martedì 20 novembre 2012

Cose strane accadono in FIGC

"A Conte è andata bene, in uno dei due casi gli è stata data ragione. Nell'altro se fosse stato chiesto l'illecito sportivo, il rischio erano tre anni di stop. Quella nei confronti di Novara-Siena non abbiamo ritenuto che fosse un'omessa denuncia, sembrava curioso che un allenatore esperto come Conte andasse nello spogliatoio a dire 'questa la pareggiamo'. È poco logico. Più che sull'omessa denuncia (nel caso di Albinoleffe-Siena, ndr) si poteva ipotizzare qualcosa di diverso. Se il Procuratore Palazzi avesse proposto l'illecito sarebbe stato accolto? Non so se sarebbe stato accolto, ma sarebbe stato più coerente con il problema giuridico che si è posto"

Così parlava il giudice Piero Sandulli ai microfoni di "Radio Capital" pochi minuti dopo la sentenza della Corte di Giustizia Federale che lo scorso 22 agosto aveva confermato i 10 mesi di squalifica inflitti ad Antonio Conte in primo grado dalla Commissione Disciplinare. Una violazione palese dell'ordinamento giuridico (sia penale che sportivo): un giudice, o comunque un membro di un collegio giudicante, non può infatti commentare la sentenza che ha contribuito a scrivere prima che siano state pubblicate le motivazioni. Per questa ragione il professor Sandulli è stato sanzionato quest'oggi dalla Commissione di Garanzia della Giustizia Sportiva con un richiamo o, per usare un termine tecnico, con un'"ammonizione"; questa storia, riportata marginalmente dalla maggior parte degli organi di informazione, nasconde tuttavia un retroscena che in pochi sanno e che forse è opportuno raccontare per offrire uno spaccato di quella già poco credibile galassia che va sotto il nome di "giustizia sportiva".

A presiedere la Commissione di Garanzia della Giustizia Sportiva è tale Pasquale De Lise: De Lise è un giurista di lungo corso, nonchè Presidente emerito del Consiglio di Stato, e nell'estate del 2006 ricopriva la doppia carica di Presidente del TAR del Lazio e della Corte Federale. Allo scoppio di Calciopoli, tuttavia, si era posto un problema non da poco: essendo il Tribunale Amministrativo Regionale laziale l'unico organo della giustizia ordinaria competente in materia di questioni sportive ed essendo la Corte Federale il secondo organo (dopo la CAF di Ruperto) a dover emanare le sentenze sportive in merito a Calciopoli, si veniva a creare una situazione di oggettiva incompatibilità; per questa ragione De Lise, alla vigilia del secondo grado di giudizio, abbandona la presidenza della Corte Federale. A sostituirlo alla guida dell'organo della FIGC è Piero Sandulli, che non è un omonimo del giudice che proprio De Lise ha giudicato nella giornata di ieri. Per la serie "a volte ritornano"...

Ultima chicca: tra i componenti della citata Commissione di Garanzia della Giustizia Sportiva c'è anche Francesco Saverio Borrelli; anche in questo caso non si tratta di un'omonimia, ma è lo stesso ex magistrato milanese che nel 2006 sostituì il generale Italo Pappa a capo dell'Ufficio Indagini della Federcalcio.

C'è ancora qualcuno che si chiede per quale ragione un membro di un collegio giudicante resosi protagonista di una violazione così palese se la sia cavata con una semplice "ammonizione"? A nessuno viene in mente quel famoso detto secondo cui "squalo non mangia squalo"?

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