lunedì 19 agosto 2013

Juventus-Lazio 4-0: considerazioni a mente fredda


La stagione 2013-2014 della Juventus di Antonio Conte si è aperta esattamente nello stesso modo in cui si era chiusa la precedente, ovvero con i bianconeri che alzano un trofeo: il trofeo in questione è la Supercoppa Italiana, vinta con un secco e perentorio 4-0 ai danni della malcapitata Lazio di Petkovic e (soprattutto) di Lotito, che dopo le manfrine di quest’ultima estate e le dichiarazioni altezzose dei giorni scorsi ha ricevuto la più sonora lezione che si potesse ricevere; per la Juventus, invece, si tratta del quarto trofeo in due anni ed è il modo migliore per avvicinarsi al debutto in campionato, che avverrà sabato sera sul campo della Sampdoria (unica squadra, è sempre bene ricordarlo, ad aver totalizzato sei punti su sei contro la corazzata bianconera negli ultimi due anni).

Andiamo adesso a fare alcune considerazioni legate alla partita di ieri sera all’Olimpico, analizzando sia gli aspetti prettamente tecnici che quelli legati all’extra-campo

Buffon, il “fu pensionato” – Ricordate quando si diceva che ormai Buffon era un portiere da mandare in pensione a causa di alcuni suoi interventi non proprio perfetti in Confederations Cup? Bene, nella sfida incrociata di ieri contro il collega di Nazionale (e, con ogni probabilità, destinato a diventare il suo immediato erede tra qualche anno) Federico Marchetti, il buon Gigi ha compiuto due interventi da vero campione: prima è volato a deviare la conclusione velenosa di Radu, poi ha sbarrato la strada a Klose negandogli il gol del 4-1; come dire “caro Federico, sei sicuramente destinato ad essere il mio erede, ma per adesso il numero uno sono ancora io!”. Con buona pace di Beckenbauer, degli anti-juventini e (purtroppo!) di molti juventini…

Barzagli, il rientro del muro – Recuperato dopo i problemi fisici che lo avevano costretto a saltare l’amichevole tra Italia e Argentina di cinque giorni fa, Andrea Barzagli si è ripreso il suo posto di leader della retroguardia della difesa come nulla fosse; per avere nozione del pieno recupero del granitico difensore di Scandicci, basti pensare alla chiusura su Candreva e alla deviazione che ha impedito a Klose e Lulic di arrivare sul pallone crossato dallo stesso Candreva a fine primo tempo. Autorità e puntualità assoluta negli interventi: nulla di nuovo sotto il sole, insomma!

Qualcuno fermi Lichtsteiner…e svegli Asamoah! – Come mi è capitato di scrivere in precedenti articoli e di dire in interventi radiofonici, quando Stephan Lichtsteiner è in condizione e non è in vena di discutere con arbitri e assistenti non ce n’è per nessuno: ieri sera lo svizzero ha letteralmente fatto venire un attacco di labirintite allo stralunato Lulic, che ha passato tutto il tempo a chiedersi che fine avesse fatto il suo dirimpettaio bianconero; una prestazione fantastica, condita dagli assist al bacio per l’1-0 di Pogba e per il 2-0 di Chiellini e dall’incursione da attaccante nato che lo ha portato a segnare il 3-0. Sostituito nel finale da Ogbonna, ha incitato i suoi tifosi che lo hanno ripagato con qualcosa di molto simile ad una standing ovation, beccandosi tuttavia i sonori fischi del suo vecchio pubblico che assai poco ha gradito. Per contro, va registrata la prestazione largamente insufficiente di Asamoah: per il ghanese (che nella scorsa edizione della Supercoppa fu uno dei migliori in campo e siglò un bellissimo gol) tanta corsa a vuoto, nessun cross preciso e un duello fisico perso con Candreva, che non a caso è stato il migliore della banda di Petkovic; caro Asa, se il mercato dovesse portare in dote un esterno sinistro ti conviene davvero cambiare registro…

