sabato 5 luglio 2014

E ripenso a Zoff...


Prima il codice etico e la continua pretesa di compiacere la pubblica opinione (impresa in cui hanno fallito persino Enzo Bearzot e Marcello Lippi, due che qualcosina sulla panchina azzurra hanno vinto...), poi il disastro brasiliano, la manfrina di un rinnovo in realtà mai esistito, le dimissioni e il successivo accasamento al Galatasaray con modalità che lasciano pensare che i contatti con il club turco fossero stati presi già prima di partire per il Brasile (a tal proposito faccio presente che il direttore sportivo del club turco si chiama Tomas Ujfalusi...): insomma, pur ritenendo Cesare Prandelli un buon allenatore e riconoscendo la piena legittimità della sua scelta di sedere sulla panchina del club di Istanbul (un professionista può piacere o meno, ma sempre professionista resta!), devo dire che negli ultimi due mesi i comportamenti del tecnico di Orzinuovi mi hanno suscitato più di una perplessità. E proprio l'aspetto relativo alle dimissioni mi riporta alla mente quanto accadde 14 anni fa ad un altro Commissario Tecnico, che di Prandelli era stato compagno di squadra ai tempi della Juventus e predecessore sulla panchina della Fiorentina: si tratta di un monumento del calcio come Dino Zoff e delle sue dimissioni ad appena 48 ore di distanza dalla sconfitta nella finale europea di Rotterdam nel 2000.

Rotterdam, 2 luglio 2000. L'Italia affronta la Francia dopo aver battuto l'Olanda in una semifinale eroica (in 10 per quasi tutta la partita, gli azzurri avevano resistito all'arrembaggio degli orange e poi avevano prevalso ai calci di rigore) e al 91' la squadra di Zoff conduce per 1-0, grazie al gol di Marco Delvecchio, e ha sprecato con Alex Del Piero due ghiottissime occasioni per raddoppiare e chiudere i conti; mancano pochi secondi al fischio finale, quando un errore in disimpegno di Fabio Cannavaro smarca Sylvain Wiltord, che batte Francesco Toldo con un diagonale chirurgico e regala l'insperato pareggio ai transalpini. Si va così ai supplementari, ma l'Italia psicologicamente è a terra e subisce il golden gol di Davìd Trezeguet, attaccante che pochi giorni dopo sbarcherà proprio in Italia per vestire la maglia della Juventus; a fine partita i calciatori azzurri sono delle maschere di delusione, mentre i francesi salgono sul tetto d'Europa due anni dopo esser saliti su quello del mondo.

Milanello, 3 luglio 2000. Durante la tradizionale conferenza stampa che apre il ritiro estivo del Milan, il patron rossonero Silvio Berlusconi (che diventerà Presidente del Consiglio vincendo le elezioni in programma meno di un anno più tardi) parla della finale europea di 24 ore prima e, con la modestia e la moderazione che contraddistinguono da sempre il personaggio, spara a zero sul Commissario Tecnico Dino Zoff: "Per amor di patria sto zitto. Perchè mi sono veramente...mi sono dispiaciuto, ma anche indignato. Si poteva vincere, assolutamente, si doveva vincere. Ma non era possibile non vedere certe cose che accadevano sul campo e a cui si doveva mettere rimedio. No, no, riguardo alla conduzione della nostra Nazionale. Ma non si può lasciare la fonte di gioco con Zidane libero di essere l'iniziatore di tutte le azioni avversarie senza mettergli, negli ultimi minuti almeno, uno che lo anticipasse. A destra, a sinistra, son partite dal suo piede le azioni pericolose che poi hanno portato a fare il gol. Era una cosa che guardando la partita non si poteva non vedere. Un dilettante l'avrebbe visto e avrebbe vinto se si fosse fermato Zidane con uno che lo anticipasse e lo marcasse da vicino. I nostri giocatori galleggiavano a cinque, quattro metri di distanza da lui. Non era possibile che un allenatore, professionista, non vedesse una cosa del genere. Io non so, non lo so, ma è una cosa indegna. Quello che ho visto ieri sera è stato indegno. Mi aggiravo su e giù, dico: ma non vedete, ma non capite, ma è possibile, ma cribbio, non lo so. Avremmo vinto, bastava questo, tutto lì. No, c'è soltanto il fatto che uno o ha acutezza e intelligenza o non ce l'ha. Tutto qui".

Roma, 4 luglio 2000. All'indomani delle dichiarazioni sopra riportate di Berlusconi, Dino Zoff convoca una conferenza stampa nella quale annuncia le proprie dimissioni irrevocabili da selezionatore della Nazionale: "Dal signor Berlusconi non prendo lezioni di dignità. Non è giusto denigrare il lavoro degli altri pubblicamente, non è giusto che non si rispetti un uomo che fa il suo lavoro con dedizione ed umiltà. E' stato offeso un uomo e la sua professionalità, è mancato il rispetto per un lavoratore e questo io non posso accettarlo. Devo rispondere al signor Berlusconi, solo a lui, non a quello che rappresenta. Non è una presa di posizione politica, lo sapete, la mia unica politica è sempre stata lo sport. Ci sono rimasto particolarmente male per le sue parole. Certamente non ho dormito bene". Giusto per amor di cronaca: lasciata la Nazionale, Zoff resterà disoccupato fino al gennaio del 2001, quando la Lazio lo ingaggerà per sostituire l'esonerato Eriksson; sulla panchina azzurra, invece, si insedierà quel Giovanni Trapattoni che di Zoff era stato l'allenatore ai tempi in cui Dinone difendeva la porta della Juventus e che rimarrà in carica fino al 2004.

Facendo raffronti tra passato remoto (il Zoff del 2000) e recente (il Prandelli di non molti giorni fa), se io dovessi scegliere di fronte a quali dimissioni togliermi il cappello e applaudire non avrei alcun dubbio. E non certo per il fatto che Zoff ha giocato nella Juventus e ne è stato per due anni l'allenatore...


Foto: sportlive.it

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