venerdì 1 agosto 2014

Tavecchio, Renzi e...uno strano déjà-vu!


Se io dicessi una parola su Tavecchio come Presidente del Consiglio, forse Juve, Roma e Napoli non potrebbero giocare la Champions League”.

Con queste poche il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, intervenuto ieri durante la direzione nazionale del PD, ha liquidato la questione relativa alle elezioni in FIGC che si terranno tra una decina di giorni e che vedranno opposti Carlo Tavecchio e Demetrio Albertini: parole che hanno chiarito come il governo non intenda intervenire nella questione che sta infiammando il calcio italiano in queste settimane. 

Una presa di posizione piuttosto comprensibile, dato che i regolamenti della FIFA prevedono sanzioni a carico delle squadre facenti parte di Federazioni nelle cui dinamiche si siano verificate ingerenze da parte della politica e visto che il 9 luglio la stessa FIFA ha sanzionato la Nigeria per queste stesse ragioni (per approfondire potete cliccare qui); eppure la storia più o meno recente del calcio italiano dimostra che non è che in passato le cose siano andate esattamente così. 

Ecco riportate di seguito alcune domande (con relative risposte) che potranno essere utili per rinfrescare la memoria a tanti: 

  1. In seguito a quale avvenimento nel 2004 la Lazio evitò il fallimento ottenendo una spalmatura ultra-ventennale delle proprie pendenze con il fisco (con tanti saluti a Fiorentina e Napoli)? (RISPOSTA: approvazione della cosiddetta “legge Salvacalcio” da parte del governo Berlusconi il 27 febbraio del 2003; quella stessa legge che sarà definita “un falso in bilancio legalizzato” dall’ex presidente della COVISOC Victor Uckmar, il principe dei tributaristi italiani); 
  2. Chi giustificò il mancato fallimento della Lazio affermando che “Il caso della Lazio è un caso particolarissimo. Il fallimento di una squadra con un numero di sostenitori così enorme avrebbe potuto avere conseguenze di ordine pubblico. Di fronte a questo e di fronte a rischi di perdere quanto il fisco doveva incassare abbiamo fatto questa scelta perché la legge ci ha consentito di fare una rateizzazione. C’è chi, in maniera anche motivata, obietta che la Fiorentina non ha avuto la stessa opportunità della Lazio: posso dire che allora mi interessai al salvataggio della squadra, ma furono i giudici, con il loro intervento, a far precipitare i tempi. Per quanto riguarda il governo, non ci fu nessuna responsabilità”? (RISPOSTA: Silvio Berlusconi negli studi di “Porta a porta” il 31 marzo 2005); 
  3. Chi ha pronunciato la frase “Quando la sinistra vuole eliminare qualcuno che dà fastidio avvia un processo politico. Nello sport c’era qualcuno che era scomodo. Si è creato uno scandalo, con l’ufficio antidoping, si è costretto il presidente del CONI Pescante a dimettersi”? (RISPOSTA: sempre Silvio Berlusconi il 9 marzo del 2001, alla vigilia delle elezioni politiche, al Palacongressi di Roma durante lo “Sport Day”); 
  4. Quali sono stati alcuni degli incarichi extra-calcistici di ex presidenti federali come Antonio Matarrese, Franco Carraro e Giancarlo Abete? (RISPOSTA: rispettivamente parlamentare di Forza Italia, Ministro del Turismo in quota PSI e parlamentare della DC); 
  5. Oltre a quello di Commissario Straordinario della FIGC, presidente di Telecom e consigliere d’amministrazione dell’Inter, quale altro incarico ha ricoperto nella sua carriera Guido Rossi? (RISPOSTA: Senatore nelle file della Sinistra Indipendente dal 1987 al 1992); 
  6. Quando nel 2006 la Juventus, travolta dallo tsunami di Calciopoli, decise di rivolgersi alla giustizia amministrativa chi, oltre ai vari opinionisti, espresse posizioni di fortissimo dissenso circa la scelta dell’allora dirigenza bianconera? (RISPOSTA: Giovanni Lolli, Sottosegretario del Ministero per le Politiche Giovanili del governo Prodi, che attraverso numerose dichiarazioni pubbliche diffidò la società bianconera dal muoversi al di fuori del recinto della giustizia sportiva); 
  7. In seguito al ritiro del ricorso presso il TAR del Lazio da parte della Juventus, chi pronunciò la frase “La decisione della Juve consente di evitare un corto circuito che avrebbe potuto causare, in questa importante fase di riforme, un ulteriore danno al calcio italiano”? (RISPOSTA: Giovanna Melandri, Ministro dello Sport e delle Politiche Giovanili del governo Prodi, il 31 agosto 2006). 

Vede, gentile presidente Renzi, la sua presa di posizione è teoricamente ammirevole, se non fosse per il fatto che in casi come quelli citati in precedenza le cose sono andate nella maniera esattamente opposta. Quindi mi perdonerà se, ascoltandola parlare durante la direzione nazionale del PD di ieri, ho provato una stranissima (ma neanche troppo!) sensazione di déjà-vu


Foto: news.biancolavoro.it

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