giovedì 26 giugno 2014

"Gaudeamus igitur!" (ma con moderazione...)


Diciamo la verità: se vi dicessi che la notizia delle dimissioni di Giancarlo Abete da presidente della Federcalcio mi ha lasciato indifferente, probabilmente pensereste che vi stia prendendo per il fondo dei calzoni! Effettivamente devo ammettere che, dopo l'iniziale sorpresa (ero infatti convinto che la sola conseguenza della conferenza stampa di Abete sarebbe stata il consueto profluvio di supercazzole prematurate con scappellamento a destra!), un sorriso ha solcato il mio volto reso triste dall'eliminazione degli azzurri ai Mondiali: riprendendo un adagio che in questi due giorni è andato parecchio di moda sui social network, potrei dire che se la sconfitta contro l'Uruguay e la conseguente eliminazione dal Mondiale brasiliano hanno portato alle dimissioni della versione pallonara del leggendario Conte Lello Mascetti allora è proprio vero che a volte non tutti i mali vengono per nuocere!

Si chiude dunque una parentesi iniziata nel 2007, quando Abete divenne presidente federale dopo il doppio commissariamento targato Rossi-Pancalli e dopo essere stato fino al 2006 il vice del "poltronissimo" Franco Carraro (oggi senatore nelle file di Forza Italia nel nome di un rinnovamento radicale, ma questa è un'altra storia...), e proseguita con la sua rielezione nel gennaio del 2013. Come sempre accade in questi casi, andiamo brevemente a sciorinare i prestigiosissimi risultati ottenuti in questi sette anni dall'ex parlamentare DC (molti non lo sanno, ma Abete è stato deputato nelle file della "Balena bianca" dal 1979 al 1992) nonchè fratello dell'ex presidente di Confindustria e attuale numero uno della BNL Luigi Abete:

1) Atteggiamento a dir poco pilatesco nei confronti dell’affare Calciopoli - Mesi fa ero a Milano per assistere alla presentazione del libro "#sulcampo" scritto da Massimo Zampini e, alla presenza di ospiti del calibro di Christian Rocca e Roberto Beccantini, presi la parola e sottoposi ai presenti la considerazione secondo cui non è scandaloso il fatto che una Federazione prenda una posizione a favore o contro una determinata causa, bensì è vergognoso che faccia di tutto per non prenderla e per procrastinare il più possibile le questioni. Bene, da quando nel 2010 sono emerse le intercettazioni che erano state "dimenticate" (e mettetecene a iosa di virgolette!) nel 2006, Abete e la Federcalcio non hanno mai preso una posizione a favore o contro, come del resto si conviene all'istituzione che governa il calcio e al suo massimo esponente, e se ne sono sempre lavati pilatescamente le mani con continue dichiarazioni di incompetenza; dichiarazioni che evidentemente rappresentano anche un inconsapevole ed eloquentissimo outing...

2) Mancata assegnazione degli Europei del 2012 e del 2016 - I nostri stadi sono notoriamente i più belli, nuovi e sicuri del mondo (eccezion fatta per lo Juventus Stadium, che a detta di qualcuno potrebbe ancora rischiare di crollare...), ma evidentemente fuori dai confini nostrani questa realtà non la capiscono, al punto che negli anni scorsi l'Italia è riuscita a non vedersi assegnati gli Europei di due anni fa (disputati in Ucraina e Polonia) e quelli del 2016 (che si disputeranno in Francia); è altresì vero che su quelle due votazioni si è letto di tutto in passato, però negare per questo che una doppia mancata assegnazione sia il sintomo di un problema serio legato agli stadi è una foglia di fico per spazzar via la quale è sufficiente un minimo sbuffo di vento...

3) Disastri mondiali nel 2010 e nel 2014 - Passando a discorsi più prettamente sportivi, arriviamo a parlare di una Nazionale italiana che dopo cinquant'anni è riuscita ad essere eliminata per due volte consecutive al primo turno (il precedente è quello delle eliminazioni del 1962 in Cile e del 1966 in Inghilterra, a loro volta precedute anche dalla mancata qualificazione al Mondiale svedese del 1958): nel 2010 in Sudafrica l'Italia di Lippi viene eliminata da uno dei gironi più facili della storia dei Campionati del Mondo da Slovacchia, Paraguay e Nuova Zelanda, mentre nel 2014 in Brasile si è consumata la catastrofe che abbiamo visto tutti un paio di giorni fa...

4) Perdita costante di posizioni dell’Italia nel ranking FIFA e dei club italiani nel ranking UEFA dal 2006 in poi, nonchè passaggio da 4 a 3 squadre in Champions League (e il conto rischia purtroppo di diminuire ancora nei prossimi anni…) - Ah, come sembra lontano anni luce il 1990, quando il Milan trionfò in Champions League contro la Steaua Bucarest, la Sampdoria vinse la Coppa delle Coppe contro l'Anderlecht e la Juventus trionfò in Coppa UEFA ai danni della Fiorentina. Le Champions League vinte dal Milan nel 2007 e dall'Inter nel 2010, alla luce dei risultati vergognosi che dal 2006 ad oggi le nostre compagini ottengono fuori dai confini nostrani, rappresentano una consolazione talmente magra da apparire quasi nulla per l'intero movimento...

6) Legge sugli stadi che riposa in pace in qualche sperduto cassetto del Parlamento italiano e che ormai è diventata una barzelletta, alla stregua del Ponte sullo Stretto di Messina e dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria - Piccola attenuante che mi sento di riconoscere ad Abete: la decisione finale su questo argomento spetta (o meglio, DOVREBBE SPETTARE!) alla politica, che però in questi anni ha dimostrato chiaramente di avere tutt'altro a cui pensare; resta però il fatto che questo silenzio della politica è andato di pari passo con il silenzio misto alle solite supercazzole della Federazione e del suo capo, al punto che quando l'anno scorso il neo-presidente del CONI Giovanni Malagò ha rilanciato in maniera deciso il tema della legge sugli stadi in via Allegri a Roma sono sobbalzati tutti dalla sedia come se fosse appena stato divulgato un messaggio di Al-Quaeda. Chiudo questo punto con una nota di cronaca, che forse conoscono in pochi: due anni fa l’Italia è stata superata in termini di sicurezza degli impianti dalla Turchia...

7) Riforma della giustizia sportiva - Fino a tre anni fa quello del malfunzionamento della giustizia sportiva sembrava essere un pensiero eversivo di quei noti estremisti dei tifosi juventini, ma i processi sportivi legati alla vicenda del calcioscommesse (e le polemiche da essi generate) che hanno riempito le cronache delle scorse tre estati hanno aperto gli occhi un po' a tutti sulla necessità di riformare una giustizia sportiva malfunzionante, frettolosa e troppo inadeguata per fronteggiare problemi ad ampio raggio come quello delle partite truccate. Dal 2007 ad oggi le uniche mosse effettuate sono state una riforma del Codice di Giustizia Sportiva che definire blanda è un pallidissimo eufemismo (le uniche novità rispetto al passato sono rappresentate dal divieto tassativo di colloqui di qualunque natura con i designatori arbitrali, dagli esorbitanti sconti di pena per i cosiddetti "pentiti" e dall'accorpamento dell'Ufficio Indagini e della Procura Federale) e la conferma dell’incarico del Procuratore Federale Stefano Palazzi.

