo; e così il centrocampo ha visto il francese posizionarsi in cabina di regia, con Vidal e Marchisio ai lati. Occhio, però, a non fraintendere la decisione di Conte: questo non è necessariamente sintomo di un addio imminente di Pirlo, bensì della legittima volontà da parte del mister di trovare una soluzione alternativa nel caso in cui il regista bresciano dovesse avere necessità di rifiatare

Isla non male, però... Al primo punto di questa mia analisi ho elogiato il rendimento della difesa, eppure qualcuno potrebbe obiettare: "Contro il Verona si è preso un gol simile a quello di Copenaghen!". Questo è vero, ma in occasione del gol di Cacciatore la responsabilità di marcare il terzino veronese era di Mauricio Isla, che invece ha sbagliato i tempi della marcatura con il risultato che abbiamo visto tutti; peccato, perchè la prestazione odierna del cileno tutto sommato non è stata negativa

Pogba e il vizio di piacersi troppo Chi mi legge o mi ascolta in radio sa che sul piano tecnico ho solo parole di elogio nei confronti di un giovane campione come Paul Pogba: oggi, tuttavia, il francese ha commesso in un paio di circostanze l'errore di piacersi troppo; se avesse dato via subito il pallone anzichè cercare a tutti i costi la giocata ad effetto, probabilmente qualche azione offensiva della Juventus avrebbe potuto avere miglior sorte. Errori di gioventù, ma il ragazzo ha tutto il tempo per migliorare sotto questo aspetto

Tevez: allo Stadium è "one man show"! Questo pomeriggio Carlitos Tevez è stato l'uomo ovunque della Juventus: ha corso più di tutti per tutto l'arco della partita, ha sempre cercato la giocata vincente, ha segnato il gol del momentaneo 1-1 e ha centrato un clamoroso doppio palo (Rafael deve aver ringraziato tutti i Santi della Volta Celeste nel momento in cui si è ritrovato il pallone tra le braccia!). Evidentemente aveva proprio ragione colui il quale disse a suo tempo che Carlitos non avrebbe tradito...

Vamos, Fernando! Dopo le tante (troppe!) chiacchiere di quest'ultimo mese e mezzo, oggi finalmente Antonio Conte ha schierato titolare Fernando Llorente e il gigante di Pamplona ha ripagato la fiducia del mister con il gol che, a conti fatti, è valso i tre punti: magari non sarà un nuovo Trezeguet, ma di sicuro non sarà un nuovo Bendtner e un nuovo Anelka; con buona pace, ovviamente, dei tanti detrattori...

E gli sbagliano sempre il nome... Antonio Conte lo chiama sistematicamente LORIENTE, oggi il telecronista di Sky Riccardo Trevisani lo ha chiamato per tutti i 90 minuti GIORENTE: quando un calciatore scatena la dislessia collettiva...

Coerenza, please! Sempre a proposito di Llorente, c'è una domanda che sorge spontanea: ma quelli che hanno esultato al gol dello spagnolo e lo hanno applaudito quando ha lasciato il posto a Vucinic sono gli stessi che fino a 70 minuti prima gli avevano affibbiato la patente di brocco? Non dico tanto, ma almeno la coerenza evitiamo di prenderla a calci!

L'iracondo Mirko Sarà stata la rabbia per non essere partito titolare, ma nei venti minuti in cui è stato in campo Mirko Vucinic ha dato segni piuttosto lampanti di nervosismo e ha rimediato un'ammonizione che più inutile non si poteva: nulla di nuovo, del resto da due anni sappiamo che Mirko è anche questo

Il profeta Ravezzani... Ecco cosa scriveva ieri sul suo profilo Twitter il direttore di Telelombardia Fabio Ravezzani: "Conte dice: Llorente non l'ho scelto solo io. Excusatio non petita. Tradotto: sì, è un errore ma non solo mio. Un po' presto per scaricarlo"; senza voler essere cattivo nei confronti del buon Ravezzani, diciamo semplicemente che il divino Othelma ne azzeccava qualcuna in più...

