martedì 9 aprile 2013

Istruzioni per l'uso (altrui)


Da un po' di tempo a questa parte tutti (o quasi) i non juventini che commentano miei post su Facebook hanno dimenticato alcune semplici regole per poterlo fare senza correre il rischio di rimediare figure meschine; e siccome molti di loro sono persone che conosco personalmente, credo sia giusto mettere un po' i puntini sulle i, in modo tale che il messaggio arrivi chiaro e senza rischio di fraintendimenti.

1) Troppa ironia guasta (e rompe) - Chi mi conosce sa bene che ironizzare su quanto avviene nel malandato mondo pallonaro italiano è una delle cose che più amo fare (come dimostra chiaramente la mia rubrica del venerdì su JuveNews Radio), ma se l'ironia deve diventare un modo per buttarla in "caciara" quando si parla di argomenti seri perchè, magari, si è sprovvisti di argomenti sufficienti per controbattere nel merito, allora la stessa ironia diventa fuori luogo e il rischio di sfociare nella stupidità aumenta in maniera esponenziale

2) Opinioni diverse sì, mancanza di rispetto no - Che su argomenti come il calcioscommesse, e in particolare la vicenda che l'estate scorsa ha visto protagonista Antonio Conte, la mia opinione e quella di un anti-juventino x siano agli antipodi è un dato che do per acquisito; e passo anche sopra il fatto che alla maggior parte degli anti-juventini non importi minimamente il motivo per il quale Conte è stato condannato (alcuni di loro cascano, o fanno finta di cascare, dal pero quando gli si dice che l'allenatore juventino non è stato condannato per aver combinato partite...), dato che per loro il solo fatto che un tesserato juventino abbia dei problemi con la giustizia sportiva è motivo di una libidine indescrivibile. Quando però si finisce a sminuire o a mettere in dubbio il lavoro di chi ha passato un'intera estate a documentarsi e a scrivere articoli che in certi casi hanno richiesto ore di lavoro per riordinare tutto il materiale raccolto senza commettere errori (il tutto, ovviamente, gratis!), allora lì vado letteralmente fuori dai gangheri. Probabilmente risulterò pesante, ma se mi si attacca sul mio lavoro (o su quello che vorrei diventasse presto il mio lavoro, nel senso retributivo del termine) o lo si mette in dubbio arrivo davvero a perdere le staffe perchè diventa una mancanza di rispetto bella e buona

3) Generalizzazioni "ad minchiam" - Quando imbecilli appartenenti a svariate tifoserie hanno oltraggiato la memoria dei morti dell'Heysel non mi sono mai permesso di criminalizzare "tout court" delle suddette tifoserie, ma a definire con gli epiteti che meritano i soggetti che si sono resi protagonisti di un atto tanto becero; dicasi lo stesso per gli striscioni e i cori sul tentato suicidio di Gianluca Pessotto qualche anno fa. Quando invece sono gli juventini a rendersi protagonisti di atti deprecabili (i cori razzisti contro Balotelli, quelli contro la città di Napoli o il vergognoso striscione sulla tragedia di Superga) sono solito arrabbiarmi di più, dal momento che trovo inconcepibile che prima ci si lamenti per aver subìto degli episodi vergognosi e poi si risponda a indecenza con indecenza; peccato che, mentre io mi comporti in questo modo (e a testimonianza di ciò sono disponibili in rete miei articoli e interventi radiofonici a tal proposito), altri rispondano con un'indiscriminata generalizzazione "ad minchiam" (qui cito un'efficace espressione usata su Twitter dal blogger juventino Antonio Corsa) dell'intera tifoseria juventina. Avrò tanti difetti, ma razzista non sono mai stato e da tante vergogne della mia stessa tifoseria sono perfettamente in grado di dissociarmi: lo dico a beneficio di una persona molto intelligente che mi ha accusato di considerare gli juventini tutti puri, casti e santi e di un'altra persona molto intelligente che periodicamente mi accusa di razzismo nei confronti di Napoli...