Questo, dunque, il pantheon dei successi ottenuti dalla Federcalcio targata Abete (e stiamo messi male se i "risultati di successo ottenuti dalla Federazione", di cui lo stesso presidente ha parlato nella sua conferenza stampa di commiato, sono questi...). Attenzione però a non commettere l’errore di pensare che il passo indietro di Abete risolva tutti i problemi perchè, conoscendo l'attitudine tutta italiana al "gattopardismo" galoppante, il rischio concreto che queste dimissioni comportano è quello che di ritrovarsi a capo della Federazione una copia più presentabile del presidente dimissionario: magari un soggetto mediaticamente più presentabile e meno avvezzo alle supercazzole, ma che poi alla prova dei fatti rischia di rivelarsi nè più e nè meno che il prosieguo delle sciagurate gestioni precedenti; perché davvero nel calcio italiano qualcosa cambi, è necessario che arrivi una figura decisa a recidere in maniera netta e irreversibile i legami con un sistema politico pallonaro che in questi anni ha prodotto più disastri delle atomiche sganciate dagli americani sul Giappone nel 1945. Purtroppo il timore, stando anche alle voci che trapelano da un paio di giorni a questa parte, è che i "nomi nuovi" che potrebbero essere scelti per guidare la Federazione di qui ad un paio di mesi possano essere quelli di Demetrio Albertini e di Carlo Tavecchio, che di Abete sono stati i vice allo stesso modo in cui lo stesso Abete è stato il numero due di Luciano Nizzola dal 1996 al 2000 e di Franco Carraro dal 2001 al 2006: un'eventuale staffetta di questo genere, anzichè un cambiamento vero e proprio (io, in un mio personalissimo "endorsement", ho fatto il nome di una persona seria e competente come il presidente della Lega Calcio di Serie B Andrea Abodi, che già era stato lo sfidante di Maurizio Beretta per la presidenza della Lega di A), altro non sarebbe se non la quintessenza del "gattopardismo" galoppante di cui sopra.

Per tutte queste ragioni, "gaudeamus igitur" per le dimissioni di Abete. Ma con moderazione e, soprattutto, senza abbassare la guardia e senza credere che questa decisione sia la panacea di tutti i mali che affliggono il calcio nostrano...

mercoledì 25 giugno 2014

Italia-Uruguay 0-1 (Mondiali, primo turno): qualche considerazione...


E alla fine la tragedia si è consumata: l’Italia ha perso anche la terza partita contro l’Uruguay e ha dovuto salutare il Mondiale brasiliano al primo turno, sorpassata in classifica proprio dalla squadra di Tabarez che accompagna la sorprendente Costa Rica agli ottavi di finale. 
Una partita disastrosa, sulla quale è il caso di snocciolare le tante tematiche legate…

PAGELLE SPICCIOLE – Prima di procedere con l’analisi più dettagliata, ecco i miei voti ai calciatori azzurri scesi in campo questo pomeriggio: Buffon 7; Barzagli 6, Bonucci 5,5, Chiellini 6; Darmian 5,5, Verratti 6,5, Pirlo 6, Marchisio 6, De Sciglio 6; Balotelli 4, Immobile 5; Parolo 6, Cassano 5, Thiago Motta 5 

IL SUICIDIO PERFETTO – Dopo i risultati della prima giornata (vittoria contro l’Inghilterra e contemporanea sconfitta dell’Uruguay contro la Costa Rica per 3-1) la qualificazione dell’Italia sembrava ormai cosa fatta. E invece la squadra azzurra è riuscita nella difficilissima impresa di gettare alle ortiche il passaggio del turno regalando la partita alla Costa Rica e perdendo il match di ieri contro la Celeste: un’impresa che ricorda quella realizzata dall’allora segretario del PD Bersani, che nel febbraio del 2013 riuscì a perdere delle elezioni che appena un mese prima sembravano già vinte…

PERDONALI, GIGI! – Se il gol di Godìn è arrivato con il risultato ancora fermo sullo 0-0, il merito è stato soprattutto di Gianluigi Buffon e degli interventi con cui il capitano azzurro ha fermato Suarez e Lodeiro nel primo tempo e ancora Suarez nel secondo tempo. Caro Gigi, perdona quegli individui che continuano a sostenere la bizzarra tesi secondo cui saresti da mandare in pensione seduta stante…

CAPIAMOCI SU BALOTELLI… – Come è noto, sono tutt’altro che un estimatore di Mario Balotelli, ma al tempo stesso mi guardo bene dal dipingere il centravanti milanista come unico e solo responsabile del disastro cui è andata incontro la Nazionale. Premesso questo, non credo di essere troppo cattivo se dico che oggi Balotelli è stato incisivo come un fucile a tappo nel bel mezzo di un conflitto nucleare e se dico che ho trovato di pessimo gusto la sua scelta di disertare il discorso con cui Andrea Pirlo ha salutato la Nazionale dopo 12 anni costellati da 113 presenze e 13 reti…

CICLO AZZURRO CONCLUSO PER PIRLO – Già, Andrea Pirlo. Da mesi si sapeva che questo Mondiale avrebbe segnato il suo congedo dalla Nazionale italiana dopo 12 anni (il debutto è datato 7 settembre 2002 nella partita Azerbaigian-Italia 0-2) e adesso sarà atteso al varco Marco Verratti, che ormai da due anni deve convivere con l’etichetta di “nuovo Pirlo”. Personalmente io sono convinto che sia un’etichetta inappropriata perché un giocatore con la stessa visione di gioco del regista bresciano non esista al momento, ma anche perchè le caratteristiche dei due calciatori sono leggermente differenti (al punto che in questi Mondiali i due sono stati impiegati insieme sia contro l’Inghilterra che contro la Costa Rica). Grazie per tutto quello che hai dato alla Nazionale, caro Andrea! Dispiace solo che il tuo congedo dalla maglia azzurra non sia stato all’altezza di questi 12 anni…

MARCO, ORA TOCCA A TE! – Come accennato al punto precedente, di fatto sarà Marco Verratti a giocare nel ruolo che per 12 anni è stato ricoperto da Pirlo (che potrà dedicarsi unicamente alla Juventus, con la quale ha appena prolungato il contratto fino al 2016). La speranza è che il ragazzo riparta da dove ha finito, ovvero dalle due convincenti prestazioni offerte contro l'Inghilterra e l'Uruguay: caro Marco, ti aspetta un compito difficilissimo ma hai le carte in regola per portarlo a termine!

SE TRE INDIZI FANNO UNA PROVA... – Un proverbio mai troppo desueto afferma che "tre indizi fanno una prova". Gli indizi: 1) secondo il capitano azzurro Gianluigi Buffon "Quello che si pretende è la massima serenità di giudizio da parte di tutti, spesso si sente dire che c'è bisogno di ricambi, che Buffon, Pirlo, De Rossi, Chiellini e Barzagli sono vecchi, la verità è quando c'è da tirare la carretta, questi sono sempre in prima fila. Bisogna rispettare un po' di più loro, non per quello che sono stati, ma per quello che ancora rappresentano. In campo bisogna fare, e non basta il potrebbe fare o magari il farà. In campo si vede chi c'è. E chi non c'è non c'è"; 2) poco dopo arrivano le parole di un altro veterano come Daniele De Rossi, secondo cui "Dobbiamo dimenticare in fretta; anzi mi correggo: dobbiamo tenere bene in mente tutto e ripartire dagli uomini veri. Non dalle figurine o dai personaggi: questi non servono alla Nazionale. Sottoscrivo ogni virgola del concetto espresso da Gigi Buffon. Può farci bene ragionare su quanto espresso dal capitano, da uno dei portieri più forti di tutti i tempi. Questo non perché sono fra quei quattro veterani che Gigi ha 'salvato' ma perché è vero che noi incarniamo lo spirito giusto ed è altrettanto vero che noi ci mettiamo sempre la faccia. Chi non si sente di infondere lo stesso impegno, chi non ha la stessa passione rimanga a casa"; 3) Mario Balotelli è l'unico assente del discorso con cui Andrea Pirlo si congeda dalla Nazionale dopo 12 anni. La prova la lascio tracciare a voi...

