martedì 12 maggio 2015

DIARIO DI BORDO/51 - Juventus-Cagliari 1-1 (Serie A, 35a giornata)


IL TABELLINO
JUVENTUS-CAGLIARI 1-1 (primo tempo 1-0)
MARCATORI: Pogba (J) al 45'pt, Rossettini (C) al 40'st
JUVENTUS (4-3-3): Storari; Romulo, Barzagli, Ogbonna, Padoin; Pereyra (30'st Vitale), Marchisio (14'st Sturaro), Pogba (18'st De Ceglie); Pepe, Matri, Coman. Allenatore: Allegri
CAGLIARI (4-3-1-2): Brkic; Balzano, Ceppitelli (28'st Diakitè), Rossettini, Avelar; Donsah (23'st Sau), Crisetig, Joao Pedro; Ekdal; Farias, Cop (32'st Longo). Allenatore: Festa
ARBITRO: Peruzzo di Schio

LA PARTITA
Primo tempo
  • 17' - Tocco di Cop per Farias in area, ma l'attaccante del Cagliari viene disturbato da Marchisio al momento di calciare verso la porta
  • 39' - Cross di Padoin per Pogba, che stoppa di petto, supera Avelar e calcia, ma il pallone termina alto
  • 41' - Coman impatta di testa su cross di Romulo, ma il pallone esce di pochissimo
  • 45' - GOL DELLA JUVENTUS! Pogba calcia dal limite e il pallone, leggermente deviato da Ceppitelli, si insacca alle spalle di Brkic
Secondo tempo
  • 3' - Donsah serve in area Cop, ma l'attaccante rossoblu viene fermato da un'ottima diagonale di Padoin
  • 13' - Rossettini stacca di testa sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto da Donsah, ma il pallone termina fuori
  • 19' - Romulo raccoglie una corta respinta della difesa del Cagliari e calcia da una ventina di metri, ma il pallone esce di un soffio
  • 40' - GOL DEL CAGLIARI! Rossettini prima colpisce il palo di testa e poi è più lesto di tutti nel riprendere il pallone e spedirlo alle spalle di Storari
  • 46' - Assist di Longo per Sau che calcia incredibilmente fuori da ottima posizione
UNA FESTA E QUASI UN ALLENAMENTO PER CHI HA GIOCATO DI MENO
Se la partita di sabato aveva ancora un significato per il Cagliari (i sardi, causa questo pareggio e la successiva vittoria dell'Atalanta a Palermo, adesso sono davvero vicini alla retrocessione in Serie B), per la Juventus rappresentava semplicemente la possibilità di festeggiare lo scudetto appena vinto davanti al proprio pubblico (la premiazione vera e propria ci sarà alla penultima giornata contro il Napoli nell'ultimo impegno casalingo dei bianconeri) e di offrire del minutaggio a calciatori che solitamente giocano di meno (De Ceglie, Pepe, Matri, Coman, Vitale) o che rientravano da lunghe assenze (Pogba e Romulo)

BENTORNATO, PAUL!
La notizia più lieta arrivata dalla partita di sabato è stata rappresentata dal ritorno in campo di Paul Pogba, assente dalla sfida di Dortmund in Champions League e reduce da un lungo stop: il francese è rimasto in campo per poco più di un'ora (al 18' del secondo tempo Allegri lo ha sostituito con De Ceglie) e ha giocato una buona partita trovando anche il gol con l'aiuto dell'involontaria deviazione da parte di Ceppitelli; una freccia in più nella faretra di Allegri in vista di Madrid e della finale di Coppa Italia

BENE COMAN, MA GLI OCCORRE MAGGIOR MINUTAGGIO
Una buona impressione l'ha destata anche Kingsley Coman, schierato da Allegri a sinistra nel tridente d'attacco insieme a Pepe e Matri: il giovane francese ha cercato qualche spunto interessante e ha confermato ancora una volta di avere degli ottimi numeri, ma anche di necessitare di maggior minutaggio per poter crescere nel migliore dei modi e diventare un potenziale campione; a mio parere il prossimo anno, soprattutto se dovessero arrivare nomi importanti nell'attacco juventino, un prestito in una squadra capace di garantirgli un posto da titolare potrebbe essere un'idea tutt'altro che da scartare