Pogba, basta solo il nome! – Quando dopo appena venti minuti Claudio Marchisio è stato costretto ad uscire per infortunio, gran parte degli juventini era tranquillo nel veder entrare Pogba: l’ultima stagione e il Mondiale Under 20 vinto da capitano della Francia hanno trasformato questo giovane di belle speranze in uno dei centrocampisti più forti che ci siano in circolazione; con il suo gol (nato da un’invenzione della premiata ditta Pirlo-Lichtsteiner) ha messo la gara sui binari giusti e con il suo assist ha consentito a Tevez di chiudere i conti con il gol del 4-0, e a conferma della sua forma straordinaria c’è il dato di un sonante numero ZERO alla voce “contrasti persi”. La domanda, a questo punto, è la seguente: ma quando Marchisio si sarà ristabilito dall’infortunio chi starà fuori tra lui e Pogba? Bel dilemma davvero per Antonio Conte!

Tevez-Vucinic, una coppia che ha un futuro – Complici la forma non ancora ottimale di Fernando Llorente e la voglia di affidarsi ad un impianto di gioco consolidato, ieri sera Carlos Tevez e Mirko Vucinic sono stati scelti da Conte come coppia d’attacco titolare. E i risultati sono stati più che accettabili: tanto lavoro per la squadra, assist (da Vucinic sono partite le azioni dei gol di Chiellini, Lichtsteiner e dello stesso Tevez) e gol per l’argentino, che ha potuto così bagnare il debutto ufficiale con la pesante maglia numero 10 che fu di Sua Maestà Alessandro Del Piero. I meccanismi vanno sicuramente oleati un po’ (basti pensare al fatto che Tevez è apparso leggermente opaco nella sua specialità, ovvero l’uno contro uno), ma il materiale su cui lavorare c’è tutto: dovesse ingranare questa coppia, con Llorente e Giovinco pronti a subentrare, sarebbe da capire la cessione di almeno uno tra Quagliarella e Matri…

Lazio: dopo Candreva, Marchetti e Klose il vuoto! – Una grandissima Juve, che però si è ritrovata davanti una Lazio che è mancata in quelli che sono stati i suoi punti di forza lo scorso anno: la tenuta difensiva e il gioco collettivo. Nel disastro generale della squadra di Petkovic sono solo tre elementi a strappare la sufficienza: Candreva ha fatto quello che ha potuto sulla fascia destra (complice anche la citata prestazione negativa di Asamoah), Marchetti ha provato a tenere in piedi la baracca per poi capitolare senza colpe (anche se la respinta sul colpo di testa di Pogba in occasione del 4-0 firmato da Tevez è leggermente rivedibile…) e Klose ha provato fino all’ultimo a rendere meno amara la serata della sua squadra andando a sbattere su un muro chiamato Buffon. Tolti questi tre elementi, tuttavia, la Lazio è parsa più simile ad una versione 2.0 del deserto dei Tartari

Le stravaganti decisioni del signor Rocchi – Si dirà: “Ma come? Dopo una vittoria così netta ti metti a parlare dell’arbitro?”. È vero che la vittoria è stata netta e l’arbitraggio del signor Rocchi è stato complessivamente sufficiente, ma ci sono due decisioni prese dal fischietto fiorentino che meritano di essere ricordate: l’inesistente giallo dato a Barzagli per un braccio attaccato al corpo (e passi che l’arbitro non l’abbia visto, ma l’assistente era a meno di un metro di distanza dal difensore juventino) e il fatto di non aver concesso recupero fischiando la fine del match nel momento in cui Vidal veniva buttato palesemente giù in area laziale; episodi curiosi nell’ambito, tuttavia, di una direzione di gara sufficiente (lo dico a beneficio dei soliti sapientoni che travisano ad arte le parole)

Conte, finalmente una Supercoppa in panchina – Un anno fa, quando la Juventus vinceva a Pechino contro il Napoli, Antonio Conte non riuscì a godersi il successo fino in fondo, essendo stato squalificato solo tre giorni prima per le (tristemente) note vicende del calcio scommesse; ben inteso, Carrera fece benissimo in panchina e rispose per le rime ai piagnistei del collega Mazzarri, ma la sensazione era comunque quella che mancasse qualcosa. Quest’anno, invece, il nostro Antonio si è potuto godere in panchina il trionfo della sua squadra, con buona pace di Carobbi e Palazzi vari ed eventuali!