L’ATTESO CIRO – Sbandierato nei giorni scorsi come la panacea di tutti i mali, oggi Ciro Immobile è partito titolare al fianco di Balotelli ma non è riuscito ad incidere come ci si aspettava. Adesso c’è da augurarsi che questo flop non comporti una stroncatura di un calciatore giovane, che nell’ultimo campionato si è laureato capocannoniere e che ha ampissimi margini di crescita: d’altra parte in questo momento il calcio italiano tutto può permettersi meno che bruciare talenti, impresa nel quale è (ahimè!) bravissimo da anni…

ALTROVE SI BRINDA… – Nel mio ultimo articolo avevo chiosato il mio commento all’eliminazione della Spagna da questo Mondiale dicendo che secondo me a casa Llorente, a casa Callejon e a casa Borja Valero stava scorrendo spumante a fiumi. Non credo di essere malpensante se dico che anche a casa Rossi e a casa Destro di bisboccia se ne è fatta parecchia…

E’ COLPA DI… – Quando ho affrontato il discorso relativo a Balotelli, ho premesso che mi guardo bene dal dipingerlo come unica e sola causa del disastro azzurro (allo stesso modo in cui mi sono guardato bene dal dipingerlo come unico e solo fautore della vittoria nel match d’esordio contro l’Inghilterra). Allo stesso modo, tuttavia, mi piacerebbe che non si dipingesse la difesa juventina scesa in campo ieri come unica e sola causa della sconfitta contro l’Uruguay; del resto non sarà certo colpa della difesa se in 3 partite si sono segnati appena 2 gol (solo il Camerun, con una sola rete realizzata, ha fatto peggio!). Però poi, ragionandoci su, mi rendo conto che fare ragionamenti simile al cospetto dei professionisti dell’asilo Mariuccia è come parlare ad un muro di mattoni e augurarsi che quello risponda…

DUE PAROLE SULL’ARBITRO… – Non sono mai d’accordo con coloro i quali imputano le proprie sconfitte unicamente alle decisioni arbitrali a favore, come dimostra anche il fatto che spesso mi ritrovo (qui, sui social network o in radio) a criticare anche Conte, Marotta e i calciatori della Juventus quando puntano il dito su eventuali torti arbitrali anziché sugli effettivi demeriti della squadra, e se una Nazionale come l’Italia viene eliminata da un Mondiale a vantaggio di una squadra infinitamente più debole come la Costa Rica imputare le colpe di questo risultato unicamente all’arbitro è una cosa decisamente puerile. Detto questo, non si può far finta di non vedere l’espulsione che l’arbitro Rodriguez Moreno (ahia!) ha comminato a Marchisio e la mancata espulsione comminata a Suarez per il morso rifilato a Chiellini (tenete presente che è lo stesso Suarez che in Inghilterra ha rimediato una maxi-squalifica per un morso rifilato ad Ivanovic durante una sfida tra Liverpool e Chelsea)

ALMENO RISPARMIATECI IL RIDICOLO… – Rimanendo ai due episodi citati al punto precedente, mi hanno lasciato particolarmente amareggiato le parole del capitano dell’Uruguay Diego Lugano (“Non ho visto morsi perché non ce ne sono stati. Quei segni non sono di oggi. Chiellini mi ha deluso come uomo”) e del Commissario Tecnico della Celeste Oscar Tabarez (“Questo è il Mondiale di calcio, non della moralità da quattro soldi”): due macchiette che non fanno onore a due riconosciuti professionisti come loro e delle quali avremmo fatto ben volentieri a meno…

SIMUL STABUNT, SIMUL CADENT” (ALTRO CHE CARRARO E TRAPATTONI NEL 2002…) – Vi ricordate l’eliminazione dal Mondiale del 2002 per mano della Corea del Sud? Dopo quella partita gran parte dell’opinione pubblica italiana chiedeva le dimissioni simultanee dell’allora Commissario Tecnico Giovanni Trapattoni e dell’allora presidente della Federazione Franco Carraro, i quali però rimasero saldamente al proprio posto (Trapattoni avrebbe lasciato il posto a Lippi dopo l’eliminazione dagli Europei del 2004, mentre Carraro si sarebbe dimesso allo scoppio di Calciopoli nel 2006). Bene, dopo la sconfitta di ieri pomeriggio sono arrivati i contemporanei passi indietro del Commissario Tecnico Cesare Prandelli e del numero uno federale Giancarlo Abete, che hanno deciso di farsi da parte nonostante il primo avesse rinnovato il proprio contratto per altri due anni prima di questa spedizione brasiliana e il secondo fosse stato rieletto con voto quasi plebiscitario nell’inverno di un anno fa. Come dicevano i latini, “simul stabunt, simul cadent”…

PRANDELLI, UN GESTO CHE FA ONORE E GLI ERRORI COMMESSI – Da buon comandante, Cesare Prandelli ha deciso di dimettersi dopo il disastro mondiale nonostante fosse fresco di rinnovo contrattuale con la Federazione: un gesto che fa onore ad un uomo che ha fallito e che ha riconosciuto il fallimento del proprio progetto tecnico. Detto questo, e detto che secondo me sarebbe ingiusto se l’indubbio disastro di questa spedizione mondiale cancellasse quanto di buono fatto dall’ex tecnico della Fiorentina in questi quattro anni (il secondo posto agli Europei del 2012 e il terzo posto alla Confederations Cup di un anno fa non possono e non devono passare in cavalleria!), non mi stancherò mai di ripetere che tra scelte tecniche discutibili e l’assurda pretesa di piacere a tutti (caro Cesare, ma davvero pretendevi di riuscire laddove hanno fallito tecnici come Bearzot e Lippi, che pure un Mondiale l’hanno vinto?) il Commissario Tecnico ha tanto da farsi perdonare…

I MIEI PERSONALISSIMI “ENDORSEMENT – Se dovessi fare due nomi che mi piacerebbe vedere nei posti che furono di Prandelli e Abete, mi vengono senza dubbio in mente quelli di Vincenzo Montella e Andrea Abodi: il primo ha i risultati ottenuti sulle panchine di Catania e Fiorentina che parlano per lui, ma vederlo lontano da Firenze è utopia allo stato puro; il secondo è il presidente della Lega Calcio di B, e aveva perso la corsa con Maurizio Beretta per la poltrona di presidente della Lega di A, ed è una persona estremamente seria e competente. L’impressione, purtroppo, è che il prossimo Commissario Tecnico sarà Massimiliano Allegri (aridateme Trapattoni!) e il prossimo presidente federale sarà uno tra Demetrio Albertini e Carlo Tavecchio, che di Abete sono stati i vice fino a ieri (vi ricorda niente Abete che nel 2007 prende il posto del dimissionario Carraro dopo i due commissariamenti di Guido Rossi e Luca Pancalli?): se così andasse davvero, “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa sarebbe un’opera più attuale che mai…

ABETE SI DIMETTE? “GAUDEAMUS IGITUR”, MA NON TROPPO… – Non vi nascondo (e penso lo abbiate immaginato benissimo da soli!) che alla notizia delle dimissioni di Giancarlo Abete da presidente federale ho tirato un sospiro di sollievo. Mai avrei creduto che l’uomo che non si era dimesso dopo un disastro di proporzioni maggiori come quello dell’Italia di Lippi in Sudafrica nel 2010 avrebbe trovato la forza di fare un passo del genere: a dirla tutta, quando ho letto che Abete si sarebbe presentato in conferenza stampa al fianco di Prandelli ero convinto che avrebbe sciorinato in libertà un paio di supercazzole prematurate con scappellamento a destra e nulla più! E invece l’uomo ha sorpreso tutti, lasciando la poltrona più importante del calcio italiano dopo sette anni costellati da un palmarès di assoluto rispetto: 1) atteggiamento a dir poco pilatesco nei confronti dell’affare Calciopoli (da quattro anni gli si chiede di prendere una posizione in un senso o nell’altro, ma lui continua a dichiararsi “incompetente” in un inconsapevole outing…); 2) mancata assegnazione degli Europei del 2012 e del 2016, al termine di votazioni che tutto sono parse meno che limpide; 3) disastri mondiali nel 2010 e nel 2014, nei modi che tutti abbiamo (ahimè!) visto; 4) perdita costante di posizioni dell’Italia nel ranking FIFA e dei club italiani nel ranking UEFA dal 2006 in poi; 5) passaggio da 4 a 3 squadre in Champions League (e il conto, purtroppo, rischia di diminuire ancora nei prossimi anni…); 6) legge sugli stadi che riposa in pace in qualche sperduto cassetto del Parlamento italiano e che ormai è diventata una barzelletta (alla stregua del Ponte sullo Stretto di Messina e dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria), al punto che due anni fa l’Italia è stata superata in termini di sicurezza degli impianti addirittura dalla Turchia; 7) riforma della giustizia sportiva necessaria (basta vedere le polemiche suscitate dai processi sportivi degli anni scorsi a proposito del calcio scommesse…) e mai attuata, se non attraverso la conferma dell’incarico del Procuratore Federale Stefano Palazzi. Attenzione, però, a non commettere l’errore di pensare che il passo indietro di Abete risolva tutti i problemi perché, come accennavo in un punto precedente, c’è il rischio concreto di ritrovarsi a capo della Federazione una copia più presentabile del presidente dimissionario: perché davvero nel calcio italiano qualcosa cambi, è necessario che arrivi una figura decisa a recidere i legami con un sistema politico pallonaro che in questi anni ha prodotto più disastri delle atomiche sganciate dagli americani sul Giappone nel 1945!

