domenica 31 maggio 2015

DIARIO DI BORDO/56 - Verona-Juventus 2-2 (Serie A, 38a giornata)


IL TABELLINO
VERONA-JUVENTUS 2-2 (primo tempo 0-1)
MARCATORI: Pereyra (J) al 42'pt, Toni (V) al 3'st, Llorente (J) al 12' st, J. Gomez (V) al 48'st
VERONA (4-3-3): Rafael; Sala, Marquez, Moras, Agostini; Greco (14'st Obbadi), Tachtsidis (40'st Saviola), Halfredsson; Jankovic (29'st Valoti), Toni, J. Gomez. Allenatore: Mandorlini
JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon; Padoin, Bonucci, Ogbonna, Evra (13'st Lichtsteiner); Pogba, Pirlo, Marchisio (1'st Sturaro); Pereyra (33'st Pepe); Tevez, Llorente. Allenatore: Allegri
ARBITRO: Di Bello di Brindisi
NOTE: al 43'st Tevez (J) ha fallito un calcio di rigore; al 47'st espulso Pepe (J) per gioco scorretto

LA PARTITA
Primo tempo
  • 5' - Gomez riesce a far passare il pallone e a servire Toni, ma Buffon copre bene la propria porta in uscita bassa
  • 9' - Tevez calcia dal limite, ma senza creare problemi a Rafael
  • 23' - Assist aereo di Tevez per Marchisio, che al volo calcia sopra la traversa
  • 29' - Agostini prova ad approfittare di un rimpallo nell'area juventina, ma calcia abbondantemente alto
  • 34' - Llorente calcia al volo su assist di Marchisio, ma il pallone si stampa sulla traversa a Rafael battuto
  • 39' - Toni conquista un pallone al limite e lo gira verso la porta, ma la conclusione è centrale e Buffon blocca senza problemi
  • 40' - Pereyra mette al centro per Llorente, che non riesce ad arrivare sul pallone
  • 42' - GOL DELLA JUVENTUS! Pereyra calcia da posizione defilata sulla sinistra e spedisce il pallone nel sette alla sinistra di un Rafael impietrito
  • 45' - Grande slalom di Tevez, fermato da Marquez in scivolata un attimo prima di calciare in porta
Secondo tempo
  • 3' - GOL DEL VERONA! Halfredsson apre per Toni, che fredda Buffon con un sinistro preciso
  • 9' - Cross di Sala per Toni, la cui conclusione al volo manca il bersaglio per un soffio
  • 12' - GOL DELLA JUVENTUS! Lancio di Pirlo per Padoin, che mette al centro per Llorente, sul cui piattone ravvicinato nulla può Rafael
  • 19' - Il Verona segna con Gomez, ma l'azione viene annullata dall'arbitro per un fallo di mano commesso dall'attaccante argentino
  • 27' - Halfredsson calcia a giro con il sinistro, ma Buffon blocca in due tempi
  • 30' - Toni serve Halfredsson, ma l'islandese viene fermato in maniera efficace da Bonucci appena prima di calciare verso la porta di Buffon
  • 34' - Gran destro di Tevez con palla a lato di poco
  • 43' - Calcio di rigore concesso alla Juventus per fallo di Marquez ai danni di Llorente: sul dischetto si presenta Tevez, ma Rafael intuisce e respinge
  • 44' - Cross di Sala e rovesciata di Toni, che manca il bersaglio per un soffio
  • 47' - Espulso Pepe, autore di una brutta entrata da dietro ai danni di Valoti
  • 48' - GOL DEL VERONA! Sulla successiva punizione è Juanito Gomez a battere Buffon di testa
DA VERONA A VERONA: IL CAMPIONATO DELLA JUVENTUS FINISCE LADDOVE ERA INIZIATO
Verona, 30 agosto 2014: la Juventus esordisce in campionato contro il Chievo battendolo per 1-0 grazie ad un'autorete di Biraghi. Verona, 30 maggio 2015: la Juventus, aritmeticamente campione d'Italia da diverse giornate, chiude il proprio campionato sfidando l'Hellas e pareggiando per 2-2. A distanza di sette mesi esatti il cammino della Juventus in campionato è finito laddove era iniziato; e poco importa se il risultato finale della partita non è stato lo stesso...

GIUSTO FAR GIOCARE MOLTI TITOLARI IN VISTA DI BERLINO
Nonostante in palio non ci fosse nulla, Allegri ha comunque deciso di schierare dal primo minuto sette undicesimi della formazione titolare che sabato prossimo giocherà a Berlino: trattasi di Buffon, Bonucci, Evra (che nella ripresa avrebbe lasciato il posto ad un altro titolare, ossia Lichtsteiner), Pogba, Pirlo, Marchisio e Tevez; scelta giusta, finalizzata a dare minutaggio a chi ne ha bisogno in questo momento (Pogba, ancora non al meglio dopo l'infortunio che l'ha tenuto lontano dal campo per due mesi) e per tenere sulla corda i giocatori in questione; viceversa, hanno osservato un riposo totale ed assoluto Chiellini, Vidal e Morata

BONUCCI: PRIMA LA PAURA, POI UNA GRANDE PRESTAZIONE
Quando Leonardo Bonucci, in seguito ad uno scontro aereo con Juanito Gomez, è rimasto a terra dolorante tenendosi la caviglia un brivido è corso lungo la schiena di Allegri e di tanti tifosi juventini: perdere un centrale difensivo in vista di Berlino, tenendo conto anche dei problemi ultimamente accusati da Barzagli, sarebbe stata una tegola non da poco. Meno male che dopo pochi minuti Bonucci si è completamente ristabilito ed è tornato al proprio posto fornendo un'ottima prestazione; un segnale incoraggiante, tenuto conto che sabato prossimo di fronte non ci saranno gli attaccanti del già salvo Verona, bensì tre fenomeni che rispondono ai nomi di Lionel Messi, Luìs Suarez e Neymar,,,

POGBA A SCARTAMENTO (ULTRA)RIDOTTO
Negativa la prestazione di Paul Pogba. D'accordo, in questa fase il francese ha bisogno esclusivamente di minutaggio dopo il lungo stop e certamente il test di ieri non era impegnativo, però sarà bene che sabato prossimo scenda in campo con tutt'altro passo e, soprattutto, tutt'altra testa...

PEREYRA-VERONA: UN CONTO APERTO
Molti calciatori hanno la propria "vittima designata", ossia una squadra contro la quale segnano con una frequenza maggiore rispetto al solito: in passato è stato il caso di Julio Ricardo Cruz con la Juventus e, in tempi più recenti, di Mauro Icardi con la stessa Juventus, di Domenico Berardi con il Milan e di Paul Pogba contro il Napoli, ma a tutti questi casi va aggiunto quello di Roberto Pereyra, che in questa stagione ha giocato per tre volte contro il Verona (due in campionato e uno in Coppa Italia) segnando altrettante reti. L'ultimo gol, quello segnato ieri pomeriggio, è stato di gran lunga il più bello dal punto di vista balistico

IL REDIVIVO LLORENTE
Non segnava dalla partita casalinga contro la Fiorentina, ma ieri Fernando Llorente (preferito a Morata come spalla di Tevez) è tornato al gol segnando il gol del provvisorio 2-1 per la Juventus. Resta da capire se sarà l'ultimo, visto che da più parti il centravanti navarro è indicato come sicuro partente nella prossima finestra di calciomercato, ma per tirare le somme in maniera definitiva sarà il caso di aspettare che venga disputata l'ultima partita stagionale...

COME L'ANNO SCORSO: PRIMA TONI, POI JUANITO GOMEZ ALLO SCADERE
Anche l'anno scorso la sfida tra Verona e Juventus in casa degli scaligeri si era conclusa con un pareggio per 2-2, firmato da una doppietta di Carlos Tevez per i bianconeri e dai gol di Luca Toni e Juanito Gomez per i padroni di casa. Ieri sono cambiati i nomi dei marcatori bianconeri (Roberto Pereyra e Fernando Llorente) e la successione dei gol, ma il punteggio e i marcatori veronesi sono stati identici, oltre al fatto che anche quest'anno Gomez ha segnato a tempo praticamente scaduto. Per la serie "corsi e ricorsi storici"...

BILANCIO TOTALE: JUVENTUS-VERONA 12-2
Come detto, quest'anno Verona e Juventus si sono affrontati due volte in campionato e una in Coppa Italia: il risultato complessivo è di 12-2 in favore dei bianconeri, viste le loro vittorie per 6-1 negli ottavi di finale di Coppa Italia e per 4-0 nel match d'andata in campionato (le due partite, qualcuno lo ricorderà, furono giocate a pochi giorni di distanza l'uno dall'altro) e il pareggio maturato ieri pomeriggio in terra veronese

TRA I DUE LITIGANTI (TEVEZ E TONI) IL TERZO (ICARDI) GODE?
L'unico motivo di interesse suscitato dalla partita di ieri era rappresentato dalla sfida tra Luca Toni e Carlos Tevez per il titolo di capocannoniere e a spuntarla è stato il capitano del Verona, portatosi a 22 con la rete del provvisorio 1-1, mentre l'argentino è rimasto fermo a quota 20 e nel finale si è fatto anche parare un calcio di rigore da Rafael. Resta da vedere cosa combinerà stasera Mauro Icardi (anch'egli fermo a quota 20 insieme al connazionale Tevez), impegnato stasera con la sua Inter contro il già salvo Empoli

A BERLINO PER TENTARE LA GRANDE IMPRESA (A DISPETTO DI ANTI-JUVENTINI E DI JUVENTINI BASTIAN CONTRARI VARI ED EVENTUALI)
A questo punto l'attenzione può essere interamente rivolta a sabato prossimo, quando la Juventus sfiderà il Barcellona nella finale di Champions League a Berlino: l'impresa cui saranno chiamati Allegri e i suoi calciatori sarà titanica, visto che i blaugrana sono uno squadrone (e la vittoria di ieri in Coppa del Re ne è l'ulteriore conferma), ma la storia insegna che in una partita secca può accadere di tutto e la Juventus lo sa bene, visto che nel 1983 e nel 1997 ha perso due finali europee in cui era largamente favorita rispetto alle avversarie. L'impresa potrebbe rendere perfetta una stagione fin qui fantastica, ma soprattutto rappresenterebbe la miglior risposta ai tanti detrattori che questa squadra ha avuto durante tutti questi mesi: da una parte gli anti-juventini, che in estate davano per certa l'implosione della Juventus dopo il traumatico addio di Antonio Conte e il suo avvicendamento con Massimiliano Allegri; dall'altra ci sono quegli juventini (o presunti, molto presunti, tali) che da quel fatidico 15 luglio hanno vestito i panni dei bastian contrari di professione sparando costantemente a zero su una squadra che andrebbe solo applaudita per quanto è riuscita a fare in questa stagione. Aveva ragione chi, a suo tempo, coniò quel detto che recita "dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io"...

