venerdì 28 giugno 2013

Spagna-Italia: qualche puntino sulle i...


Si è infranto ai rigori il sogno dell'Italia di eliminare la Spagna e di volare in finale della Confederations Cup a sfidare i padroni di casa del Brasile. Contro ogni pronostico gli azzurri hanno tenuto lo 0-0 per 120 minuti contro i temibili Campioni del Mondo e nel primo tempo ci è mancato poco che l'impresa venisse compiuta.
Smaltita la delusione, è bene però mettere l'accento su alcune cose che mi sono piaciute davvero poco ieri; alcune sono di natura squisitamente tecnica, altre meno

1. Lunedì 24 giugno su Twitter avevo scritto quanto segue: "E se giovedì contro la Spagna l'Italia giocasse col 3-5-2? La butto lì... #confcm2013 #ItaliaSpagna". Sarò un "veggente", come mi definì a suo tempo un "amico" milanista, ma ieri Prandelli ha optato per un 3-4-2-1 che nel primo tempo ha prodotto un'Italia capace di creare più di un grattacapo alla squadra Campione del Mondo e d'Europa in carica che solo un anno fa asfaltò gli azzurri con un perentorio 4-0 nella finale europea di Kiev. Considerato che in quel modo Barzagli, Bonucci e Chiellini hanno raggiunto un'intesa resistente come l'acciaio, che Maggio si esalta in quel modulo (ieri l'esterno napoletano ha giocato la sua miglior partita da quando è entrato nel giro della Nazionale) e che quest'assetto tattico aveva permesso agli azzurri di contenere nel migliore dei modi le "furie rosse" nella gara inaugurale degli ultimi Europei, probabilmente Prandelli potrebbe iniziare a prenderlo in considerazione un po' più spesso questo modulo. Domanda ulteriore al C.T.: ma perchè nella ripresa, con l'uscita di Barzagli per infortunio, non si è limitato a spostare De Rossi al centro senza arretrare Maggio nella posizione di terzino?

2. Alzi la mano quelli che pensavano che Candreva avrebbe potuto fare l'ottima gara che ha fatto ieri. L'esterno laziale è stato un moto perpetuo sulla fascia destra e, unitamente alla grande prestazione di Maggio, ha creato più di un affanno al povero Jordi Alba che già pregustava le praterie concessegli nella famigerata finale europea dello scorso anno. Complimenti ad un ragazzo che nel 2010 aveva sfiorato il Mondiale, salvo poi perderlo a causa della brutta esperienza nella Juventus targata Ferrara e Zaccheroni; sembrava bruciato, ma due anni nella Lazio hanno avuto l'effetto di rigenerarlo

3. Se a destra Maggio e Candreva sono state le sorprese positive, a sinistra Giaccherini è stato la lietissima conferma. L'esterno della Juventus ha garantito la consueta dote di corsa e inserimenti, centrando anche un palo che credo stia ancora tremando; fosse entrata quella palla, probabilmente staremmo commentando un'altra partita

4. Per quanto mi abbia convinto la scelta iniziale di Prandelli (tanto del modulo quanto degli uomini), faccio non poca fatica a comprenderne le mosse in corso d'opera: in primo luogo non capisco come mai in un'Italia che in attacco ha dovuto affidarsi alle sortite dei centrocampisti (Candreva, De Rossi, Marchisio) o degli esterni (la parata di Casillas su Maggio e il palo di Giaccherini) non abbia trovato spazio (magari non da titolare, ma di sicuro poteva trovarlo a gara in corso) una punta come El-Shaarawy, capace di inserirsi negli spazi senza dare punti di riferimento ai difensori avversari; in secondo luogo non capisco come mai la scelta del settimo rigorista sia caduta su un difensore centrale come Bonucci (la cui faccia al momento di andare sul dischetto era tutta un programma...) e non su Giaccherini, che era stato escluso dalla rosa dei cinque rigoristi di partenza. Con tutta la stima, caro Cesare, certe cose faccio fatica a capirle...

5. Per quanto riguarda Leonardo Bonucci e il suo errore purtroppo decisivo, sono sicuro che la totalità degli anti-juventini ha provato un innato senso di goduria nel vedere il difensore centrale bianconero sbagliare il penalty decisivo; quale miglior occasione, infatti, di un rigore sbagliato in Nazionale per dare addosso ad un ragazzo che è eternamente bollato come "scarso" e continuare a chiedersi perchè venga convocato in azzurro? Al di là delle favolette secondo cui la Juventus condiziona le scelte di tutti i Commissari Tecnici (persino di Prandelli, che ha giocato nella Juventus ma è stato per cinque anni allenatore della squadra più anti-juventina d'Italia!), mi sento di dare ragione a tutti questi intenditori di calcio. Fuori Bonucci dalla Nazionale e facciamo giocare al suo posto un Ranocchia, un Astori, un Biava, un Zaccardo, un Alessandro Lucarelli, un Gamberini o un Bonera: già me li vedo i vari Neymar, Messi, Villa, Iniesta, Fabregas e Cristiano Ronaldo a tremare di paura ogni volta che se li ritroveranno davanti...

