giovedì 11 aprile 2013

Juventus-Bayern Monaco: considerazioni sulla sconfitta


E’ stato bello finchè è durato, ma purtroppo il cammino europeo della Juventus è finito. La squadra di Antonio Conte è stata eliminata meritatamente dal Bayern Monaco: un’eliminazione giusta alla luce di quanto visto sul terreno di gioco nell’arco dei 180 minuti disputati, che hanno sancito la superiorità tecnica della squadra di Heynches. Dopo il 2-0 dell’Allianz Arena, firmato dalle reti di Alaba e Thomas Muller, allo Juventus Stadium i bavaresi si sono imposti con il medesimo risultato grazie alle marcature di Mandzukic e Pizarro (quest’ultimo subentrato proprio al croato) nel secondo tempo. 
Detto ciò, andiamo a fare alcune considerazioni in merito a quanto visto in campo 

1. La Juventus si è presentata al retour-match contro i tedeschi priva degli squalificati Lichtsteiner e Vidal. Eppure i sostituti Simone Padoin e Paul Pogba sono stati, a conti fatti, i migliori in campo: tanta sostanza, che purtroppo non ha trovato la giusta assistenza dal resto della squadra

2. Piccolo pensiero per Antonio Conte, per il quale ho un’ammirazione che quasi sfocia nella venerazione. Caro Antonio, ma perché nell’intervallo, con il risultato fermo sullo 0-0 e con la necessità di segnare almeno un gol per continuare a sperare, non hai rischiato il tutto per tutto inserendo Matri per un centrocampista (magari Marchisio, che è mancato quasi completamente) e passando al 4-3-3? Dalle mie parti, che tu hai imparato a conoscere bene qualche anno fa, esiste un proverbio che dice “rutt p rutt, r’mbimm tutt!” (traduzione: “rotto per rotto, rompiamo tutto!”): fare il primo cambio (Matri per Quagliarella) a metà ripresa e con i tedeschi già avanti per 1-0 è stata una decisione non sbagliata, ma inutile

3. Se a Monaco i due gol erano stati frutto di deviazioni fortunose e di topiche varie eventuali (leggasi alle voci “Buffon” e “assistente dell’arbitro”), il primo gol incassato a Torino è stato il frutto di una triplice dormita difensiva: qualcuno, infatti, dovrebbe spiegarmi perché in due circostanze identiche tra loro i calciatori del Bayern hanno potuto liberamente saltare in area bianconera; se nella prima occasione Van Buyten è arrivato in precaria coordinazione, nella seconda è arrivato il patatrac che ha portato al gol di Mandzukic

4. Caro Mirko Vucinic, che delusione! Non dico battere da solo il Bayern (certamente nessuno si aspettava qualcosa di simile a ciò che nel 1986 un certo signor Maradona fece con l’Argentina), ma correre a vuoto e produrre solo un calcio di punizione dal limite è davvero poco per colui il quale è ritenuto uno dei cardini di questa squadra; almeno Quagliarella ci ha provato a concludere verso la porta, seppur senza esito…

5. Detto tutto questo, e fatte le dovute critiche del caso, ritengo che il fatto che una squadra tornata a vincere qualcosa soltanto da un anno, composta per larga parte da calciatori con scarsa esperienza internazionale e con un attacco decisamente inferiore alle altre squadre giunte ai quarti sia arrivata dove sia arrivata è qualcosa che deve inorgoglire tutti i tifosi juventini e deve per loro rappresentare un motivo di speranza; questa eliminazione, per quanto meritata, ha dimostrato che il telaio di partenza per creare una Juventus competitiva anche in campo europeo c’è ed è più che valido. Se il progetto targato Conte proseguirà negli anni e se, soprattutto, il mercato porterà degli acquisti di caratura internazionale (gli Asamoah, gli Isla, i Pogba e i Peluso sono ottimi colpi in prospettiva, ma per competere in Europa serve ben altro!), allora ritengo che ambire alla terza Champions League non sia un’aspirazione così lontana nel tempo

Passiamo adesso ai discorsi relativi all’extra-campo, riagganciandomi in parte all’ultimo punto 

6. La disfatta bianconera certifica, se mai ce ne fosse ancora bisogno, lo stato di crisi perenne del calcio italiano in generale: la Juventus è tornata padrona in Italia e ha fatto ottime cose in campo europeo, ma in quest’ultimo contesto la squadra di Conte è ancora un cantiere in costruzione; il Milan, dopo la smobilitazione dell’estate scorsa, è ben lontano dalla competitività europea (sebbene la tradizione sia quella che è); per la Lazio dicasi la stessa cosa, con l’aggravante di un presidente come Lotito che non ha ben chiaro il concetto di progettualità; la Fiorentina manca dai palcoscenici internazionali dall’era Prandelli, quindi al momento è ingiudicabile da questo punto di vista; su Inter, Napoli e Roma è meglio stendere un velo pietoso per ragioni di minima decenza…

7. Che a farmi la predica sulle condizioni del calcio italiano a livello internazionale siano i tifosi di squadre che in Europa non ci sono mai stati quest’anno o che ci sono stati di sfuggita (leggere sempre alle voci “Inter”, “Napoli” e “Roma”) per colpa dell’inadeguatezza delle rispettive rose è una cosa che farebbe ridere se non facesse piangere. Ve lo immaginate un rapinatore che si lamenta del fatto che ci sono troppe rapine?

8. Le “gufate” e gli sfottò nei confronti degli avversari dopo una sconfitta (in Italia o in Europa cambia poco) hanno sempre fatto parte del calcio, e per certi versi ne sono il “sale” e un tratto di sano folklore e divertimento. Leggere, tuttavia, post del tipo “Con la sconfitta di stasera si chiude la stagione 2012-13 dei gufaggi. Con lo scudetto ormai assegnato, ci rivediamo in estate per la Supercoppa Italiana per tornare a gufare la Juventus” da parte di un tifoso milanista (ovvero uno che di motivi per godere dei successi della propria squadra ne avrebbe a bizzeffe, ma che qualche mese fa confessò di esser stato più contento della retrocessione in B della Juventus che di tutte e 7 le Champions vinte dal Milan) fa capire come il tifo calcistico italiano sia, per certi versi, diventato una roba da Terzo Mondo; con tutto il dovuto rispetto nei confronti di quei Paesi che ogni giorno devono far fronte a problemi ben più seri del calcio…

9. Il non aver ricevuto insulti dopo le due sconfitte con il Bayern è una notizia che va sicuramente rimarcata: considerato quello che è avvenuto dopo il famoso “gol di Muntari”, quello che è avvenuto quando è uscita la notizia del coinvolgimento di Conte nel calcioscommesse e quello che è avvenuto dopo i fatti di Catania e il gol irregolare convalidato a Vidal in Juventus-Inter, devo constatare con grande soddisfazione che parecchia gente sta imparando a far funzionare quella cosuccia chiamata cervello

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