DIETROFRONT GIALLOROSSO
E intanto pare che in quel di Trigoria qualcuno si sia convinto del fatto che la squadra di Garcia non ha vinto il campionato unicamente perchè davanti aveva una squadra confermatasi come la più forte per il quarto anno consecutivo: sono di questi ultimi giorni, infatti, le dichiarazioni con cui Francesco Totti e lo stesso Rudi Garcia hanno riconosciuto l'onore delle armi alla Juventus (il tecnico francese, a dire il vero, l'ha fatto parlando di "Roma prima nel campionato a 19 squadre" perchè la Juventus sarebbe "fuori concorso" Trattasi, per la cronaca, degli stessi che tempo fa hanno parlato di "Juventus che dovrebbe fare un campionato a parte", di "distacchi alterati da tre punti conquistati sappiamo tutti come" e di "Roma sicura vincitrice dello scudetto", con il supporto di qualche quotidiano che ha titolato "CAMPIONATO FALSATO" a tutta pagina. Quanto sia spontaneo questo dietrofront è ancora da capire (e più di un dubbio, ad onor del vero, resta!), ma intanto è bene prenderne atto...

MILAN: LA CONFUSIONE DOPO IL CAOS?
Nelle ultime settimane si sono susseguite le voci intorno al futuro societario e tecnico del Milan: prima le voci su possibili compratori pronti a rilevare la società di Berlusconi (da Mr. Bee a Mr. Lee), poi il tourbillon di nomi di possibili eredi dell'attuale tecnico Pippo Inzaghi con una rosa che è andata da Unai Emery del Siviglia a Sinisa Mihajlovic (ad oggi principale candidato per sostituire Rafa Benitez sulla panchina del Napoli), passando per Luciano Spalletti e Antonio Conte e arrivando all'ipotesi del ritorno di Carlo Ancelotti e a quella di una possibile promozione in prima squadra di Christian Brocchi (attuale tecnico della Primavera, fino all'anno scorso guidata proprio da Inzaghi) con Marcello Lippi nel ruolo di direttore tecnico e infine la dichiarazione rilasciata ieri da Silvio Berlusconi, che ha dichiarato che il prossimo Milan avrà Carlo Ancelotti in panchina e Zlatan Ibrahimovic in campo. Viene da pensare che nei prossimi giorni e nelle prossime settimane il futuro su entrambi i fronti sarà più chiaro per due ragioni:
  1. è vero che a luglio iniziano ritiro e calciomercato, ma è altrettanto vero che giugno è il mese in cui si iniziano a pianificare le strategie per preparare al meglio la stagione successiva;
  2. la campagna elettorale per le elezioni regionali è alle spalle, dunque i proclami e la propaganda possono lasciare tranquillamente il posto alla realtà...
TORINO: DOPO IL DERBY...IL NULLA!
Ogni tanto mi capita di dire o di scrivere che certe squadre e le loro tifoserie sono talmente accecate dall'anti-juventinità da mettere una vittoria contro gli odiati "gobbi" davanti agli obiettivi delle rispettive squadre e, puntualmente, qualcuno mi dice che esagero e che sono il solito juventino furioso con il resto del mondo. In passato ho citato l'esempio di un mio conoscente molto stretto, di fede milanista, che una volta disse di aver "goduto più per la retrocessione in B della Juventus nel 2006 che per tutte le Coppe dei Campioni vinte dal Milan", ma le cronache recenti hanno portato alla ribalta un esempio ben più famoso: il Torino. Il 26 aprile i granata, in piena corsa per un posto in Europa League, hanno vinto un derby dopo vent'anni e l'entusiasmo scatenatosi tra giocatori e pubblico è stato assai simile a quello di una squadra che ha appena vinto la Champions League o il Mondiale, ma da quel momento in poi la formazione allenata da Ventura ha progressivamente perso il contatto con tale obiettivo vincendo una sola partita contro il già salvo Chievo, pareggiandone un'altra a Palermo e perdendo le restanti tre (in casa contro l'Empoli grazie all'errore fantozziano di Padelli, contro il Genoa addirittura per 5-1 e domenica scorsa a San Siro contro il derelitto Milan di Inzaghi): tutto ciò mi fa pensare che io sarò anche furioso con il resto del mondo, ma forse la mia tesi iniziale non era del tutto campata in aria. Voi che dite?

IL TRENTENNALE DELLA TRAGEDIA DELL'HEYSEL E...LA SETTIMANA DEI PROFESSORI!
Quella che abbiamo alle spalle è stata la settimana del ricordo della tragedia dell'Heysel, della quale quest'anno ricorre il trentesimo anniversario. In questa settimana mi è accaduta una cosa strana, ossia che qualche professore alquanto improbabile mi ha chiamato a rispondere degli insulti rivolti da alcuni imbecilli ai morti di Superga, della decisione presa dall'UEFA di far comunque giocare la finale di Coppa dei Campioni del 1985, del rigore inesistente che ha deciso quella finale e dei festeggiamenti da parte dei giocatori juventini dopo l'1-0 inflitto al Liverpool. Evidentemente quella di chiedermi unicamente rispondere di ciò che ho sempre pensato e scritto a proposito di quella drammatica vicenda era un'idea troppo astrusa perchè talune menti illuminate potessero averla...

21 ANNI SENZA AGO
E intanto sabato è ricorso il ventunesimo anniversario della morte del grande Agostino Di Bartolomei, indimenticabile capitano della Roma di Liedholm morto suicida il 30 maggio 1994 a dieci anni esatti dalla finale di Coppa dei Campioni persa in casa dai giallorossi contro il Liverpool ai rigori. Credo che qualunque amante del calcio, a prescindere dalla squadra per cui fa il tifo, dovrebbe rendere omaggio ad un vero uomo di sport a 64 carati e ad un leader indiscusso che questo nostro calcio ha isolato in maniera scellerata spingendolo al gesto estremo compiuto 21 anni fa. E non credo sia fuori luogo dire che di gente come Agostino Di Bartolomei e Gaetano Scirea (che il 25 maggio avrebbe compiuto 62 anni) questo nostro calcio avrebbe oggi un disperato bisogno...

venerdì 29 maggio 2015

29/05/1985


Rocco Acerra - Bruno Balli - Alfons Bos - Giancarlo Bruschera - Andrea Casula - Giovanni Casula - Nino Cerullo - Willy Chielens - Giuseppina Conti - Dirk Daeneckx - Dionisio Fabbro - Jacques François - Eugenio Gagliano - Francesco Galli - Giancarlo Gonelli - Alberto Guarini - Giovacchino Landini - Roberto Lorentini - Barbara Lusci - Franco Martelli - Loris Messore - Gianni Mastroiaco - Sergio Mazzino - Luciano Rocco Papaluca - Luigi Pidone - Benito Pistolato - Patrick Radcliffe - Domenico Ragazzi - Antonio Ragnanese - Claude Robert - Mario Ronchi - Domenico Russo - Tarcisio Salvi - Gianfranco Sarto - Amedeo Giuseppe Spolaore - Mario Spanu - Tarcisio Venturin - Jean Michel Walla - Claudio Zavaroni

Per onorare le 39 vittime della tragedia consumatasi trent'anni fa esatti allo stadio Heysel di Bruxelles non servono giri di parole ed esercizi di retorica eccessivi. Basta semplicemente ricordarne i nomi, che in troppi ignorano ancora oggi. Onore a voi, angeli volati in cielo nella balorda notte di Bruxelles!


Foto: www.t411.io

mercoledì 27 maggio 2015

Se non è zuppa...


Joao Havelange ha presieduto la FIFA dal 1974 al 1998, eppure durante i suoi 24 anni di (inter)regno non è che siano mancate le controversie: memorabili i suoi dissidi con Diego Armando Maradona, che nel 1986 gli rimproverava di imporre orari proibitivi per le partite del Mondiale messicano in nome di meri scopi commerciali e che dal 1990 in poi gli ha lanciato siluri rimasti nella storia (dalla frase "Ha vinto la mafia nel calcio!", pronunciata dopo la finale mondiale persa contro la Germania a Roma, a "Non voglio che dica che per me è come un padre. Io ne ho uno eccezionale e non uno come lui. Se avessi un padre così preferirei morire", pronunciata nel 1997), ma anche la frase a lui dedicata secondo cui "se buttate un dollaro per aria, difficilmente gli farà toccare terra"; inoltre pochi ricordano che nel 2013 dovette dimettersi dalla carica di Presidente Onorario della FIFA medesima per via di una vicenda di corruzione legata al fallimento di una società di marketing chiamata ISL. Insomma, dire che la figura di Havelange sta a quella di un giglio di campo immacolato come la figura di Francesco Totti sta allo stemma della Lazio è tutt'altro che fuori luogo!

Poi venne il tempo di Joseph Sepp Blatter, succeduto a Havelange nel 1998 alla guida del calcio mondiale dopo esserne stato segretario generale dal 1981, e si entrò nella leggenda: 17 anni costellati di voci (nel 2002 il presidente della Federcalcio somala Farra Ado sostenne di aver ricevuto un'offerta di 100.000 dollari per votare a favore di Blatter quattro anni prima e la stessa accusa venne rilanciata dall'ex vicepresidente FIFA ed ex segretario della Concacaf Jack Warner), polemiche (la mancata premiazione dell'Italia dopo la finale mondiale vinta a Berlino nel 2006, il razzismo etichettato come "sciocchezza" nel 2011 e la minimizzazione delle forti proteste avvenute in Brasile alla vigilia dell'ultimo Mondiale) e culminati con l'inchiesta condotta dalla FBI e immediatamente ribattezzata FIFAgate dalla maggior parte dei media di tutto il mondo.