6. Complimenti alla FIFA per non aver permesso che venisse osservato un minuto di raccoglimento in memoria dello scomparso Stefano Borgonovo. Quando credi che il buon Blatter abbia dato il peggio di sè, ecco che il numero uno del calcio mondiale arriva a smentirti e a farti fare la parte del minimalista...

7. Anche in una serata triste, mamma RAI non perde occasione per sorprenderci. Passino le supercazzole travestite da commento tecnico di Beppe Dossena (che tutte le volte riesce nell'impresa titanica di far sembrare Bergomi un genio!) e passi il fatto che Stefano Bizzotto invocasse tutte le volte il fischio finale dell'arbitro benchè il recupero non fosse ancora scaduto, ma che la bella (e solitamente brava) Simona Rolandi chieda ad Andrea Stramaccioni (attenzione, trattasi non di un omonimo dell'uomo che ha guidato l'Inter nell'ultima trionfale stagione!) come si batte la Spagna è davvero il top; sarebbe un po' come chiedere a Pier Luigi Bersani come si vincono le elezioni!

8. Ieri pomeriggio, durante la trasmissione radiofonica "Un Giorno da Pecora" in onda su Radio2, il giornalista Marco Travaglio ha risposto ad un mio tweet ribadendo il concetto secondo cui egli non tifa per la  Nazionale poichè il tifo per gli azzurri viene spesso usato come "palliativo" per mascherare i problemi gravi che affliggono il nostro Paese (per ascoltare le parole del vice-direttore del "Fatto Quotidiano" basta cliccare qui). Premesso che in alcuni casi questo succede, sorge spontaneo un interrogativo: ma la colpa di tutto ciò è di Prandelli e dei suoi calciatori oppure è di coloro che mettono in atto quest'opera di mistificazione (dai politici ai dirigenti calcistici, passando anche per molti giornalisti e opinionisti)? So che non riceverò mai una risposta, però domandare è lecito...

domenica 23 giugno 2013

Italia-Brasile: qualche puntualizzazione a mente fredda


Ieri sera l'Italia è stata sconfitta per 4-2 dal Brasile nell'ultima gara del girone A della Confederations Cup. Dopo un avvio da incubo e il gol di Dante a pochi secondi dall'intervallo, gli azzurri hanno pareggiato grazie a Giaccherini, ma i padroni di casa hanno immediatamente ritrovato il vantaggio grazie ad una punizione di Neymar e al gol di Fred; veemente la reazione della squadra di Prandelli, che ha accorciato le distanze con Chiellini e colpito una clamorosa traversa con Maggio, ma a tempo scaduto il secondo gol di Fred ha frenato ogni velleità di pareggio. Adesso sotto con la semifinale dove, a meno di clamorosi (e quasi impossibili) ribaltoni, gli azzurri affronteranno la Spagna in un revival della finale europea di un anno fa.
A "bocce ferme" e in attesa della già citata semifinale, è bene fare alcune considerazioni su quanto accaduto ieri a Salvador De Bahia tra azzurri e verdeoro.

1. Complessivamente gli azzurri hanno dimostrato di essere inferiori ai brasiliani sul piano della tecnica, e questo si sapeva; sul piano del temperamento, tuttavia, gli azzurri hanno mostrato di potersela giocare, mettendo alle corde i "pentacampeones" di Scolari soprattutto nell'arco di tempo compreso tra il gol di Chiellini e il sigillo finale di Fred. E allora sorge spontanea una domanda: siamo sicuri che, con in campo Pirlo, De Rossi e un Barzagli in condizioni migliori di quelle palesate contro Messico e Giappone, il canovaccio della partita sarebbe stato lo stesso? E' vero che con i se e con i ma non si fa la storia, ma il dubbio onestamente c'è...

2. Non bastassero le assenze e la superiorità tecnica dei brasiliani, ieri ci si è messa anche la sfortuna sotto forma degli infortuni occorsi ad Abate e Montolivo nel corso del primo tempo, della traversa colpita da Maggio sul 2-3 e di alcune decisioni arbitrali quantomeno discutibili (un rigore negato all'Italia per un fallo su Balotelli e la punizione regalata in occasione del 2-1 brasiliano firmato da Neymar). Certo, non basta solo tutto questo a spiegare il risultato di ieri, ma va comunque tenuto in considerazione

3. Ieri mancavano Pirlo e De Rossi, ovvero il cervello e un significativo polmone di questa squadra, ma i sostituti ieri non sono stati all'altezza: in particolare Aquilani ha dimostrato di essere totalmente inadatto a tenere le redini del centrocampo azzurro. Volendo essere cattivo, ieri sera si è capito come mai la Juventus con Pirlo regista ha vinto due scudetti consecutivi e una Supercoppa Italiana, mentre quella con Aquilani regista è riuscita a rimanere per la prima volta dopo 20 anni fuori da tutte le competizioni europee...

4. I problemi non sono mancati soprattutto in difesa. Probabilmente Barzagli, Bonucci e Chiellini si sono talmente abituati a giocare a 3 da trovarsi a disagio nel giocare a 4; una spiegazione plausibile, ma che tuttavia non cancella il buco che ha permesso a Fred di siglare il 3-1 brasiliano o l'errore da matita blu commesso da un campione come Barzagli nella partita inaugurale contro il Messico. E poi ci sono i numeri ad essere impietosi: nelle ultime 4 partite l'Italia ha incassato 10 gol; non saranno tutte responsabilità individuali, ma è un dato che deve far riflettere...

