giovedì 21 maggio 2015

DIARIO DI BORDO/54 - Juventus-Lazio 2-1 d.t.s. (TIM Cup, finale)


IL TABELLINO
JUVENTUS-LAZIO 2-1 d.t.s. (primo tempo 1-1, secondo tempo 1-1, primo tempo supplementare 2-1)
MARCATORI: Radu (L) al 4'pt, Chiellini (J) all'11'pt, Matri (J) al 6'pts
JUVENTUS (3-5-2): Storari; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Lichtsteiner (5'sts Padoin), Vidal, Pirlo, Pogba (33'st Pereyra), Evra; Tevez, Llorente (39'st Matri). Allenatore: Allegri
LAZIO (3-4-3): Berisha; De Vrij (1'sts Keita), Gentiletti, Radu (26'st Gentiletti); Basta, Cataldi, Parolo, Lulic; Candreva, Klose (37'st Djordjevic), Felipe Anderson. Allenatore: Pioli
ARBITRO: Orsato di Schio

LA PARTITA
Primo tempo
  • 4' - GOL DELLA LAZIO! Radu impatta di testa sugli sviluppi di un calcio di punizione battuto da Candreva e trova il sette alla sinistra di Storari
  • 11' - GOL DELLA JUVENTUS! Altro calcio di punizione, stavolta per i bianconeri e battuto da Pirlo, e gol di Chiellini in acrobazia su assist aereo di Evra
  • 25' - Colpo di testa di Llorente su cross di Evra, ma il pallone termina sopra la traversa
  • 32' - Parolo prova ad approfittare di un rinvio approssimativo di Pogba, ma il pallone esce di poco alla destra di Storari
Secondo tempo
  • 14' - Parolo calcia da fuori senza inquadrare la porta
  • 39' - Lancio di Felipe Anderson per Djordjevic, che controlla male e favorisce l'uscita bassa di Storari
  • 42' - Lancio di Pirlo per Matri e gol di quest'ultimo, ma l'arbitro annulla su segnalazione del proprio assistente; il replay, tuttavia, evidenzia come il centravanti bianconero fosse in posizione regolare
  • 47' - Ci prova anche Tevez dalla distanza, ma il pallone non si abbassa a sufficienza
Primo tempo supplementare
  • 4' - Clamoroso doppio palo di Djordjevic, che centra i due legni con una splendida conclusione dalla lunga distanza
  • 6' - GOL DELLA JUVENTUS! Matri riprende una corta respinta di Mauricio sugli sviluppi di una conclusione di Pereyra e spedisce il pallone alle spalle di Berisha, rivedibile nella circostanza
Secondo tempo supplementare
  • 5' - Punizione di Pirlo da posizione defilata e respinta di Berisha con i pugni
DA LIPPI AD ALLEGRI: COPPA ITALIA VINTA VENT'ANNI DOPO!
Era il 1995 quando la Juventus, allenata da Marcello Lippi e fresca campione d'Italia, sconfiggeva il Parma nella doppia finale (1-0 a Torino, 2-0 in terra emiliana) e si aggiudicava la nona Coppa Italia della sua storia. Da quel momento è iniziato un digiuno lungo vent'anni e caratterizzato da tre finali perse (nel 2002 sempre contro il Parma, nel 2004 contro la Lazio e nel 2012 contro il Napoli), ma ieri sera ad interrompere questo lungo digiuno e a permettere alla squadra bianconera di conquistare la decima Coppa Italia e a fregiarsi della stellina d'argento ci ha pensato un altro toscano, ossia il livornese Massimiliano Allegri, capace di bissare lo scudetto conquistato poche settimane fa

QUANDO (ANCHE) LA FORTUNA AIUTA GLI AUDACI
Diciamolo con grande franchezza: quella vista all'Olimpico non è stata la miglior Juventus. Durante i 90 minuti i bianconeri, bravi nel raddrizzare subito l'immediato svantaggio firmato da Radu, si sono preoccupati essenzialmente di contenere gli assalti della Lazio cercando di ripartire in contropiede per poi spingere sull'acceleratore nella parte finale dei regolamentari e nei supplementari, quando la squadra di Pioli è andata in debito d'ossigeno per il grande sforzo profuso. E poi c'è stata quella dose di fortuna che, come dice il proverbio, aiuta gli audaci e che in questo caso si è materializzata sotto forma del doppio palo colpito da Djordjevic che ha preceduto di pochi minuti il gol-partita siglato da Matri; anche se, è bene ricordarlo, a questa doppia circostanza non ci si sarebbe dovuti neanche arrivare, visto che il gol annullato a Matri al 42' del secondo tempo era regolare...