Posto che l'inchiesta è ancora agli albori e che nuovi sviluppi sono attesi per le prossime settimane e i prossimi mesi, c'è però un punto da cui non si sfugge: se prossimamente Blatter dovesse essere coinvolto nell'indagine ("Non posso fare commenti su persone che in questo momento non sono coinvolte nell'indagine", ha dichiarato oggi il Ministro della Giustizia statunitense Loretta Lynch), allora le dimissioni sarebbero d'obbligo; ma lo sarebbero anche se alla fine questa vicenda dovesse avere un esito favorevole a Blatter (mancata iscrizione nel registro degli indagati, archiviazione o assoluzione) perchè la mancata responsabilità penale non cancellerebbe la chiara ed evidente responsabilità politica di un uomo che, nel caso in cui questa ipotesi corrispondesse alla realtà, non si sarebbe accorto che gran parte dei suoi sottoposti hanno fatto parte di un gigantesco sistema corruttivo.

Ma dite che sono eccessivamente malpensante se affermo che le probabilità che Blatter molli la cadrega sono elevate quanto quelle che nevichi in Sicilia a Ferragosto?


Foto: www.telegraph.co.uk

domenica 24 maggio 2015

DIARIO DI BORDO/55 - Juventus-Napoli 3-1 (Serie A, 37a giornata)


IL TABELLINO
JUVENTUS-NAPOLI 3-1 (primo tempo 1-0)
MARCATORI: Pereyra (J) al 13'pt, David Lopez (N) al 5'st, Sturaro (J) al 32'st, Pepe (J) rig. al 48'st
JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon; Padoin, Barzagli, Ogbonna, Asamoah; Pogba, Marchisio (26'st Pirlo), Sturaro; Pereyra (34'st Pepe); Coman, Morata. Allenatore: Allegri
NAPOLI (4-2-3-1): Andujar; Maggio, Albiol, Britos, Ghoulam; David Lopez, Gargano (33'st Jorginho); Callejon, Insigne (23'st Hamsik), Mertens; Higuaìn (1'st Gabbiadini). Allenatore: Benitez
ARBITRO: Banti di Livorno
NOTE: al 5'st Insigne (N) ha fallito un calcio di rigore; al 47'st espulso Britos (J) per gioco violento

LA PARTITA
Primo tempo
  • 3' - Mertens entra in area da sinistra e calcia, ma Buffon alza in calcio d'angolo
  • 13' - GOL DELLA JUVENTUS! Lancio millimetrico di Coman per Pereyra, che a tu per tu con Andujar non sbaglia
  • 22' - Mertens calcia a giro dal limite, ma il pallone termina alto
  • 36' - Punizione di Pogba alta di poco
Secondo tempo
  • 3' - Cross di Pogba e conclusione al volo di Sturaro con palla alta di poco
  • 4' - Calcio di rigore concesso al Napoli per fallo di mano di Asamoah in area juventina
  • 5' - GOL DEL NAPOLI! Sul dischetto si presenta Insigne, la cui conclusione viene respinta da Buffon; sulla ribattuta, tuttavia, David Lopez arriva per primo e deposita il pallone in fondo alla rete
  • 13' - Conclusione di Marchisio con palla alta di poco
  • 17' - Pogba calcia dalla distanza, ma Andujar blocca in due tempi
  • 18' - Stavolta a calciare è Morata, ma anche stavolta il portiere del Napoli non si lascia sorprendere
  • 24' - Conclusione al volo di David Lopez e grande parata di Buffon
  • 25' - Cross di Maggio e colpo di testa di Hamsik, ma Buffon respinge ancora; sugli sviluppi del successivo calcio d'angolo Buffon salva con i piedi anticipando di un soffio Gabbiadini
  • 29' - Cross rasoterra di Coman dalla destra, ma Morata non ci arriva per un soffio
  • 32' - GOL DELLA JUVENTUS! Sturaro lascia sul posto Albiol e, presentatosi davanti ad Andujar, lo batte con il piattone
  • 35' - Buffon sbaglia l'uscita sugli sviluppi di un calcio d'angolo battuto da Hamsik, ma per sua fortuna David Lopez fallisce la deviazione sotto misura
  • 44' - Altra grande parata di Buffon su un colpo di testa ravvicinato da parte di Gabbiadini
  • 47' - Calcio di rigore concesso alla Juventus dopo una testata rifilata da Britos a Morata; nella circostanza l'arbitro espelle il difensore del Napoli
  • 48' - GOL DELLA JUVENTUS! Sul dischetto si presenta Pepe, che batte Andujar e torna al gol dopo un digiuno lungo tre anni e dopo i tanti guai fisici che lo hanno tenuto fuori nelle scorse stagioni
LA GRANDE FESTA
Una vittoria, quella ottenuta contro il Napoli, che ha permesso alla Juventus di congedarsi nel migliore dei modi dal proprio pubblico e di festeggiare al meglio lo scudetto conquistato aritmeticamente da diverse giornate. Una vittoria che ricorda molto quella di sabato scorso a San Siro, ottenuta schierando diverse seconde linee al cospetto di una formazione ancora in lotta per un obiettivo (sabato scorso l'Inter, in lotta per un posto in Europa League, ieri il Napoli, in corsa per il terzo posto)

BUFFON, TRA PARATE DETERMINANTI E BRIVIDI REGALATI (E MENO MALE CHE QUALCUNO VOLEVA PENSIONARLO...)
Quattro grandi parate e un rigore neutralizzato (e poco importa se sulla ribattuta David Lopez ha siglato il gol del momentaneo 1-1...): ieri pomeriggio Gianluigi Buffon, di nuovo titolare dopo due panchine consecutive contro l'Inter in campionato e la Lazio in Coppa Italia, ha dato l'ennesima risposta a quanti da un paio d'anni ne vanno chiedendo il pensionamento anticipato; poi, per non farsi mancare nulla, il capitano della Juventus e della Nazionale ha pensato bene anche di regalare un'uscita da brividi...

MARCHISIO SONTUOSO. E GLI APPLAUSI PER LA STAGIONE DISPUTATA SONO MERITATISSIMI
Ancora una volta sontuosa è stata la prestazione di Claudio Marchisio, che sta vivendo la sua miglior stagione con la maglia bianconera: schierato da Allegri nel ruolo solitamente occupato da Pirlo (presagio di un passaggio di consegne a breve? Chissà...), il numero otto bianconero ha diretto il traffico in mezzo al campo in maniera impeccabile. Gli applausi scroscianti riservatigli dal pubblico dello Juventus Stadium durante la premiazione rappresentano il giusto premio per un giocatore che in questa stagione è stato determinante nell'economia del gioco bianconero

BELLA L'AZIONE CHE HA PORTATO AL GOL STURARO
Il pomeriggio di ieri ha consentito di festeggiare anche a Stefano Sturaro, autore del suo primo gol in bianconero: un gol arrivato dopo una bella percussione dell'ex centrocampista del Genoa, ma soprattutto un gol che rappresenta il giusto premio per un calciatore arrivato in punta di piedi e capace, con la sua grinta e le sue buone prestazioni, di guadagnarsi addirittura un posto da titolare in una semifinale di Champions League contro il Real Madrid

LA NOTA LIETA COMAN (ANCHE SE...)
Tra i migliori in campo ieri c'è stato anche Kingsley Coman, scelto da Allegri come spalla di Morata in attacco e autore di un'ottima prestazione suggellata dal bellissimo assist per Pereyra in occasione del gol dell'1-0; il giovane francese, inoltre, in campo è stato estremamente concreto e raramente ha cercato la giocata ad effetto, cosa che spesso aveva vanamente cercato nelle partite precedenti. Tutto questo conferma una tesi che porto avanti da diverso tempo: il ragazzo ha talento e ha ampi margini di crescita nei prossimi anni, ma in questo momento la cosa migliore per lui sarebbe un anno (almeno) di prestito in una squadra capace di farlo giocare con maggiore continuità; giocare con continuità potrà giovare tanto a lui quanto alla Juventus, che tra un paio d'anni potrebbe trovarsi in casa un giovane campione. Si vedrà in estate quali saranno le decisioni che lo riguarderanno...

BENTORNATO, ASA!
Dopo poco più di sei mesi di stop, ieri Kwadwo Asamoah è tornato a giocare dal primo minuto: la sua ultima apparizione era datata 4 novembre 2014, in occasione della vittoria per 3-2 contro l'Olympiakos nella partita che ha di fatto sancito la nascita della Juventus targata Massimiliano Allegri (prima partita giocata con il 4-3-1-2) e cambiato i destini europei della Juventus, che da quel momento ha cominciato la propria marcia verso la finale di Berlino. Nel frattempo Patrice Evra si è ritagliato un ruolo fondamentale sulla corsia mancina, ma sarebbe ingeneroso dimenticare l'apporto fornito da Asamoah nelle due stagioni precedenti e nella prima parte di questa, per cui c'è solo da essere felici per il suo rientro e sperare che il prossimo anno il ghanese possa rappresentare un'ulteriore freccia nella faretra di Allegri

IL RITORNO AL GOL DI SIMONE PEPE
11 aprile 2012, Juventus Stadium, Juventus-Lazio 2-1: il primo gol porta la firma di Simone Pepe, che su lancio di Pirlo controlla il pallone e lo spedisce alle spalle di Marchetti con una pregevole acrobazia. Quello appena descritto è stato l'ultimo gol segnato con la maglia della Juventus in partite ufficiali da Simone Pepe, che dopo una stagione da trascinatore con Antonio Conte in panchina è andato incontro ad un calvario durato per le due stagioni successive e per parte della terza. Ieri, tuttavia, i compagni di squadra hanno deciso di lasciargli il compito di trasformare il calcio di rigore propiziato dalla testata rifilata da Britos a Morata e lui ha potuto riassaporare la gioia del gol dopo tre anni di digiuno: il giusto premio per un giocatore che, a dispetto dei tanti problemi fisici che lo hanno perseguitato in questi anni, si è sempre dimostrato un grandissimo uomo squadra. Resterà in bianconero? Non resterà in bianconero? Ai posteri, ma soprattutto alla società e ai suoi procuratori, l'ardua sentenza...

LO STRISCIONE COMMEMORATIVO NEI CONFRONTI DEI CADUTI DELL'HEYSEL: NON SERVONO COMMENTI...
A dir poco emozionante lo striscione dedicato ai morti dell'Heysel ed esposto dalla curva dello Juventus Stadium al 39' del primo tempo, con il contorno di alcuni cartoncini con sopra scritti i nomi delle vittime di quella serata balorda: un'immagine talmente bella e talmente emozionante che si commenta da sola e che non ha bisogno di ulteriori parole; anche perchè poi ci sarebbe il rischio di imbattersi in qualche replica particolarmente arguta da parte di qualche illuminato guru...