Tre convocati particolari: Pepe, Matri e Quagliarella – Dopo gli ultimi due scudetti e la Supercoppa dello scorso anno, ieri sera Simone Pepe, Alessandro Matri e Fabio Quagliarella hanno potuto aggiungere un altro trofeo alla loro avventura juventina. I tre calciatori, regolarmente convocati da Conte per la gara dell’Olimpico, hanno vissuto la stessa con stati d’animo particolari: Pepe è tornato finalmente a disposizione dopo i tormenti fisici che lo hanno costretto a saltare praticamente tutta la scorsa stagione (l’unica presenza in campionato è stata proprio contro la Lazio allo Juventus Stadium), mentre Matri e Quagliarella sono al centro di voci che li vorrebbero entrambi partenti e, se queste voci dovessero trovare conferme, quella di ieri potrebbe essere stata l’ultima (o una delle ultime se le cessioni avverranno più tardi di sabato) convocazione in bianconero

Napoli e Lazio, Mazzarri e Klose: questione di stile! – Un anno fa, in segno di protesta nei confronti di un arbitraggio ritenuto dannoso, il Napoli disertò la premiazione e l’allora tecnico partenopeo Walter Mazzarri dichiarò qualche giorno dopo di aver pensato di dimettersi dopo un tale scempio (e pazienza se il signor Mazzoleni aveva tollerato oltre il dovuto il gioco falloso dei partenopei nel corso di tutti i tempi regolamentari e supplementari); ieri sera, invece, la Lazio (uscita dal campo più umiliata di quanto non fosse uscito il Napoli lo scorso anno, con l’aggravante di aver perso in maniera così netta davanti al proprio pubblico) si è regolarmente presentata alla premiazione e, quando Gigi Buffon ha alzato al cielo la Supercoppa, le telecamere hanno pescato il centravanti laziale Miroslav Klose nell’atto di applaudire l’avversario vincitore. Questione di stile, qualcuno farebbe decisamente meglio a prendere nota e ad imparare…

Mamma Rai è sempre mamma Rai (purtroppo!) – Bruno Pizzul e Nando Martellini sono ormai un ricordo lontano e avevano un talento fuori dal comune nel fare le telecronache, questo è pacifico. Tuttavia, da una telecronaca fatta per il servizio pubblico ci si aspetta decisamente qualcosa di più rispetto alle supercazzole e agli sfondoni messi insieme ieri sera dal duo Gianni Cerqueti-Beppe Dossena; senza dimenticare i rivedibili interventi da bordocampo di Stefano Mattei e lo studio pre e post gara composto da Alberto Rimedio (minimamente accettabile come telecronista, un disastro come conduttore) e da due noti esperti di pallone come il laziale Pino Insegno e lo juventino (ma non ditelo troppo in giro!) Massimo Giletti. Aveva dannatamente ragione colui il quale anni fa coniò lo slogan pubblicitario “Rai, di tutto di più”, eccome se aveva ragione…

Rosicare nuoce gravemente alla salute! – Ieri mattina il solito mio parente stretto che un anno fa deliziò Facebook con le sue perle di alta scuola calcistica (dal meteorite che doveva cadere sullo “Juvem***a Stadium” all’ammissione di aver goduto più per la retrocessione in B della Juventus che per tutte le Champions League vinte dal suo Milan) ha pubblicato un post che recitava “Ricomincia oggi la stagione dei gufaggi. Forza Lazioo!”, seguito pochi minuti dopo da una fotografia di un gufo condita dalla didascalia “Ricominciamooo…(a gufare, s’intende!)”; ieri sera, dopo il risultato della partita, un suo amico juventino lo ha preso in giro per il negativo esito di cotanta gufata e la risposta dell’interessato è stata a dir poco stizzita e piccata. Colgo questo esempio a me così vicino per dare un consiglio a tutti gli anti-juventini: state attenti, che iniziare a rosicare già dal 18 agosto, con gli ultimi caldi estivi, può essere dannoso; il tifo è importante, ma anche la salute!