DAL PALO DI DJORDJEVIC AL GOL DI MATRI: SLIDING DOORS IN SALSA PALLONARA!
Come detto, il doppio palo di Djordjevic ha rappresentato un vero e proprio momento di svolta del match, visto che pochi minuti dopo l'incredibile occasione fallita dall'attaccante serbo della Lazio è arrivato il gol di Matri: non è parso anche a voi di assistere ad una riproposizione in salsa pallonara del famoso film "Sliding Doors" con Gwyneth Paltrow?

CHIELLINI vs. LAZIO: TU CHIAMALA, SE VUOI...BESTIA NERA!
Ci sono giocatori che hanno una maggior attitudine al gol contro certe squadre: restando ai giorni nostri senza scomodare la storia del calcio, basti pensare a Domenico Berardi con il Milan, a Mauro Icardi con la Juventus o a Paul Pogba con il Napoli. Un altro esempio calzante è quello di Giorgio Chiellini con la Lazio: quello di ieri sera è stato il quinto gol segnato dal centrale bianconero alla formazione capitolina dopo i tre segnati in campionato (due in Juventus-Lazio 5-2 del 27 aprile 2008 e uno in Juventus-Lazio 2-1 del 10 dicembre 2010) e quello segnato nella gara di Supercoppa Italiana del 18 agosto 2013 (Juventus-Lazio 4-0)

BARZAGLI ETERNA GARANZIA, BONUCCI UN PO' IN AFFANNO
Detto di Chiellini, diamo anche un'occhiata alla prestazione dei suoi compagni di reparto nella difesa a tre scelta ieri sera da Massimiliano Allegri: Andrea Barzagli ha offerto l'ennesima prestazione positiva confermando di essersi definitivamente lasciato alle spalle i guai fisici che lo hanno costretto a restare ai box per tutta la prima parte di stagione; piccolo passo indietro per Leonardo Bonucci, spesso disattento sia in fase di disimpegno che in fase di impostazione. Restando sempre in tema di difesa, ma ampliando il panorama, andrebbe detto che anche la marcatura su Radu in occasione del gol del momentaneo vantaggio laziale non è stata impeccabile, fermo restando l'ottimo tempo nello stacco da parte del capitano di giornata (Mauri era in panchina, così come Ledesma) della Lazio

I CAMBI HANNO RESO MEGLIO RISPETTO AI TITOLARI
Tra i peggiori in campo ci sono stati sicuramente Paul Pogba e Fernando Llorente, quasi mai in grado di incidere nell'economia del gioco bianconero. Molto meglio hanno fatto i giocatori che Allegri ha mandato in campo per sostituirli, ossia Roberto Pereyra e Alessandro Matri: l'argentino ha creato parecchio scompiglio muovendosi tra le maglie del centrocampo e della difesa laziale, mentre l'ex genoano ha segnato due gol di cui uno ingiustamente annullato e l'altro convalidato e che ha fatto imboccare alla Coppa Italia la strada per Torino...