5. I due punti precedenti possono essere in qualche modo collegati. Gli errori difensivi, infatti, nascono da distrazioni individuali, ma anche da una copertura non adeguata del centrocampo; del resto Barzagli, Bonucci e Chiellini nella Juventus sono coperti da Vidal e Pogba, nella Nazionale da De Rossi e Montolivo. E questa non è esattamente la stessa cosa...

6. Positive le prestazioni offerte da De Sciglio e Candreva. Il primo è riuscito a tener testa alla velocità di Dani Alves e alla potenza fisica di Hulk (e scusate se è poco!), confermando sempre più di avere i numeri del predestinato; il secondo ha offerto corsa e copertura, che nel centrocampo asfittico di ieri sera servivano come il pane. Complimenti ad entrambi!

7. Per la prima volta Prandelli ha deciso di puntare (seppur a partita in corso) su Stephan El-Shaarawy. Detto che ho per il "faraone" una stima infinita e che riterrei la sua eventuale cessione da parte del Milan uno dei più grandi suicidi di mercato della storia, probabilmente su uno così dal primo minuto si può iniziare a ragionare contro la Spagna. O no?

8. Sulla giocata con cui Mario Balotelli ha permesso a Giaccherini di siglare l'1-1 c'è da dire solo una cosa: chapeau!

A questo punto passiamo alle solite considerazioni relative all'extra-campo

9. Ieri Gigi Buffon non è parso impeccabile in occasione del gol del 4-2. La sua respinta corta che ha permesso a Fred di segnare ricorda molto la respinta errata che aveva permesso a Thomas Muller di siglare il 2-0 in favore del Bayern Monaco in Champions League lo scorso 2 aprile. Tutto vero, per carità, ma partire da queste considerazioni per riprendere discorsi relativi ad un Buffon da mandare in pensione rasenta veramente il ridicolo!

10. Poi c'è lui: Emanuele Giaccherini. Quello unanimemente ritenuto indegno di giocare in Nazionale, ma che nelle ultime 4 partite ha segnato 2 gol, provocato un autogol e servito l'assist decisivo per il gol del tanto osannato Mario Balotelli contro il Messico; questo tanto per chiarire le idee a coloro che tutto sanno e che tutto capiscono, i quali si ostinano a storcere il naso e a farsi risatine idiote ogni volta che Giaccherini gioca con la maglia della Nazionale

11. Passino le critiche nel merito come quelle fatte nei primi punti, ma leggere certe critiche scriteriate dopo la partita di ieri fa capire che spesso il problema della Nazionale non sono le scelte sbagliate del Commissario Tecnico di turno o gli errori di questo o quel giocatore, bensì le tesi vagamente lunari di una certa parte della tifoseria, che appare nata per criticare a prescindere. Perdoniamoli perchè non sanno quello che dicono!

giovedì 20 giugno 2013

Italia-Giappone e...quelli che capiscono sempre tutto


Parliamoci chiaro: commentare la partita di ieri sera tra Italia e Giappone nello stesso modo in cui si commenterebbe una qualunque "partita normale" di calcio sarebbe un'evidente forzatura, dato l'andamento pirotecnico (a dir poco!) della sfida tra la squadra di Cesare Prandelli e quella di Alberto Zaccheroni. In ragione di questa "mancanza di normalità", le considerazioni sulla partita saranno diverse dal solito: si tratterà di una serie di dediche a quella nutrita truppa di persone che sempre tutto capiscono e sempre tutto sanno, e che ieri si sono divertite a fare esternazioni (prima, durante e dopo la partita) che delle persone normali si vergognerebbero anche solo di pensare. Buon divertimento!

1. Errori a...maglie alterne! Gli evidenti errori della difesa azzurra in occasione dei tre gol nipponici hanno subito fatto scattare (da parte degli intenditori ecumenici del pallone nostrano) il processo alla Juventus, in quanto i due centrali di difesa schierati titolari da Prandelli sono i bianconerissimi Barzagli e Chiellini; addirittura, a fine partita, un mio amico tifoso del Parma (non esattamente il Bayern Monaco, ma non è questo il punto) sosteneva che la Juventus dovesse intervenire sul mercato per puntellare la sua difesa dopo gli errori di ieri. Posto che i numeri (che, come mi è capitato di dire nella mia prima apparizione televisiva, non mentono mai!) stanno lì a dimostrare come quella difesa lì è da due anni la migliore d'Italia e una delle migliori d'Europa, è bene ricordare che il secondo gol del Giappone è nato da una copertura sbagliata di Chiellini, ma che il primo rigore è stato causato da uno scellerato disimpegno del milanistissimo De Sciglio e che il calciatore che ha perso Okazaki in occasione del gol del 3-3 è stato l'altro rossonero Montolivo. Quindi due errori di due milanisti e un errore di uno juventino: non sarà forse che fare gli anti-juventini è trendy, mentre fare gli anti-milanisti stona? Chissà, tutto può essere...
P.S.: L'amico tifoso del Parma che ha parlato di una difesa juventina da aggiustare è lo stesso che a febbraio dell'anno scorso mi disse la seguente frase: "Mica penserai che la Juventus durerà tanto in testa alla classifica?". Che profeta che sei, amico mio!

