lunedì 25 marzo 2013

Inter-Juventus, la "Gazzetta" e quel precedente sbagliato...


Come ormai si sa da alcune settimane, la partitissima Inter-Juventus in programma a San Siro per il sabato di Pasqua sarà giocata alle 15; per i bianconeri di Antonio Conte sarà l'occasione per mantenere (almeno) il vantaggio in classifica nei confronti di Napoli e Milan, nonchè l'impegno immediatamente precedente alla delicata sfida di Champions League a Monaco di Baviera, mentre per i nerazzurri di Stramaccioni è una gara fondamentale per continuare a sperare nel terzo posto e (probabilmente, anzi quasi sicuramente) salvare una stagione che si sta rivelando decisamente al di sotto delle aspettative della scorsa estate.

C'è però un aspetto di questa partita che è passato sotto silenzio, o quasi: quando è stato comunicato ufficialmente che la gara di San Siro, che in un primo momento si sarebbe dovuta disputare alle 20.45, era stata anticipata al pomeriggio per consentire alla Juventus di rientrare prima a Torino e di poter partire un giorno prima per la Germania, la "Gazzetta dello Sport" (toh!) ha sottolineato come l'ultima sfida tra bianconeri e nerazzurri giocata di pomeriggio fosse stata la famosa partita del 26 aprile 1998, quella dell'ormai storico rigore negato a Ronaldo; un dato vero, ma solo in parte, dato che quella partita era stata disputata a Torino.

Per trovare l'ultimo precedente pomeridiano a San Siro, invece, bisogna tornare indietro di due anni rispetto alla partita sopra citata, ovvero al 20 aprile 1996. Quel giorno si giocò sempre alle 15 e sempre a causa degli impegni europei che attendevano la Juventus di Marcello Lippi, che poi quella Champions League l'avrebbe vinta a Roma un mese più tardi. Quella partita metteva di fronte la Juventus di Lippi, priva di elementi del calibro Ferrara, Torricelli, Di Livio, Vialli, Del Piero e Ravanelli, e l'Inter di Hodgson, la cui unica assenza di rilievo era quella del giovane Javier Zanetti; fu a larghi tratti un dominio bianconero, con la squadra di Lippi che si portò agevolmente sul 2-0 grazie alle reti di Attilio Lombardo e Antonio Conte (che, per la cronaca, non era un omonimo dell'attuale allenatore della Juventus), salvo poi subire il gol della bandiera nerazzurro segnato da Maurizio Ganz solo nei minuti finali.

Semplice dimenticanza per la "rosea"? Chissà, di sicuro c'è che questo precedente, scevro da ogni tipo di polemica arbitrale e conclusosi con la netta vittoria di una Juventus rimaneggiata nei confronti di un'Inter quasi al completo, mediaticamente non avrà mai nulla a che vedere con il precedente che il giornale sportivo che tutti gli juventini amano ha così amorevolmente rimarcato.

Da ultimo, poichè è noto a tutti che l'Inter morattiana pre-2006 non vinceva a causa delle malefatte di quel lestofante di Moggi, riporto qui di seguito le formazioni di quella partita del 1996 per chiarire il perchè della disfatta nerazzurra:
INTER: Pagliuca, Pistone, Festa, Paganin, Roberto Carlos (colui che l'Inter regalò al Real Madrid perchè a Hodgson un giocatore così non serviva), Carbone, Fresi, Ince, Fontolan, Caio (per avere nozione di quanto questo calciatore fosse un vero e proprio portento del pallone basta cliccare qui), Branca (che non è un omonimo di quel direttore tecnico che all'Inter amano come si ama un lebbroso)
JUVENTUS: Peruzzi, Carrera, Tacchinardi, Vierchowod, Pessotto, Conte, Paulo Sousa, Deschamps, Jugovic, Lombardo, Padovano

Servono altri elementi per comprendere a pieno la "dimenticanza" della Gazzetta?

domenica 17 marzo 2013

Bologna-Juventus: le impressioni del giorno dopo


Nell'anticipo di ieri sera la Juventus ha espugnato il difficile (per diverse ragioni) campo del Bologna per 2-0, grazie alle reti messe a segno da Mirko Vucinic e Claudio Marchisio, e ha compiuto un passo importante verso l'obiettivo finale (che non chiamerò con il suo nome finchè non sarà stato raggiunto). Come dopo ogni partita, è giusto fare alcune considerazioni a mente fredda.