BRASILE-CILE: NON FINIRA’ COME NEL 1998 – Era il 27 giugno 1998 e Brasile e Cile si affrontarono nella gara valida per gli ottavi di finale dei Mondiali francesi: il Brasile, allenato da Zagallo, era trascinato da elementi del calibro di Taffarel, Cafu, Roberto Carlos, Dunga, Leonardo, Rivaldo e Ronaldo, mentre il Cile, allenato da mister Nelson Acosta, puntava tutto sulla coppia d’attacco tutta italiana formata dall’interista Ivan Zamorano e dal neo-laziale Marcelo Salas; a vincere furono i verdeoro, che si imposero per 4-1 grazie alle doppiette di Cesar Sampaio e di Ronaldo, mentre al Cile non bastò un guizzo di Salas. Bene, sono pronto a scommettere quello che volete che il match che vedrà opposte le due compagini sabato sera non finirà come 16 anni fa! Poi magari il Brasile (che anche nel 4-1 rifilato al Camerun ha beneficiato di un favore arbitrale, visto il fuorigioco di Fred in occasione del terzo gol…) vincerà lo stesso, ma di sicuro non avrà vita facile contro la squadra di Vidal, Isla, Sanchez e Vargas…

OCCHIO A OLANDA-MESSICO… – Domenica sera sarà il turno di Olanda e Messico, rispettivamente prima qualificata del gruppo B e seconda del gruppo A: da una parte i vice-Campioni del Mondo in carica, dall’altra una delle rivelazioni di questo Mondiale; da una parte il miglior attacco del Mondiale (10 gol, di cui 5 finiti nella porta della Spagna Campione del Mondo e bi-Campione d’Europa in carica), dall’altra la miglior difesa del torneo (2 gol subiti e nessuno incassato dal favoritissimo Brasile padrone di casa nella seconda partita del girone). A prescindere da chi vincerà delle due, c’è la certezza granitica che domenica si assisterà ad una partita estremamente interessante

DELUSIONE CAMERUN – Che il Camerun fosse fortemente indiziato di uscire al primo turno penso fosse abbastanza pacifico, visto che la squadra capitanata da Samuel Eto’o è finita in un girone comprendente avversari del calibro di Brasile, Messico e Croazia. Devo però dire che mi sarei aspettato qualcosa di più da quelli che una volta venivano definiti “Leoni Indomabili” e che in altri appuntamenti mondiali (Italia ’90, per esempio) hanno fatto vedere cose decisamente migliori in campo…

LA SPAGNA 2014? INIESTA E POCO (O NULLA) ALTRO! – La Spagna si è congedata da questo Mondiale con un 3-0 contro l’Australia (che ha evitato alle Furie Rosse almeno l’umiliazione dell’ultimo posto nel girone vinto dall’Olanda davanti al Cile) e nella sfida vinta contro i socceroos ha brillato la stella di Andrès Iniesta: il 30enne centrocampista nato a Fuentealbilla ha dapprima ispirato Juanfran nell’azione del primo gol segnato di tacco da Villa e poi ha messo Torres davanti al portiere australiano in occasione del raddoppio siglato dal Niño. Curioso che a brillare nella partita del congedo sia stato l’unico “big” iberico a brillare in questa spedizione disastrosa per i Campioni del Mondo: purtroppo, tra un Puyol rotto ormai da mesi, un Xavi ormai finito, un Diego Costa impalpabile e un Casillas e un Sergio Ramos che ne hanno combinate più di Carlo in Francia, Iniesta si è sistematicamente ritrovato a predicare nel deserto dei Tartari…

RESPECT FOR VILLA! – L’altra immagine del congedo della Spagna da questo Mondiale è sicuramente quella di David Villa e del suo pianto a dirotto dopo la sostituzione nel match contro l’Australia: tali lacrime erano dovute al fatto che l’attaccante dell’Atletico Madrid si è oggi congedato dalla propria Nazionale. Senza alcuna (facile) ironia, mi sento di parafrasare il Casillas della finale europea del 2012 e di dire fuori dai denti “Respect for Villa!

TEMPI DURI PER IL VECCHIO CONTINENTE! – In attesa che si completi il quadro dell’ultima giornata di questa fase a gironi, le squadre che sono state eliminate da questo Mondiale sono Croazia, Camerun, Spagna, Australia, Costa d’Avorio, Giappone, Italia e Inghilterra; quelle che sono già agli ottavi sono Brasile, Messico, Olanda, Cile, Costa Rica, Uruguay, Colombia e Grecia. Facile notare come a passare il turno siano state cinque squadre del continente americano (Brasile, Messico, Cile, Costa Rica, Uruguay e Colombia) e appena due europee (Olanda e Grecia), mentre a salutare anzitempo la kermesse mondiale siano state quattro europee (Croazia, Spagna, Italia e Inghilterra): tempi duri per il Vecchio Continente, che perde tre compagini che hanno vinto almeno un Mondiale a testa (uno per Spagna e Inghilterra, addirittura quattro per l’Italia), mentre il Nuovo Continente attende di arrivare a quota sei in virtù del passaggio del turno dell’Argentina di Messi…

Archiviati i discorsi relativi a Italia-Uruguay e alla situazione negli altri gironi, passiamo adesso ad affrontare alcuni temi legati alle vicende di casa nostra…

E ORA SPUNTA PURE PATO… – Per la serie “Ormai si tira fuori di tutto”, negli ultimi giorni uno dei nomi accostati alla Juventus per il reparto offensivo è quello di Alexandre Pato: per la cronaca, trattasi non di omonimo dell’attaccante che a 17 anni arrivò al Milan promettendo di essere un fenomeno e poi a 22, dopo un’infinità di guai fisici (e attendo sempre che dalle parti di Milan Lab qualcuno spieghi i disastri che hanno afflitto la sua muscolatura e quella di un certo Stephan El-Shaarawy…), è tornato in patria per giocare nel Corinthians. La mia posizione, tanto per cambiare, è sempre la stessa: crederò all’ipotesi Pato-Juventus unicamente quando vedrò l’attaccante brasiliano firmare il contratto che lo legherà alla società bianconera… 

MILAN-SEEDORF: IL PEGGIOR EPILOGO POSSIBILE – Non essendo milanista, penso di poter dire la mia sulle vicende che stanno vedendo protagonisti il Milan e il suo ex allenatore Clarence Seedorf con il necessario distacco che è tipico di chi non è emotivamente coinvolto perché tifoso. Considerato il modo in cui Seedorf è stato voluto, ingaggiato e accolto dal presidente Berlusconi, considerato anche il contratto principesco che lo stesso Berlusca ha offerto all’ex numero 10 rossonero e considerato il modo non esattamente elegante con cui quest’ultimo è stato liquidato al termine della stagione, non penso sia esagerato dire che questa storia si sta concludendo nel peggior modo possibile; prescindendo dalle colpe dell’una e dell’altra parte (Seedorf non ha mai avuto un carattere facile e sicuramente i suoi atteggiamenti nei confronti della squadra non l’hanno certo messo in buona luce agli occhi della stessa), è sempre triste vedere un allenatore e una società che per risolvere il rapporto professionale che li lega decidono di passare alle vie legali…

venerdì 20 giugno 2014

Italia-Costa Rica 0-1 (Mondiali, primo turno): qualche considerazione...