2. Il "Giaccherini indegno". Già dagli Europei si sente dire che è un'indecenza che uno come Giaccherini venga convocato in Nazionale, ma questo moto di indignazione è aumentato esponenzialmente da quando Prandelli ha iniziato a far giocare Giaccherini titolare in maglia azzurra. Dopodichè il calciatore juventino contro Haiti è andato a segno dopo appena 19 secondi, contro il Messico ha servito a Balotelli l'assist per il gol decisivo e ieri sera è stato il migliore in campo e ha propiziato l'autorete giapponese che ha regalato il 2-2 all'Italia. Sempre convinti che questo ragazzo sia indegno di vestire la maglia della Nazionale? Ovviamente, mi risponderanno coloro che tutto sanno e che tutto capiscono; in conclusione, sempre sul tema Giaccherini, invito tutti a cliccare qui per leggere cosa diceva l'altro ieri Massimo Zampini a tal proposito...

3. Il maledetto Giovinco. Premessa fondamentale: quando dopo meno di mezz'ora Prandelli ha tolto dal campo un deludentissimo Aquilani per gettare nella mischia Giovinco, io sono stato tra coloro che hanno storto il naso; volendo passare ad un 4-3-3 classico, magari El-Shaarawy o Cerci (che, rispetto alla "formica atomica", sicuramente offrono di più sul piano della prestanza fisica) sarebbero stati degli innesti più sensati. Dopodichè mi ha fatto molto piacere vedere che gli stessi che hanno imprecato (non storto il naso, sia chiaro, ma letteralmente imprecato!) all'ingresso di Giovinco sono stati gli stessi che hanno esultato in maniera smodata o, peggio, ne hanno cantato le lodi sperticate quando l'attaccante della Juventus ha segnato il gol decisivo; probabilmente un po' di moderazione in più non guasterebbe ma, si sa, parlare a gran parte dei tifosi italiani di moderazione è come parlare alla Binetti della filmografia di Tinto Brass...

4. "Ma tanto dove pensiamo di andare?". Oltre ai tifosi che hanno avuto i repentini cambi d'umore citati al punto precedente, ieri al fischio finale si sono fatti anche sentire i sostenitori della seguente tesi: "Ma tanto, anche se siamo matematicamente qualificati, dove pensiamo di andare? Sabato il Brasile ce ne fa cinque, dopodichè in semifinale la Spagna ce ne fa altri dieci!". Io non ho la sfera di cristallo e non so come andranno le prossime partite (non sono un "veggente", anche se qualche persona molto intelligente ha teorizzato il contrario in passato) e i funerali sono sempre abituato a celebrarli dopo e non prima. Consiglio a lorsignori: visto che la pensate così, da oggi in poi evitate di guardare le partite della Nazionale e, soprattutto, di ammorbarci con i vostri sproloqui; fareste un grande favore al resto dell'umanità, credetemi...

Mi fermo a questi quattro punti, ma sono sicuro che nell'arco delle prossime partite (che saranno almeno due, ovvero quella di sabato contro il Brasile e la semifinale) quest'elenco potrà arricchirsi di altre perle di saggezza di coloro che tutto sanno e tutto capiscono...

lunedì 17 giugno 2013

Messico-Italia: le impressioni del giorno dopo


Ieri sera la Nazionale ha debuttato nella Confederations Cup nel migliore dei modi: vittoria convincente contro il Messico per 2-1, secondo posto nel girone alle spalle del Brasile padrone di casa (azzurri e verdeoro sono appaiati a 3 punti, ma questi ultimi sono primi per differenza reti) e un liberatorio calcio alle perplessità suscitate dallo 0-0 di Praga contro la Repubblica Ceca e, soprattutto, dal 2-2 contro Haiti nell'ultima amichevole disputata.
Come per le partite della Juventus, è bene fare alcune considerazioni a mente fredda sulla partita dello stadio Maracanà.

1. In una prestazione complessivamente positiva, meritano un applauso speciale i primi 30 minuti in cui la squadra di Prandelli ha messo alle corde un Messico, capace di ristabilire la parità grazie ad un errore da matita blu di Barzagli; su quest'ultimo aspetto, tuttavia, si tornerà più avanti...

2. Chiaroscuro sulle fasce: se a sinistra De Sciglio ha dimostrato di avere i numeri giusti per poter sfondare e ha confermato quanto di buono fatto vedere quest'anno nel Milan, dall'altra parte la prestazione di Abate è stata decisamente da dimenticare; l'emblema della pessima serata del numero 20 azzurro è il duello fisico perso contro Giovani Dos Santos (che fisicamente non è certo un armadio) in occasione della traversa colpita da Guardado

3. La fortuna dell'Italia, nonchè il peccato mortale commesso dal C.T. messicano De La Torre, è stata nel fatto che la solita marcatura stretta a Pirlo non c'è stata: e il regista bresciano, quando è libero di giocar palla in mezzo al campo, è devastante; la splendida punizione che è valsa l'1-0 è stata il giusto coronamento di un'ottima prestazione.

