lunedì 14 luglio 2014

Germania-Argentina 1-0 d.t.s. (Mondiali, finale): qualche considerazione...


Il gol segnato all'ottavo minuto del primo tempo supplementare da Mario Goetze ha permesso alla Germania di battere l'Argentina per 1-0 nella finale del Maracanà e di laurearsi Campione del Mondo: per i tedeschi si tratta della quarta vittoria in un Mondiale dopo quelle ottenute in Svizzera nel 1954, in casa nel 1974 e in Italia nel 1990.
Andiamo dunque a snocciolare alcuni temi legati alla finalissima di Rio...

ONORE AL MERITO! – Da italiano non amo particolarmente la Germania, ma sarebbe da sciocchi non ammettere che la squadra teutonica ha ampiamente meritato la vittoria perché si è dimostrata di gran lunga la più forte. E poi, dopo il terzo posto ai Mondiali del 2006, il secondo agli Europei del 2008 e il terzo ai Mondiali di quattro anni fa in Sudafrica, era ora che la squadra di Loew raccogliesse i frutti di un lavoro che parte da lontano e di cui si parlerà nel dettaglio più avanti 

CORSI E RICORSI… – Quattro anni fa a Johannesburg la finale tra Spagna e Olanda fu decisa da un gol di Andrès Iniesta nei supplementari dopo che Robben aveva fallito una ghiotta opportunità a tu per tu con Casillas. Allo stesso modo, a Rio de Janeiro la finale tra Germania e Argentina è stata decisa da un gol di Mario Goetze nei supplementari dopo che nel primo tempo regolamentare Higuaìn aveva fallito una clamorosa occasione da gol a tu per tu con Neuer. Per la serie “corsi e ricorsi storici”…

IL GOL CHE ARRIVA DALLA PANCHINA – A decidere la partita è stato il gol di Mario Goetze, servito con un cross perfetto da Andrè Schurrle: entrambi i calciatori erano entrati in campo a partita in corso, subentrando rispettivamente a Miroslav Klose (di cui dirò più avanti) e Christoph Kramer. Un altro grande merito della Germania: aver potuto contare su titolari di assoluto valore e su ricambi all’altezza!

LA COPPA RESTA IN EUROPA – Quello della Germania è il terzo successo consecutivo ottenuto da una squadra europea ai Mondiali: dopo l’ultimo successo ottenuto dal Brasile nel 2002, sono arrivate le vittorie dell’Italia nel 2006, della Spagna nel 2010 e quella ottenuta oggi dalla compagine teutonica; per completezza d’informazione, va detto che è la prima volta che un’europea si aggiudica il trofeo in un’edizione disputata in America (l’Uruguay aveva vinto in casa nel 1930 e proprio in Brasile nel 1950, il Brasile aveva vinto in Cile nel 1962, in Messico nel 1970 e negli Stati Uniti nel 1994 e l’Argentina aveva vinto in casa nel 1978 e in Messico nel 1986)

UN RILANCIO PARTITO DA LONTANO – 23 giugno 2004, Lisbona, stadio “Josè Arvalade”. La Germania viene sconfitta per 2-1 dalla Repubblica Ceca (di Ballack il gol del momentaneo vantaggio teutonico, di Baros e Heinz le successive reti ceche) ed eliminata al primo turno dall’Europeo portoghese. Di lì a pochi giorni la Federazione tedesca decide di esonerare il C.T. Rudi Voeller e di affidare la panchina a Jurgen Klinsmann; assistente dell’ex centravanti di Inter e Sampdoria è Joachim Loew, reduce dall’esperienza sulla panchina dell’Austria Vienna. Con l’avvento di Klinsmann la Germania si rilancia e, potendo contare sull’apporto di elementi di esperienza come Lehmann, Ballack, Schneider e Klose e sulla definitiva esplosione di giovani talenti come Metzelder, Lahm, Frings, Schweinsteiger e Podolski, centra il terzo posto ai Mondiali giocati in casa nel 2006. Al termine di quella kermesse mondiale Klinsmann decide di non rinnovare il proprio contratto e lascia la panchina dei panzer, e così la Federazione decide di affidare il timone della Nazionale proprio a Loew, che prosegue l’opera iniziata da Klinsmann e, puntando su ulteriori talenti sfornati dalle Nazionali giovanili (da Neuer a Muller, passando per i vari Hummels, Boateng, Khedira e Kroos), porta la Germania ad ottenere un secondo posto agli Europei del 2008, un terzo posto ai Mondiali del 2010, ad uscire dagli Europei del 2012 in semifinale (battuta per 2-1 dall’Italia di uno scatenato Balotelli) e a raggiungere il risultato che abbiamo visto tutti a questi Mondiali. Questo progetto tecnico a lunga gittata, unitamente alla riorganizzazione degli assetti federali e alla valorizzazione seria dei giovani talenti locali, ha contribuito in maniera determinante al rilancio di un calcio tedesco che solo dieci anni fa faceva i conti con una crisi tecnica e di risultati che ricorda molto da vicino la situazione attuale del calcio italiano: chissà che un domani, se dalle nostre parti subentrasse una seria volontà di voltare pagina…

NEUER: LA DEFINITIVA CONSACRAZIONE DI UN FENOMENO – Ormai da cinque anni si parla di Manuel Neuer come di un predestinato, ma questi Mondiali hanno sancito la definitiva consacrazione del numero uno del Bayern Monaco: quando Gianluigi Buffon appenderà definitivamente al chiodo scarpette e guantoni, non ci sarà da interrogarsi su chi sarà il miglior portiere al mondo! Se poi consideriamo che alle spalle di Neuer si sta affermando il giovane neo-portiere del Barcellona Marc-Andrè ter Stegen, di cui si dice un gran bene da un paio d’anni e che ha fatto vedere cose egregie, deduciamo che per almeno altri 20/25 anni in Germania non si porranno il problema relativo ai portieri…

CIAO, MIRO. E COMPLIMENTI! – Quando al minuto 88 è stato richiamato in panchina per far posto a Mario Goetze, Miroslav Klose si è ufficialmente congedato dai Mondiali di calcio dopo essersene laureato miglior marcatore di sempre con i 16 gol segnati nelle sue quattro apparizioni (2002, 2006, 2010 e 2014) davanti a due mostri sacri come Gerd Muller e Ronaldo. Chapeau!