RISOLVE MATRI E PAGA PANTALONE...PARDON, GALLIANI!
Per la serie "corsi e ricorsi storici", a decidere la finale è stato Alessandro Matri, ossia quel giocatore ceduto dalla Juventus al Milan per 11 milioni di euro nell'estate del 2013 (in tal modo i bianconeri hanno potuto sopperire quasi completamente all'esborso di 12 milioni effettuato per acquistare Carlos Tevez dal Manchester City) e tornato in bianconero a gennaio, dopo due prestiti consecutivi alla Fiorentina prima e al Genoa poi, con la formula del prestito secco e con lo stipendio (pari a 2,5 milioni di euro lordi) pagato per metà proprio dalla società rossonera. Senza contare che ieri sera in campo c'erano anche Marco Storari (acquistato dal Milan nel gennaio 2007, poi mandato in prestito a Cagliari, Firenze e Genova sponda blucerchiata e infine approdato in bianconero nel 2010 prima come sostituto dell'infortunato Buffon e poi come suo affidabilissimo vice), Andrea Pirlo (dieci anni in rossonero, durante i quali ha vinto praticamente tutto, prima di essere scaricato come un pacco postale perchè considerato finito) e Carlos Tevez (che al Milan, a dir la verità, non ha mai giocato, ma la cui storia è nota...) e in panchina c'era quel Massimiliano Allegri spernacchiato dai tifosi rossoneri al momento dell'esonero (i brillanti risultati ottenuti da Clarence Seedorf prima e da Filippo Inzaghi poi si sono visti e si stanno vedendo ancora oggi) e da una parte della stessa tifoseria juventina al momento del suo approdo sulla panchina bianconera...

ONORE A STEFANO PIOLI E ALLA SUA SQUADRA...
Come già è stato accennato in precedenza, la prestazione non eccellente della Juventus ha avuto una sua fondamentale ragione nell'organizzazione in campo avuta dalla Lazio: con la scelta di cambiare modulo rispetto al solito, Stefano Pioli è riuscito ad imbrigliare gli avversari per quasi tutti i 90 minuti, salvo poi andare in debito d'ossigeno tra la fine dei tempi regolamentari e i supplementari; eppure nei supplementari i biancocelesti avrebbero potuto addirittura spuntarla se il gran tiro da fuori di Djordjevic non avesse centrato i due pali con Storari fuori causa. Ritengo pertanto doverosi i complimenti per una squadra che quest'anno è andata al di là delle più rosee aspettative e che è ancora in lotta per il secondo posto, insieme ai cugini della Roma e al Napoli, con pieno merito. Come si suol dire in questi casi, onore al merito!

...E TANTI SALUTI ALLE BATTUTE DA CASERMA DI LOTITO!
Se Pioli e i suoi ragazzi meritano complimenti e applausi a scena aperta per l'ottima partita disputata e per la grande stagione in corso, un pensiero maramaldo va rivolto a quel gran signore di Claudio Lotito e alla sua famosa battuta nei confronti di Beppe Marotta ("Con un occhio gioca a biliardo, con l'altro segna i punti!"), nonchè all'escamotage grazie al quale la Federazione ha impedito che l'amministratore delegato potesse procedere per vie legali nei confronti del patron biancoceleste...

GRANDE FAIR PLAY. IN CAMPO E (SOPRATTUTTO) FUORI...
La finale di ieri sera ci ha lasciato una sfida intensa e combattuta tra due grandi squadre, ma anche un grandissimo e lodevolissimo spettacolo di fair play tra i giocatori in campo e tra le tifoserie fuori: in campo si è assistito ad una partita complessivamente corretta, mentre sugli spalti ciascuna delle tifoserie ha potuto incitare la propria squadra e applaudirla (con stati d'animo differenti, ben inteso!) al momento della premiazione senza che questo portasse a parapiglia o a scontri di alcun genere. Ritengo doveroso sottolineare tutto questo perchè un modo efficace per combattere la cultura del tifo malato sia quello di dare la giusta pubblicità anche agli esempi di tifo sano come quello cui abbiamo assistito ieri sera