1. Parliamoci chiaro: la Juventus ha avuto il controllo quasi assoluto della partita. Fatta eccezione per la sfuriata iniziale del Bologna (concretizzatasi nella doppia occasione confezionata da Gilardino e Diamanti), il pallino del gioco è stato in mano alla squadra di Conte, abile a colpire gli avversari al momento giusto e a fare sua la partita

2. Solitamente da me ritenuti encomiabili per il lavoro prodotto in termini di corsa ma spesso inconcludenti, ieri sera Sebastian Giovinco e Mirko Vucinic si sono resi spesso pericolosi. Peccato che, prima che il montenegrino siglasse il gol che ha sbloccato il risultato, Giovinco si sia divorato almeno tre buone occasioni per segnare: nella prima si è liberato alla grande di due avversari, ma ha calciato troppo debolmente; nella seconda ha sfruttato bene la sponda di Vucinic, ma la sua conclusione è uscita di un soffio; nella terza, invece, ha calciato troppo centralmente facilitando il compito a Curci. Non ci fossero stati i due gol che hanno deciso la partita, probabilmente la "formica atomica" sarebbe finita nuovamente nell'occhio del ciclone delle critiche

3. La buona prestazione fornita dagli esterni impiegati da Conte al "Dall'Ara", ovvero Simone Padoin e Federico Peluso, conferma quanto scritto da me dopo Juventus-Catania: ovvero che Stephan Lichtsteiner e Kwadwo Asamoah necessitavano di un turno di riposo; ieri i due calciatori ex Atalanta hanno disputato un'ottima gara, unendo spinta a sacrificio quando si è trattato di dover dare una mano dietro. E se Lichtsteiner non deve certo temere la concorrenza di Padoin per la maglia di esterno destro, non si può dire la stessa cosa per la fascia sinistra dove Peluso sta mostrando una sicurezza che supera anche le più rosee aspettative

4. Sempre in tema di fasce laterali, colpisce il fatto che dai radar sia sparito un calciatore su cui sono stati (e probabilmente saranno) investiti non pochi euro, ovvero Mauricio Isla. E' dal 30 gennaio (giorno del ritorno della semifinale di Coppa Italia contro la Lazio) che Isla non parte titolare, e da allora Lichtsteiner è partito per tre volte dalla panchina, sostituito regolarmente da Padoin; un peccato per il cileno che, a parità di condizione, a mio avviso potrebbe giocarsela tranquillamente alla pari con lo svizzero ex Lazio

Fin qui sono state analizzate le questioni relative al campo. Passiamo adesso a quelle relative all'extra-campo, sperando di non essere troppo duro in certi giudizi

5. La prova offerta dai bianconeri ieri sera ha dimostrato (se mai ce ne fosse ancora bisogno) che se la Juventus non raggiungerà l'obiettivo finale in campionato non sarà per meriti altrui, ma unicamente per demeriti propri: se questa squadra gira, in Italia non ce n'è per nessuno. Un segnale incoraggiante, specie in virtù del fatto che il calendario prevede adesso un trittico da brividi: Inter, Bayern, Pescara, Lazio, Bayern, Milan e derby; ci vorrà la migliore Juve, ma ci sono solide ragioni per poter essere ottimisti e fiduciosi

6. Aver vinto l'anticipo consente a Conte, ai suoi ragazzi e a noi tifosi di poterci sedere comodamente davanti al divano oggi pomeriggio per osservare cosa faranno Napoli e Milan (impegnate rispettivamente contro Atalanta e Palermo) senza preoccuparsi troppo dei risultati di queste due squadre: nella peggiore delle ipotesi, infatti, le distanze in classifica saranno le stesse di una settimana fa

7. "Sto pensando di adare via perché non posso pensare di andare con la mia famiglia, con la moglie e la bimba: a Firenze non puoi andare, a Napoli non puoi andare, adesso anche a Bologna non puoi andare. Cioè, mica siamo in guerra. Questo è uno sport, questo è uno sport. Allora io dico: boh. Ecco perché uno dice: mah, uno prende e se ne va, e fa prima". Queste parole sono state pronunciate da Antonio Conte nel dopo-partita del "Dall'Ara" in risposta a chi gli chiedeva un commento sulla reazione piccata dell'allenatore bolognese Pioli alla sua esultanza al gol del 2-0 e all'accoglienza tutt'altro che calorosa riservata dal pubblico bolognese alla Juventus. Uno sfogo comprensibile, dato che dal giorno del suo arrivo sulla panchina bianconera Antonio Conte ha dovuto far fronte a cattiverie e polemiche di ogni tipo e, persino, a vicende pseudo-giudiziarie che farebbero ridere se non facessero piangere (ogni riferimento a Palazzi, Carobbi e Sandulli vari NON è da ritenersi puramente casuale), e che certifica con chiarezza una cosa: se un giorno Antonio Conte si siederà su una panchina estera, ciò non avverrà perchè sarà cessato il suo amore nei confronti della Juventus e dei suoi tifosi (quel bacio indirizzato alla telecamera basta da solo a fugare ogni dubbio a tal proposito) ma perchè sarà cessato il suo amore nei confronti del calcio italiano e della cultura che è alla base di esso; una cultura che se non è Terzo Mondo, assai poco ci manca...

