lunedì 3 giugno 2013

Acque agitate a Trigoria


Con la conferma di Massimiliano Allegri dopo la cena di ieri sera ad Arcore con Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, anche in casa Milan si sa già chi sarà il tecnico nella prossima stagione; la conferma del tecnico livornese, tuttavia, è la causa del gigantesco punto interrogativo che riguarda la Roma, unica delle squadre di rango del nostro campionato ad essere ancora con la panchina vacante. Una situazione ingarbugliata quella del club giallorosso, che si ritrova all'inizio di giugno con una miriade di questioni irrisolte.

1. Le sempre più probabili dimissioni di Franco Baldini. L'uomo che nel 2005 confessò all'allora vice-presidente federale Innocenzo Mazzini di voler fare il "ribaltone" era tornato in giallorosso nel 2011 dopo quattro anni passati ad intascare lauti stipendi elargitigli dal Real Madrid prima e dalla Federazione inglese poi, con i risultati che conosciamo tutti: due stagioni conclusesi rispettivamente con un settimo ed un sesto posto (e con le annesse esclusioni da tutte le competizioni europee) e tre allenatori cambiati (Luis Enrique, il "cavallo di ritorno" Zeman e Andreazzoli, di cui si parlerà più avanti). Disastri che forse faranno venire nostalgia di Moggi a qualche tifoso romanista, visto che quando Moggi "rubbava" la Roma riusciva a centrare sempre almeno la qualificazione in Coppa UEFA (per non parlare dello scudetto del 2001)...

2. Osvaldo vs. Andreazzoli. La lite a mezzo stampa e a mezzo Twitter tra il quasi ex centravanti giallorosso (le ultime voci di mercato lo vorrebbero vicino al passaggio all'Atletico Madrid orfano di Falcao) e il sicuro ex allenatore giallorosso al termine della finale di Coppa Italia persa dalla Roma contro la Lazio non ha certo contribuito a rasserenare un ambiente ormai privo di qualunque tipo di elemento in grado di prendere decisioni forti.

3. Il possibile addio di Daniele De Rossi. Lo scorso anno a Trigoria si erano fatte carte false per trattenere "capitan futuro" in giallorosso e farlo resistere ai petrol-milioni degli sceicchi del Manchester City; oggi, invece, l'addio di De Rossi appare meno utopistico e rischia di essere decisamente più dannoso, dato che quest'anno il calciatore avrebbe un prezzo decisamente ridimensionato a causa della stagione insufficiente disputata (che si ricordi, questa è stata la peggior stagione di De Rossi in Serie A in termini di rendimento). Una cessione dolorosa ed economicamente svantaggiosa: manca solo un meteorite e siamo a cavallo!

4. L'incertezza totale sulla guida tecnica. Incassati i rifiuti di Mazzarri prima e di Allegri poi, ad oggi ancora non si sa chi sarà il tecnico che guiderà la Roma nella prossima stagione. Piccolo inciso riguardante Mazzarri e Allegri: in quest'ultimo mese l'hanno tirata davvero troppo per le lunghe; fino a quando si trattasse di Guardiola e Mourinho si potrebbe anche capire, ma stiamo comunque parlando di due allenatori che come palmarès mettono insieme uno scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e un discreto numero di salvezze e promozioni. Detto questo, le ipotesi che restano in piedi sembrano essere quelle relative a Laurent Blanc (il quale, tuttavia, è in attesa di una chiamata del Paris Saint-Germain), Marcelo Bielsa (la cui situazione contrattuale con l'Athletic Bilbao rischia di rivelarsi troppo difficile da sbrogliare) e persino Stefano Colantuono dell'Atalanta (e qui sarebbe un peccato per l'Atalanta, visto l'ottimo lavoro svolto da Colantuono in questi tre anni a Bergamo). Qui, tuttavia, mi sento di esprimere un parere del tutto personale: e se alla fine, nell'incertezza totale, spuntasse il nome di Andrea Stramaccioni? Considerato che Strama è romano, ha già lavorato in giallorosso (seppure a livello di settore giovanile) e che il suo passaggio in giallorosso permetterebbe a Moratti di togliere un allenatore dal proprio libro paga, chissà che questo parere non si tramuti in futuro in qualcosa di più concreto. Ah, e stendiamo un velo pietoso sul fatto che due anni fa si liquidò senza troppi complimenti un signore di nome Vincenzo Montella, uno che a Catania l'anno scorso e a Firenze quest'anno qualcosina di buono ha combinato...

5. Un mercato complessivamente incerto. La mancanza di un allenatore impedisce, al momento, alla Roma di impostare una campagna acquisti ben definita. Ciò detto, proprio il mercato è l'unico settore che al momento regala qualche buona notizia al popolo giallorosso: è ormai fatta per l'acquisto del forte difensore dell'Udinese Benatia (a proposito, complimenti al Napoli: ci vuole un ingegno fuori dal comune per farsi soffiare, da una squadra che ancora non ha trovato un allenatore, un calciatore che un mese fa era già preso!), mentre dovrebbe essere formalizzata a breve la cessione del portiere Stekelenburg al Fulham. Di Osvaldo si è già detto in precedenza, quindi passiamo oltre.

6. Una tifoseria disorientata. La tifoseria romanista, da sempre abituata a ragionare più con la pancia che con la testa (ben inteso, non si tratta di una critica o di un'offesa!), sembra capirci poco o niente di quanto sta accadendo. Prova ne è la "schizofrenia" palesata quando si è trattato di parlare dei vari allenatori, passati e presunti futuri: Zeman era stato acclamato come un Messia a luglio dell'anno scorso, poi ne era stata chiesta la cacciata a pedate a febbraio; Andreazzoli era diventato un Santo laico dopo la vittoria contro la Juventus, salvo poi essere ritenuto una pippa vivente nei mesi successivi (la sua famosa frase "Un giorno sei un fenomeno, il giorno dopo un cog***ne!" pronunciata al termine di Roma-Chievo riassume perfettamente quando detto); quando Mazzarri sembrava in procinto di passare alla Roma era il top degli allenatori italiani, ma quando poi è passato all'Inter le radio romane hanno iniziato a dire che "in effetti ha vinto poco"; stesso discorso per Allegri, che da ieri sera è "un allenatore non da Roma". Caos totale!

7. Il "silenzio assordante" della proprietà. Questo è certamente il punto che racchiude i precedenti sei. In tutto questo caos ciò che è mancato è stata una presa di posizione precisa da parte della proprietà: una proprietà che fa sentire (timidamente!) la propria voce unicamente quando c'è da rassicurare la piazza a proposito del futuro di Francesco Totti; roba inutile, visto che immaginare Totti (e soprattutto il Totti di oggi!) lontano dalla Roma è un po' come immaginare Nichi Vendola che partecipa ad un raduno di CasaPound! E su questo punto comprendo bene il disagio di molti tifosi romanisti: noi juventini, d'altra parte, per quattro anni abbiamo visto la squadra andare a picco e vivere nel caos più totale nella perenne assenza di Gianfilippo Elkann, di Cobolli, di Gigli, di Secco e di Blanc; in questo caso (spero che nessuno se ne abbia a male) me la sento di "solidarizzare con il nemico"!

Una situazione ingarbugliata, la cui soluzione è difficile da intravedere al momento. Peccato, perchè in fondo la rosa della Roma non è certo povera di talenti: si pensi ai vari Marquinhos, Castan, Pjanic, Tachtsidis, Florenzi, Lamela e a quel Mattia Destro che solo 12 mesi fa era uno dei "pezzi pregiati" del calciomercato...

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