...e lo psicologo Mola! Ecco come al tweet sopra citato di Fabio Ravezzani aveva risposto un'altra mente illuminata come Giulio Mola (colui il quale ti querela se lo insulti, ma ti blocca se lo contraddici in maniera garbata!): "...credo che Antonio sia gia sull'orlo di una crisi di nervi. Un po' presto, come dici tu. Mi sa proprio che a giugno va via...". Sigmund Freud non avrebbe saputo fare di meglio, complimenti! Ah, e complimenti anche per l'uso appropriato degli accenti...

Sportmediaset, non così! E, continuando a parlare di quelli che di Tevez e Llorente hanno sempre capito tutto, ecco un titolo di Sportmediaset datato 7 agosto: "Paura Tevez e Llorente. Un'estate da flop player". Un po' come quelli che incensavano il gioco del Sassuolo in occasione del Trofeo Tim e oggi hanno visto quella stessa squadra meravigliosa perdere 7-0 in casa...

Vergogna a Reggio Emilia... Ad inaugurare questa domenica di campionato è stato il tennistico 7-0 con cui l'Inter di Mazzarri ha asfaltato il malcapitato Sassuolo di Di Francesco (che mercoledì affronterà il Napoli al San Paolo, ndr), ma a rovinare il bel pomeriggio interista è stata l'idiozia di alcuni imbecilli che hanno rivolto i gentili appellativi di "colerosi" e (soprattutto!) "terremotati" all'indirizzo del pubblico di Reggio Emilia: lascio a chi legge ogni genere di commento...

mercoledì 18 settembre 2013

Copenaghen-Juventus 1-1: qualche considerazione...


Continua la "maledizione danese" per la Juventus: dopo l'1-1 di un anno fa contro il Nordsjaelland, i bianconeri tornano dalla trasferta di Copenaghen con un pareggio giunto al termine di una gara deludente; a decidere la partita sono state le reti di Jorgensen per i danesi e di Quagliarella per i bianconeri, oltre ad un cospicuo numero di occasioni non concretizzate dalla squadra di Conte.
Come dopo ogni partita, sono opportune alcune considerazioni su quanto visto in campo

Mai approccio fu più sbagliato! Ciò che mi ha lasciato davvero interdetto non è stato tanto il risultato finale, quanto l'approccio che la squadra ha avuto all'inizio: il classico approccio di chi scende in campo convinto che tanto il gol arriverà di lì a poco per materializzazione divina; esattamente lo stesso errore marchiano che la Juventus aveva commesso lo scorso anno contro il Nordsjaelland, quando un approccio simile costò ai bianconeri due punti

Ri-Chiello! Dopo aver perso il pallone da cui è nato il gol di Icardi in Inter-Juventus, stasera Giorgio Chiellini ha commesso un altro errore perdendo la marcatura di Jorgensen in occasione del vantaggio del Copenaghen: certe distrazioni sono abbastanza gravi, ma se a commetterle è l'uomo di maggior esperienza della retroguardia la gravità aumenta esponenzialmente

L'errante Ogbonna Premesso che non mi passa nemmeno per l'anticamera del cervello di appioppare ad Ogbonna la patente di brocco, è evidente che l'ex capitano del Torino si trovi a disagio nel ruolo di centrale nella difesa a tre. La speranza è che, avendo sempre giocato in un sistema difensivo a quattro, Angelo acquisisca col tempo sempre maggior dimestichezza con questo ruolo

Antò, i cambi! Stavolta non ho compreso la logica dei cambi effettuati da Conte, soprattutto quello di Peluso con De Ceglie: il primo aveva sbagliato praticamente tutto nel primo tempo ed era andato leggermente meglio nella ripresa (a partire dal cross che ha propiziato il pareggio siglato da Quagliarella), il secondo ha sbagliato persino i tocchi più elementari ed è stato addirittura capace, con tutta la squadra riversata in avanti, di passare il pallone all'indietro verso Buffon (!!). Anche il cambio in attacco l'ho compreso poco, dal momento che lasciare in campo Quagliarella e inserire un'altra punta sarebbe stata la scelta più azzeccata. Caro mister, sai quanta ammirazione che ho per te, ma stasera le tue scelte non è che mi abbiano particolarmente convinto...