8. "Juventino bianconero, il tuo posto è il cimitero". A prescindere dai commenti in merito a tali parole, le quali si commentano da sole e la dicono lunga sulle condizioni mentali dei loro autori, colpisce (ma non sorprende, almeno per quanto mi riguarda) il silenzio sotto cui questo striscione è passato nei mezzi di informazione; è sembrato quasi normale che in uno stadio italiano sia stata esposta una scritta del genere, come se in tanti l'avessero messo in preventivo. La cosa allarmante è che, sotto sotto, questa scritta corrisponde perfettamente al pensiero del tifoso anti-juventino medio in Italia; attenzione a non confondere l'ANTI-JUVENTINO (cioè colui che tifa innanzitutto contro la Juventus e poi, forse, per la sua squadra del cuore) con il NON JUVENTINO (ovvero colui che tifa innanzitutto per la propria squadra e poi magari esterna un'antipatia più o meno rimarcata nei confronti della Juventus). La differenza tra questi due concetti è tanto semplice quanto drastica: il "non juventino" è (o meglio, dovrebbe essere) la normalità del tifo italiano, l'anti-juventino ne è la degenerazione; anche se io, più che degenerazione, dopo questo striscione e i tanti episodi cui ho assistito in più di vent'anni di tifo per questa squadra, utilizzerei senza problemi il termine CANCRO

9. Quanto scritto prima (parole forti, magari, ma necessarie) porta alla luce uno dei veri problemi che ci sono nel calcio italiano: prima di riformare la giustizia sportiva, di cambiare i vertici della politica pallonara, di fare la legge sugli stadi e di costruire nuovi impianti, c'è da riformare la CULTURA DEL TIFO. E questo passo, purtroppo, è tanto basilare quanto difficile (e temo, ahimè, impossibile) da realizzare...

10. Sia ben chiaro, da ultimo, che le considerazioni precedenti non intendono in alcun modo far passare il messaggio che la tifoseria juventina è un covo di santi, puri e casti: di episodi beceri, purtroppo, anche la nostra tifoseria ne ha accumulati in un passato neanche troppo lontano nel tempo. Basti pensare ai cori contro Balotelli (calciatore che non stimo, ma nei confronti del quale non mi sognerei mai di attuare alcuna discriminazione razziale) o ai cori contro Napoli (e lo dico con la morte nel cuore, visto che ho la fortuna di avere alcuni cari amici napoletani e visto che ho avuto l'onore di visitare la città per due volte rimanendone estasiato). Lo dico soprattutto a beneficio di chi in passato mi ha rinfacciato di fare la morale solo alle altre tifoserie e di sostenere che gli juventini sono tutti buoni e bravi...

domenica 10 marzo 2013

Juventus-Catania: qualche considerazione


Con un guizzo di Emanuele Giaccherini al 91' la Juventus batte il Catania 1-0 e porta a 9 i punti di vantaggio sul Napoli, sconfitto per 2-0 a Verona contro il Chievo; una vittoria fondamentale, ma sulla quale è opportuno fare alcune considerazioni

1. Per quanto importante e sofferta sia stata la vittoria bianconera contro i siciliani, bisogna comunque sottolineare la non brillantissima prestazione della squadra di Conte contro un Catania presentatosi allo Juventus Stadium esclusivamente per preservare il pareggio (scelta comprensibile, specie in ragione delle assenze di Bergessio infortunato e di Legrottaglie squalificato). Regge poco l'alibi delle occasioni mancate per sfortuna (il palo di Vucinic) o per imprecisione (la conclusione larga di Marchisio a due passi da Andujar): dal punto di vista corale la Juventus ha espresso un gioco al di sotto della sufficienza

2. Forse per la prima volta da quando Antonio Conte siede sulla panchina bianconera, è mancato quasi completamente l'apporto delle due fasce laterali: nè Lichtsteiner a destra nè Asamoah a sinistra hanno fornito una prestazione nettamente insufficiente; colpisce, in particolare, il rendimento del ghanese, che ancora non ha smaltito le tossine dell'impegno in Coppa d'Africa. Caro Asa, la Coppa d'Africa è finita da un mese e stiamo per entrare nella "fase calda" della stagione (finale di campionato con uno scudetto da rivincere e quarti di finale di Champions League); cerca di tornare in forma, anche perchè il Peluso degli ultimi tempi è apparso qualcosa di più di una riserva...