E SONO DUE TROFEI VINTI IN STAGIONE! ASPETTANDO DI VEDERE COSA ACCADRÀ IL 6 GIUGNO...
Campionato vinto da qualche settimana e Coppa Italia conquistata dopo vent'anni di digiuno, mentre la Supercoppa Italiana persa ai rigori a dicembre rappresenta un piccolo rammarico: una stagione non ancora conclusa, ma che già può dirsi straordinaria per una squadra che tutti consideravano appagata dopo il passato triennio e pronta ad implodere dopo le traumatiche dimissioni di Antonio Conte il 15 luglio e il suo successivo avvicendamento con quel Massimiliano Allegri contestato nel modo che ricordiamo tutti al momento del suo arrivo a Vinovo. Ora non resta che aspettare il 6 giugno per vedere cosa accadrà in quel di Berlino quando la Juventus sfiderà il Barcellona dei marziani Messi, Suarez e Neymar nella finale di Champions League. Vale, a tal proposito, quello che su questo blog è già stato scritto dopo la partita di Madrid: sarà una finale difficilissima contro un avversario incredibilmente forte, ma nei 90 minuti tutto può succedere e sarebbe sbagliato tanto credere di aver già vinto quanto credere di aver già perso; a dare il proprio inappellabile verdetto, come sempre, sarà il fatidico rettangolo verde!

QUEL MALEDETTO VIZIO DI PARLARE PRIMA DEL TEMPO (E DEL CAMPO)...
A proposito di verdetti del campo e di discorsi fatti nel punto precedente, sono sempre più divertito nel vedere le reazioni isteriche o di apparente menefreghismo che stanno avendo quei tifosi juventini (o almeno sedicenti tali) che hanno passato l'intera estate e gran parte di questa stagione profetizzando un ritorno della Juventus ai tempi bui che avevano preceduto l'arrivo di Antonio Conte. Dite che costoro avranno imparato che, prima ancora di far parlare la bocca o la tastiera, è bene sempre aspettare che parli il campo? Non so voi, ma io questa la considero una domanda retorica dalla risposta più che mai scontata...

TRA NUOVO CALCIOSCOMMESSE E DOMANDE RETORICHE
E intanto il calcio italiano è ripiombato nell'incubo del calcioscommesse con l'inchiesta condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro che sta riguardando la Lega Pro e la Serie D. Su questa vicenda si è detto e scritto, e si sta dicendo e si sta scrivendo, molto, ma io mi limiterò semplicemente a fare una considerazione: posto che la giustizia (sportiva e ordinaria) dovrà fare il proprio corso, sarà mai possibile porsi il problema non tanto di debellare i fenomeni scoperti, quanto piuttosto di studiare soluzioni per far sì che non si ripresentino in futuro? Oppure passeremo un'altra estate ad indignarci e a chiedere sanzioni a destra e a manca (posto che dette sanzioni sportive e penali, laddove gli illeciti e i reati saranno provati e acclarati, dovranno essere esemplari) e poi faremo finta che nulla sia accaduto e torneremo ad indignarci quando un nuovo focolaio di infezione salterà fuori tra un paio d'anni? Sarò pessimista, ma temo che anche in questo caso le domande siano quanto mai retoriche...

TRA INFRONT E LE CHIACCHIERE DA BAR...
Tra le intercettazioni venute alla ribalta in merito a questa nuova vicenda ce ne è una che meriterebbe particolare attenzione: trattasi di quella in cui Vittorio Caligani, ex dirigente calcistico e oggi editorialista, e Ettore Di Nicola, direttore sportivo de L'Aquila, parlano dell'intreccio tra Galliani, Lotito e la società Infront (la cui storia è spiegata in questo articolo) in merito alla proprietà di alcuni club di Serie B e di Lega Pro, ma anche del presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio e della Lega Pro Mario Macalli, descritti come "due rincoglioniti...in mano a Lotito che li ricatta"; sugli ultimi scenari relativi a Infront e agli intrecci ad essa legata consiglio la lettura di questo articolo brillantemente scritto da Fulvio Paglialunga. Anche qui mi voglio limitare ad una considerazione pura e semplice: a prescindere dagli eventuali sviluppi processuali che avrà questa vicenda, di fronte a questo bel quadretto è difficile credere che a condizionare gli esiti del campionato ("CAMPIONATO FALSATO", titolò in prima pagina e a caratteri cubitali qualcuno a suo tempo...) possa essere una società all'opposizione tanto in FIGC quanto in Lega e che, a suo tempo, è stata ferocemente contraria agli accordi televisivi legati ad Infront; se poi il prototipo di realtà che si ha in mente è quello derivante da miserevoli chiacchiere da bar, allora ditelo subito così mi arrendo...

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