giovedì 17 luglio 2014

L'unica strada: andare avanti!


I sentimenti, da che mondo e mondo, sono una cosa soggettiva. E io, per altri miei vissuti passati che nulla avevano a che vedere con il calcio, ho imparato che in certi momenti non importa quanto un distacco o un trauma possa essere doloroso perché l’unica cosa che conta è reagire e andare avanti; il che non significa, ovviamente, che tutto ciò sia facile (anzi, tutt’altro!), che non si stia veramente di me…lma e che non si soffra per il distacco o il trauma di cui sopra. 

Vengo al punto. Se dicessi che la notizia delle dimissioni di Antonio Conte da allenatore della Juventus non mi ha scioccato, penso che la maggior parte di coloro che mi seguono sui social network, leggono i miei articoli e mi ascoltano in radio mi sputerebbero in un occhio perché penserebbero che li stia prendendo in giro: per questo allenatore ho provato un’ammirazione infinita, anche se posso affermare fieramente che quest’ammirazione non mi ha impedito di criticarne alcuni errori (se non vi fidate, andate a leggere cosa ho scritto durante questi tre anni). 

Ma Antonio Conte, ahinoi, da due giorni non è più l’allenatore della Juventus. Adesso c’è Massimiliano Allegri: una scelta che non mi fa impazzire, visto anche che un paio di anni fa non ero troppo tenero nei confronti del tecnico livornese per alcune sparate sue senza né capo né coda, ma della quale non posso che prendere atto. E prendere atto del fatto che Allegri è il nuovo tecnico bianconero significa che da oggi in poi farò esattamente ciò che faccio da quando scrivo di Juventus: elogiarne le scelte che condivido e criticarne quelle che non condivido; il tutto senza quell’approccio manicheo che in tanti stanno adottando da 48 ore a questa parte (per semplificare: o stai con la società o stai con Conte!) e che a me fa personalmente venire il voltastomaco. Da quando tifo Juventus ho visto avvicendarsi sulla panchina bianconera dieci allenatori (Lippi, Ancelotti, Capello, Deschamps, Ranieri, Ferrara, Zaccheroni, Delneri, Conte e adesso Allegri) che ho apprezzato in maniera diversa e con sfumature diverse (“de gustibus…”, dicevano gli antichi), ma senza mai perdere di vista il concetto-base: io tifo per la JUVENTUS, a prescindere da chi la allena e da chi ci gioca! E il mio tifo è tale nel bene, ma anche (se non soprattutto!) nel male! 

Posso fieramente dire che in vent’anni di tifo juventino ho gioito (e tanto!) per dieci scudetti, una Coppa Italia, cinque Supercoppe Italiane, una Champions League, una Supercoppa Europea e una Coppa Intercontinentale, ma allo stesso tempo ho sopportato anche cose decisamente meno piacevoli: una retrocessione in Serie B, con annessi insulti e sfottò; il fatto che venissero definiti “dirigenti juventini” personaggi del calibro di Cobolli, Gigli, Blanc e Secco (quella famosa epoca della “Juventus simpatica” che i miei amici anti-juventini rimpiangono un giorno sì e l’altro pure!); l’alternarsi di quattro allenatori (Ranieri, Ferrara, Zaccheroni e Delneri) nello spazio di tre sole stagioni; acquisti improbabili come quelli dei vari Grygera, Molinaro, Diego, Felipe Melo, Knezevic, Andrade, Poulsen (comprato al posto di Xabi Alonso!), Motta, Martìnez e compagnia cantante. E volete che, dopo essere sopravvissuto a tutto questo, sia un problema per me accettare che sulla panchina bianconera si sia seduto Massimiliano Allegri, che pure non mi fa impazzire? Ma fatemi il piacere…

P.S. Quelle che avete potuto leggere finora sono le mie ultime righe sulla questione relativa alle dimissioni di Conte! Del resto anche sui social network mi sono abbondantemente espresso sull'argomento, perciò non voglio aggiungere altro alle cose dette e scritte nei giorni scorsi. E sia chiaro che questo non significa rinnegare tre anni fantastici e indimenticabili (del resto l'ammirazione che ho avuto per Conte è una cosa che non rinnegherò mai!), ma è l'unico modo per andare avanti dopo lo scossone di due giorni fa. Perchè, come già ho specificato in apertura, andare avanti è terribilmente difficile e costa fatica, ma al tempo stesso è l'unica cosa da fare per poter guardare al futuro senza rimanere prigionieri del passato. E posso garantirvi che questo ragionamento vale per tutti i campi della vita, anche per quelli infinitamente più importanti del calcio...



Foto: www.calciomercatonews.com

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