Ci si mette pure Wiland... Dell'atteggiamento sbagliato si è parlato in precedenza, degli errori individuali e dei cambi non troppo convincenti pure, ma non si può certo negare come stasera si sia incappati in un altro portiere trasformatosi di incanto in un fenomeno: trattasi di tale Wiland, il numero uno (anzi, per essere precisi, 21!) del Copenaghen, i cui interventi sono stati decisivi in almeno quattro occasioni; ovviamente questo non può assolutamente essere un alibi per non aver vinto una gara in cui si partiva nettamente favoriti...

Attenti ad intonare il "de profundis"... Come già accaduto in passato, sento tanti tifosi (antijuventini, ma anche tanti juventini) che si lanciano in previsioni catastrofiche su questa Juventus che è ormai una "squadra di mentecatti" (cito testualmente un elegantissimo tifoso napoletano) o una squadra che in Europa non vale niente (cito quasi testualmente molti juventini). Attenzione, che intonare il "de profundis" senza il morto non è mai saggio; e poi, se per caso, tra cinque partite la situazione dovesse essere ben diversa da quella di stasera, non vorrei essere nei vostri panni...

Criticare nel merito sì, processare no! Come spiegato in un punto precedente, non mi hanno particolarmente convinto le scelte fatte da Conte stasera: questo, tuttavia, non vuole in alcun modo significare che Conte vada processato a Norimberga o che vada messo alla gogna. Lo dico soprattutto ai furbacchioni di cui parlavo al punto precedente...

sabato 14 settembre 2013

Inter-Juventus 1-1: qualche considerazione...


Si è concluso sul punteggio di 1-1 l'atteso anticipo della terza giornata del campionato di Serie A tra Inter e Juventus: i nerazzurri sono passati in vantaggio poco prima della mezz'ora del secondo tempo grazie a Mauro Icardi (quarto gol ai bianconeri, ma ne parlerò più avanti...), ma dopo un paio di minuti la squadra di Conte è riuscita a pareggiare grazie a Vidal; nel finale i campioni d'Italia avrebbero potuto anche raddoppiare, ma Isla è riuscito nella titanica impresa di sbagliare un gol a porta praticamente vuota.
A questo punto si rende doverosa, come sempre, qualche considerazione relativa sia a quanto visto in campo che all'extra-campo...

Vi prego, continuate a chiamarlo pensionato! Dopo aver festeggiato in settimana i 136 gettoni con la maglia della Nazionale italiana, Gianluigi Buffon è stato miracoloso in occasione del volo che ha negato il gol a Nagatomo dopo pochi minuti; dopodichè il numero uno azzurro è stato bravo a respingere di piede una velenosa conclusione di Taider da posizione defilata. Caro Beckenbauer e cari antijuventini, vi scongiuro con tutto il cuore: continuate ad offendere Gigi e a chiamarlo pensionato! Se ogni volta che lo fate i risultati sono questi, allora è bene che lo urliate a voce alta e all'infinito!

Giorgio, ma che mi combini? Il pallone perso da Chiellini in occasione dell'azione che ha portato al vantaggio interista di Icardi è una roba che sarebbe considerata reato in almeno 50 stati del mondo, con possibilità di intervento militare della NATO. Giorgio, in questi tempi in cui spirano venti di guerra in Siria ti conviene stare molto molto attento...

Il lezioso Pogba Chi mi conosce, mi legge o mi ascolta in radio sa bene come la mia ammirazione per Paul Pogba sia assoluta (del resto, di fronte ad un giovane campione del suo calibro, è difficile rimanere indifferenti!). Oggi, tuttavia, il francesino mi è parso troppo lezioso, sebbene si sia esibito in una serpentina da applausi nel primo tempo e in uno slalom ammirevole nella ripresa: un piacersi troppo che Conte sicuramente non avrà gradito, ragion per cui confidiamo tutti nella capacità del tecnico di riportare il ragazzo con i piedi per terra dopo un comprensibile momento di "giovanil spocchia"