Caro Lotito, e adesso? – Ha preteso di giocare la Supercoppa in casa (quando, da regolamento, se si gioca in Italia si dovrebbe giocare in casa di chi ha vinto lo scudetto), ha preteso di trattenere tutto l’incasso, si è fatto forte del suo incarico da consigliere di Lega (la stessa Lega che è l’organizzatrice del trofeo), non ha pronunciato una sola parola di scuse nei confronti di una squadra sua ospite che ha dovuto fare il proverbiale “giro delle sette chiese” per trovare dei campi d’allenamento a causa delle condizioni pietose dei campi della Borghesiana, ha dichiarato, con una spocchia smisurata, di essere più proiettato nel futuro di quanto non lo siano Agnelli e la Juventus (d’altra parte è noto a tutti che la Lazio è proprietaria dello stadio Olimpico, mentre lo Juventus Stadium è di proprietà del Comune di Torino), ha avuto il capitano processato per il calcioscommesse dopo più di un anno (mentre qualcun altro ha avuto l’allenatore processato e squalificato perché “non poteva non sapere” nel breve volgere di un paio di mesi) e, dopo tutto questo, ha assistito alla debacle della sua squadra in uno stadio ormai pronto per festeggiare. Di chi sto parlando? Di Claudio Lotito, ovviamente! Per la serie “ognuno ha quel che si merita”…

Ma non era tutto da buttare via? – E che dire, infine, di tutti quelle menti illuminate juventine che fino a ieri pomeriggio sostenevano che fosse tutto da buttare via? La grande gioia per il 4-0 di ieri sera non cancella, nell’ordine: Conte che doveva andare via, le cessioni (annunciate di volta in volta) di Vidal, Marchisio, Pogba e Pirlo, le polemiche sul numero 10 preso da Tevez, i dubbi sugli acquisti dello stesso Tevez e di Llorente, Marotta che un giorno va impiccato e quello dopo fucilato (giustamente prima del buon Beppe, che qualche errore lo ha sicuramente commesso, c’erano quei cervelloni di Cobolli, Gigli, Blanc e Secco) e, per chiudere in bellezza, una Juventus che dopo la non esaltante tourneè americana sembrava diventata una squadra da metà classifica. Consiglio a tutti questi geni del male: se proprio volete fare un favore a tutta la collettività, andate a nascondervi da qualche parte; vi assicuro che non sentiremo in alcun modo la vostra mancanza!

Se il romanista gioisce insieme a noi... - Se qualcuno mi avesse mai raccontato che un giorno i romanisti avrebbero goduto come dei ricci per una vittoria juventina, avrei immediatamente fatto sottoporre detto interlocutore ad un Trattamento Sanitario Obbligatorio. E invece ieri è successo che la tifoseria giallorossa, appena 24 ore dopo essersi stracciata le vesti per la scelta da parte di Sabatini e soci di concedere all'odiata Juventus di allenarsi a Trigoria, ha colto l'occasione per restituire ai cugini laziali gli sfottò seguiti alla finale di Coppa Italia dello scorso 26 maggio. Ah, le meraviglie del tifare contro gli altri prima che per se stessi...

I "buu" verso Pogba, Asamoah e Ogbonna: cari moralisti e caro Tosel, dove siete? - Non so quanti se ne sono accorti (juventini molti, anti-juventini pochissimi se non nessuno), ma sul finire della partita si sono levati dei "buu" all'indirizzo di tre calciatori juventini: Paul Pogba, Kwadwo Asamoah e Angelo Ogbonna ovvero, neanche a farlo apposta, i tre calciatori di colore che militavano nella Juventus. L'evento è stato inizialmente minimizzato e derubricato in "fischi" dai telecronisti Rai, i quali hanno però dovuto stigmatizzare la cosa quando è diventata palese. E io a questo punto mi chiedo: ma coloro i quali non perdono occasione per etichettare la tifoseria juventina come brutta, sporca e cattiva dove sono andati a finire? E, soprattutto, dov'è andato a finire il signor Tosel, che negli ultimi anni ha bombardato la società Juventus di multe come se fosse una ex moglie che chiede gli alimenti all'ex marito? Ci vuole ancora tanto a capire che il razzismo non è un problema di questa o quella tifoseria, ma è un problema (purtroppo) endemico che caratterizza indistintamente parte del tifo calcistico italiano? E, sopratutto, ci vuole ancora tanto a capire che il razzismo non va combattuto, ma va SCONFITTO?

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