4. Al fianco del maestro Pirlo hanno ben figurato anche gli "allievi" De Rossi e Montolivo, incaricati di correre per permettere al numero 21 azzurro di sciorinare calcio. Il romanista ha dimostrato di essersi definitivamente lasciato alle spalle la pessima stagione disputata nella Roma (probabilmente la peggiore da quando gioca in A), mentre il milanista ha confermato di trovarsi a suo agio più nel ruolo di interno che in quello di regista o di trequartista

5. Bocciato, purtroppo, Claudio Marchisio. Il centrocampista bianconero non è riuscito a rendere al meglio nè da trequartista nè da mediano: una prestazione scialba, figlia della cattiva condizione fisica che lo ha accompagnato nel finale di stagione nella Juventus e, soprattutto, delle recenti voci sul suo futuro. E con la già citata buona prestazione di Montolivo in quello che, teoricamente, è il ruolo del numero 8 della Juventus, la paura di finire in panchina potrebbe non essere del tutto infondata...

6. Un'altra buona notizia arriva da Emanuele Giaccherini, che ha costantemente messo in apprensione la non irresistibile retroguardia messicana e che ha offerto corsa e polmoni per tutto il tempo in cui è stato in campo; come suggello di una prestazione positiva c'è stato anche l'assist per il gol decisivo di Balotelli; e pensare che qualcuno ancora storce il naso quando vede Giak in maglia azzurra...

7. Finalmente Mario Balotelli è riuscito a fare ciò che dovrebbe fare sempre: essere decisivo. Nel primo tempo sgomita con i difensori messicani e fallisce un paio di occasioni, ma nella ripresa capitalizza al meglio l'assist servitogli da Giaccherini e regala a questa Italia i primi tre punti di questa Confederations Cup. Peccato per l'ammonizione (evitabilissima) rimediata in occasione dell'esultanza per il gol: un cartellino giallo contro il Giappone farà scattare automaticamente la squalifica per l'ultima difficilissima gara contro i padroni di casa del Brasile. Ah, Mario Mario...

8. Arbitraggio complessivamente insufficiente quello del signor Osses, che nel primo tempo non vede un rigore netto su Pirlo, non espelle Barzagli per il fallo che porta al pareggio messicano e non concede una nettissima punizione dal limite nel secondo tempo per fallo su Balotelli. E' vero che in passato abbiamo assistito ad arbitraggi ben peggiori (si pensi soltanto a Italia-Croazia 1-2 del Mondiale 2002 o al famigerato arbitro Moreno...), però in certi frangenti internazionali è lecito aspettarsi direzioni di gara decisamente migliori di questa.

A questo punto passiamo agli aspetti relativi all'extra-campo, sperando di non essere troppo cattivo in certi giudizi

9. Per la prima volta dopo anni ho visto commettere un errore ad Andrea Barzagli. Ben inteso, l'errore commesso dal centrale bianconero in occasione del rigore dell'1-1 è stato grossolano e probabilmente è figlio di una condizione fisica non esaltante (stiamo pur sempre parlando di un calciatore che, per quanto fortissimo, da due anni non salta praticamente mezza partita nè con la Juventus nè con la Nazionale); sentire i commenti di qualche imbecille, secondo cui ormai Barzagli è vecchio e non più spendibile in Nazionale, è però qualcosa che rasenta il ridicolo. E, tanto per aggiungere ridicolo a ridicolo, è curioso come tra coloro che hanno puntato l'indice contro Barzagli ci siano i tifosi di quella squadra del Nord Italia che non ha nemmeno un calciatore nei 23 che Prandelli ha convocato per la trasferta brasiliana...

10. Dopo Repubblica Ceca-Italia 0-0, ma ancora di più dopo il 2-2 contro Haiti, in tanti avevano espresso dubbi non tanto sul gioco espresso dalla Nazionale (e fin lì niente da dire, visto che nelle due partite citate il gioco mostrato dalla Nazionale era ben al di sotto della sufficienza), quando sul valore complessivo della Nazionale stessa: in altre parole, questa Confederations Cup sarebbe stata un disastro, questa Nazionale sarebbe stata da rifare e via con tutte e altre follie che da sempre accompagnano queste manifestazioni internazionali. Scommettiamo che dopo il 2-1 di ieri sera contro il Messico tutti questi "intenditori di calcio" sono diventati i più accesi tifosi della squadra di Prandelli? Ah, la coerenza...

11. Da nostalgico di certi telecronisti e del loro modo di farti vivere la partita, io ricordo (per esperienza diretta o grazie a filmati d'annata) che un tempo le partite della Nazionale sulla RAI erano commentate da Niccolò Carosio, poi da Nando Martellini e da Bruno Pizzul, senza dimenticare Sandro Ciotti ed Enrico Ameri alla radio. Ascoltare ieri la performance (non la chiamo telecronaca per ragioni di minima decenza!) di Bizzotto e Dossena mi ha fatto quasi sembrare perle televisive le partite del Milan commentate da Carlo Pellegatti. Ed è tutto dire...

