sabato 26 luglio 2014

Cambiamento! Anzi no...


Al netto di improbabili cataclismi, l’11 agosto Carlo Tavecchio verrà formalmente incoronato come nuovo presidente della FIGC. In questi giorni si è infatti delineato ufficialmente il fronte che sosterrà la candidatura dell’attuale numero uno della Lega Nazionale Dilettanti, a favore del quale ci saranno i voti della Lega Pro guidata dal suo braccio destro Mario Macalli, quelli della Lega di Serie B guidata da Andrea Abodi (considerata la mia stima nei confronti di Abodi, devo dire che questa scelta mi ha deluso tantissimo!) e quelli della Lega di Serie A, con le sole eccezioni della Juventus e della Roma; a favore dell’altro candidato Demetrio Albertini, dunque, rimangono i due club “dissidenti” della Serie A, oltre ai calciatori e agli allenatori. 

Tuttavia, nonostante a favore di Tavecchio la Serie A abbia espresso un voto quasi plebiscitario, ci sono dei nomi che inosservati non passano affatto:
  • Tommaso Ghirardi (Parma): basta andare a riascoltare le sue parole all’indomani dell’esclusione del club ducale dall’Europa League;
  • Aurelio De Laurentiis (Napoli): tralasciando (fino ad un certo punto!) scene tipo la famosa fuga in motorino di tre anni fa, gli archivi delle redazioni giornalistiche traboccano di dichiarazioni del patron partenopeo circa la necessità di cambiare un prodotto calcistico difficile da vendere nel mondo;
  • Erick Thohir (Inter): tenuto conto del fatto che stiamo parlando dell’uomo che avrebbe dovuto rivoluzionare la cultura del marketing nel calcio italiano in ragione della sua cultura manageriale americana, c’era da aspettarsi che il nuovo patron interista fosse il primo sostenitore delle dichiarazioni rilasciate nelle scorse settimane da Andrea Agnelli prima e da Barbara Berlusconi poi;
  • Diego Della Valle (Fiorentina, anche se formalmente il presidente del club viola è Mario Cognigni): gli slogan per un calcio nuovo da parte del patron viola si sprecano sin dal 2004, quando fu sconfitto da Adriano Galliani nella corsa per diventare presidente di Lega.

Spero che nessuno si offenderà se in futuro dovesse scapparmi da ridere leggendo eventuali lamentele sul calcio che non funziona da parte dei soggetti finora elencati: del resto invocare a gran voce il cambiamento e, di fronte alla possibilità concreta di concretizzarlo (o comunque di favorirlo), scegliere la conservazione è un po’ come partecipare a campagne anti-tabagismo e poi recarsi dal tabaccaio sotto casa per comprare la stecca di sigarette. Un leggerissimo controsenso, no?


Foto: tuttosport.com

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