ARRIVEDERCI AL PROSSIMO ANNO, CARO JUVENTUS STADIUM!
Quella di ieri è stata l'ultima partita giocata dalla Juventus nel proprio stadio, visto che l'ultima di campionato si giocherà a Verona e la finale di Champions League avrà luogo in quel di Berlino. Per il quarto anno consecutivo lo Juventus Stadium è stato un vero è proprio fortino per i bianconeri, che vi hanno giocato 27 partite ufficiali (19 di campionato, 6 di Champions League e 2 di Coppa Italia) vincendone 22, pareggiandone 4 e perdendone una sola (la semifinale d'andata di Coppa Italia contro la Fiorentina), segnando ben 62 gol e subendone appena 18; in campionato, inoltre, i bianconeri non perdono in casa dal 6 gennaio 2013 (Juventus-Sampdoria 1-2, Giovinco su rigore e doppio Icardi). L'appuntamento è per il prossimo anno!

IL NAPOLI HA PERSO LA PARTITA E...LA TESTA!
Il Napoli, diversamente dalla Juventus, si presentava a questa sfida con la necessità di ottenere una vittoria che, unitamente al risultato del derby romano di domani, avrebbe potuto tener vive le speranze di raggiungere un piazzamento utile per partecipare alla prossima Champions League; per di più i partenopei avevano di fronte una squadra senza più motivazioni per lo scudetto aritmeticamente già vinto, reduce da una finale giocata tre giorni prima e durata 120 minuti e che presentava in campo una formazione di partenza composta da pochi titolari (Buffon, Pogba, Marchisio e Morata), diverse seconde linee (Padoin, Barzagli, Ogbonna, Sturaro, Pereyra e Coman) e qualche giocatore al rientro dopo un lungo stop (anzi uno, Asamoah). E invece i partenopei nel primo tempo hanno inciso pochissimo, al punto che Buffon ha compiuto una sola parata ad inizio partita su Mertens, e nella ripresa, dopo il pareggio firmato da David Lopez e qualche ghiotta occasione sventata da un Buffon in giornata di grazia, hanno definitivamente perso partita e testa, come dimostrano la folle testata rifilata da Britos a Morata e le reiterate ed inspiegabili proteste del portiere Andujar dopo l'accaduto; se tutto ciò va a sommarsi ad alcune scelte di Benitez che hanno lasciato spiazzati molti tifosi azzurri (tipo Hamsik in panchina per 68 minuti o Higuaìn sostituito nell'intervallo dopo un primo tempo anonimo), credo non sia difficile intuire come nello spogliatoio partenopeo il clima sia tutt'altro che sereno e certi rapporti siano ormai prossimi ai titoli di coda...

PURTROPPO PER QUALCUNO AVEVO RAGIONE...
Rivedendo le azioni dei gol di Pereyra e Sturaro (il rigore trasformato da Pepe è scaturito nel modo che abbiamo visto tutti, per cui passiamo oltre) mi è venuta in mente una cosa da me scritta nel DIARIO DI BORDO dello scorso 25 settembre, all'indomani di Juventus-Cesena 3-0:
DISCHI ROTTI IN LIBERTA'...
Concludo raccontandovi un piccolo aneddoto. Lunedì sera mi sono ritrovato a discutere su Facebook con un mio conoscente di fede napoletana circa un dato che ho riportato in un post, ovvero gli 8 gol che il Napoli ha subìto nelle prime 6 partite ufficiali disputate in questa stagione per una media di 1,33 reti incassate a partita: trattasi di un dato facilmente riscontrabile attraverso le statistiche ufficiali (la media è invece calcolabile dividendo il numero delle reti per quello delle partita); sono numeri che possono piacere o meno e che ognuno può spiegare come meglio ritiene, ma intanto quelli sono! Lo scopo di questo post era semplicemente rimarcare una cosa che penso e affermo da tempi non sospetti, ovvero che i troppi gol subiti sono stati la ragione principale per cui lo scorso anno il Napoli, pur vincendo la Coppa Italia, è uscito dai giochi per lo scudetto prima di Natale, è uscito al primo turno dalla Champions League pur avendo totalizzato 12 punti nel girone (e basta farsi due conti per capire come a penalizzare gli azzurri nella differenza reti con il Borussia Dortmund sia stata l'autorete di Zuniga nella gara d'andata contro i gialloneri di Klopp!) e quest'anno è stato buttato fuori con ignominia dall'Athletic Bilbao. Bene, sapete come ha reagito il mio interlocutore di fronte a tali argomenti basati su statistiche facilmente riscontrabili? Sviando dal tema della discussione e appellandosi a tutta una serie di altri discorsi, incluso il fatto che io, pur essendo pugliese di nascita, tifo per una squadra del Nord. Posto che le mie origini e il mio tifo stanno al numero di gol subiti dal Napoli come Brunetta sta ad una partita di basket, ammetto che mi sarei aspettato un briciolo di originalità in più: già in passato questa storiella del tifo per una squadra del Nord è stata tirata fuori anche da altri che, come in questo caso, erano a corto di argomenti validi; tuttavia non scopro l'acqua calda se dico che un discorso sconclusionato come quello che mi è toccato leggere rimane tale anche se a ripeterlo sono diecimila persone all'unisono...
P.S. Dopo la partita di ieri sera tra Napoli e Palermo, il conto dei gol incassati dalla formazione di Benitez è salito a 11! Così, giusto perchè le statistiche è sempre bene aggiornarle...
Il giorno in cui sono state scritte queste parole, come ricordato, era il 25 settembre 2014. E allora, in ossequio alla parte finale dell'intervento sopra riportato, aggiorniamole queste statistiche: con quelli subiti allo Juventus Stadium il conto dei gol incassati dalla difesa napoletana è salito a 69 tra campionato (50 con una partita ancora da disputare), Coppa Italia (4 in altrettante partite disputate tra ottavi e semifinale), Supercoppa Italiana (2 nei 120' della partita di Doha) preliminare di Champions League (4 nel doppio confronto con l'Athletic Bilbao) ed Europa League (9 in 14 partite disputate). Ovviamente spero che il mio pacatissimo interlocutore non si senta eccessivamente urtato nella propria sensibilità da questi numeri...

UNA CARTOLINA (TROPPO SPESSO IGNORATA) DA ROMA
Sono passati quattro giorni esatti dalla finale di Coppa Italia tra Juventus e Lazio e ho notato una cosa: pochissimi organi di informazione (che si tratti di siti, giornali, televisioni o radio cambia poco) hanno evidenziato come mercoledì sera ci sia stato un clima di grande fair play tra i calciatori in campo e di grande rispetto tra le tifoserie sugli spalti dell'Olimpico; inoltre, al momento della premiazione, ciascuna delle due squadre ha reso onore all'altra con strette di mano e abbracci tra i calciatori e tra gli allenatori mentre ciascuna tifoseria ha potuto applaudire (con stati d'animo evidentemente opposti) la propria squadra nel momento in cui questa veniva premiata da Beretta e Mattarella. Perchè dico questo? Perchè sono convinto che, così come sia legittimo e sacrosanto dare notizia di comportamenti beceri e stigmatizzarli, sia altrettanto legittimo e sacrosanto dare risalto ad episodi di sportività come quello verificatosi due sere fa nella capitale. Complimenti, dunque, ai tifosi di Juventus e Lazio per il bellissimo spettacolo di sportività offerto: uno spettacolo che dovrebbe rappresentare la norma anzichè l'eccezione, ma per il momento accontentiamoci di questa bella cartolina!

IL CALCIO E I SUOI PARADOSSI...
E intanto il risultato di Juventus-Napoli consegna alla Roma l'aritmetica certezza della qualificazione alla prossima Champions League: alla luce di quanto avvenuto allo Juventus Stadium, il derby di domani pomeriggio e la successiva partita casalinga contro il Palermo serviranno agli uomini di Garcia unicamente per sapere se alla massima competizione europea accederanno dalla porta principale (fase a gironi) o da quella di servizio (preliminari). La Roma che acquisisce la certezza della qualificazione in Champions League grazie ad una vittoria dell'odiata Juventus: buffi i paradossi che talvolta riserva il calcio, non è vero?

giovedì 21 maggio 2015

DIARIO DI BORDO/54 - Juventus-Lazio 2-1 d.t.s. (TIM Cup, finale)


IL TABELLINO
JUVENTUS-LAZIO 2-1 d.t.s. (primo tempo 1-1, secondo tempo 1-1, primo tempo supplementare 2-1)
MARCATORI: Radu (L) al 4'pt, Chiellini (J) all'11'pt, Matri (J) al 6'pts
JUVENTUS (3-5-2): Storari; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner (5'sts Padoin), Vidal, Pirlo, Pogba (33'st Pereyra), Evra; Tevez, Llorente (39'st Matri). Allenatore: Allegri
LAZIO (3-4-3): Berisha; De Vrij (1'sts Keita), Gentiletti, Radu (26'st Gentiletti); Basta, Cataldi, Parolo, Lulic; Candreva, Klose (37'st Djordjevic), Felipe Anderson. Allenatore: Pioli
ARBITRO: Orsato di Schio

LA PARTITA
Primo tempo
  • 4' - GOL DELLA LAZIO! Radu impatta di testa sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto da Candreva e trova il sette alla sinistra di Storari
  • 11' - GOL DELLA JUVENTUS! Altro calcio di punizione, stavolta per i bianconeri e battuto da Pirlo, e gol di Chiellini in acrobazia su assist aereo di Evra
  • 25' - Colpo di testa di Llorente su cross di Evra, ma il pallone termina sopra la traversa
  • 32' - Parolo prova ad approfittare di un rinvio approssimativo di Pogba, ma il pallone esce di poco alla destra di Storari
Secondo tempo
  • 14' - Parolo calcia da fuori senza inquadrare la porta
  • 39' - Lancio di Felipe Anderson per Djordjevic, che controlla male e favorisce l'uscita bassa di Storari
  • 42' - Lancio di Pirlo per Matri e gol di quest'ultimo, ma l'arbitro annulla su segnalazione del proprio assistente; il replay, tuttavia, evidenzia come il centravanti bianconero fosse in posizione regolare
  • 47' - Ci prova anche Tevez dalla distanza, ma il pallone non si abbassa a sufficienza
Primo tempo supplementare
  • 4' - Clamoroso doppio palo di Djordjevic, che centra i due legni con una splendida conclusione dalla lunga distanza
  • 6' - GOL DELLA JUVENTUS! Matri riprende una corta respinta di Mauricio sugli sviluppi di una conclusione di Pereyra e spedisce il pallone alle spalle di Berisha, rivedibile nella circostanza
Secondo tempo supplementare
  • 5' - Punizione di Pirlo da posizione defilata e respinta di Berisha con i pugni
DA LIPPI AD ALLEGRI: COPPA ITALIA VINTA VENT'ANNI DOPO!
Era il 1995 quando la Juventus, allenata da Marcello Lippi e fresca campione d'Italia, sconfiggeva il Parma nella doppia finale (1-0 a Torino, 2-0 in terra emiliana) e si aggiudicava la nona Coppa Italia della sua storia. Da quel momento è iniziato un digiuno lungo vent'anni e caratterizzato da tre finali perse (nel 2002 sempre contro il Parma, nel 2004 contro la Lazio e nel 2012 contro il Napoli), ma ieri sera ad interrompere questo lungo digiuno e a permettere alla squadra bianconera di conquistare la decima Coppa Italia e a fregiarsi della stellina d'argento ci ha pensato un altro toscano, ossia il livornese Massimiliano Allegri, capace di bissare lo scudetto conquistato poche settimane fa