3. La coppia Giovinco-Vucinic, scelta da Conte come coppia d'attacco titolare dopo che in Champions era toccato a Quagliarella e Matri, ha dimostrato ancora una volta il suo grande limite: se il montenegrino e la "formica atomica" sono sempre encomiabili per la corsa e per i varchi aperti per gli inserimenti dei compagni (Marchisio in particolare), il dazio che pagano è quello di una scarsa incisività in fase di finalizzazione; a parziale difesa, va comunque detto che Vucinic un paio di occasioni le ha avute, ma dal miglior attaccante della squadra Campione d'Italia, prima in classifica e qualificata ai quarti di Champions League è lecito aspettarsi decisamente di più in fase di finalizzazione. Posto che le scelte di Conte vanno rispettate sempre e comunque e che nessuno (o almeno nessuno dotato di una dose sufficiente di buon senso) intende metterle in discussione, è proprio azzardato ritenere che Vucinic e Giovinco siano, in certi casi particolari, due doppioni e che un attaccante maggiormente incisivo in certi casi ci starebbe bene?

4. Solo due parole: PAUL POGBA. Un giocatore arrivato dal Manchester United (e scusate se è poco) a costo zero che si sta rivelando un formidabile giocatore in prospettiva. Contro il Catania gioca una partita di splendida intensità, sfiora per due volte il gol con due bellissimi tiri dalla distanza (in un caso bravo Andujar in tuffo, nell'altro la palla non si è sufficientemente abbassata) e propizia il gol decisivo con uno splendido aggancio al volo. Opinione personale: non mi meraviglierei se nel 2014 venisse lasciato partire Vidal per lanciare titolare il giovane francese; ma questa è un'opinione del tutto personale...

5. Si dice spesso che la fortuna aiuta gli audaci: considerato che il gol di Giaccherini è arrivato al 91', su un cross deviato e respinto male dal portiere e grazie ad una conclusione non pulitissima (non è che Giak abbia colpito benissimo il pallone...), questo proverbio resta attuale. Ma, dico io, non è anche grazie alla fortuna che si vincono le partite e le competizioni?

Come sempre, archiviate le impressioni relative a quanto visto in campo, passiamo adesso a quelle riguardanti il contorno...

6. Vivendo in casa con altri ragazzi di varie fedi calcistiche, quest'oggi ho assistito allo psico-dramma di alcuni di loro: con la gara ormai indirizzata verso lo 0-0 si sono lasciati andare a sfottò di vario genere, ma quando Giaccherini ha segnato il gol-partita sembrava stessero assistendo ad una cerimonia funebre. Nelle facce di questi ragazzi (molti dei quali sono anche amici) ho rivisto altre facce: quelle degli anti-juventini di tutta Italia; compresi quelli che in un passato abbastanza recente mi hanno rifilato divertenti epiteti come "veggente", "maestro di vita", "paraculo", "arrogante", "con un'arroganza pari a quella dei nostri politici" (giuro che davvero non ne sarei mai capace di avere una tale arroganza, nemmeno se mi impegnassi con tutto me stesso...), "tifosetto di borgata" o che mi accusano periodicamente di razzismo nei confronti della città di Napoli. In attesa dei prossimi simpatici appellativi, non li disturbo e li lascio volentieri rosicare in pace

7. Sento tante, decisamente troppe, persone che parlano del gol di Giaccherini come del gol-scudetto. Lo vedremo fra un paio di mesi se sarà così, ma dirlo a 10 giornate dalla fine mi pare quantomeno un'avventatezza (o un modo per gufare in maniera più elegante, dipende dal punto di vista di chi lo dice); il fatto, poi, che a parlare di "scudetto ipotecato" siano anche tanti juventini mi lascia ancor più basito, visto che è tutta gente abbastanza grandicella che Perugia dovrebbe ricordarsela bene. Lo ripeto da un paio di post e lo ripeterò fino allo sfinimento sia qui che in radio: guai a vendere la pelle dell'orso prima di averlo fatto fuori!

8. Dopo il secondo gol del Chievo, nella curva juventina è comparso uno striscione che recitava "A.A.A. Ultras Napoli cercasi". Che una parte della tifoseria bianconera stia iniziando a capire che questo è il modo di vivere una rivalità calcistica (per quanto accesa essa possa essere)? Non lo so, visto che non sono un "veggente" (per parafrasare qualcuno di cui sopra...), però intanto registro questo episodio con grande soddisfazione; soddisfazione che è maggiore se si considera che di questo striscione ho riso insieme ad un caro amico napoletano di origine e di fede calcistica...