L’ARGENTINA E LA BESTIA NERA GERMANIA – Nel 1986 l’Argentina guidata in panchina da Carlos Bilardo e in campo dalle magie di Diego Armando Maradona vinse il suo secondo (e ultimo) titolo mondiale sconfiggendo per 3-2 la Germania nella finale di Città del Messico. Da allora l’Albiceleste è sempre uscita sconfitta da confronti mondiali contro la selezione teutonica: dal rigore (inesistente) trasformato da Andreas Brehme nella finale del 1990 al 4-0 con cui Klose e compagni travolsero l’Argentina allenata da Maradona quattro anni fa in Sudafrica, passando per le parate di Lehmann nel quarto di finale dei Mondiali del 2006. Se non si può parlare di bestia nera, trovate voi un altro termine…

MESSI E LA GRANDE OCCASIONE PERSA – Conducendo l’Argentina alla vittoria, magari mettendoci il proverbiale timbro del campione, Lionel Messi avrebbe potuto mettere definitivamente a tacere quanti sostengono che il suo talento si ridimensioni ogni volta che dismette la maglietta del Barcellona per indossare quella della sua Nazionale. Caro Leo, i tuoi mezzi tecnici non si discutono, ma Diego Armando Maradona (per dire di uno che alle spalle non aveva Xavi, Iniesta e Neymar, ma ha vinto due scudetti con il Napoli insieme ai vari Bruscolotti, Ferrario e Garella e un Mondiale con l’Argentina insieme a Pumpido, Brown, Giusti e Burruchaga!) era, è e sarà sempre un’altra cosa…

LO SCIAGURATO PIPITA – Certi errori davanti alla porta sono di per sé gravi per un centravanti, ma se commessi in una finale mondiali sono ancora più gravi: per informazioni rivolgersi a Gonzalo Higuaìn, che nel primo minuto si è presentato a tu per tu con Neuer, ma ha finito per sciupare l’occasione come neanche lo sciagurato Egidio Calloni o il mitico Luther miss it Blissett. E dire che poco dopo il Pipita un gol l’ha pure segnato, ma la sua posizione al momento dell’assist di Lavezzi era irregolare e l’assistente del signor Rizzoli ha annullato tutto… P.S. L’assistente dell’arbitro Rizzoli che annulla un gol segnato da Higuaìn su assist di Lavezzi: chissà che da qualche parte non si inventino a breve un complotto pro-Juve!

SABELLA, DIMMI UN PO’… – A proposito dell’occasione sciupata da Higuaìn e alla luce delle occasioni fallite anche da Messi nel secondo tempo e da Palacio nei supplementari, mi piacerebbe sentire dal Commissario Tecnico dell’Albiceleste Alejandro Sabella quella vecchia storia secondo cui Carlitos Tevez non sarebbe servito a quest’Argentina. Ma del resto lo sanno anche le pietre che l’Apache è sovrappeso, segna poco e rovina gli spogliatoi: pare infatti che Conte non dorma al solo pensiero di ritrovarselo davanti domani in occasione dell’inizio del ritiro estivo della Juventus…

MA GONZALO NO? – Come è noto, non sono un simpatizzante della Fiorentina per ovvie ragioni. Detto questo, mi chiedo se nella difesa argentina avrebbe sfigurato un difensore tosto e tecnicamente validissimo come Gonzalo Rodriguez, specie se al suo posto ha giocato titolare uno come Martin Demichelis…

BLATTER E QUELL’ASSENZA NEL 2006… – Nel vedere il numero uno della FIFA Sepp Blatter premiare i tedeschi neo-Campioni del Mondo non ho potuto fare a meno di ripensare a quando lo stesso Blatter rifiutò di premiare gli azzurri nel 2006 a Berlino. E pensare che forse questa è stata la nefandezza minore commessa dal personaggio Blatter in oltre 30 anni di occupazione del potere pallonaro mondiale…

LO ZIO VISIONARIO – Trovandomi in Gran Bretagna ho visto la partita sulla BBC gustandomi una telecronaca degna di questo nome. Un vero peccato perché in tal modo non ho potuto assistere in diretta all’estasi mistica dello Zio Bergomi, che al minuto 107 ha scambiato l’arbitro Rizzoli con il suo ex collega Rosetti: considerato che Bergomi era al fianco di Caressa il 1 marzo 2013, quando il buon Fabio concluse la telecronaca di Napoli-Juventus 1-1 dicendo “Napoli batte Juventus 1-1” (non sto scherzando, l’ha detto davvero!), evidentemente deve trattarsi di un virus contagioso…

THANKS, BBC! – A proposito di Gran Bretagna e BBC, devo dire che seguire questi Mondiali attraverso la televisione pubblica d’Oltremanica è stata un’esperienza fantastica: del resto volete mettere i commenti post-gara di gente come Ferdinand, Shearer, Seedorf, Cannavaro e Ian Wright con le supercazzole del primo Beppe Bergomi che passa per strada?

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