12. "Io non tifo Italia perchè non tifo FIGC!": questo è il mantra che sento pronunciare da settimane ad opera di alcuni tifosi juventini. Detto che per l'establishment che attualmente governa il calcio italiano ho la stessa simpatia che ho per D'Alema (oddio, forse con questo paragone sono stato eccessivo nelle cattiverie verso Abete e soci...), per me la squadra rimane una cosa e i suoi dirigenti un'altra; del resto, è vero o non è vero che noi juventini abbiamo tifato per la squadra bianconera quando a dirigerla erano i Cobolli, i Gigli, i Secco e i Blanc? Meditate, gente. Meditate!

venerdì 7 giugno 2013

I novelli Fonzie dei giorni nostri


Ve lo ricordate il telefilm "Happy Days" e il mitico personaggio di Fonzie? Era un personaggio che sapeva fare tantissime cose, tranne una: dire la fatidica frase "Ho sbagliato!"; ogni volta che doveva pronunciarla non ci riusciva e biascicava uno stentato "Ho sb...!". Bene, questa stessa sindrome pare aver colpito ieri alcuni giornali italiani e alcune loro firme.

A gennaio "La Repubblica" e "Il Fatto Quotidiano", nelle firme di Marco Mensurati e Giuliano Foschini nel primo caso e di Luca Pisapia nel secondo, avevano paventato l'ipotesi di un nuovo deferimento per Antonio Conte (che era da poco tornato in panchina dopo la squalifica inflittagli l'estate scorsa): l'allenatore, infatti, avrebbe potuto essere nuovamente deferito per omessa denuncia in merito al secondo filone barese del calcioscommesse, visto che la Procura di Bari stava indagando su due partite combinate ai tempi in cui il tecnico leccese era allenatore dei biancorossi (Bari-Treviso 0-1 del maggio 2008 e Salernitana-Bari 3-2 del maggio 2009); sebbene Conte non fosse mai stato indagato dai magistrati ordinari, il fatto di essere stato ascoltato dagli stessi magistrati come persona informata rappresentava, secondo i giornalisti di cui sopra, un buon motivo per temere un nuovo deferimento per omessa denuncia sul piano della giustizia sportiva.

Bene, ieri mattina sono stati resi noti i deferimenti per questo filone d'inchiesta sul calcioscommesse e il nome di Antonio Conte, come peraltro si diceva da diverse settimane, non c'è: il Procuratore Federale Palazzi ha infatti deciso di archiviare la posizione del tecnico della Juventus (unitamente a quella del difensore dell'Inter Andrea Ranocchia, per il quale il rischio di un deferimento per omessa denuncia sembrava elevato). Correttezza avrebbe imposto che Mensurati, Foschini, Pisapia e tutti coloro che avevano ipotizzato una possibile nuova squalifica per Conte avessero fatto retromarcia ammettendo l'inesattezza scritta a suo tempo; peccato però che la correttezza vada ad infrangersi contro la "sindrome da Fonzie" che impedisce a costoro di dire "Ho sbagliato!" e di fare retromarcia rispetto agli articoli che sono sotto riportati.


E, da ultimo, evito di entrare nel merito delle "inversioni ad U" fatte da "La Repubblica" durante l'indagine sportiva della scorsa estate (le ipotesi, poi cancellate, di una Juve esclusa dalla Champions League, nonostante i fatti addebitati a Conte riguardassero il periodo in cui il tecnico allenava il Siena, e delle sicure dimissioni del tecnico dopo la Supercoppa) per ragioni di minima decenza...

lunedì 3 giugno 2013

Acque agitate a Trigoria


Con la conferma di Massimiliano Allegri dopo la cena di ieri sera ad Arcore con Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, anche in casa Milan si sa già chi sarà il tecnico nella prossima stagione; la conferma del tecnico livornese, tuttavia, è la causa del gigantesco punto interrogativo che riguarda la Roma, unica delle squadre di rango del nostro campionato ad essere ancora con la panchina vacante. Una situazione ingarbugliata quella del club giallorosso, che si ritrova all'inizio di giugno con una miriade di questioni irrisolte.

1. Le sempre più probabili dimissioni di Franco Baldini. L'uomo che nel 2005 confessò all'allora vice-presidente federale Innocenzo Mazzini di voler fare il "ribaltone" era tornato in giallorosso nel 2011 dopo quattro anni passati ad intascare lauti stipendi elargitigli dal Real Madrid prima e dalla Federazione inglese poi, con i risultati che conosciamo tutti: due stagioni conclusesi rispettivamente con un settimo ed un sesto posto (e con le annesse esclusioni da tutte le competizioni europee) e tre allenatori cambiati (Luis Enrique, il "cavallo di ritorno" Zeman e Andreazzoli, di cui si parlerà più avanti). Disastri che forse faranno venire nostalgia di Moggi a qualche tifoso romanista, visto che quando Moggi "rubbava" la Roma riusciva a centrare sempre almeno la qualificazione in Coppa UEFA (per non parlare dello scudetto del 2001)...