A MADRID PER CERCARE L'IMPRESA (EVITANDO DEPRESSIONI ED ESALTAZIONI FUORI LUOGO!)
Domani sera a Madrid la Juventus sarà chiamata ad affrontare il Real e a difendere (e, se possibile, ad incrementare) il 2-1 maturato a Torino grazie ai gol di Morata e Tevez. La partita, già difficile in ragione del tasso tecnico della formazione spagnola, nasconderà un'insidia non da poco: diversamente da una Juventus già campione d'Italia e prossima finalista di Coppa Italia, il Real Madrid ha nella Champions League l'unico obiettivo stagionale rimastogli (nella Liga i blancos hanno visto aumentare il ritardo in classifica nei confronti del Barcellona e in Coppa del Re sono stati già eliminati dai cugini dell'Atletico) per non fallire la stagione; è quindi evidente che domani sera Carlo Ancelotti, un volpone in materia di vittorie europee, tenterà il tutto per tutto per salvare la stagione e, probabilmente, la sua stessa panchina. Sarà bene che quei tifosi juventini recentemente esaltatisi per il faticoso pareggio in rimonta rimediato dal Real nella sfida di sabato contro il Valencia, per l'infortunio di Toni Kroos (che dovrebbe essere della partita, salvo sorprese), per la perdurante assenza di Modric (vero e proprio metronomo del gioco delle merengues) e per le contestazioni che il pubblico madridista ha riservato all'allenatore e addirittura ad una bandiera come Iker Casillas tornino quanto prima sul pianeta Terra e si rendano conto che la realtà è un'altra: domani sera ci sarà tanto da soffrire nella bolgia dei dieci volte campioni d'Europa e l'eventuale biglietto per la finale di Berlino verrà ottenuto unicamente sudando le proverbiali sette camicie. Tutto questo, ovviamente, non significa che non si debba essere fiduciosi o che la Juventus parta già battuta, però tra depressioni fuori luogo ed esaltazioni ancor più fuori luogo c'è un abisso...

IRONIA...MA NON TROPPO!
Ieri mattina ho scritto su Facebook il seguente post: "Se oggi la Juventus non batte il Cagliari almeno per 4-2, così come fece a suo tempo la Juventus di Delneri, a fine partita lancio l'hashtag #AllegriVattene". Un post chiaramente e volutamente ironico, ma non troppo: la gioia per lo scudetto conquistato con largo anticipo, per una finale di Coppa Italia e per una stagione da protagonisti anche in Champions League non può infatti far passare in cavalleria i deliri dell'estate scorsa circa una Juventus che, con l'arrivo di Allegri in panchina, sarebbe sicuramente tornata ai "fasti" dell'epoca pre-Conte. Ma del resto è noto che certa gente, anzichè tenere a freno lingua e tastiera e aspettare i verdetti del campo, trovi assai più comodo lanciarsi in previsioni al confronto delle quali il mitico "Ricordati che devi morire!" di troisiana memoria sembra robetta...

LE LACRIME DI ALLEGRI, DI FRONTE ALLE QUALI BISOGNA SOLO APPLAUDIRE
A proposito di Allegri, mi hanno molto colpito le lacrime di commozione apparse sul volto dell'allenatore juventino prima dell'inizio di Juventus-Cagliari. Chi mi segue sui social network e mi ha ascoltato in radio in questi anni sa che in passato sono stato fortemente critico nei confronti del tecnico livornese per certe sue sparate nei confronti della Juventus (e quelle critiche, ci tengo a precisarlo, le rivendico ancora oggi perchè continuo a pensare che fossero meritate!) e che, quando a luglio dell'anno scorso è arrivato alla Juventus, non ho certamente stappato le bottiglie di spumante, ma ho sempre sostenuto che Allegri andasse giudicato unicamente in base ai risultati ottenuti: bene, di fronte a queste lacrime e ai risultati che il buon Max ha ottenuto (e, chissà, magari continuerà ad ottenere) in questa stagione, credo ci sia solo da alzarsi in piedi e da rivolgergli un sentito applauso. Per chi avesse voglia di proseguire in guerre sante da asilo Mariuccia l'invito a stare alla larga da questo blog è sempre valido, ovviamente!

CAGLIARI, QUASI IN B DOPO DIECI SALVEZZE CONSECUTIVE: CI VOLEVA LUI...
Il Cagliari avrebbe anche potuto vincere la partita se nel finale Marco Sau non avesse fallito il gol del possibile 2-1 a due passi da Storari: questo pareggio, e la vittoria ottenuta domenica pomeriggio dall'Atalanta sul campo del Palermo, ha portato i sardi a -8 dalla salvezza e già nel prossimo turno, se l'Atalanta dovesse anche solo pareggiare contro il Genoa, la retrocessione in B insieme a Cesena e Parma potrebbe diventare realtà. Dopo dieci salvezze consecutive, dunque, i sardi rischiano concretamente di tornare in cadetteria: se ciò accadrà, parte dei meriti di questa "impresa" saranno ascrivibili a quel tale allenatore che sarebbe arrivato ad allenare addirittura Barcellona e Real Madrid se solo i magheggi di tale Moggi Luciano da Monticiano (Siena) non ne avessero intralciato la sfolgorante carriera...