4) A quando una critica nel merito? - Da circa due anni e mezzo ho iniziato a scrivere di Juventus, e di calcio in generale, e da circa due anni e mezzo incontro pareri favorevoli e pareri in dissenso. Peccato che, di questi pareri in dissenso, non ne abbia registrato neanche uno nel merito delle cose che scrivo; spesso i miei interlocutori si trincerano dietro luoghi comuni del tipo "Eh, ma tu sei juventino!", "Eh, ma tanto si sa da che parte stai!" o dietro l'aggettivo "fazioso" (vorrei rassicurare lorsignori che essere avere determinate opinioni raccontando correttamente i fatti non significa essere fazioso, ma eventualmente ragionare con la propria testa). Quando poi chiedo le ragioni secondo le quali le cose da me dette/scritte sono sbagliate accadono solitamente tre cose: 1) non ricevo risposta; 2) ricevo risposte simili a gigantesche arrampicate sugli specchi; 3) vengo accusato di essere arrogante e/o di andare sul personale. Considerato che ho quasi 25 anni, che mi manca poco alla laurea, che sono prossimo all'iscrizione all'Ordine dei Giornalisti e che spero manchi poco al mio ingresso nel mondo del lavoro, mi auguro di tutto cuore che non debbano venirmi i capelli bianchi prima di ricevere critiche nel merito esclusivamente di ciò che scrivo!

5) Giornalista? No, anzi non ancora... - Una volta mi capitò di essere riempito di insulti perchè, utilizzando un evidente paradosso, mi ero permesso di definire il direttore di Milan Channel Mauro Suma "collega" (utilizzando le virgolette anche in quel caso); io non sono un giornalista, anche se come ho detto l'iscrizione all'Elenco Pubblicisti dell'Ordine della Puglia dovrebbe arrivare a breve, e non sono nemmeno così pazzo da avere la pretesa di insegnare qualcosa a chi questo lavoro lo svolge da molti più anni di me, ma in quel caso mi ero limitato ad utilizzare un paradosso per mettere in evidenza il fatto che un "signor nessuno" come me aveva notato una cosa che era sfuggita ad un giornalista di lungo corso come il buon Suma. E poichè in altre circostanze sono stato preso in giro o attaccato per aver osato utilizzare il termine "deontologia professionale", vorrei spiegare a chi di dovere che se ci si cimenta con una professione anche a livello amatoriale bisogna tenere comunque ben presenti i concetti-base di detta professione

6) Sportivo non è sinonimo di fesso! - E' nota la mia scarsa (per non dire nulla) simpatia per le due compagini di Milano. Ma quando l'Inter di Mourinho e il Milan di Ancelotti prima e Allegri dopo ha vinto meritatamente vari non mi sono certo astenuto da complimenti sportivi (il diario di Facebook, che io non amo, può essere un ottimo strumento per avere conferme oggettive di quanto ho appena detto). Evidentemente qualcuno confonde l'aggettivo "sportivo" con l'aggettivo "fesso", visto e considerato che da quando la Juventus è tornata a vincere è tornato a sentirsi ad ogni minima occasione il vecchio leit-motiv secondo cui "la Juve ruba", condito recentemente da perle tipo "vorrei che un meteorite cadesse sullo Juvem***a Stadium" (post scritto da un padre di famiglia, e ho detto tutto!) oppure "darebbi fuoco ai juventini e a quel buffone de Conte" (la lingua italiana, quest'illustre sconosciuta!). Dolce stil novo, peace and love!

Cari amici, come potete notare basta seguire questi semplici sei punti per evitare le figure meschine di cui parlavo nell'introduzione; spero vivamente, essendo quasi tutti persone serie e giudiziose, che possiate tenerle presenti tutte le volte in cui usate la lingua o la tastiera

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