2. Osvaldo vs. Andreazzoli. La lite a mezzo stampa e a mezzo Twitter tra il quasi ex centravanti giallorosso (le ultime voci di mercato lo vorrebbero vicino al passaggio all'Atletico Madrid orfano di Falcao) e il sicuro ex allenatore giallorosso al termine della finale di Coppa Italia persa dalla Roma contro la Lazio non ha certo contribuito a rasserenare un ambiente ormai privo di qualunque tipo di elemento in grado di prendere decisioni forti.

3. Il possibile addio di Daniele De Rossi. Lo scorso anno a Trigoria si erano fatte carte false per trattenere "capitan futuro" in giallorosso e farlo resistere ai petrol-milioni degli sceicchi del Manchester City; oggi, invece, l'addio di De Rossi appare meno utopistico e rischia di essere decisamente più dannoso, dato che quest'anno il calciatore avrebbe un prezzo decisamente ridimensionato a causa della stagione insufficiente disputata (che si ricordi, questa è stata la peggior stagione di De Rossi in Serie A in termini di rendimento). Una cessione dolorosa ed economicamente svantaggiosa: manca solo un meteorite e siamo a cavallo!

4. L'incertezza totale sulla guida tecnica. Incassati i rifiuti di Mazzarri prima e di Allegri poi, ad oggi ancora non si sa chi sarà il tecnico che guiderà la Roma nella prossima stagione. Piccolo inciso riguardante Mazzarri e Allegri: in quest'ultimo mese l'hanno tirata davvero troppo per le lunghe; fino a quando si trattasse di Guardiola e Mourinho si potrebbe anche capire, ma stiamo comunque parlando di due allenatori che come palmarès mettono insieme uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e un discreto numero di salvezze e promozioni. Detto questo, le ipotesi che restano in piedi sembrano essere quelle relative a Laurent Blanc (il quale, tuttavia, è in attesa di una chiamata del Paris Saint-Germain), Marcelo Bielsa (la cui situazione contrattuale con l'Athletic Bilbao rischia di rivelarsi troppo difficile da sbrogliare) e persino Stefano Colantuono dell'Atalanta (e qui sarebbe un peccato per l'Atalanta, visto l'ottimo lavoro svolto da Colantuono in questi tre anni a Bergamo). Qui, tuttavia, mi sento di esprimere un parere del tutto personale: e se alla fine, nell'incertezza totale, spuntasse il nome di Andrea Stramaccioni? Considerato che Strama è romano, ha già lavorato in giallorosso (seppure a livello di settore giovanile) e che il suo passaggio in giallorosso permetterebbe a Moratti di togliere un allenatore dal proprio libro paga, chissà che questo parere non si tramuti in futuro in qualcosa di più concreto. Ah, e stendiamo un velo pietoso sul fatto che due anni fa si liquidò senza troppi complimenti un signore di nome Vincenzo Montella, uno che a Catania l'anno scorso e a Firenze quest'anno qualcosina di buono ha combinato...

5. Un mercato complessivamente incerto. La mancanza di un allenatore impedisce, al momento, alla Roma di impostare una campagna acquisti ben definita. Ciò detto, proprio il mercato è l'unico settore che al momento regala qualche buona notizia al popolo giallorosso: è ormai fatta per l'acquisto del forte difensore dell'Udinese Benatia (a proposito, complimenti al Napoli: ci vuole un ingegno fuori dal comune per farsi soffiare, da una squadra che ancora non ha trovato un allenatore, un calciatore che un mese fa era già preso!), mentre dovrebbe essere formalizzata a breve la cessione del portiere Stekelenburg al Fulham. Di Osvaldo si è già detto in precedenza, quindi passiamo oltre.

6. Una tifoseria disorientata. La tifoseria romanista, da sempre abituata a ragionare più con la pancia che con la testa (ben inteso, non si tratta di una critica o di un'offesa!), sembra capirci poco o niente di quanto sta accadendo. Prova ne è la "schizofrenia" palesata quando si è trattato di parlare dei vari allenatori, passati e presunti futuri: Zeman era stato acclamato come un Messia a luglio dell'anno scorso, poi ne era stata chiesta la cacciata a pedate a febbraio; Andreazzoli era diventato un Santo laico dopo la vittoria contro la Juventus, salvo poi essere ritenuto una pippa vivente nei mesi successivi (la sua famosa frase "Un giorno sei un fenomeno, il giorno dopo un cog***ne!" pronunciata al termine di Roma-Chievo riassume perfettamente quando detto); quando Mazzarri sembrava in procinto di passare alla Roma era il top degli allenatori italiani, ma quando poi è passato all'Inter le radio romane hanno iniziato a dire che "in effetti ha vinto poco"; stesso discorso per Allegri, che da ieri sera è "un allenatore non da Roma". Caos totale!

7. Il "silenzio assordante" della proprietà. Questo è certamente il punto che racchiude i precedenti sei. In tutto questo caos ciò che è mancato è stata una presa di posizione precisa da parte della proprietà: una proprietà che fa sentire (timidamente!) la propria voce unicamente quando c'è da rassicurare la piazza a proposito del futuro di Francesco Totti; roba inutile, visto che immaginare Totti (e soprattutto il Totti di oggi!) lontano dalla Roma è un po' come immaginare Nichi Vendola che partecipa ad un raduno di CasaPound! E su questo punto comprendo bene il disagio di molti tifosi romanisti: noi juventini, d'altra parte, per quattro anni abbiamo visto la squadra andare a picco e vivere nel caos più totale nella perenne assenza di Gianfilippo Elkann, di Cobolli, di Gigli, di Secco e di Blanc; in questo caso (spero che nessuno se ne abbia a male) me la sento di "solidarizzare con il nemico"!