LA COLPA È SEMPRE DEL MAGGIORDOMO...PARDON, DELLA JUVE!
Tra giovedì e venerdì sono accadute due cose piuttosto curiose: giovedì il Napoli ha pareggiato per 1-1 contro il Dnipro nella semifinale d'andata di Europa League, ma il gol del pareggio ucraino era viziato da un evidentissimo fuorigioco dell'autore del gol e di un suo compagno di squadra e così il presidente partenopeo Aurelio De Laurentiis (sì, proprio quello che nel 2011 scappò in motorino dopo la stesura del calendario del campionato e che nel 2012 impose alla propria squadra di non presentarsi alla premiazione per la Supercoppa Italiana appena persa a Pechino contro la Juventus) si è espresso in questi termini; venerdì, invece, il giudice sportivo ha accolto il ricorso presentato dalla Juventus in merito alla squalifica della curva dello Juventus Stadium chiusa in seguito ai fattacci verificatisi nell'ultimo derby torinese e, in attesa di valutare il ricorso medesimo e nuovi elementi che possano consentire di confermare o rivedere la decisione presa, ha sospeso la squalifica della curva medesima, ma qualche fenomeno di passaggio ha pensato bene di interpretare la sospensiva. Su questi fatti mi limiterò a fare qualche semplice considerazione:
  1. il designatore arbitrale dell'UEFA non è Platini, bensì Pierluigi Collina, unanimemente riconosciuto come uno dei più grandi arbitri italiani della storia, ma magari i trascorsi juventini di Platini possono servire a qualcuno per attirare consensi presso la propria tifoseria...
  2. l'errore commesso dall'arbitro e dai suoi assistenti in occasione del gol del Dnipro c'è ed è davvero dozzinale, ma allo stesso modo era stato grossolano l'errore dell'arbitro che in Wolfsburg-Napoli aveva convalidato il gol di Higuaìn viziato da un evidente fallo di mano dell'attaccante argentino; eppure all'epoca nessuno fiatò...
  3. come spiegato in precedenza, la sanzione inflitta alla curva juventina (sanzione di cui ho già parlato in un precedente DIARIO DI BORDO) non è stata cancellata, bensì sospesa in attesa che chi di dovere esprima il proprio giudizio in merito al ricorso presentato dalla società Juventus; parlare di "curva juventina assolta" significa essere mostruosamente ignoranti oppure spaventosamente in malafede...

SCENEGGIATE COMUNQUE FUORI LUOGO IN QUEL DI PARMA
Anche su quanto accaduto a Parma domenica pomeriggio si è detto e scritto tanto. Premesso che le ricostruzioni fatte da Donadoni (che poi ha fornito una versione differente dei fatti ai microfoni della trasmissione radiofonica condotta da Raffaele Auriemma) e da Palladino andrebbero vagliate da chi di competenza, a mio parere in questa situazione Higuaìn è nel torto in ogni caso: che abbia rimproverato al Parma l'eccessivo impegno o le eccessive perdite di tempo, è davvero difficile pensare che possano essere solo queste le ragioni per cui una squadra che in campionato occupa il quarto posto, che è ha già vinto la Supercoppa Italiana e che è impegnata in una semifinale europea è uscita con un solo punto dal campo dell'ultima in classifica; magari meno baruffe e un po' più di sana autocritica non guasterebbero, vero Pipita?

COERENZA, QUESTA SCONOSCIUTA...
Domenica sera l'Inter ha battuto la Lazio per 2-1 grazie ad un gol di Hernanes viziato dal simultaneo fuorigioco di tre giocatori interisti e chiudendo il match in nove contro undici. Ovviamente sui social network sono impazzate le discussioni sull'arbitraggio del signor Massa di Imperia e qualcuno si è meravigliato del fatto che gli juventini, anzichè godersi lo scudetto vinto e preoccuparsi della semifinale di Champions League e della finale di Coppa Italia, perdessero il proprio tempo parlando della partita dell'Olimpico. Peccato che da quattro anni larga parte del tifo interista perda più tempo parlando del gol di Muntari, del gol annullato a Bergessio a Catania o dell'arbitraggio di Rocchi in occasione dell'ultimo Juventus-Roma che preoccupandosi del fatto che la squadra nerazzurra non vince più un trofeo che sia uno. Ah, benedetta coerenza...

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