QUANDO (ANCHE) LA FORTUNA AIUTA GLI AUDACI
Diciamolo con grande franchezza: quella vista all'Olimpico non è stata la miglior Juventus. Durante i 90 minuti i bianconeri, bravi nel raddrizzare subito l'immediato svantaggio firmato da Radu, si sono preoccupati essenzialmente di contenere gli assalti della Lazio cercando di ripartire in contropiede per poi spingere sull'acceleratore nella parte finale dei regolamentari e nei supplementari, quando la squadra di Pioli è andata in debito d'ossigeno per il grande sforzo profuso. E poi c'è stata quella dose di fortuna che, come dice il proverbio, aiuta gli audaci e che in questo caso si è materializzata sotto forma del doppio palo colpito da Djordjevic che ha preceduto di pochi minuti il gol-partita siglato da Matri; anche se, è bene ricordarlo, a questa doppia circostanza non ci si sarebbe dovuti neanche arrivare, visto che il gol annullato a Matri al 42' del secondo tempo era regolare...

DAL PALO DI DJORDJEVIC AL GOL DI MATRI: SLIDING DOORS IN SALSA PALLONARA!
Come detto, il doppio palo di Djordjevic ha rappresentato un vero e proprio momento di svolta del match, visto che pochi minuti dopo l'incredibile occasione fallita dall'attaccante serbo della Lazio è arrivato il gol di Matri: non è parso anche a voi di assistere ad una riproposizione in salsa pallonara del famoso film "Sliding Doors" con Gwyneth Paltrow?

CHIELLINI vs. LAZIO: TU CHIAMALA, SE VUOI...BESTIA NERA!
Ci sono giocatori che hanno una maggior attitudine al gol contro certe squadre: restando ai giorni nostri senza scomodare la storia del calcio, basti pensare a Domenico Berardi con il Milan, a Mauro Icardi con la Juventus o a Paul Pogba con il Napoli. Un altro esempio calzante è quello di Giorgio Chiellini con la Lazio: quello di ieri sera è stato il quinto gol segnato dal centrale bianconero alla formazione capitolina dopo i tre segnati in campionato (due in Juventus-Lazio 5-2 del 27 aprile 2008 e uno in Juventus-Lazio 2-1 del 10 dicembre 2010) e quello segnato nella gara di Supercoppa Italiana del 18 agosto 2013 (Juventus-Lazio 4-0)

BARZAGLI ETERNA GARANZIA, BONUCCI UN PO' IN AFFANNO
Detto di Chiellini, diamo anche un'occhiata alla prestazione dei suoi compagni di reparto nella difesa a tre scelta ieri sera da Massimiliano Allegri: Andrea Barzagli ha offerto l'ennesima prestazione positiva confermando di essersi definitivamente lasciato alle spalle i guai fisici che lo hanno costretto a restare ai box per tutta la prima parte di stagione; piccolo passo indietro per Leonardo Bonucci, spesso disattento sia in fase di disimpegno che in fase di impostazione. Restando sempre in tema di difesa, ma ampliando il panorama, andrebbe detto che anche la marcatura su Radu in occasione del gol del momentaneo vantaggio laziale non è stata impeccabile, fermo restando l'ottimo tempo nello stacco da parte del capitano di giornata (Mauri era in panchina, così come Ledesma) della Lazio

I CAMBI HANNO RESO MEGLIO RISPETTO AI TITOLARI
Tra i peggiori in campo ci sono stati sicuramente Paul Pogba e Fernando Llorente, quasi mai in grado di incidere nell'economia del gioco bianconero. Molto meglio hanno fatto i giocatori che Allegri ha mandato in campo per sostituirli, ossia Roberto Pereyra e Alessandro Matri: l'argentino ha creato parecchio scompiglio muovendosi tra le maglie del centrocampo e della difesa laziale, mentre l'ex genoano ha segnato due gol di cui uno ingiustamente annullato e l'altro convalidato e che ha fatto imboccare alla Coppa Italia la strada per Torino...

RISOLVE MATRI E PAGA PANTALONE...PARDON, GALLIANI!
Per la serie "corsi e ricorsi storici", a decidere la finale è stato Alessandro Matri, ossia quel giocatore ceduto dalla Juventus al Milan per 11 milioni di euro nell'estate del 2013 (in tal modo i bianconeri hanno potuto sopperire quasi completamente all'esborso di 12 milioni effettuato per acquistare Carlos Tevez dal Manchester City) e tornato in bianconero a gennaio, dopo due prestiti consecutivi alla Fiorentina prima e al Genoa poi, con la formula del prestito secco e con lo stipendio (pari a 2,5 milioni di euro lordi) pagato per metà proprio dalla società rossonera. Senza contare che ieri sera in campo c'erano anche Marco Storari (acquistato dal Milan nel gennaio 2007, poi mandato in prestito a Cagliari, Firenze e Genova sponda blucerchiata e infine approdato in bianconero nel 2010 prima come sostituto dell'infortunato Buffon e poi come suo affidabilissimo vice), Andrea Pirlo (dieci anni in rossonero, durante i quali ha vinto praticamente tutto, prima di essere scaricato come un pacco postale perchè considerato finito) e Carlos Tevez (che al Milan, a dir la verità, non ha mai giocato, ma la cui storia è nota...) e in panchina c'era quel Massimiliano Allegri spernacchiato dai tifosi rossoneri al momento dell'esonero (i brillanti risultati ottenuti da Clarence Seedorf prima e da Filippo Inzaghi poi si sono visti e si stanno vedendo ancora oggi) e da una parte della stessa tifoseria juventina al momento del suo approdo sulla panchina bianconera...

ONORE A STEFANO PIOLI E ALLA SUA SQUADRA...
Come già è stato accennato in precedenza, la prestazione non eccellente della Juventus ha avuto una sua fondamentale ragione nell'organizzazione in campo avuta dalla Lazio: con la scelta di cambiare modulo rispetto al solito, Stefano Pioli è riuscito ad imbrigliare gli avversari per quasi tutti i 90 minuti, salvo poi andare in debito d'ossigeno tra la fine dei tempi regolamentari e i supplementari; eppure nei supplementari i biancocelesti avrebbero potuto addirittura spuntarla se il gran tiro da fuori di Djordjevic non avesse centrato i due pali con Storari fuori causa. Ritengo pertanto doverosi i complimenti per una squadra che quest'anno è andata al di là delle più rosee aspettative e che è ancora in lotta per il secondo posto, insieme ai cugini della Roma e al Napoli, con pieno merito. Come si suol dire in questi casi, onore al merito!

...E TANTI SALUTI ALLE BATTUTE DA CASERMA DI LOTITO!
Se Pioli e i suoi ragazzi meritano complimenti e applausi a scena aperta per l'ottima partita disputata e per la grande stagione in corso, un pensiero maramaldo va rivolto a quel gran signore di Claudio Lotito e alla sua famosa battuta nei confronti di Beppe Marotta ("Con un occhio gioca a biliardo, con l'altro segna i punti!"), nonchè all'escamotage grazie al quale la Federazione ha impedito che l'amministratore delegato potesse procedere per vie legali nei confronti del patron biancoceleste...

GRANDE FAIR PLAY. IN CAMPO E (SOPRATTUTTO) FUORI...
La finale di ieri sera ci ha lasciato una sfida intensa e combattuta tra due grandi squadre, ma anche un grandissimo e lodevolissimo spettacolo di fair play tra i giocatori in campo e tra le tifoserie fuori: in campo si è assistito ad una partita complessivamente corretta, mentre sugli spalti ciascuna delle tifoserie ha potuto incitare la propria squadra e applaudirla (con stati d'animo differenti, ben inteso!) al momento della premiazione senza che questo portasse a parapiglia o a scontri di alcun genere. Ritengo doveroso sottolineare tutto questo perchè un modo efficace per combattere la cultura del tifo malato sia quello di dare la giusta pubblicità anche agli esempi di tifo sano come quello cui abbiamo assistito ieri sera

E SONO DUE TROFEI VINTI IN STAGIONE! ASPETTANDO DI VEDERE COSA ACCADRÀ IL 6 GIUGNO...
Campionato vinto da qualche settimana e Coppa Italia conquistata dopo vent'anni di digiuno, mentre la Supercoppa Italiana persa ai rigori a dicembre rappresenta un piccolo rammarico: una stagione non ancora conclusa, ma che già può dirsi straordinaria per una squadra che tutti consideravano appagata dopo il passato triennio e pronta ad implodere dopo le traumatiche dimissioni di Antonio Conte il 15 luglio e il suo successivo avvicendamento con quel Massimiliano Allegri contestato nel modo che ricordiamo tutti al momento del suo arrivo a Vinovo. Ora non resta che aspettare il 6 giugno per vedere cosa accadrà in quel di Berlino quando la Juventus sfiderà il Barcellona dei marziani Messi, Suarez e Neymar nella finale di Champions League. Vale, a tal proposito, quello che su questo blog è già stato scritto dopo la partita di Madrid: sarà una finale difficilissima contro un avversario incredibilmente forte, ma nei 90 minuti tutto può succedere e sarebbe sbagliato tanto credere di aver già vinto quanto credere di aver già perso; a dare il proprio inappellabile verdetto, come sempre, sarà il fatidico rettangolo verde!

