martedì 19 agosto 2014

Tra conferenze stampa e specchietti per le allodole...


Vorrei tranquillizzare tutti: in questo articolo non leggerete alcun anatema legato alle prime parole di Antonio Conte da Commissario Tecnico della Nazionale; in primis perché la discussione manichea (o santo o traditore, senza alcuna possibilità di via di mezzo!) intorno alle scelte professionali del tecnico salentino non mi appassionava prima e non inizierà ad appassionarmi sicuramente adesso, in secundis perché, piaccia o meno a taluni, dal 15 luglio Conte è libero da ogni legame contrattuale con la Juventus e non è più tenuto a rendere conto ai tifosi bianconeri per quanto concerne le proprie scelte professionali. 

Epperò un rimprovero da fare all’ex allenatore della Juventus ce l’ho eccome: caro Antonio, fermo restando la tua libertà professionale di cui sopra, davvero non ti sei reso conto del fatto che accettando di sedere sulla panchina azzurra ti sei trasformato nel più gigantesco specchietto per le allodole per coloro i quali ti hanno offerto tale incarico? Già, perché se la conferenza stampa odierna di Conte e del neo-presidente federale Carlo Tavecchio è stata sicuramente l’evento mediatico della settimana (o almeno di questo primo scorcio di settimana), l’evento davvero importante è quello verificatosi ieri a Roma: il primo Consiglio Federale della nuova (?!) Federcalcio! 

In detto Consiglio le questioni fondamentali sono state tre: 1) l’assegnazione delle ultime poltrone vacanti, che come da copione sono state assegnate a Mario Macalli (un giovane virgulto di 77 anni che presiede la Lega Pro “solo” dal 1997!) e a Maurizio Beretta (che, alla luce dei contemporanei incarichi nella Lega di Serie A e in Unicredit, si candida seriamente per ereditare quell’etichetta di “poltronissimo” che ancora oggi appartiene ad un altro giovanotto di nome Franco Carraro!); 2) la modifica della norma sulla discriminazione territoriale, che su giornali e social network ha dato luogo a singolari “inversioni ad U” da parte di opinionisti che fino a ieri erano contrari a tale norma e che oggi se ne sono riscoperti strenui sostenitori (ah, benedette opinioni a targhe alterne…); 3) la decisione sulla ventiduesima squadra che andrà a comporre il prossimo campionato di Serie B. 

Proprio quest’ultima vicenda era delle tre la più rilevante in quanto riguardava non singoli ruoli da assegnare o norme eventualmente da applicare o meno, bensì la fisionomia di un intero campionato! Dopo il recente fallimento del Siena, infatti, la decisione iniziale del presidente della Lega cadetta Andrea Abodi (piccolo inciso: ne avevo apprezzato le idee e l’opposizione strenua alla candidatura di Beretta per la Lega di A nel 2013, ma purtroppo mi tocca constatare come da due mesi il personaggio non ne azzecchi una neanche per sbaglio!) era stata quella di disputare una B a 21 squadre, ma la successiva disputa tra Abodi stesso e il CONI ha portato al dietrofront e alla necessità di iscrivere al campionato un’altra squadra. Ebbene ieri si doveva scegliere il nome della squadra che avrebbe preso il posto dei bianconeri di Toscana e si è deciso di…NON DECIDERE, rinviando la questione di una settimana e aprendo la strada ad una pioggia di ricorsi da parte delle squadre retrocesse al termine dell’ultima stagione (escluso il fallito Padova, in lizza ci sono Novara e Juve Stabia), ma anche di quelle squadre di Prima Divisione che possono ambire al ripescaggio dopo la recente modifica delle procedure apposite; e poco importa se la decisione sarà presa a poco meno di una settimana dall’inizio del campionato cadetto! 

Insomma, la prima decisione davvero importante che la FIGC targata Tavecchio doveva assumere è stata una non-decisione con annesso rinvio: un segnale davvero incoraggiante per il futuro, specie se si considera che il calcio italiano arriva da un settennato (quello di “supercazzola” Abete!) costellato da rinvii, non-decisioni e dichiarazioni di incompetenza varie ed eventuali. 

E allora, alla luce di tutto questo, viene seriamente da chiedersi se qui il problema vero sia ciò che ha detto o non ha detto Conte o il fatto che qualcuno possa voler utilizzare le esternazioni (passate e future) del mister leccese come la più semplice ed efficace delle armi di distrazione di massa…


Foto: figc.it

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