Grazie a due reti (una per tempo) segnate da Fernando Llorente e Carlos
Tevez, la Juventus
ha battuto il Milan a San Siro per 2-0 e si è portata a +11 sulla Roma, fermata
sabato sera dall’Inter sullo 0-0 e sempre in attesa di recuperare la partita
con il Parma; una vittoria importante per i bianconeri, soprattutto perché
giunta al termine di una prestazione meno brillante rispetto al passato contro
un avversario che ha creato molte occasioni ma ha avuto il grave torto di non
capitalizzarle. E nel calcio, si sa non certo da oggi, alla fine contano i gol
che hai segnato al 90’: è la “dura legge del gol”, per parafrasare una canzone
mai dimenticata di Max Pezzali…
Come sempre al termine di una partita, andiamo a snocciolare le
tematiche fondamentali della stessa…
UNA VITTORIA FONDAMENTALE –
Vincere per 2-0 una partita non giocata al meglio ha un’importanza assoluta per
diverse ragioni: perché ti permette di allungare sulla seconda in classifica (la Roma è attualmente a -11,
seppur con una partita da recuperare), perché arriva contro il miglior Milan
della gestione Seedorf, perché permette di arrivare al trittico contro la Fiorentina (la Juventus è attesa da tre
incontri con la squadra di Montella tra campionato ed Europa League) nelle
migliori condizioni sotto il profilo dei risultati, ma soprattutto perché ai
tifosi juventini rimane negli occhi una squadra che ha vinto mettendo in campo
quel cinismo sotto rete che spesso in passato le era mancato
UN CENTROCAMPO IN SERATA NO –
Eccezion fatta per Lichtsteiner (che ha avuto sui piedi due ghiotte occasioni
da rete e che ha servito a Llorente il pallone dell’1-0) e per il moto perpetuo
Asamoah, ieri sera il centrocampo non ha certo fornito la sua prestazione
migliore: Pogba è apparso svogliato e si è visto soltanto con il palo colpito
al minuto 87, Pirlo non è sembrato particolarmente ispirato e Marchisio era in
leggero debito d’ossigeno dopo aver giocato anche giovedì contro il Trabzonspor
GIGI BUFFON, E HO DETTO TUTTO! –
Se ieri sera Fernando Llorente ha potuto segnare il primo gol juventino con il
punteggio ancora fermo sullo 0-0, gran parte del merito è da attribuire a
Gianluigi Buffon e ad alcune sue parate che hanno sbarrato la strada agli
attaccanti rossoneri in almeno tre occasioni: a tal proposito mi piacerebbe
sentire che hanno da dire su questo argomento quelle persone (anti-juventini,
ma purtroppo anche tanti juventini!) che non più tardi di qualche mese fa
sostenevano che il capitano della Juventus e della Nazionale fosse da mandare
in pensione con ignominia…
BONUCCI, CROCE E DELIZIA! – Ieri
Leonardo Bonucci ha salvato la propria porta dalla sicura capitolazione
salvando sulla linea il pallone calciato da Kakà dopo una respinta prodigiosa
del già citato capitan Buffon; peccato però che quell’azione fosse nata da un
errore in disimpegno dello stesso Bonucci in un duello fisico con Pazzini.
Ormai ci siamo abituati: Leonardo è così, prendere o lasciare!
LLORENTE: L’UOMO GIUSTO AL
MOMENTO GIUSTO – La partita giocata ieri da Fernando Llorente può così essere
riassunta: ha passato la maggior parte del tempo a fare a sportellate con i
difensori milanisti, ma nell’unica occasione in cui doveva farsi trovare al
posto giusto al momento giusto non ha marcato visita; e non venitemi a dire che
un centravanti degno di tale definizione non debba fare questo!