Ci pensa sempre Arturo! Dopo i due gol che hanno regolato la Lazio nel 4-1 di due settimane fa, Arturo Vidal ha risposto ancora una volta "presente" in fase di realizzazione: con il terzo gol in quattro partite ufficiali, il centrocampista cileno ha agganciato Carlos Tevez in cima alla classifica dei cannonieri juventini. Aggiungiamo pure che lo stesso Vidal si era procurato un calcio di rigore non assegnato da Orsato e dall'assistente di porta a causa di un inesistente fallo di mano del cileno prima della cintura di Taider

Ahi ahi, Lichtsteiner... Ad un certo punto Lichtsteiner ha rimediato un cartellino giallo e, dopo pochi minuti, ha rischiato il secondo cartellino per un intervento in ritardo su Taider; a quel punto Conte, memore di quanto accaduto in Juventus-Inter dello scorso anno (anche se bisogna dire che oggi, a differenza di quella volta, lo svizzero ha provato invano ad evitare il contatto con l'avversario), lo ha sostituito nell'intervallo con Isla. Va riconosciuta al bravo Stephan l'attenuante delle partite internazionali, ma rischiare per questo di finire la partita in dieci non va affatto bene

Isla e la "maledizione nerazzurra" Dopo essere stato ad un passo dal vestire la casacca dell'Inter (l'operazione poi sfumò a causa del mancato ingaggio di Zuniga da parte della Juventus), Mauricio Isla aveva fallito il penalty decisivo contro l'Inter nell'amichevole americana di quest'estate. Oggi, schierato ad inizio ripresa in luogo del nervoso Lichtsteiner, Isla ha giocato un buon secondo tempo arrivando persino a mettere la gamba nei contrasti (una cosa mai vista lo scorso anno e che testimonia come il cileno abbia superato psicologicamente l'infortunio rimediato nell'ultima stagione disputata con la maglia dell'Udinese); poi, a pochi minuti dallo scadere, la "maledizione" si è materializzata sotto forma del gol clamorosamente fallito dopo la parata di Handanovic sul colpo di testa di Vidal

Prima Vucinic e poi Quaglia? Forse era meglio il contrario... La partita di Mirko Vucinic non è stata sufficiente, ma è altrettanto vero che l'attaccante montenegrino rientrava dopo i guai fisici accusati durante la gara di martedì con la sua Nazionale. Nel finale di partita Conte ha richiamato Mirko in panchina inserendo Fabio Quagliarella, che sarebbe stato il titolare in caso di forfait: il buon Fabio ha dimostrato di essere in palla, mettendoci il piede in occasione del gol di Vidal. Con il senno di poi non sarebbe stato meglio far partire Quagliarella titolare, magari inserendo Vucinic nel finale?

Caressa e Bergomi: ma non era meglio lasciarli nella formalina? Oggi, per la prima volta in questo campionato, Sky ha tirato nuovamente fuori il mitico duo Caressa-Bergomi per la telecronaca di Inter-Juventus. E i due, forse traditi dall'emozione per il ritorno, hanno combinato più danni di un elefante in un negozio di cristalli; qualche perla di saggezza:
  • "Non c'è luce tra la palla e la pelle" (Caressa): versione 2.0 del famoso scioglilingua che recita "Apelle, figlio d'Apollo, fece una palla di pelle di pollo...";
  • "L'Inter è pericolosa quando cerca di intercettare" (Bergomi): verità sacrosanta, caro zio!
  • "Quagliarella e Giovinco si scaldano a bordocampo. Giovinco starà dicendo: "Ma ti sembra giusto che stiamo a scaldarci da 20 minuti e non siamo ancora entrati?"" (Caressa): il famoso telecronista-psicologo...
La domanda sorge spontanea: ma lasciarli entrambi nella formalina in cui sono stati conservati fino ad oggi era un'idea così folle?

Gambaro: un uomo, nessun perchè! Appena pochi minuti prima che Vidal segnasse la rete dell'1-1, Enzo Gambaro (opinionista dell'emittente milanese Telenova e anti-juventino della prima ora) aveva esclamato con grande enfasi che per lui l'Inter è una squadra da scudetto alla luce della prestazione di oggi. Tenete presente, tanto per capire il personaggio, che trattasi di colui che, dopo il gol irregolare dello stesso Vidal in Juventus-Inter dello scorso anno, dichiarò indignato come il campionato fosse da fermare e da annullare...