Doveva essere il match che avrebbe chiuso il discorso qualificazione, e invece è stato il match che l’ha terribilmente complicato: può essere così riassunta la sconfitta dell’Italia per 1-0 contro la Costa Rica nel secondo match del gruppo D dei Mondiali brasiliani. Un’Italia spenta, disorganizzata e assolutamente incapace di pungere in avanti, per punire la quale ai centroamericani è bastato un colpo di testa del capitano Ruiz sul finire del primo tempo; adesso i ragazzi di Prandelli dovranno battere a tutti i costi l’Uruguay, che ieri si è rialzato dopo l’1-3 subìto all’esordio dalla stessa Costa Rica e che ha eliminato dal torneo l’Inghilterra battendola per 2-1 grazie ad una doppietta di Luis Suarez (di Rooney il gol dei britannici). 
Andiamo dunque a snocciolare le varie tematiche legate alla partita di questo pomeriggio… 

PAGELLE SPICCIOLE – Prima di entrare nei dettagli, vorrei dare i miei voti numerici agli azzurri scesi in campo questo pomeriggio: Buffon 5,5; Abate 5, Barzagli 7, Chiellini 4,5, Darmian 5; De Rossi 6, Pirlo 6,5, Thiago Motta 5; Candreva 5, Marchisio 5,5; Balotelli 4; Cassano 5, Insigne 5, Cerci s.v.

IO L’AVEVO DETTO… – Non mi piace fare la parte di quello che dice “Io l’avevo detto!”, però se andate a rileggere cosa avevo scritto dopo la vittoria contro l’Inghilterra potrete leggere che io avevo auspicato l’utilizzo di due punte contro il Costa Rica: quella di oggi, infatti, era una partita da vincere con tanti gol per chiudere anzitempo il discorso qualificazione e non trasformare la partita di martedì contro l’Uruguay (che giovedì si è ripreso alla grande dall’1-3 incassato dal Costa Rica nella partita d’esordio e ha buttato fuori dal Mondiale l’Inghilterra battendola per 2-1) in un drammatico spareggio per accedere agli ottavi; alla fine, costretto anche dal risultato a sfavore, anche Prandelli si è convinto che lì davanti servisse più peso e infatti sono entrati in campo tre attaccanti come Cassano, Insigne e Cerci per affiancare Balotelli. Purtroppo devo dire che ci avevo visto giusto, anche se vi confesso che avrei preferito di gran lunga aver preso una cantonata…

LE VERE COSE GRAVI – Siamo brutali: non è grave che l’Italia abbia perso contro la Costa Rica (che già, mi direte voi, non è poco!). Ad essere gravi sono altre cose: è grave che il portiere costaricano sia stato impegnato pochissimo durante tutti i 90 minuti; è grave che nel secondo tempo, con ben quattro punte in campo, l’unica occasione da gol creata dall’Italia sia arrivata da palla inattiva e grazie al solito encomiabile Pirlo; è grave che in almeno tre occasioni la Costa Rica avrebbe potuto raddoppiare in contropiede; è grave che gli attaccanti azzurri siano finiti per più di 15 volte in fuorigioco, a dimostrazione del fatto che è perfettamente inutile schierare quattro punte se poi queste si muovono senza uno straccio di idea. Purtroppo stavolta ad essere grave non è solo la sconfitta in sé, ma la maniera nella quale questa sconfitta è maturata… 

BARZAGLI DA SOLO NON BASTA… – Inutile girarci intorno: quando Andrea Barzagli sta bene è senza ombra di dubbio uno dei migliori difensori che ci siano in giro! Il problema è che se il resto della difesa non gira non ci si può certo aspettare che il centrale della Juventus possa fare miracoli: del resto, pur essendo fortissimo, non è ancora diventato uno e trino!

CHIELLINI, NON CI SIAMO PROPRIO! – Nella partita contro l’Inghilterra era stato schierato come terzino sinistro fornendo una prestazione decisamente insufficiente, e così oggi Giorgio Chiellini è stato riportato al centro della difesa al fianco di Barzagli con Abate e Darmian sui lati. Purtroppo i risultati non sono stati migliori, visto che il centrale juventino ha rischiato tantissimo con l’intervento su Campbell poco prima del gol della Costa Rica e poi ha completamente perso Ruiz in occasione del vantaggio costaricano: considerato che Paletta con l’Inghilterra ha deluso e che Bonucci offre più garanzie giocando con la difesa a tre anziché con quella a quattro, sarà bene che il numero 3 azzurro torni a giocare su livelli minimamente accettabili!

PASSO INDIETRO PER CANDREVA – Contro l’Inghilterra era stato uno dei migliori e aveva confezionato in maniera splendida l’azione che aveva portato al 2-1 firmato da Balotelli, ma purtroppo contro la Costa Rica Antonio Candreva non è riuscito nell’impresa di bissare la splendida prestazione di Manaus: ovviamente questa non è una bocciatura definitiva, però la cronaca induce a registrare questo passo indietro da parte dell’esterno della Lazio

PERCHE’ THIAGO MOTTA? – Quando ho letto la formazione scelta da Prandelli sono rimasto sorpreso dall’esclusione di Verratti in favore di Thiago Motta e devo dire che i miei cattivi presentimenti si sono rivelati del tutto fondati dopo aver visto la prestazione incolore del centrocampista del Paris Saint-Germain: io sarò stato anche cattivo quando tempo fa scrissi il tweet “#ThiagoMotta è utile come un cappotto il 15 agosto”, ma forse tutti i torti non ce li avevo…

PIRLO: UN CALCIATORE? NO, UN ARTISTA! – Intorno alla mezz’ora Mario Balotelli ha fatto una cosa che è considerata reato in tutto l’orbe terracqueo sprecando nel peggiore dei modi un assist sublime di quel genio assoluto del pallone che è Andrea Pirlo. Ecco come il telecronista della BBC Steve Bower (per chi non lo sapesse, questi Mondiali li sto seguendo dalla Gran Bretagna) ha commentato l’assist del regista azzurro: “What a fantastic ball by Pirlo! This is not a football player. This is an artist!”; non penso serva aggiungere altro…

BALO, QUESTI ERRORI NO! – Riprendendo quanto in parte detto al punto precedente, purtroppo tocca registrare l’errore marchiano commesso sotto porta da Balotelli in occasione del pallonetto malamente sciupato su assist di Pirlo intorno alla mezz’ora: tutti abbiamo elogiato il centravanti azzurro per essersi fatto trovare al posto giusto nel momento giusto in occasione del gol contro l’Inghilterra, ma allo stesso modo dobbiamo essere onesti nell’ammettere che un centravanti non può sprecare gol del genere in una partita dei Mondiali!