“CARLITOS NON TRADISCE!”: AVEVI
RAGIONE, ADRIANO… - Su Carlitos Tevez il discorso da fare è a parte. Dopo il
suo mancato arrivo al Milan nel gennaio 2012 a causa di certi “capricci” di Lady
Barbara Berlusconi, la scorsa estate il suo passaggio in rossonero sembrava
cosa ormai fatta, al punto che con grande enfasi Adriano Galliani pronunciò
l’ormai famosa frase “Carlitos non
tradisce!” e negli studi di Telelombardia l’opinionista rossonero Cristiano
Ruiu dava ormai per fatto l’accordo tra il club di via Turati e l’Apache; poi
Carlitos è inopinatamente passato alla Juventus e quelle stesse televisioni
(proprietà di chissà chi!) che fino al giorno prima esaltavano le doti tecniche
dell’ex attaccante del Manchester City hanno iniziato a propinare una serie di
servizi nei quali egli veniva descritto come un calciatore ormai finito (come
se anziché 29 anni ne avesse 50!), che non ha mai segnato tantissimi gol,
leggermente in sovrappeso e che, soprattutto, ha sempre creato problemi in
tutti gli spogliatoi in cui è stato. Poi inizia la stagione, Carlitos segna a
ripetizione e crea con Fernando Llorente una coppia d’attacco affiatatissima e
affidabilissima e quegli stessi media di cui sopra, che il 7 agosto titolavano
“Juventus, flop attacco: Tevez e Llorente
non ingranano – I due acquisti “top” protagonisti di un’estate “flop”” non
scrivono una riga per contraddire detta tesi vagamente lunare. In compenso
bisogna riconoscere una cosa: quando Adriano Galliani ha pronunciato la famosa
frase “Carlitos non tradisce!” aveva
ragione da vendere!
FAIR-PLAY SEEDORF! – Benché io
non sia mai stato un filo-milanista, ho sempre riconosciuto le doti tecniche e
umane di molti campioni che in passato hanno vestito la casacca rossonera:
tanto per fare un esempio, chi mi conosce sa benissimo che l’ammirazione
assoluta che ho per Andrea Pirlo oggi che veste la maglia della Juventus ce
l’avevo anche quando con il Milan di Ancelotti si è imposto come il miglior
regista del mondo vincendo tutto (ivi compresa una Champions League ai rigori
contro la mia squadra, ahimè!). Questa premessa è fondamentale e mi permette di
dire che ieri ho apprezzato la sportività con cui l’allenatore rossonero
Clarence Seedorf (un altro che da calciatore ammiravo per la classe che metteva
in campo e che gli ha permesso di vincere qualcosa come quattro Champions
League con tre maglie differenti) ha riconosciuto la forza della Juventus, pur
applaudendo giustamente i suoi calciatori per la buona prestazione fornita:
quella dell’olandese è una lezione di fair-play che qualche allenatore
rossonero del recente passato e gran parte dei tifosi del Diavolo dovrebbero
imparare bene, anche se riconosco che questo per loro sarebbe uno sforzo non
indifferente…
NESSUNA POLEMICA ARBITRALE. E
ADESSO A COSA SI ATTACCANO? – Dopo tutte le chiacchiere e le tonnellate di
fango tirate addosso alla Juventus durante tutta la scorsa settimana, ieri i
bianconeri hanno vinto una partita senza episodi arbitrali (anche se qualcuno,
con neanche troppa convinzione, ha provato a dire che Pirlo meritava il rosso
per l’intervento in scivolata ai danni di Saponara). La domanda, a questo
punto, sorge spontanea: a cosa si attaccheranno in questa settimana i vari
Mario Giordano, Paolo Liguori, Paolo De Paola, Stefano Agresti (mi raccomando,
da non confondersi con il mio amico Romeo!), Carmine Fotia, Tonino Cagnucci,
Luca Pelosi, Luca Telese, Giulio Mola, Mauro Suma, Cristiano Ruiu e compagnia?
Oddio, personalmente avrei una vaga idea circa ciò a cui potrebbero attaccarsi…
VI PREGO, MANIFESTATE! – La
vittoria sul Milan e il conseguente allungo in classifica nei confronti della
Roma arriva all’indomani del sit-in di protesta organizzato dai tifosi
romanisti sotto la sede della Federcalcio: considerati il numero di persone
presenti in quella sede e i risultati maturati sul campo tra ieri e oggi, mi
auguro che di queste manifestazioni ne vengano organizzate sempre di più da qui
alla fine del campionato!
GARCIA, L’ITALIANO E…LA SUPERCAZZOLA ! –
L’ultimo punto dell’analisi odierna voglio dedicarlo all’allenatore della Roma
Rudi Garcia, tecnico che stimo in quanto è riuscito nella titanica impresa di
dare un gioco ad una squadra che da quattro anni non aveva più né capo né coda:
sabato sera, commentando l’episodio del cazzotto rifilato da Daniele De Rossi
all’attaccante interista Mauro Icardi, il mister giallorosso ha dichiarato che
quell’episodio (cito testualmente!) “va
interpretato”. A questo punto non posso che complimentarmi con Garcia, il
quale ha perfettamente imparato una delle costruzioni linguistiche italiane più
argute: la supercazzola prematurata con scappellamento a destra!
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