L'Inter? Una squadra grintosa, ma le squadre forti sono un'altra cosa Sicuramente l'Inter di Mazzarri è ben lontana da quell'accrocchio pietoso che era l'Inter di Stramaccioni, e sicuramente i calciatori nerazzurri non giocano più come vagabondi in mezzo al campo; detto questo, piano con certi accostamenti: indubbiamente i nerazzurri sono una squadra grintosa che chiude molto bene gli spazi per poi ripartire, ma le squadre forti sono tutt'altra cosa rispetto a questa

E ora sotto con la Champions! Adesso, archiviata questa sfida, l'attenzione deve essere rivolta alla partita di Champions League di martedì contro il Copenaghen: so che non c'è bisogno di dirlo, ma guai a sottovalutare i danesi e a commettere lo stesso errore commesso contro il Nordsjaelland lo scorso anno!

Diamoci un taglio con i catastrofismi, per favore! Mentre scrivo, il Napoli è appena passato in vantaggio contro l'Atalanta grazie ad un gol di Gonzalo Higuaìn. Mettiamo in chiaro subito una cosa: nell'ipotesi in cui gli azzurri dovessero vincere e portarsi in testa alla classifica, diamoci un taglio con i catastrofismi! Nella peggiore delle ipotesi, la Juventus si ritroverebbe con un ritardo di due punti rispetto ai partenopei con 35 (e sottolineo 35!) partite da giocare, scontri diretti compresi...

mercoledì 4 settembre 2013

Cobolli, Gigli o...entrambi?


Un detto antico ma sempre attuale recita "A volte ritornano!": un'espressione alquanto calzante se la si associa all'intervista che Giovanni Cobolli Gigli ha rilasciato ieri al collega Luca Bargellini di TuttomercatoWeb. Esatto, avete capito bene! Trattasi non di omonimo di quello che è passato alla storia come il peggior presidente che la Juventus abbia mai avuto nell'arco dei suoi quasi 106 anni di storia: a sostegno della definizione appena data, basti ricordare che una delle prime imprese gloriose compiute dal nostro eroe in qualità di numero uno bianconero è consistita nell'ormai famoso (ahimè!) ricorso-non-ricorso al TAR nell'agosto 2006; un'inversione ad U da far impallidire l'iter parlamentare di un Clemente Mastella, un Daniele Capezzone o un Domenico Scilipoti qualsiasi.

Tuttavia, poichè le accuse di estremismo e di eccessivo livore verso un esponente della dirigenza che ha avuto il solo torto di non far vincere la mia squadra per quattro anni (questa, casomai, è stata la colpa infinitamente meno grave rispetto a tutte le altre!) sono sempre dietro l'angolo, nelle prossime righe mi limiterò unicamente a commentare le parole rilasciate dal duo Cobolli-Gigli al buon Bargellini nell'intervista di cui sopra (che potete trovare in forma integrale cliccando qui). Reggetevi forte, si comincia!