QUEL MALEDETTO VIZIO DI PARLARE PRIMA DEL TEMPO (E DEL CAMPO)...
A proposito di verdetti del campo e di discorsi fatti nel punto precedente, sono sempre più divertito nel vedere le reazioni isteriche o di apparente menefreghismo che stanno avendo quei tifosi juventini (o almeno sedicenti tali) che hanno passato l'intera estate e gran parte di questa stagione profetizzando un ritorno della Juventus ai tempi bui che avevano preceduto l'arrivo di Antonio Conte. Dite che costoro avranno imparato che, prima ancora di far parlare la bocca o la tastiera, è bene sempre aspettare che parli il campo? Non so voi, ma io questa la considero una domanda retorica dalla risposta più che mai scontata...

TRA NUOVO CALCIOSCOMMESSE E DOMANDE RETORICHE
E intanto il calcio italiano è ripiombato nell'incubo del calcioscommesse con l'inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro che sta riguardando la Lega Pro e la Serie D. Su questa vicenda si è detto e scritto, e si sta dicendo e si sta scrivendo, molto, ma io mi limiterò semplicemente a fare una considerazione: posto che la giustizia (sportiva e ordinaria) dovrà fare il proprio corso, sarà mai possibile porsi il problema non tanto di debellare i fenomeni scoperti, quanto piuttosto di studiare soluzioni per far sì che non si ripresentino in futuro? Oppure passeremo un'altra estate ad indignarci e a chiedere sanzioni a destra e a manca (posto che dette sanzioni sportive e penali, laddove gli illeciti e i reati saranno provati e acclarati, dovranno essere esemplari) e poi faremo finta che nulla sia accaduto e torneremo ad indignarci quando un nuovo focolaio di infezione salterà fuori tra un paio d'anni? Sarò pessimista, ma temo che anche in questo caso le domande siano quanto mai retoriche...

TRA INFRONT E LE CHIACCHIERE DA BAR...
Tra le intercettazioni venute alla ribalta in merito a questa nuova vicenda ce ne è una che meriterebbe particolare attenzione: trattasi di quella in cui Vittorio Caligani, ex dirigente calcistico e oggi editorialista, e Ettore Di Nicola, direttore sportivo de L'Aquila, parlano dell'intreccio tra Galliani, Lotito e la società Infront (la cui storia è spiegata in questo articolo) in merito alla proprietà di alcuni club di Serie B e di Lega Pro, ma anche del presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio e della Lega Pro Mario Macalli, descritti come "due rincoglioniti...in mano a Lotito che li ricatta"; sugli ultimi scenari relativi a Infront e agli intrecci ad essa legata consiglio la lettura di questo articolo brillantemente scritto da Fulvio Paglialunga. Anche qui mi voglio limitare ad una considerazione pura e semplice: a prescindere dagli eventuali sviluppi processuali che avrà questa vicenda, di fronte a questo bel quadretto è difficile credere che a condizionare gli esiti del campionato ("CAMPIONATO FALSATO", titolò in prima pagina e a caratteri cubitali qualcuno a suo tempo...) possa essere una società all'opposizione tanto in FIGC quanto in Lega e che, a suo tempo, è stata ferocemente contraria agli accordi televisivi legati ad Infront; se poi il prototipo di realtà che si ha in mente è quello derivante da miserevoli chiacchiere da bar, allora ditelo subito così mi arrendo...

lunedì 18 maggio 2015

DIARIO DI BORDO/53 - Inter-Juventus 1-2 (Serie A, 36a giornata)


IL TABELLINO
INTER-JUVENTUS 1-2 (primo tempo 1-1)
MARCATORI: Icardi (I) al 9'pt, Marchisio (J) rig. al 42'pt, Morata (J) al 38'st
INTER (4-3-1-2): Handanovic; D'Ambrosio, Ranocchia (43'st Gnoukouri), Vidic, Juan Jesus; Brozovic (37'st Podolski), Medel, Kovacic; Shaqiri (26'st Nagatomo); Palacio, Icardi. Allenatore: Mancini
JUVENTUS (4-3-1-2): Storari; Lichtsteiner (11'st Ogbonna), Barzagli, Bonucci, Padoin; Romulo, Marchisio, Sturaro; Pereyra (33'st Pogba); Morata, Matri (21'st Llorente). Allenatore: Allegri
ARBITRO: Doveri di Roma

LA PARTITA
Primo tempo
  • 2' - Gran conclusione dalla distanza di Icardi, ma Storari respinge tuffandosi sulla propria sinistra
  • 3' - Slalom di Morata, che entra in area da sinistra e calcia sull'esterno della rete
  • 5' - Handanovic sbaglia la presa sugli sviluppi di un cross di Padoin, ma Bonucci non riesce ad approfittare dell'incertezza dell'estremo difensore nerazzurro
  • 9' - GOL DELL'INTER! Brozovic calcia da una ventina di metri, ma il pallone si insacca alle spalle di Storari dopo la deviazione di Icardi
  • 22' - Grande azione di Morata: salta due avversari, entra in area da sinistra e chiama Handanovic alla grande parata a mano aperta
  • 24' - Assist involontario di Lichtsteiner per Palacio, che chiama Storari alla parata difficile da posizione ravvicinata
  • 27' - Colpo di tacco di Matri per Sturaro, ma sulla conclusione dal limite dell'ex genoano rimedia Handanovic in tuffo
  • 38' - Shaqiri calcia meravigliosamente a giro dal limite, ma il pallone si stampa sull'incrocio dei pali a Storari battuto
  • 41' - Vidic si fa rubare il pallone da Matri e poi lo stende in piena area: inevitabile la decisione dell'arbitro di concedere il calcio di rigore alla Juventus
  • 42' - GOL DELLA JUVENTUS! Sul dischetto si presenta Marchisio, che spiazza nettamente Handanovic
Secondo tempo
  • 1' - Altro slalom di Morata, che però a tu per tu con Handanovic calcia a lato
  • 2' - Cross di Lichtsteiner per Morata, ma lo spagnolo viene messo fuori tempo dalla deviazione di D'Ambrosio e colpisce male
  • 4' - Medel calcia dal limite, ma il pallone sorvola abbondantemente la traversa
  • 6' - Icardi ruba palla a Sturaro, ma la conclusione non crea problemi a Storari
  • 20' - Shaqiri si libera al tiro, ma non inquadra la porta
  • 26' - D'Ambrosio cerca il gol in acrobazia su lancio di Kovacic, ma manca il bersaglio di poco
  • 30' - Vidic stacca di testa sugli sviluppi di un calcio d'angolo, ma il pallone esce di un soffio
  • 38' - GOL DELLA JUVENTUS! Morata calcia dal limite e sorprende un Handanovic decisamente rivedibile
  • 40' - Clamoroso doppio miracolo di Storari, che con un doppio miracolo nega il gol a Palacio prima e a Icardi poi
  • 42' - Morata stacca di testa sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto da Marchisio
SE UNA SQUADRA IMBOTTITA DI RISERVE BATTE UNA CHE CERCA PUNTI PER L'EUROPA...
La Juventus, già campione d'Italia da due turni e reduce dall'impresa di Madrid, è scesa in campo con soli quattro undicesimi della formazione che al "Bernabéu" ha ottenuto il visto per la finale di Berlino e di fronte aveva un'Inter in formazione tipo (eccezion fatta per Guarìn e Hernanes) e bisognosa di punti per proseguire la caccia ad un posto per l'Europa League: facile, dunque, intuire una vittoria dei nerazzurri. E invece la formazione di Mancini è uscita sconfitta dopo aver giocato un primo tempo appena più che discreto e una ripresa largamente insufficiente ed esser stata penalizzata dagli errori commessi da uno dei suoi elementi di maggior esperienza (Vidic, autore del fallo da rigore su Matri) e da quel portiere (Handanovic, disastroso in occasione del raddoppio di Morata) che in passato aveva più volte tolto le castagne dal fuoco con le sue parate

PARTITA COMUNQUE GRADEVOLE E RICCA DI OCCASIONI
Benchè la Juventus avesse già la testa alla finale di Coppa Italia di mercoledì contro la Lazio e l'Inter fosse in serata negativa, la partita è stata comunque gradevole e ricca di occasioni: per essere una partita di fine stagione e con una delle due squadre rimaneggiata, lo spettacolo poteva essere di gran lunga peggiore...

CAPITOLO "REDUCI": MORATA DECISIVO, BENE MARCHISIO, BONUCCI SUFFICIENTE, MALE LICHTSTEINER
Come detto, i giocatori scesi in campo dal primo minuto sia sabato che mercoledì scorso a Madrid erano quattro, ovvero Stephan Lichtsteiner, Leonardo Bonucci, Claudio Marchisio e Alvaro Morata: lo svizzero ha deluso e forse, col senno di poi, lasciarlo in panchina non sarebbe stata errata come idea; il centrale ex Bari si è guadagnato una meritata suffcienza; il numero otto bianconero, capitano di giornata per le contemporanee assenze di Gianluigi Buffon e Giorgio Chiellini, ha disputato un'ottima gara mantenendo una grande freddezza in occasione del rigore che ha portato al pareggio (il che non è poco, visto che dall'altra parte c'era un pararigori di chiara fama come Handanovic); lo spagnolo, infine, ha rappresentato un costante pericolo per la difesa nerazzurra, ha avuto le migliori occasioni e ha deciso il match con la conclusione che ha trovato decisamente impreparato l'estremo difensore nerazzurro

CAPITOLO SECONDE LINEE: IMMENSO STORARI, PADOIN AFFIDABILE COME SEMPRE, MALE ROMULO, PEREYRA RIVEDIBILE, STURARO PROMOSSO A PIENI VOTI, MATRI DECISIVO IN OCCASIONE DEL RIGORE
Passiamo adesso ad analizzare le prestazioni offerte dalle cosiddette seconde linee: Marco Storari è stato decisivo con la grande parata compiuta nel primo tempo su Palacio e con il doppio miracolo sullo stesso Palacio e su Icardi nella ripresa, confermando di essere un professionista esemplare e un grandissimo portiere; Simone Padoin, schierato nel ruolo di terzino sinistro da Allegri, ha confermato la sua consueta affidabilità al servizio della squadra; Romulo, stavolta schierato da interno di centrocampo e non da terzino come contro il Cagliari, ha mostrato di essere ancora in ritardo di condizione dopo il lungo stop che ne ha condizionato la stagione; Stefano Sturaro ha offerto un'ottima prova e si candida prepotentemente ad una maglia da titolare anche contro la Lazio mercoledì; Roberto Pereyra, impiegato nel ruolo di trequartista, poteva fare decisamente meglio; infine Alessandro Matri, preferito a Llorente (il quale, con ogni probabilità, mercoledì sostituirà lo squalificato Morata), nel primo tempo è stato decisivo nel provocare il fallo da rigore di Vidic mentre nella ripresa è calato alla distanza...