VOLETE L’ASILO MARIUCCIA? E IO VE LO DO! – Non mi piace quando si attribuiscono i meriti di una vittoria dell’Italia solo ai giocatori di una squadra e i demeriti ai giocatori di un’altra, ma se proprio volete trascinarmi in dissertazioni che fanno sembrare l’asilo Mariuccia una cosa seria vi accontento subito: posto che le colpe dello juventino Chiellini sono lampanti e recidive, visto cosa era accaduto contro l’Inghilterra, come mai nessuno dice mezza parola sull’errore del milanista Balotelli? Secondo voi cosa dovrei pensare se volessi essere malizioso a tutti i costi? Ditemi voi, suvvia…

PAGATA LA SBORNIA? – Questo risultato negativo e questa prestazione deludente arrivano in seguito all’eccessivo ottimismo che ha circondato l’Italia dopo la vittoria contro l’Inghilterra e dopo la contemporanea sconfitta dell’Uruguay contro la Costa Rica. Ben inteso, io sono assolutamente contrario a qualunque forma di pessimismo cosmico, ma forse anche quest’eccessiva sbornia è stata decisamente deleteria…

CONSIGLIO: RIMANDATE IL “DE PROFUNDIS – La situazione drammatica è sotto gli occhi di tutti e nei punti precedenti se ne è parlato in maniera più che approfondita. Premesso tutto questo, consiglierei a tutti di aspettare prima di intonare il “de profundis” per Prandelli e i suoi ragazzi: del resto sappiamo tutti bene (anche se qualcuno se ne dimentica o fa finta di dimenticarselo!) che la Nazionale italiana è storicamente abituata a complicarsi la vita da sola, ma sappiamo anche che ogni tanto capita che riesca a sfangarla…

NIENTE MAMMA RAI. ALMENO QUELLO… – Magari qualcuno mi odierà a morte dopo aver letto questo punto, ma devo dire che almeno una fortuna l’ho avuta: quella di non dover assistere alla sconfitta dell’Italia avendo come sottofondo la telecronaca tutta sfondoni e supercazzole della Rai. E sia chiaro che lo dico provando un’immensa tristezza, dato che da piccolo guardavo le partite della Nazionale commentate da un mostro sacro del giornalismo sportivo italiano come Bruno Pizzul da Udine! A proposito: caro Bruno, davvero non saresti disposto ad interrompere la tua tranquilla e meritata vita da pensionato per commentare anche solo Mondiali ed Europei? In fondo non si tratta di chissà quale impresa titanica, ma soltanto di un piccolo sacrificio che ti toccherebbe ogni due anni…

MARIANELLA: UN ESTREMISTA A RAGION VEDUTA! – Che Massimo Marianella sia un esperto di calcio inglese come ce ne sono (ahimè!) pochissimi in giro è un dato di fatto incontrovertibile, così come è un dato di fatto incontrovertibile il fatto che egli parli della Premier League con un trasporto quasi mistico che ricorda molto quello che prova Paolo Brosio quando parla di Medjugorje. Proprio per questa ragione sono rimasto a dir poco basito quando, alla fine di maggio, Marianella intervenne negli studi di SkySport24 per parlare dell’Inghilterra che avrebbe affrontato l’Italia nella sfida del 14 giugno a Manaus e disse, senza mezzi termini, che quella del 2014 è una delle squadre inglesi più scarse che si ricordino perché: una squadra, Massimo dixit, con pochi giovani di talento (Sterling e Sturridge, reduci da una splendida stagione con il Liverpool) e con gli altri rimasti a casa per infortunio (si prega di leggere alle voci “Rodriguez” e “Walcott”…), con quei pochi campioni in rosa ormai logori a causa del tempo che passa (ogni riferimento a capitan Gerrard e Lampard non è da intendersi come puramente casuale!) o reduci da annate disastrose (Rooney, c’è posta per te…) e con un Commissario Tecnico come Hodgson palesemente inadatto a certi palcoscenici (a tal proposito qualcuno ricorderà che nel 1997 Hodgson, che a quei tempi allenava l’Inter, riuscì nella titanica impresa di far girare gli zebedei a Javier Zanetti sostituendolo durante una finale di Coppa UEFA persa ai calci di rigore contro lo Schalke 04). Penso sia evidente che i risultati di questo Mondiale abbiano dato pienamente ragione al sorprendente estremismo di un moderato della primissima ora come il buon Marianella…

POVERACCI, GLI TOCCA PURE GASPARRI… – A proposito di Inghilterra… “Fa piacere mandare a fare …. gli inglesi, boriosi e c******i”: con questo tweet amorevole e trasudante sportività da tutti i caratteri digitati attraverso la tastiera, Maurizio Gasparri aveva salutato la vittoria dell’Italia contro la Nazionale d’Oltremanica nella partita d’esordio. Ora, io sono anche disposto ad ammettere che gli inglesi possano non essere esattamente il massimo della simpatia, ma mai gli augurerei una punizione atroce come un insulto da parte di uno come Gasparri dopo una sconfitta…

E INTANTO QUALCUNO BRINDA IN SPAGNA… – Mercoledì sera, perdendo contro il Cile per 2-0, la Spagna Campione del Mondo e bi-Campione d’Europa in carica ha salutato il Mondiale con un turno d’anticipo: un flop che si accompagna a quelli della Francia nel 2002 (quando i bleus, trionfatori in patria quattro anni prima, finirono ultimi alle spalle di Danimarca, Senegal e Uruguay senza vincere nemmeno una partita e senza segnare neanche un gol) e dell’Italia nel 2010 (quando gli azzurri, che si erano laureati Campioni del Mondo in Germania battendo proprio la Francia a Berlino, furono eliminati da un girone che comprendeva squadroni del calibro di Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia). Ovviamente questo risultato ha generato sconforto e amarezza in tutto il Paese iberico, ma ho la sensazione che a casa Borja Valero, a casa Llorente e a casa Callejon di spumante se ne sia versata una quantità industriale: dite che mi sbaglio o forse ho un filo di ragione nell’affermare ciò? 

E adesso, se permettete, qualche pensierino alle faccende di casa nostra vorrei proprio rivolgerlo…

IL RITORNO DEL BOEMO – Vi confesso che tutto mi sarei aspettato fuorchè vedere una squadra desiderosa di retrocedere ad oltre due mesi di distanza dall’inizio del campionato. Poi ho letto che Zeman sarà il nuovo allenatore del Cagliari e mi sono accorto che posso aggiungere questa cosa al novero di quelle che ancora non avevo visto in 26 anni di vita…

IL RITORNO DEL PAREGGIO PIU’ BELLO DEL MONDO… – Vincendo la finale dei play-off contro il Latina, il Cesena ritrova la Serie A a due anni di distanza. Chissà se Mario Beretta “vecchio cuore rossonero” gioca ancora nelle file dei romagnoli: se sì, avvisate il direttore di Milan Channel Mauro Suma, che sicuramente sarà in trepidante attesa di Cesena-Juventus per poter nuovamente annunciare a squarciagola il pareggio più bello del mondo…

PERDONATEMI, MA… – Il Mondiale sta entrando nel vivo, ma anche (anzi, soprattutto!) il calciomercato: vi confesso che ormai sono rassegnato a dover leggere, fino all’inizio di settembre, i peggiori improperi nei confronti di Marotta e della sua incapacità di fare mercato. Posizione personale: posto che Luciano Moggi è radiato, che Italo Allodi è purtroppo passato a miglior vita e che quei pochi ottimi direttori sportivi italiani (Sabatini o Leonardi, tanto per fare qualche nome) sono già occupati e, checchè possa pensare qualche genio di mia conoscenza, non si schioderanno da dove sono neanche con un mitra puntato alla testa, i signori Beppe Marotta e Fabio Paratici conviene tenerseli ben stretti e conviene lasciar perdere paragoni astrusi tra lo stesso Marotta e Moggi perché, come detto in precedenza, Lucianone ormai non c’è più (sulle ragioni di detta radiazione potremmo aprire un libro più mastodontico di 50 ristampe della Treccani tutte insieme, ma non è questa la sede!) e nulla potrà riportarlo dov’era fino al maggio del 2006. Magari non farà sufficientemente figo, ma preferisco sentirmi libero di criticare le scelte sbagliate di Marotta senza per questo chiederne la fucilazione su pubblica piazza; anche perché, come già scrissi tempo fa, essere manicheo e pensare che da una parte sta tutto il bene e dall’altra tutto il male è una cosa che mi dà particolarmente fastidio…