  • "Premetto sempre che le mie sono semplici opinioni da tifoso". E di questo gli juventini sono ben felici, specie se si tiene conto di quali siano state le "opinioni" espresse quando le vesti erano altre...
  • "Credo che la società si sia rinforzata molto". Ad essersi rinforzata durante il mercato, casomai, è stata la squadra e non la società; ma anche qui non c'è da stupirsi, visto che a Cobolli Gigli la differenza tra squadra e società non era molto chiara nemmeno tra il 2006 e il 2009
  • "Ha dovuto cedere alcuni elementi di livello, fra questi un giovane di grande prospettiva come Marrone". Qualcuno lo avvisi che Marrone non è stato ceduto, ma attualmente è in comproprietà tra Juventus e Sassuolo
  • "Non voglio assolutamente entrare in polemica con Conte, ma credo che tutta l'Italia sia in difficoltà". Una frase tipo "Credo che due più due faccia quattro" sarebbe stata decisamente meno ovvia...
  • "Gli azionisti di riferimento della Juventus lo sono anche della FIAT e devono tenere conto della complicata situazione economica generale. Non possono certo comportarsi come dei Maraja proprietari di pozzi di petrolio". E qui verrebbe quasi voglia di essere d'accordo, se non fosse per un piccolo particolare: tanto in tempi di crisi quanto in tempi di "vacche grasse (o simil-grasse)", gli investimenti degli azionisti di riferimento della Juventus sono stati consistenti come i capelli di Adriano Galliani...
  • (alla domanda su quali squadre veda attrezzate per insidiare la leadership juventina) "Direi anche il Milan, che con Kakà ha ritrovato un calciatore potenzialmente fortissimo. Per inciso, faccio i complimenti ad Adriano Galliani, che si è dimostrato ancora una volta la volpe più astuta del calcio italiano". Se per guadagnarsi l'appellativo di "volpe più astuta di tutto il calcio italiano" basta semplicemente riportare a casa un calciatore che in quattro anni ha totalizzato 17 (e dico 17!) presenze da titolare e che il Real Madrid avrebbe volentieri sbolognato anche alla Scafatese, allora potremmo dire che Gattuso avrebbe meritato il Pallone d'Oro perchè in un Milan-Palermo del 2005 segnò un gol tanto incredibile quanto casuale. Detto questo, sul "Kakà potenzialmente fortissimo" sarà il campo a dire se hanno ragione i sostenitori o gli scettici...
Terminata questa "rassegna", sorge tuttavia un interrogativo: ma l'intervista a TuttomercatoWeb l'ha rilasciata Cobolli, l'ha rilasciata Gigli oppure...entrambi all'unisono? Chiunque abbia la risposta è gentilmente pregato di farmela sapere...

domenica 1 settembre 2013

Juventus-Lazio 4-1: qualche considerazione...


A soli 13 giorni dal perentorio 4-0 inflittole in Supercoppa, la Juventus ha nuovamente schiantato la Lazio nell'anticipo serale della seconda giornata di campionato: una vittoria che, in attesa di vedere i risultati delle altre squadre impegnate oggi (aprono Roma e Verona alle 18, poi tutte le altre scendono in campo alle 20.45), proietta i bianconeri in vetta alla classifica insieme al Napoli (vittorioso per 4-2 sul campo del Chievo nell'anticipo delle 18).
Come sempre dopo una partita, vado ad esporre alcune considerazioni su quanto visto in campo e fuori...

Pogba-Vidal: tanto per cambiare... Così come sabato scorso a Genova, anche ieri sera i grandi protagonisti sono stati Paul Pogba e Arturo Vidal: a parte il loro perenne giganteggiare in mezzo al campo (il tutto per la felicità di Pirlo, che ha potuto dirigere il traffico senza alcun affanno), sono stati loro ad ispirare e finalizzare il primo gol della gara. Un'azione, quella dell'1-0 segnato da Arturo su invito di Paul, che è sembrata da Playstation (per parafrasare l'avvocato Roberto Savino) e che ha giustamente mandato in visibilio gli juventini presenti allo stadio e quelli a casa; sul secondo gol, invece, si tornerà più avanti...Ultimo particolare: con i due gol segnati ieri, Arturo Vidal è a quota 5 gol segnati alla squadra biancoceleste (uno, purtroppo inutile, lo aveva realizzato nella semifinale di ritorno della scorsa edizione della Coppa Italia, mentre gli altri due li aveva segnati nell'ultima sfida di campionato giocata all'Olimpico ad aprile); se la squadra biancoceleste non è la vittima preferita del "guerriero", poco ci manca

Il Bonnie in versione assistman Il 2-0 di Vidal e il 3-1 di Vucinic sono nati da lanci lunghi effettuati da Leonardo Bonucci: il fatto che il centrale bianconero abbia ispirato due azioni da gol testimonia (se ancora ce ne fosse bisogno) come egli sia il vero "regista arretrato" bianconero, pronto a sostituirsi a Pirlo all'occorrenza. E poi vuoi mettere la soddisfazione di servire due assist decisivi?