BARZAGLI FUORI CATEGORIA...
Sì, lo so. Vi starete sicuramente chiedendo: "E Barzagli?". Il difensore toscano, che in questa stagione è stato spesso fuori dalla formazione titolare per i noti guai fisici post-Mondiale e che non può certo essere declassato a "seconda linea", non ha affatto sfigurato e ha lanciato la propria candidatura per una maglia da titolare all'Olimpico

MARCHISIO ECCELSO RIGORISTA
A giudicare dalla freddezza mostrata in occasione del rigore che ha portato al momentaneo 1-1, Claudio Marchisio si è dimostrato un eccelso tiratore dal dischetto: chissà che, dopo Carlos Tevez e Arturo Vidal, Massimiliano Allegri non si ritrovi a poter contare su un'altra possibile soluzione dagli undici metri...

ORA LA TESTA ALLA LAZIO (ASPETTANDO BERLINO...)
E intanto mercoledì sarà la volta della Lazio, avversaria della Juventus all'Olimpico nella finale di Coppa Italia. La formazione dovrebbe essere in larga parte quella migliore, con le uniche eccezioni di Storari in porta (al di là della grande prestazione offerta a San Siro, il vice-Buffon è sempre stato il titolare nelle gare della coppa nazionale), di Sturaro o Pereyra al posto dello squalificato Marchisio (in regia toccherà sicuramente ad Andrea Pirlo) e di Llorente in attacco, al posto dell'altro squalificato Morata, come spalla di Carlos Tevez; la Lazio, dal canto suo, sarà attesa da due decisive sfide di campionato contro Roma (derby che rappresenta un vero e proprio spareggio per il secondo posto) e Napoli (e gli azzurri di Benitez, prossimi avversari della Juventus in campionato, saranno intenzionati a vincere per continuare a sperare almeno nel terzo posto e per chiudere in maniera dignitosa una stagione largamente fallimentare). Guai, tuttavia, a pensare che il risultato della partita di mercoledì sia già scritto: il discorso secondo cui in una finale da 90 minuti può succedere di tutto vale sia con riferimento alla sfida del 6 giugno contro il Barcellona che in questo caso, per cui sarà bene che i giocatori che scenderanno in campo all'Olimpico lo facciano tenendo alta la concentrazione ed essendo decisi a conquistare il secondo trofeo stagionale. Chiudo con un'ultima riflessione: non sarò certamente tra quelli che considereranno la Coppa Italia un trofeo importante se la Juventus lo vincerà e una coppetta di poco conto se i bianconeri la perderanno; al di là dell'ovvia incoerenza che lascio volentieri ad altri, ritengo che ogni trofeo meriti attenzione ed impegno...

A BUON INTENDITOR...
Discutendo sui social network, mi sto sempre più rendendo conto che alcuni miei interlocutori confondono il concetto di "obiettività" con quello di "conformismo" e il concetto di "faziosità" con quello di "opinione": mi dispiace per loro, ma io le differenze che intercorrono tra i concetti sopra citati ce l'ho piuttosto chiara...

ONORE A TE, STEVEN GERRARD!
Chiudo rivolgendo un pensiero a Steven Gerrard, che sabato pomeriggio si è congedato dal pubblico di Anfield Road giocando l'ultima partita casalinga con la maglia del Liverpool: a partire dalla prossima stagione, infatti, il centrocampista inglese si trasferirà nel campionato americano, dove verosimilmente chiuderà la propria splendida carriera. Onore a te, grande Steven!

giovedì 14 maggio 2015

DIARIO DI BORDO/52 - Real Madrid-Juventus 1-1 (Champions League, semifinale, ritorno)


IL TABELLINO
REAL MADRID-JUVENTUS 1-1 (primo tempo 1-0)
MARCATORI: Cristiano Ronaldo (R) rig. al 23'pt, Morata (J) al 12'st
REAL MADRID (4-3-3): Casillas; Carvajal, Sergio Ramos, Varane, Marcelo; James Rodriguez, Kroos, Isco; Cristiano Ronaldo, Benzema (22'st Hernandez), Bale. Allenatore: Ancelotti
JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon; Lichtsteiner, Bonucci, Chiellini, Evra; Pogba (43'st Pereyra), Pirlo (34'st Barzagli), Marchisio; Vidal; Tevez, Morata (37'st Llorente). Allenatore: Allegri
ARBITRO: Eriksson (Svezia)

LA PARTITA
Primo tempo
  • 1' - Cross di Marcelo per la testa di Bale, che manda alto sopra la traversa
  • 6' - Benzema si libera di Lichtsteiner, ma calcia alto da buona posizione
  • 12' - Cristiano Ronaldo sfiora il gol su punizione, ma il pallone (leggermente deviato da Vidal) sorvola di poco la traversa
  • 14' - Ci prova Vidal con un tiro rasoterra da fuori area, ma Casillas respinge distendendosi sulla propria sinistra
  • 20' - Gran conclusione di Bale dalla distanza, ma Buffon vola a deviare
  • 22' - Calcio di rigore concesso al Real Madrid per fallo di Chiellini su James Rodriguez
  • 23' - GOL DEL REAL MADRID! Sul dischetto si presenta Cristiano Ronaldo, che batte Buffon con una conclusione centrale
  • 41' - Benzema entra in area e calcia, ma Buffon respinge all'altezza del primo palo
Secondo tempo
  • 7' - Conclusione di Marchisio con palla a lato di un soffio
  • 12' - GOL DELLA JUVENTUS! Assist aereo di Pogba per Morata, che all'altezza del dischetto del rigore lascia partire una conclusione che non dà scampo a Casillas
  • 18' - Cross basso di Marcelo per Bale, ma il gallese calcia a lato di pochissimo
  • 25' - Assist di Vidal per Marchisio, sulla cui conclusione a colpo sicuro Casillas si supera
  • 28' - Cristiano Ronaldo crossa per la testa di Bale, che spedisce il pallone sopra la traversa
  • 43' - Llorente appoggia per Pogba, la cui conclusione viene respinta da Casillas
UNA SOFFERENZA INDICIBILE PER REALIZZARE L'IMPRESA
Una serata per cuori forti. Non può esserci altra definizione per i 90 minuti che hanno spalancato alla Juventus le porte della finale di Berlino: un avvio incoraggiante, poi il Real ha iniziato a spingere alla ricerca del vantaggio trovandolo grazie al rigore trasformato da Cristiano Ronaldo, poi le occasioni sciupate dai blancos nella ripresa, infine il pareggio di Morata e il gol sbagliato da Marchisio (gol che avrebbe chiuso ogni discorso ben prima del 90'). Ma alla fine i bianconeri e i loro tifosi hanno potuto festeggiare per una finale europea ritrovata dopo 12 lunghi anni...

GIORGIO, COSA MI COMBINI?
Fino al gol di Morata la Juventus è stata fuori dalla Champions League in ragione del calcio di rigore trasformato da Cristiano Ronaldo: un rigore nato da un'ingenuità di Chiellini, che in area è intervenuto in maniera troppo irruenta su James Rodriguez; e dire che il numero 3 juventino è recidivo al "Bernabéu", visto che il calcio di rigore che nella scorsa stagione fruttò la vittoria ai blancos contro i bianconeri nella fase a gironi nacque da una sua ingenua trattenuta su Sergio Ramos (poi nella ripresa arrivò pure l'espulsione, frutto di un'invenzione dell'arbitro tedesco Graefe). Sarà bene che il buon Giorgio non perda la trebisonda il 6 giugno a Berlino, quando dinnanzi a sé si staglieranno le figure di gente come Iniesta, Messi, Suarez e Neymar...

L'ESPERIENZA INTERNAZIONALE DI EVRA
Protagonista di una splendida prestazione è stato Patrice Evra, che in una gara fondamentale e contro un avversario iper-quotato ha fatto valere tutta la propria personalità e la propria esperienza internazionale: del resto 105 presenze e 2 gol in Champions League qualcosa vorranno pur dire, no?

MORATA MANDA A CASA LA PROPRIA EX SQUADRA
La spietatezza che spesso caratterizza il gioco del calcio ha fatto sì che a mandare a casa il Real Madrid campione d'Europa in carica fosse proprio quell'Alvaro Morata che i blancos hanno ceduto in estate: lo spagnolo, che fino a quel momento non era stato certamente tra i migliori in campo, si è fatto trovare al posto giusto nel momento giusto quando si è trattato di spedire alle spalle di Casillas il pallone servitogli di testa da Pogba. Ma si sa che, soprattutto in questi contesti, i grandi attaccanti sono quelli che in una partita possono toccare un solo pallone, ma decisivo

A PROPOSITO DI MORATA...
A proposito di Morata, qualcuno ha notizie dei fenomeni che a luglio si stracciavano le vesti a causa della cessione di Ciro Immobile al Borussia Dortmund e del successivo acquisto dello spagnolo ex Real? E, già che ci siamo, qualcuno ha notizie di chi considerava Morata il nuovo Portillo (sic!) oppure un pacco rifilato da quella volpe di Florentino Perez (il quale, per carità, di campioni in rosa ne ha pur sempre a bizzeffe!) a quel povero allocco di Agnelli e a quell'incompetente di Marotta? Sarà sempre un gran giorno quello in cui la gente aspetterà che parli il campo prima di dare giudizi a casaccio...

RITORNO ALLA GRANDE PER POGBA
Tornato in campo già nella sfida di campionato di sabato scorso contro il Cagliari (partita caratterizzata anche da un suo gol), ieri Paul Pogba ha giocato 90 minuti offrendo una prestazione di grande quantità e servendo a Morata il gol che ha spalancato alla Juventus le porte della finale di Berlino. Il francese, reduce dall'infortunio rimediato due mesi fa a Dortmund, è tornato a disposizione di Allegri proprio nel momento cruciale della stagione

MARCHISIO AVREBBE POTUTO RIDURRE LA SOFFERENZA
Volendo trovare qualcosa che non va, andrebbe detto che la sofferenza che ha accompagnato i tifosi juventini fino al triplice fischio del signor Eriksson poteva essere di gran lunga minore se al 70' Marchisio avesse segnato su assist di Vidal. Da tenere a mente per il futuro: in contesti del genere occasioni simili vanno tramutate in gol!