9. Questo punto non riguarda direttamente la Juve, però alla lontana ci si ricollega: oggi Amauri ha siglato una tripletta nel 4-1 in rimonta con cui il Parma ha strapazzato il Torino (poveri bovini...). Mancano ancora 3 settimane a Pasqua, eppure oggi al "Tardini" si è vista una resurrezione; se poi questa resurrezione ha fatto tornare a casa il Toro con le pive nel sacco, ben venga! Avvertenza: spero che questo post, palesemente ironico, non serva da pretesto a qualcuno per definirmi di nuovo "arrogante" perchè ho osato nominare Amauri...

10. Dopo la partita sono andato sulla bacheca Facebook di un amico catanese e mi sono complimentato sportivamente con lui; in risposta a questo post lui ha commentato facendo la stessa cosa. Il bello del tifo in soli 2 passaggi telematici...

giovedì 7 marzo 2013

Juventus-Celtic: qualche considerazione a mente fredda


Dopo il 3-0 ottenuto all'andata in Scozia, la Juventus ha battuto facilmente per 2-0 il Celtic a Torino e ha staccato il biglietto per i quarti di finale della Champions League; era dai tempi di Capello (stagione 2005/06, l'ultima prima dello tsunami di Calciopoli) che la "Vecchia Signora" non si piazzava tra le migliori otto squadre europee. All'indomani dell'impresa bianconera, ho ritenuto di dover porre l'accento su alcuni aspetti particolari

1. Se è vero, come è vero, che alla base dei risultati delle grandi squadre ci sono le certezze, allora Andrea Barzagli è la certezza per antonomasia di questa Juventus: che giochi centrale destro (suo ruolo abituale quando il centrale è Bonucci) o che giochi terzo di difesa (come avvenuto ieri, quando nel ruolo di centrale ha giocato Marrone e Bonucci è scalato sulla destra), alla fine i palloni che transitano dalle parti di Buffon sono sempre preda sua. Una nuova versione della proprietà commutativa: cambiando la posizione in campo di Barzagli, il risultato non cambia…

2. In una serata in cui la Juventus ha rischiato poco o nulla, Gigi Buffon ha trovato il modo di mettersi in mostra: è accaduto nel primo tempo, quando ha avuto un ottimo riflesso per respingere la conclusione di Commons deviata all’ultimo da Hooper

3. L’azione del secondo gol è stata da cineteca: lancio con il contagiri di Pirlo, taglio dalla destra di Vidal e tocco al volo di quest’ultimo per Quagliarella, a cui è toccato il compito facile facile di spingere il pallone in fondo al sacco. Il gioco offensivo della Juve di Conte riassunto nell’arco di pochi secondi…

4. Nonostante i diverbi con l’allenatore, Fabio Quagliarella ha dimostrato di poter ancora dire la sua nell’attacco bianconero. L’attaccante di Castellammare di Stabia si conferma capocannoniere dei bianconeri al pari di Giovinco (seppur con una media migliore, dato il minutaggio inferiore rispetto alla “formica atomica”) e si rilancia alla grande nella serata in cui Conte gli regala una maglia da titolare; che la scalata nelle gerarchie, interrottasi a novembre dopo la sostituzione di San Siro, sia ripresa?

5. Nella serata in cui Quagliarella risorge, anche Alessandro Matri conferma il suo momento di forma dopo la non esaltante prestazione fornita contro la Roma e dopo le due panchine consecutive contro Siena e Napoli. Caro mister, grande rispetto per le tue scelte e per le tue valutazioni, ma forse stasera si è avuta la prova che non è detto che gli attaccanti titolari debbano essere sempre e solo Giovinco e Vucinic

6. Nota di merito anche per la prestazione fornita da Luca Marrone, impiegato per la prima volta in Europa nel ruolo di difensore centrale. Posto che Hooper e Samaras non sono certo Messi e Cristiano Ronaldo, va comunque apprezzata la personalità dimostrata da un giocatore che ha giocato oggi la prima partita europea della sua carriera

7. Qualche numero messo lì: nelle prime tre partite la Juventus aveva ottenuto in Europa tre pareggi per 1-1; dal 7 novembre (giorno dello scialbo 1-1 ottenuto a Copenaghen contro il Nordsjaelland) la Juventus ha inanellato un filotto di 5 vittorie consecutive, con 13 gol segnati e nessuno subìto; solo il Borussia Dortmund (arrivato primo davanti al Real Madrid nella prima fase) tiene testa a questi numeri. Numeri per spiegare i quali la tesi secondo cui “gli avversari erano scarsi” è poca cosa, ma davvero poca cosa...