Una situazione ingarbugliata, la cui soluzione è difficile da intravedere al momento. Peccato, perchè in fondo la rosa della Roma non è certo povera di talenti: si pensi ai vari Marquinhos, Castan, Pjanic, Tachtsidis, Florenzi, Lamela e a quel Mattia Destro che solo 12 mesi fa era uno dei "pezzi pregiati" del calciomercato...

sabato 1 giugno 2013

Garantismo a targhe alterne


"Noi crediamo a Balotelli. Se bastano le parole di un pentito per essere sbattuti in prima pagina, allora dico: "Povera Italia""

Così ha parlato Giancarlo Abete ieri sera al termine della partita che la Nazionale italiana ha vinto per 4-0 contro San Marino: oggetto della frase erano le parole di un pentito di camorra, secondo cui l'attaccante del Milan avrebbe spacciato droga a Scampia con il benestare dei boss locali. Un atteggiamento garantista che io condivido in toto, se non fosse per un piccolo dettaglio: un anno fa la situazione era decisamente diversa.

Un anno fa, infatti, l'Italia si apprestava a disputare i Campionati Europei in Polonia e Ucraina nel bel mezzo di una bufera: Gianluigi Buffon era finito nel tritacarne delle polemiche e delle inchieste per una vicenda di scommesse rivelatasi una bolla di sapone; Domenico Criscito aveva ricevuto un avviso di garanzia ed era stato immediatamente (ed inopinatamente!) escluso dalla rosa dei 23 azzurri che dovevano partire per la "kermesse" continentale; Leonardo Bonucci era stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Bari per le dichiarazioni del suo ex compagno Andrea Masiello in merito ad un Udinese-Bari del marzo 2010, ma la mancata notifica dell'avviso di garanzia aveva salvato il centrale della Juventus dallo stesso destino toccato a Criscito. Nelle stesse ore l'allenatore della Juventus Antonio Conte, a seguito delle ormai (tristemente) famose del pentito Filippo Carobbio, subiva una perquisizione nella propria abitazione e veniva iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Cremona. Come commentava Abete questi fatti? Ecco la rassegna delle "giancarlate".

1) Criscito: "Purtroppo Criscito ha avuto una informazione di garanzia con una perquisizione a Coverciano. C'é per lui e per tutti ovviamente la presunzione di innocenza. Siamo convinti che uscirà fuori da questa vicenda, ma questa situazione aveva determinato momenti difficili per lui e per il gruppo. Il mister d'intesa con la Federazione ha deciso di non utilizzarlo. C'é fiducia nel ragazzo. Criscito si é sentito scaricato? Nel ragazzo c'é delusione, amarezza, perché questo e' successo il giorno prima della lista dei 23. La sua amarezza é comprensibile e giustificabile"

2) Bonucci: "Non risulta che ci siano situazioni ostative per Bonucci. Non ci sono motivi contrari alla presenza di Bonucci in Ucraina e Polonia"; bastava ribadire il fatto che Bonucci non aveva ricevuto alcun avviso di garanzia...

3) Buffon: "Non ci credo, nel senso che sarebbe molto triste se fosse così. Abbiamo il dovere di pensare in modo da non generare altri sospetti, in un momento per il paese e per il sistema calcio che gia' e' in difficoltà. E' un periodo difficile, triste, per alcuni versi e per alcuni episodi può essere nauseante. Ma il mondo calcio ha 15 mila professionisti e un milione 400 mila tesserati, come avviene in tutti i campi non bisogna generalizzare"; prime tre parole ok, la rimanente supercazzola ce la si poteva risparmiare...

E su Conte? Appena uscita la notizia delle indagini a carico del tecnico bianconero, Abete pronunciò la frase: "La giustizia (sportiva, ndr) faccia bene e in fretta"; trattandosi di giustizia sportiva, auspicare che "faccia bene e in fretta" è un po' come sperare che una martellata su un piede sia dolorosa e benefica al tempo stesso. Il dato fondamentale, tuttavia, è che quando Conte fu indagato al numero uno della FIGC non passò minimamente per la testa di rilasciare una dichiarazione ferma e netta come quella (giustamente) rilasciata ieri sera a proposito di Balotelli; nel frattempo Conte era già stato sbattuto in prima pagina (con tanto di bufale che parlarono addirittura di una Juventus estromessa per questo dalla Champions League e addirittura di un possibile esonero), additato da metà del tifo italiano come un mascalzone di primissimo pelo e dovette passare un mese e mezzo prima che l'allenatore bianconero potesse presentarsi in Procura Federale a spiegare la propria posizione (spiegazione inutile, vista la squalifica finale).

Caro Abete, il garantismo va bene ed è un valore da difendere a spada tratta se in esso si crede. E' il garantismo "a targhe alterne" che va meno bene...