Toh, riecco Vucinic! Dopo tanto lavoro di sacrificio svolto nelle precedenti uscite, finalmente ieri sera si è visto un Vucinic pimpante anche in fase di conclusione: ad inizio primo tempo ci è voluto un intervento quasi disperato di Cana per impedirgli di bucare Marchetti, mentre nella ripresa ha accarezzato in maniera deliziosa il pallone recapitatogli da Bonucci e l'ha depositato alle spalle del numero 22 della Lazio. In mezzo tanti scambi interessanti con Tevez, conditi dal velo finale in occasione della rete dell'argentino, a dimostrazione che questa coppia è davvero ben assortita e che se Mirko scende in campo con la voglia giusta (o, come ho scritto ieri in un mio tweet, senza le infradito) può essere davvero devastante. Da ultimo, sempre per restare in tema di vittime preferite, quello di ieri è stato l'ottavo gol segnato dal numero 9 della Juventus alla Lazio in carriera...

Carlitos continua a non tradirci! Era ingrassato, era un calciatore finito, era un piantagrane ed era uno che sbagliava molti gol. Eppure ieri Tevez ha messo a segno il terzo gol bianconero in altrettante gare ufficiali e se n'è visto negare un altro molto bello dalla traversa: aveva ragione quel tale che a suo tempo disse che Carlitos non tradisce...

Groviera biancoceleste! Per una Juventus che definire devastante è un pallido eufemismo, ieri si è vista una difesa laziale a tratti imbarazzante: della bravura di Pogba e Bonucci in fase di assist si è già parlato, ma non è affatto normale che una difesa si faccia scavalcare in blocco per tre volte. La bravura dei vari Klose, Candreva, Hernanes (di cui si parlerà tra poco), Lulic e Ledesma non può essere vanificata con una simile facilità e le assenze di Dias e Ciani sono alibi fragili come un castello di carte esposto al vento...

Hernanes come Adriano, Guly e Maradona. Ma non nell'esito... Povero "profeta", ci ha provato ad emulare la famosa "mano de Dios" del 1986 (o anche le imitazioni più recenti di Guly in un Bologna-Udinese del 2003 e di Adriano in un Inter-Milan del 2009), ma per sua sfortuna l'arbitro Tagliavento non ha abboccato e gli ha sventolato in faccia il secondo cartellino giallo. Se poi aggiungiamo il fatto che in Supercoppa Hernanes era stato il peggiore in campo, il dubbio che la Juventus gli porti male è più che legittimo!

Caro Lotito, impara la lezione! Il 4-1 di ieri sera e il 4-0 incassato due settimane fa in Supercoppa rappresentano l'esempio più cristallino della "legge del contrappasso" di dantesca memoria: dopo tutte le grane piantate per la sede e l'incasso della Supercoppa, il presidente laziale Claudio Lotito ha rimediato due scoppole pesantissime nell'arco di 13 giorni sul campo. Caro presidente, la prossima volta ci pensi bene prima di avventurarsi in sortite come quelle dell'ultima estate; come ha potuto constatare, infatti, prima o poi si paga dazio!

Ma mi facciano il piacere!! Dire che certi atteggiamenti di certi tifosi, in questi ultimi giorni, mi hanno dato il voltastomaco è un eufemismo bello e buono. La cessione di Matri e le parole di Conte nella conferenza stampa di venerdì hanno scatenato dibattiti tali da far sembrare delle perle di saggezza i discorsi degli antijuventini: giuro che mai avrei pensato che potesse accadere una cosa del genere!

Ci sono parole e...parole Le parole pronunciate ieri sera da Antonio Conte ai microfoni di Sky nel post-partita rafforzano l'idea secondo cui quella di venerdì in conferenza stampa fosse una scenata studiata a tavolino per distogliere l'attenzione di quanti si ostinano a dire che la Juventus sia la vincitrice annunciata del campionato. Questo tanto per rispondere ai geni (antijuventini, ma anche tantissimi juventini purtroppo!) che si ostinano a parlare di un Conte sul piede di partenza...

Questione di preferenze Come ho avuto modo di scrivere ieri sera sulla mia pagina Facebook, c'è chi preferisce parlare del futuro di Conte (o del nulla cosmico, scegliete voi l'espressione che meglio ritenete!) e chi preferisce godersi la squadra e le sue vittorie sul campo. Io, per quanto mi riguarda, non ho dubbi su quale delle due cose sopra citate scegliere...