lunedì 14 dicembre 2015

Belgio, Svezia e Irlanda sulla via per Parigi

Sorteggio non fortunato per l'Italia, ma all'Europeo Buffon e soci non partono battuti

Foto: tuttosport.com

Belgio, Svezia e Irlanda. L’urna di Parigi non è stata benevola con la Nazionale italiana che a giugno volerà in Francia per tentare l’assalto a quel titolo europeo che manca dalla bacheca azzurra da ben 48 anni.

Si parte il 13 giugno a Lione contro i belgi in una sfida che riporta alla mente l’amichevole del 13 novembre scorso persa a Bruxelles per 3-1 e terminata negli stessi istanti in cui si consumavano gli attentati di Parigi. La squadra di Wilmots, prima nel ranking FIFA, può contare sulla classe dei vari Courtois, Fellaini, Witsel, Hazard, Nainggolan, De Bruyne e Lukaku e su un’organizzazione di gioco che ne fa una possibile candidata alla vittoria finale.

Dopo quattro giorni ci si sposta a Tolosa, dove ad attendere Buffon e soci ci saranno gli scandinavi capitanati da Zlatan Ibrahimovic. La mente corre al 18 giugno 2004, quando il colpo di tacco volante dell’asso del Paris Saint-Germain diede una spallata decisiva alle ambizioni dell’Italia di Trapattoni, alla quale non sarebbe bastata la vittoria di misura nel successivo match contro la Bulgaria. Salvo sorprese Ibra ci sarà ancora, seppur con otto anni in più sulla carta di identità, e la speranza è che non abbia in serbo un’altra magia.

Il girone si chiude il 22 giugno, quando a Lille gli azzurri sfideranno l’Irlanda in una riproposizione di quanto accaduto in Polonia e Ucraina, con gli azzurri che staccarono il biglietto per i quarti di finale battendo i greens di Trapattoni per 2-0 (reti di Cassano e Balotelli). Osservati speciali saranno i veterani Keane e O’Shea e il redivivo portiere Given, ma il tecnico Martin O’Neill, alla guida dei britannici dopo il quinquennio trapattoniano, ha dimostrato di avere a disposizione una squadra tosta e organizzata.

Di “sorteggio duro” ha parlato, a margine del sorteggio, lo stesso Antonio Conte, evidentemente conscio del valore delle avversarie. Eppure i motivi per sorridere, o almeno per non disperarsi più del dovuto, non mancano. Innanzitutto non è detto che aver pescato avversari ostici sia sinonimo di eliminazione: quattro anni fa l’Italia di Prandelli superava un girone comprendente Spagna e Croazia, mentre due anni prima la Nazionale guidata da Lippi veniva eliminata al primo turno dal Mondiale sudafricano al termine di un girone comprendente tre corazzate del calibro di Paraguay, Nuova Zelanda e Slovacchia. Inoltre l’incastro dei sei gironi farà sì che l’Italia, superato eventualmente il primo turno, potrebbe affrontare ai quarti il Portogallo in una sfida non semplice, ma di certo alla portata. 

Ora la palla passa allo stesso Conte, il cui compito sarà quello di creare le condizioni affinchè il gruppo arrivi nelle migliori condizioni all’impegno continentale. Con la speranza, naturalmente, che gli errori commessi due anni fa in Brasile dal suo predecessore Cesare Prandelli qualcosa abbiano insegnato.



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