lunedì 5 gennaio 2015

Ciao (e grazie), UOMO IN BLUES!


Lo so, su questo blog siete abituati a leggere post legati a tematiche calcistiche. Lo so, manca un giorno a Juventus-Inter. So tutte queste cose, tranquilli! Il problema è che a volte si verificano degli avvenimenti in ragione dei quali la routine va accantonata per un momento e, nel mio caso, la notizia della morte di Pino Daniele rientra a pieno titolo nel novero degli avvenimenti in questione. 

Del resto i ricordi legati al concerto del 20 maggio 1997, visto insieme a mio padre in un Palazzetto dello Sport di Bari talmente pieno di gente da assomigliare ad una fornace rovente, alle mille rotture di scatole date a mio padre perché si procurasse quanto prima l’ultimo album dell’artista napoletano e ai vari stereo e alle varie autoradio letteralmente consumate a furia di sentire cassette o CD con le sue canzoni sono ben più che semplici aneddoti legati all’infanzia e alla prima adolescenza: sono ricordi profondi e indelebili legati ad una fase della mia vita che oggi, per una serie innumerevole di ragioni, sembra assai più lontana di quanto non dica la carta di identità.

Eppure vi confesso che c’è un sottile fil rouge che lega le canzoni di Pino Daniele e il mio tifo per la Juventus. Già, perchè ascoltare le prime e guardare le partite della seconda erano cose che amavo fare con una persona in particolare: mio padre! Farle senza di lui, magari in un momento della giornata in cui lui era al lavoro, mi dava una strana sensazione di vuoto.

E allora non mi resta che ringraziarti, caro Pino. Grazie per aver contribuito a creare dei momenti felici nella mia vita! Ciao e grazie di tutto, UOMO IN BLUES!


Foto: www.tgcom24.mediaset.it

1 commento:

  1. Nel sapore del tuo ricordo c'è un lievito, in questo caso, "padre". Arriva come le cose belle che non cancellano il tempo e lo spazio, direbbe Antonello Venditti. Ma in questo caso è la Musica la madre di ognuno di noi...

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