Quest’ultimo punto permette di passare, come sempre, dal discorso relativo al campo a quello (decisamente più “pepato”) relativo alle vicende riguardanti l’extra-campo 

8. Conte e Pirlo (due persone che i palcoscenici europei li conoscono, e bene anche) hanno ribadito in questi giorni come sarebbe stato un errore imperdonabile scendere in campo con la convinzione di aver chiuso i giochi nella gara d’andata. Io ho sposato questa tesi e mi è toccato dover vedere i risolini di coloro che tutto sanno e tutto capiscono (in una parola anti-juventini): peccato che tra questi pozzi di scienza ci fossero quelli che un anno fa, negli ottavi di finale di Champions, credevano di aver passato il turno dopo la partita d’andata; alcuni hanno visto la propria squadra passare il turno dopo aver rischiato seriamente la rimonta (i milanisti), altri hanno visto la propria squadra eliminata malamente (i napoletani). Se c’è una cosa che la storia delle competizioni europee dovrebbe aver insegnato è che vendere la pelle dell’orso prima di averlo fatto fuori è sinonimo di suicidio

9. Prima di questa partita il mister scozzese Lennon e il suo assistente Mjallby sono tornati sulle famose scorrettezze compiute dai calciatori juventini nella gara d’andata e sul ricorso presentato all’UEFA. Questo doppio confronto ha rappresentato la miglior risposta a questi argomenti, degni di una certa città italiana del Nord che faceva parte del famoso “triangolo industriale” e che non era né Torino né Genova…

10. Dopo sette anni la Juventus torna tra le prime otto squadre d’Europa. Fermo restando che ci sono organici tecnicamente superiori (Bayern e Real Madrid, tanto per fare qualche nome), questa squadra ha dimostrato in questi mesi di essere in grado di potersela giocare a viso aperto con chiunque; e, sia chiaro, ho scritto “giocare a viso aperto” e non “battere ad occhi chiusi”. Lo dico a beneficio di quanti continuano a dire che gli juventini sono sicuri di poter vincere la Champions: per la cronaca, trattasi sempre di coloro che tutto sanno e tutto capiscono…

11. Venerdì prossimo a Nyon ci sarà il sorteggio per quarti di finale e semifinali. Personalmente mi auguro che alla squadra di Conte capiti un avversario blasonato: in primo luogo si tratterebbe della definitiva prova di maturità per questo gruppo; in secondo luogo, se disgraziatamente le cose non dovessero andare per il verso giusto, uscire contro un Barcellona o un Real Madrid o un Bayern Monaco sarebbe sicuramente meno frustrante rispetto ad un’eliminazione giunta contro un avversario meno quotato

12. Un anno e mezzo fa ho avuto un vivace scontro via Facebook con uno che tutto sa e tutto capisce (segnatamente un tifoso della squadra più onesta del mondo): oggetto del contendere era la partecipazione della Juventus alla Champions League di quest'anno e ad un certo punto mi è stato scritto "minchia, che sei convinto...lo spero per te, altrimenti ci rimarrai malissimo". Non c'è soddisfazione maggiore che vedere la faccia di questa persona e pensare a quello che mi aveva scritto allora...

13. Non succede, ma se succede…

lunedì 4 marzo 2013

Altro che arbitri: ormai in Italia servirebbero degli automi...

Nel mio ultimo articolo ho espresso alcune mie considerazioni su Napoli-Juventus tenendo presenti alcuni aspetti: innanzitutto quello tecnico-tattico, per poi arrivare inevitabilmente ad analizzare gli aspetti arbitrali e mediatici. Tuttavia sono proprio gli aspetti arbitrali quelli su cui ritengo che, a tre giorni dalla partita del San Paolo, vada posta una riflessione.

Innanzitutto devo dire che per una volta mi sono trovato d'accordo con una campagna del "Corriere dello Sport": considerato l'operato di Rizzoli durante Milan-Lazio, probabilmente è un bene che il fischietto bolognese non abbia diretto la gara di Fuorigrotta. Provate, infatti, soltanto ad immaginare cosa sarebbe accaduto se un calciatore di Napoli o Juventus fosse stato espulso nella maniera ridicola in cui è stato cacciato il laziale Candreva o, peggio ancora, se fosse stato negato al Napoli un rigore come quello negato al Milan nel primo tempo. Non dico il linciaggio, ma con ogni probabilità la "sestina" arbitrale avrebbe dovuto lasciare lo stadio accompagnata da poliziotti in assetto anti-sommossa; e questo non perchè a Napoli succedano cose peggiori rispetto a quelle che purtroppo accadono nella maggior parte degli stadi italiani, ma perchè la rivalità accesa tra le tifoserie e il clima infuocato creatosi intorno ad una sfida così importante avrebbero sicuramente generato uno scenario come quello ipotizzato nelle righe precedenti.