CUADRADO ALLA ROMA? MAH… – Tornando ai discorsi relativi al gioco di sparare addosso a Marotta, nel pomeriggio mi è capitato di leggere un’indiscrezione secondo cui la Fiorentina potrebbe cedere Juan Guillermo Cuadrado alla Roma: premesso che attendo notizie un po’ più certe perché mi pare difficile che i viola si privino del loro miglior elemento con tanta facilità, ho notato che subito sono partiti commenti del tipo “Ma com’è che la Roma può spendere i soldi per Cuadrado e noi no? Marotta, che combini?”. Non mi pare di scoprire l’acqua calda se dico che i Della Valle, per le note ragioni che esulano dalla storica rivalità tra Fiorentina e Juventus, non avrebbero ceduto Cuadrado ai bianconeri neanche con un kalashnikov puntato alla tempia; fatelo presente ai soliti talebani, per favore…

E INTANTO, CON IL SASSUOLO… – La Juventus ha risolto nel seguente modo le comproprietà di Simone Zaza, Domenico Berardi e Luca Marrone con il Sassuolo: il primo è stato ceduto per 7,5 milioni con la possibilità di essere ricomprato dal club bianconero (opzione che secondo me lascia il tempo che trova, visto che nel 2010 l’Inter cedette Balotelli al Manchester City con la possibilità di ricomprarlo in caso di successiva cessione e poi Mario è finito dove sappiamo tutti…), il secondo rimarrà per un altro anno al Sassuolo, mentre la situazione del terzo sarà valutata più avanti. Cosa ne penso? 1) L’operazione Zaza porta soldi, che non fanno mai male; 2) sono assolutamente convinto che Berardi sia un fenomeno assoluto che il futuro sia suo, ma sono altresì convinto che è bene che il ragazzo resti un altro anno a Sassuolo, in maniera tale da potersi confermare sugli ottimi livelli mostrati in questa stagione, migliorare ulteriormente e (soprattutto!) poter sbagliare senza rischiare di essere stritolato dall’attenzione mediatica che avrebbe se sbagliasse nella Juventus; 3) posto che Marrone non è e non potrà mai essere l’alter ego di Pirlo, personalmente come alternativa al regista bresciano ce lo vedrei bene…

NOTIZIE DA MARTE? – A proposito di calciomercato, qualche giorno fa mi è capitato di leggere la seguente notizia: poiché la sua azienda sarebbe in difficoltà economica e lui si sarebbe rivolto ad investitori russi per far fronte a detta difficoltà, Gianluigi Buffon avrebbe dato la propria disponibilità a trasferirsi in una squadra della patria del comunismo: sarebbe un po’ come se io, per studiare l’inglese, non mi fossi limitato a trascorrere l’estate qui nel Regno Unito, ma avessi direttamente chiesto la cittadinanza britannica. Ormai le voci di mercato sui big della Juventus sono tali e tante che pare che recentemente addirittura i magazzinieri abbiano sfogliato i quotidiani sportivi nel timore di trovare i propri nomi associati a qualche squadra italiana o straniera…

CHIELLINI-CAIRO-DARMIAN: LO STRANO TRIANGOLO – Pochi giorni fa è esplosa una rovente polemica all’ombra della Mole. I fatti, in breve: lunedì, dal ritiro della Nazionale, Giorgio Chiellini ha dichiarato di sperare che il suo compagno in azzurro Matteo Darmian (uno dei migliori in campo nel match vinto dall’Italia contro l’Inghilterra) “possa conoscere palcoscenici più importanti: merita di giocare le coppe” e, pochi minuti dopo, il patron del Torino Urbano Cairo ha risposto definendo le parole di Chiellini “la prova provata che non basta avere una laurea per essere intelligenti”. Cosa penso di questa faccenda? 1) Chiellini dice sicuramente una verità quando elogia Darmian, dato che le sue sono state innanzitutto parole di apprezzamento nei confronti di un giocatore che, dopo una stagione strepitosa disputata con la casacca del Torino (e sfido chiunque a confutare questa tesi!), ad inizio settimana ha debuttato dal primo minuto in un Mondiale risultando uno dei migliori in campo; 2) posso essere d’accordo sul fatto che forse non è esattamente la frase più appropriata da dire, soprattutto vista l’accesa acredine che notoriamente i tifosi granata provano nei confronti dei cugini bianconeri; 3) caro Giorgio, magari la prossima volta evita di sottoporre tutti noi ad uno spettacolo non entusiasmante come il martirologio anti-juventino di Cairo e dei tifosi granata, che godono come i ricci ogni volta che gliene si offre il pretesto; 4) detto che Chiellini poteva pensarci su parecchie volte prima di fare certe dichiarazioni, bisognerebbe chiedere al signor Cairo se lui per giocatori intelligenti intende quelli che compiono la memorabile impresa di farsi buttare fuori in due derby durante la medesima stagione (leggere alla voce “Kamil Glik”!) oppure quelli che durante un derby apostrofano con frasi razziste i calciatori dell’altra squadra (leggere alla voce “Riccardo Meggiorini”!); 5) posto che può essere condivisibile la tesi secondo cui un calciatore potrebbe evitare certe dichiarazioni per le ragioni esposte in precedenza, quel che è assolutamente indiscutibile è che un presidente avrebbe il dovere di evitare certi toni che andrebbero lasciati ai tifosi che prendono il caffè la mattina al bar…; 6) se gli esempi di calciatori intelligenti sono i due precedentemente ricordati, allora sappiate fin da ora che io mi tengo ben stretto Chiellini!

BRAVI, RAGAZZI! – Da ultimo, vorrei dire che giovedì sera è andata in onda l’ultima puntata di “Flop Calcio”, il programma condotto da Gli Autogol sugli schermi di TopCalcio24 e Antenna3. Avendoli conosciuti di persona e avendovi interagito durante i loro interventi su JuveNews Radio e i miei nella loro trasmissione, vorrei pertanto fare i miei più sentiti complimenti a Michele, Alessandro e Alessandro: tre validissimi professionisti, ma soprattutto, tre ragazzi che sono la quintessenza della simpatia. Come direbbe un certo politico italiano che loro hanno conosciuto in un paio di circostanze…BRAVISSIMI, BENEDETTI RAGHEZZI!

domenica 15 giugno 2014

Inghilterra-Italia 1-2 (Mondiali, primo turno): qualche considerazione...


Una conclusione da fuori area di Claudio Marchisio e un preciso colpo di testa di Mario Balotelli hanno permesso all'Italia di battere per 2-1 l'Inghilterra e di bagnare nel migliore dei modi il debutto nel Mondiale brasiliano; un risultato importante, ma che sommato al clamoroso 3-1 che la Costa Rica ha inflitto all'Uruguay nell'altra sfida del girone acquisisce un peso ancora maggiore nella corsa verso gli ottavi di finale. Propio la Costa Rica sarà la prossima avversaria della squadra di Cesare Prandelli fra cinque giorni.
In attesa di vedere come andranno le prossime due sfide che attendono gli azzurri nel girone D, andiamo a sviluppare le varie tematiche legate alla partita di ieri sera a Manaus...