L'INTER IN CAMPIONATO, POI LA FINALE DI COPPA ITALIA
Veniamo al calendario: sabato alle 18 la Juventus farà visita all'Inter in un derby d'Italia in cui gli unici ad aver qualcosa da chiedere sono i nerazzurri di Mancini, in corsa per l'Europa League, mentre mercoledì prossimo sarà il turno della Lazio, avversaria dei bianconeri nella finale di Coppa Italia. Tale finale era prevista per il 7 giugno, ma la qualificazione della Juventus per la finale di Champions League ha fatto sì che venisse anticipata al 20 maggio: una buona occasione per portare a casa il secondo trofeo stagionale e prepararsi nel migliore dei modi ad affrontare Messi e soci a Berlino

QUALCUNO PARLA DI TRIPLETE, MA BISOGNA CONTINUARE A RAGIONARE UN PASSO ALLA VOLTA...
Inevitabile che la parolina triplete, pronunciata raramente e a voce bassa nei giorni scorsi, sia ormai diventata ricorrente sulle bocche dei tifosi juventini. Per quanto mi riguarda, credo che, pur con tutto l'ottimismo di questo mondo, si debba continuare a ragionare un passo alla volta senza eccessivi voli pindarici: d'altra parte, se la matematica non è un'opinione, mi pare che al momento la Juventus abbia conquistato solo un trofeo stagionale e non (ancora) tre...

DI NUOVO IN FINALE!
Sono passati 12 anni dall'ultima volta in cui la Juventus aveva raggiunto una finale di Champions League: era il 2003, sulla panchina bianconera c'era Marcello Lippi e la formazione torinese giocò la finale tutta italiana contro il Milan a Manchester; il prossimo 6 giugno i bianconeri voleranno a Berlino per giocare un'altra finale della massima competizione europea contro il Barcellona del temibile trio Messi-Suarez-Neymar. Durante questo lasso di tempo è successo non di tutto, ma molto più di tutto: Calciopoli, la retrocessione in Serie B partendo dal tristissimo pareggio ottenuto in quel di Rimini, il quadriennio terribile costellato da calciatori indegni di indossare la maglia bianconera (Tiago, Almiron, Poulsen, Felipe Melo, Diego, Amauri, Martìnez e via discorrendo), allenatori inadeguati (Ranieri, Ferrara, Zaccheroni e Delneri) e dirigenti decisamente impresentabili (Cobolli Gigli, Blanc e Secco) e culminato in una lunga galleria di figuracce, poi la rinascita nel triennio sotto la guida di Antonio Conte, l'improvviso avvicendamento tra quest'ultimo e Massimiliano Allegri nell'ultima estate e la splendida stagione che ancora non è finita. 12 anni che in realtà sembrano infinitamente di più...

"IN EUROPA NON COMBINATE MAI NULLA!", DICEVANO...
Quella secondo cui la Juventus in Europa non ha mai combinato nulla è una delle tante storielle che spopolano in giro. Per smentirla non basta solo quanto accaduto ieri sera, ma può essere utile anche rileggere cosa è scritto su Wikipedia (non certo un pericoloso house organ dei colori bianconeri): "Vincitrice del suo primo trofeo internazionale ufficiale nel 1977 (Coppa UEFA, nella circostanza vinta per la prima volta da un club italiano e sudeuropeo),[167] i suoi 11 trofei vinti in competizioni a livello confederale e FIFA, tra cui due titoli di campione d'Europa (1985 e 1996) e due di campione del mondo per club (idem), la rendono attualmente il secondo club italiano per vittorie, il quarto in Europa nonché l'ottavo nel mondo.[168] La Juventus, uno degli unici tre club italiani ad avere realizzato in due occasioni il cosiddetto double internazionale con i successi in campionato e Coppa UEFA e campionato e Coppa delle Coppe, rispettivamente nelle stagioni 1976-77 e 1983-84, vanta ex æquo con l'Internazionale, il Liverpool e il Siviglia il record di titoli vinti in Coppa UEFA, nota come Europa League dalla stagione 2009-10". Mica male per chi in Europa non combina mai nulla, eh?

BUFFON, PIRLO E BARZAGLI E QUEL RITORNO A BERLINO...
Impossibile pensare che il ritorno all'Olympiastadion di Berlino non potrà avere un sapore particolare per Gianluigi Buffon, Andrea Pirlo e Andrea Barzagli, che nove anni fa in quello stadio salirono sul tetto del mondo insieme alla Nazionale: per Buffon ci sarà la possibilità di conquistare quella coppa sfumata ai rigori nel 2003 dopo essere stato scelto come miglior giocatore di quell'edizione; per Pirlo ci sarà la possibilità di disputare la quarta finale di Champions League della carriera dopo le tre giocate con la maglia del Milan (due vinte, nel 2003 e nel 2007, e una persa nel 2005); per Barzagli, che ha saltato tutta la prima parte di stagione per i problemi fisici accusati dopo il Mondiale brasiliano, la possibilità sarà quella di ottenere una vittoria da protagonista, visto che nel 2006 era il quarto centrale difensivo alle spalle di Cannavaro, Nesta e Materazzi

IL BARCELLONA FA PAURA, MA BISOGNA GIOCARSELA!
Inutile girarci intorno: quella che il 6 giugno vedrà opposta la Juventus al Barcellona sarà la classica sfida tra Davide e Golia, vista l'incredibile prova di forza offerta dai catalani di Luis Enrique in tutta questa stagione e, da ultimo, nella doppia sfida contro il Bayern Monaco dell'ex Guardiola in semifinale; contro gente del calibro di Iniesta, Dani Alves, Messi, Suarez e Neymar (senza dimenticare Xavi, recentemente uscito dall'undici titolare e prossimo all'addio al Barça) servirà una partita molto più che perfetta, ma bisogna comunque provare a giocarsi le proprie possibilità. Sarà poi, come sempre, il campo ad emettere il proprio verdetto

IN FINALE DA SFAVORITI. E POTREBBE NON ESSERE UN MALE...
C'è poco da girarci intorno: il 6 giugno i favori del pronostico saranno tutti per il Barcellona e, scorrendo la lista dei nomi a disposizione di Luis Enrique (chissà cosa ne penseranno i tifosi della Roma...) per capire che non potrebbe mai essere altrimenti. La Juventus, in altre parole, ricoprirà quel ruolo di sfavorita che le è appartenuto solo nella finale persa nel 1973 contro l'Ajax di Crujiff e che poi è appartenuto all'Amburgo nel 1983 e al Borussia Dortmund nel 1997: chissà che l'avere decisamente meno da perdere rispetto ai più quotati avversari non si riveli un'arma vincente in quel di Berlino...

PER QUALCUNO POTREBBE ESSERE L'ULTIMA CHANCE...
C'è un'altra fondamentale differenza tra Juventus e Barcellona e sta nel fatto che per molti bianconeri quella del 6 giugno potrebbe essere l'ultima possibilità di conquistare la "coppa dalle grandi orecchie": la carta d'identità, infatti, lascia intuire che Messi, Neymar, Suarez, Piquè e ter Stegen abbiano più possibilità di giocare altre finali di Champions League in carriera rispetto a quante possano averne i più attempati Buffon, Pirlo, Evra e Tevez...

QUEL FAMOSO 16 LUGLIO...
Il pensiero non può non tornare al 16 luglio dello scorso anno, quando l'arrivo sulla panchina bianconera di Massimiliano Allegri al posto di Antonio Conte venne salutato da una parte del tifo bianconero in questo modo. Chissà quanti di quelli che erano a Vinovo quel giorno o tempestavano il web con hashtag del tipo #NoAllegri hanno festeggiato ieri sera...

ALLEGRI-BARCELLONA: ORMAI UN CLASSICO...
Quello del 6 giugno sarà il nono confronto in quattro stagioni tra Massimiliano Allegri e il Barcellona dopo gli 8 (4 nella stagione 2011/12, 2 nella stagione 2012/13 e 2 nella scorsa) disputatisi nelle scorse edizioni della Champions League quando il tecnico livornese sedeva ancora sulla panchina del Milan: c'è però da augurarsi che il trend venga migliorato, visto che ad oggi Allegri contro i blaugrana ha rimediato una sola vittoria, 3 pareggi e 4 sconfitte...

DA BARI A MADRID, PASSANDO PER RIMINI E TRIESTE...
L'accesso alla finale del prossimo 6 giugno a Berlino mi spinge a fare un flashback doveroso, fissando alcuni luoghi e alcune date precise:
  • Bari, 14 maggio 2006: quella festa che era solo il prologo ad uno tsunami che sarebbe arrivato di lì a poco...
  • Rimini, 9 settembre 2006: il debutto in B con uno scialbo pareggio in una giornata in cui pensare a scudetti e finali europee era una roba da ricovero...
  • Trieste, 6 maggio 2012: il primo scudetto dell'era Conte, l'inizio della rinascita...
Perchè sto rivangando queste date e questi luoghi? Perchè le gioie del presente nascono anche dalle cadute del passato, ma soprattutto perchè non tutti c'erano allora e ci sono ancora oggi...

CARO ANTONIO, CON TUTTA LA STIMA TI DICO CHE HAI SBAGLIATO DI GROSSO!
Notoriamente non condivido il pensiero di quanti rinnegano il passato recente di questa squadra, ossia Antonio Conte, perchè ritengo che si debba gioire tanto delle vittorie di oggi quanto di quelle di ieri, dato che le une e le altre fanno e faranno per sempre parte della storia della Juventus. Questo approccio non manicheo e non da guerra santa, che posso fieramente dire di aver avuto durante tutti questi mesi a differenza di tanti, mi permette di rivolgere, pur con tutta la stima che sempre nutrirò nei suoi confronti, una critica ad Antonio Conte. Caro Antonio, dopo le due eliminazioni europee dello scorso anno arrivasti a sostenere che ci sarebbero voluti anni prima di vedere una squadra italiana in una finale europea e che non si poteva mangiare con 10 euro in un ristorante i cui prezzi si aggiravano sui 100 euro: credo proprio che tu sia il primo ad essere consapevole di aver completamente sbagliato entrambe queste previsioni...

COMUNQUE VADA, RESTA UNA STAGIONE STREPITOSA
Poste tutte le considerazioni fatte nei punti precedenti, resta un dato assolutamente inconfutabile: la stagione disputata dalla Juventus resterà comunque straordinaria: non era affatto scontato che una squadra riuscisse ad affermare la propria supremazia in campionato per il quarto anno consecutivo, a centrare la finale di Coppa Italia e quella di Champions League; adesso però sarà bene dare il massimo per rendere la stagione ancor più straordinaria di quanto già non sia...