Probabilmente per dirigere partite come Napoli-Juventus o, ad esempio, Roma-Juventus (in riferimento a quella partita, fate un ulteriore sforzo immaginifico e provate ad immaginare cosa sarebbe accaduto se il signor Rocchi avesse davvero espulso Totti e De Rossi...) non bastano più gli screditati arbitri che ci sono in questo momento in Italia: ci vorrebbero degli automi in grado di prendere le decisioni perfette.

Poichè, d'altra parte, l'epoca rappresentata dal film "Io, Robot" interpretato da Will Smith è ancora ben lontana dal venire, ci sarebbe bisogno di un tifo meno esasperato e di una stampa sportiva che cominciasse a soffiare meno su certi fuochi; anche in questo caso se non sono utopia, poco ci manca...

sabato 2 marzo 2013

Napoli-Juventus: le impressioni del giorno dopo



Il big match del San Paolo tra Napoli e Juventus si è concluso sul punteggio di 1-1, grazie ai gol siglati nel primo tempo da Chiellini per i bianconeri e da Inler per gli azzurri. Poichè le cronache della partita si sono sprecate nelle scorse ore, è bene fare alcune riflessioni "a bocce ferme" sulla partita di ieri

1. La Juve ha giocato uno splendido primo tempo, palesando tuttavia il suo problema storico: non riuscire a chiudere le partite. Se, infatti, Vucinic sull’1-0 non avesse calciato addosso a De Sanctis dopo essere stato splendidamente servito da Vidal, il punteggio sarebbe stato di 2-0 e a quel punto si sarebbe commentata tutt’altra partita

2. Il mancato colpo del KO della Juventus ha portato al pareggio del Napoli (anche se bisogna dire che se la conclusione di Inler non ci fosse stata la deviazione sfortunata di Bonucci, probabilmente Buffon ci sarebbe arrivato) e nella ripresa sono stati i partenopei a rendersi più pericolosi; le occasioni più clamorose sono state il tiro velenoso di Hamsik che Buffon ha visto partire solo all’ultimo e il clamoroso errore di Dzemaili a porta vuota (su Twitter, a tal proposito, ho scritto che “Sull’errore di Vucinic sono partite le bestemmie, su quello di Dzemaili stavano per partire le coronarie!”). Riprendendo quanto detto al primo punto, tutto sommato sul piano delle occasioni e del gioco prodotto il pareggio ci può stare

3. Sebbene il risultato non abbia permesso alla Juventus di allungare a +9, è chiaro che tra Mazzarri e Conte chi sorride per il punteggio finale del match del San Paolo è decisamente il secondo: mantenere invariata la distanza sulla seconda e avere la certezza degli scontri diretti a favore in caso di arrivo a pari punti è una condizione ottima. Occhio, però, a non sentirsi campioni prima del tempo: alla fine del campionato mancano ancora 11 giornate, la Champions si appresta ad entrare nella fase più calda e Perugia è un ricordo che deve sempre essere vivo nella memoria di tutti noi; vendere la pelle dell’orso prima di averlo fatto fuori sarebbe un errore imperdonabile, ma sono certo che il primo ad esserne consapevole è proprio Antonio Conte

4. Giovinco e Vucinic hanno dimostrato, ancora una volta, di essere una coppia tanto apprezzabile sul piano del “lavoro sporco” (hanno corso entrambi parecchio, va detto) quanto inconcludente sul piano della finalizzazione: d’altro canto quando fai giocare insieme due seconde punte il risultato non può che essere questo

5. Conte ha confermato la sua abitudine a cambiare tardi: probabilmente l’inserimento anticipato di un centrocampista fresco come Pogba in una serata in cui Vidal e, soprattutto, Marchisio sono apparsi fuori fase non sarebbe stato propriamente un azzardo; così come, anziché far entrare Padoin a tempo praticamente scaduto, magari si sarebbe potuto inserire prima un giocatore veloce e abile negli spazi come Giaccherini