COMPLIMENTI AI DEBUTTANTI! - Non sono stati gli unici, ma tra i migliori in campo nelle file azzurre meritano una citazione particolare Salvatore Sirigu, Matteo Darmian e Antonio Candreva, al debutto assoluto in un Mondiale. Il portiere del Paris Saint-Germain, che ha completamente smaltito i malanni fisici che contro la Fluminense avevano costretto Prandelli a mandare in campo Perin prima e Mirante poi, ha svolto ottimamente il difficile compito di sostituire l'infortunato capitan Buffon e ha chiuso la porta in faccia agli inglesi con almeno tre interventi fondamentali; il terzino del Torino (seppur di scuola milanista) ha premiato la scelta di Prandelli di preferirlo a Maggio in fase di convocazione e ad Abate per la partita di ieri sera; il tornante della Lazio, infine, ha confermato di poter essere uno dei punti di forza di questa squadra creando sulla fascia destra un efficacissimo tandem con Darmian che ha creato parecchi grattacapi al povero terzino sinistro inglese Baines

E I SOLITI NOTI... - Esaurito il discorso relativo ai debuttanti, passiamo alle note liete per quanto concerne i soliti noti: Claudio Marchisio ha confermato di attraversare un momento di forma straordinaria e ha sbloccato il risultato con una conclusione nata da uno splendido schema su calcio d'angolo; Mario Balotelli, dopo un primo tempo passato a cercare costantemente il dialogo con i compagni e a fare a sportellate con i difensori avversari, si è fatto trovare al posto giusto nel momento giusto quando Candreva gli ha messo sulla testa il pallone che è valso il 2-1; da ultimo, merita un grande elogio Andrea Pirlo, che ha propiziato il gol di Marchisio con un velo e che ha addirittura sfiorato il gol del 3-1 con una punizione che si è andata ad infrangere sulla traversa

BRAVI MARIO E ANTONIO! - A proposito del gol di Balotelli: bravissimo il centravanti milanista a farsi trovare al posto giusto nel momento giusto, ma splendido il numero con cui Candreva si è liberato sulla destra e ha crossato il pallone che Mario ha spedito alle spalle di Hart

SENTENZA PIRLO SU PUNIZIONE - Tornando al discorso relativo alla punizione con cui Andrea Pirlo ha sfiorato il 3-1 in pieno recupero, tempo fa mi capitò di dire in radio che quando il regista azzurro calcia una punizione il portiere avversario può solo sperare che a salvarlo siano i pali o la traversa; non sarò un veggente come disse a suo tempo qualcuno, ma posso tranquillamente dire di averci preso...

DIFESA CROCE E DELIZIA - Date le assenze per infortunio di Buffon e De Sciglio, la difesa era il reparto che ieri sera vestiva i panni dell'osservato speciale. Va detto che se le buone notizie sono arrivate dai già citati Salvatore Sirigu e Matteo Darmian e da un Andrea Barzagli apparso finalmente integro fisicamente (e non è poco, visti i problemi fisici che ne hanno costellato la stagione nella Juventus!), le dolenti note sono arrivate da Gabriel Paletta e da Giorgio Chiellini: il centrale del Parma non ha mai trasmesso sufficiente sicurezza ai compagni ed è apparso ancora lontano dagli standard che abbiamo imparato a conoscere e ad apprezzare nel campionato che abbiamo alle spalle, mentre il difensore della Juventus ha dimostrato, in occasione del gol segnato da Sturridge, tutti i suoi limiti nel ricoprire il ruolo di terzino nella difesa a quattro. A questo punto non resta che confidare nel rientro di De Sciglio a sinistra e nel conseguente ritorno di Chiellini al centro della difesa al fianco del compagno di club Barzagli

PARADOSSO INGLESE - Il momentaneo pareggio inglese, più volte menzionato nei punti precedenti, è nato da un'azione di contropiede: conoscendo le caratteristiche del gioco degli inglesi, prendere da loro un gol in contropiede è un po' come prendere lezioni di congiuntivo da Antonio Di Pietro...

SOTTO CON LA COSTA RICA, MA ATTENZIONE... - Come detto in fase di presentazione, la vittoria ottenuta contro gli inglesi acquista un peso ancora maggiore se si considera che è arrivata in seguito a quella della Costa Rica contro l'Uruguay nell'altra partita del gruppo D e per tale ragione il 20 bisognerà vincere proprio contro la Costa Rica per chiudere con un turno d'anticipo il discorso relativo alla qualificazione e presentarsi alla successiva sfida del 24 contro l'Uruguay unicamente per difendere il primo posto nel girone. Tuttavia non va commesso l'errore di credere che fra cinque giorni l'Italia sarà attesa da un compito facile: istruttivo, a tal proposito, può essere il precedente del 2002, quando l'Italia di Trapattoni vinse per 2-0 il match d'esordio contro l'Ecuador per poi complicare la qualificazione con la sconfitta per 2-1 contro la Croazia e riacciuffarla per i capelli grazie al pareggio per 1-1 contro il Messico e al contemporaneo successo dell'Ecuador contro la stessa Croazia; due risultati importanti come quelli giunti ieri non meritano in alcun modo di essere gettati alle ortiche fra cinque giorni...

MAGARI UN PO' DI PESO IN PIU' IN ATTACCO CONTRO LA COSTA RICA... - Per le ragioni esposte al punto precedente, la partita del 20 contro la Costa Rica non solo andrà vinta, ma dovrà essere vinta segnando il maggior numero possibile di gol; in virtù di questo discorso, sebbene sia convinto che il detto "Squadra che vince non si cambia!" abbia un suo fondamento, sono convinto che fra cinque giorni non guasterebbe presentare una formazione che affianchi un altro attaccante a Balotelli (tolto Ciro Immobile, che finirebbe per pestarsi i piedi con il centravanti milanista, le alternative sono rappresentate da Antonio Cassano e Lorenzo Insigne). Ma questa, ci tengo a precisarlo, è una mera opinione personale del sottoscritto...

RAI IN STILE BBC? MAGARI... - Quante volte avete sentito giornalisti, politici e opinionisti di ogni genere e area politica di provenienza dire che ci vorrebbe una Rai che somigli sempre più al modello della BBC? Immagino lo stesso numero di volte in cui li ho sentiti io, cioè molto spesso. Come molti di voi sanno, in questo periodo mi trovo in Gran Bretagna e per ovvie ragioni guardo le partite dei Mondiali proprio sugli schermi della popolare televisione d'Oltremanica: devo dirvi che sto assistendo ad una kermesse brasiliana raccontata in maniera esemplare con telecronache belle e gradevoli e ospiti in studio di primissimo piano (in questi primi giorni ho potuto ascoltare i commenti di gente del calibro di Fabio Cannavaro, Patrick Vieira, Gustavo Poyet, Ian Wright, Rio Ferdinand, Thierry Henry e Alan Shearer); ovviamente anche in Rai succede la stessa cosa, vero?

TIFATE PER CHI VOLETE! - Tempo fa mi è capitato di scrivere un post su Facebook nel quale esponevo la seguente tesi: pur rispettando chi, diversamente da me, non tifa per la Nazionale per le più svariate ragioni, faccio decisamente fatica a capire coloro i quali non tifano per la Nazionale e insultano chi ha fatto una scelta differente rispetto alla loro usando termini tipo "itaGlioti" (termine azzeccatissimo e grammaticalmente impeccabile, complimenti!) et similia. Dopo aver letto sciocchezze simili ieri sera sui vari social network, vi confesso che avrei una gran voglia di rispondere per le rime a costoro, ma preferisco evitare in nome di un detto popolare delle mie parti che afferma che "se si prova a lavare la testa di un asino, si finisce per sprecare tempo e sapone". Ovviamente di questo ragionamento vale anche la reciproca, dato che c'è anche un sacco di gente che tifa per la Nazionale e non perde occasione per offendere quanti la pensano diversamente, perciò mi piacerebbe che ognuno tifasse o non tifasse ciò che vuole senza per questo rivolgere insulti nei confronti di chi ha posizioni diverse; nel migliore dei mondi possibili le cose andrebbero così, ma purtroppo in questo la realtà è tutt'altra...

CARI SIGNORI, VI SCRIVO... - Vorrei concludere questa lunga disamina con un appello (che purtroppo temo cadrà nel vuoto!) rivolto a qualche politico e a qualche intellettuale: se proprio volete celebrare la vittoria ottenuta ieri sera dalla Nazionale, potreste gentilmente evitare le solite sviolinate e limitarvi a parlare semplicemente di una par Nazionale italiana di calcio e non la panacea di tutti i mali nostrani? Grazie!