mercoledì 29 maggio 2013

La memoria e il perdono

Rocco Acerra (28 anni), Bruno Balli (50 anni), Alfons Bos (35 anni), Giancarlo Bruschera (21 anni), Andrea Casula (11 anni), Giovanni Casula (44 anni), Nino Cerullo (24 anni), Willy Chielens (41 anni), Giuseppina Conti (17 anni), Dirk Daeneckx (38 anni), Dionisio Fabbro (51 anni), Jaques François (45 anni), Eugenio Gagliano (35 anni), Francesco Galli (25 anni), Giancarlo Gonelli (20 anni), Alberto Guarini (21 anni), Giovacchino Landini (50 anni), Roberto Lorentini (31 anni), Barbara Lusci (58 anni), Franco Martelli (22 anni), Loris Messore (28 anni), Gianni Mastroiaco (20 anni), Sergio Mazzino (38 anni), Luciano Rocco Papaluca (38 anni), Luigi Pidone (31 anni), Benito Pistolato (50 anni), Patrick Radcliffe (38 anni), Domenico Ragazzi (44 anni), Antonio Ragnanese (29 anni), Claude Robert, Mario Ronchi (43 anni), Domenico Russo (28 anni), Tarcisio Salvi (49 anni), Gianfranco Sarto (47 anni), Amedeo Giuseppe Spolaore (55 anni), Mario Spanu (41 anni), Tarcisio Venturin (23 anni), Jean Michel Walla (32 anni), Claudio Zavaroni (28 anni)

Bruxelles, 29 maggio 1985. Quella che sembra essere una giornata di festa per il popolo juventino, che si apprestava a festeggiare la prima Coppa dei Campioni vinta dalla squadra bianconera, si trasforma in un inferno: la barbarie degli inglesi, accompagnata dall'inadeguatezza dell'obsoleto stadio Heysel e del servizio d'ordine predisposto dalla polizia belga, scatena un fuggi fuggi generale dei tifosi italiani; nella calca che ne viene fuori 39 di loro perdono la vita. Da allora questo tragico evento, che in teoria non dovrebbe avere colore di questa o di quella squadra, viene sistematicamente oltraggiato dall'inciviltà di gente che prova un becero senso di gioia al solo pensiero che i morti fossero tifosi juventini; dai sistematici cori dei tifosi fiorentini (che oltraggiarono la memoria delle 39 vittime dell'Heysel già dalle settimane immediatamente successive) alle scritte sui muri da parte di romanisti e torinisti, fino ad arrivare a striscioni come "Acciaio scadente. Nostalgia dell'Heysel" comparso a San Siro durante Inter-Juventus dell'ottobre 2011 e alle scritte mostrate dai tifosi del Napoli sia durante la finale di Coppa Italia dello scorso anno che durante l'ultima sfida tra Napoli e Juventus al San Paolo.

Oggi, dunque, non è solo il giorno del ricordo di quell'eccidio, ma è anche il giorno del perdono. Il perdono che si spera le famiglie di quei 39 martiri possano riservare agli assassini dei loro cari, a tutti coloro che di essi oltraggiano la memoria, ma anche (se non soprattutto!) a questo paese: un paese che da quella tragedia non ha imparato proprio niente, come le cronache degli ultimi 20 anni hanno purtroppo insegnato; purtroppo la violenza negli stadi, che in Inghilterra da allora è stata combattuta con forza (strage dell'Hillsborough del 1989 a parte) e quasi del tutto debellata, in Italia sembra ormai diventata una triste abitudine.

Noi tifosi juventini (insieme a tutti gli altri tifosi non juventini che fortunatamente sono ancora in possesso di quella cosuccia chiamata "buon senso") oggi ricordiamo, speriamo che qualcun'altro possa perdonare...

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