6. La scelta di Peluso in luogo di Asamoah si è rivelata azzeccata: in primo luogo perchè Asamoah deve ancora smaltire le scorie dell'impegno in Coppa d'Africa, in secondo luogo perchè da quella parte era necessario contenere le discese di Maggio (che pure non era al top, visti i recenti guai fisici che lo hanno perseguitato); per quanto riguarda la prestazione di Peluso, ieri è arrivata l'ennesima conferma che l'ex mancino dell'Atalanta rende meglio come esterno puro che come terzo di difesa (ruolo che avrebbe occupato se Chiellini non ce l'avesse fatta)

Dopo le impressioni su quanto accaduto in campo, passiamo ora alle impressioni su quanto avvenuto fuori, o comunque “intorno” al campo stesso; so già che su questo punto rischio punte di impopolarità piuttosto elevate, se non addirittura qualche “simpatico” epiteto (come quello di “tifosetto da borgata” affibbiatomi dopo Roma-Juventus da chi di calcio ne capisce parecchio…)

7. La gomitata di Cavani era da cartellino rosso, così come la tirata di capelli di Chiellini sullo stesso attaccante del Napoli. Qualcuno ricorderà che in uno Juventus-Torino del 2008 fu espulso Nedved per aver tirato i capelli al granata Comotto e che, nell’ultima finale di Coppa Italia proprio tra Juventus e Napoli, Quagliarella fu espulso per aver rifilato una gomitata in pieno volto ad Aronica. A livello di regolamento, dunque, Orsato ha commesso un errore per parte

8. Detto delle valutazioni di Orsato, è bene aprire una parentesi su come i media abbiano affrontato la questione arbitrale

  • La “Gazzetta”, sul proprio sito online, ha dedicato un’intera fotogallery al “duello rusticano” tra Cavani e Chiellini; peccato che il quotidiano rosa (e non solo) abbia omesso, tra tutte le immagini, di inserire quella dello scambio di magliette a fine partita tra i due “contendenti”
  • Sky e Mediaset Premium, invece, sono state tetragone nel cercare di trovare una giustificazione al gesto di Chiellini. Tra le due televisioni si è superata la prima, nella quale Ilaria D’Amico si è lanciata in un’avventata dissertazione secondo cui “un giocatore di fama internazionale come Chiellini non può permettersi di tirare i capelli all’avversario: un discorso che non farebbe una grinza, se solo si proseguisse dicendo che anche Cavani (che certo non è uno sbarbatello di passaggio) non può permettersi di rifilare per tutta risposta una gomitata in faccia all’avversario
  • Nessuno, nello spaccare il capello in quattro analizzando la tirata di capelli a Chiellini, si è soffermato su un particolare: prima che Chiellini tiri i capelli a Cavani, lo stesso gli rifila una ginocchiata. Il che, sia chiaro (vedi mai che chi di calcio ne capisce parecchio fraintenda…), non giustifica né la tirata di capelli di Chiellini a Cavani né la successiva gomitata di Cavani a Chiellini 
9. Mazzarri si conferma maestro del sempre più diffuso sport del “mirror climbing”, ovvero dell’arrampicata libera sugli specchi: reclamare due rigori (probabilmente poteva starcene uno) quando agli avversari ne manca uno (fallo su Lichtsteiner) nel primo tempo è impresa non da tutti. Specie se poi chi fa un’esternazione del genere aveva giurato, dopo Pechino (dove la Juve ha rubato, ma il Napoli avrebbe dovuto finire la partita in sette), di non parlare più di arbitri...

10. Complimenti a quei soggetti non meglio definibili che si sono permessi di accogliere a sassate il pullman della squadra (un vetro sfondato, tanto per essere chiari) e di lanciare contro lo stesso delle uova, di fare trambusto sotto l’albergo dove alloggiava la Juventus e complimenti, infine, a quel gran signore che ha esposto il solito osceno striscione “-39”. Gesti del genere non fanno altro che gettare fango anche sui quei tifosi napoletani (e ce ne sono, sono tanti e ho la fortuna di conoscerne qualcuno, checché ne pensi la maggior parte dei tifosi italiani!) che vivono unicamente per la loro squadra

11. A livello di polemiche mediatiche precedenti la partita, ho notato con piacere che questa è stata la vigilia di Napoli-Juventus più tranquilla degli ultimi anni (eccezion fatta per le sparate del “Corriere dello Sport” prima delle designazioni arbitrali, ma ormai ci abbiamo fatto un po’ tutti il callo…): un buon segno in vista del futuro? Chissà, intanto godiamocelo!

Detto tutto questo, adesso rimane da affrontare la gara di ritorno contro il Celtic mercoledì. Il 3-0 conquistato in Scozia dà buoni margini di tranquillità ma, come detto prima, pensare di aver già passato il turno rischierebbe di trasformarsi nel più clamoroso degli autogol...