mercoledì 27 maggio 2015

Se non è zuppa...


Joao Havelange ha presieduto la FIFA dal 1974 al 1998, eppure durante i suoi 24 anni di (inter)regno non è che siano mancate le controversie: memorabili i suoi dissidi con Diego Armando Maradona, che nel 1986 gli rimproverava di imporre orari proibitivi per le partite del Mondiale messicano in nome di meri scopi commerciali e che dal 1990 in poi gli ha lanciato siluri rimasti nella storia (dalla frase "Ha vinto la mafia nel calcio!", pronunciata dopo la finale mondiale persa contro la Germania a Roma, a "Non voglio che dica che per me è come un padre. Io ne ho uno eccezionale e non uno come lui. Se avessi un padre così preferirei morire", pronunciata nel 1997), ma anche la frase a lui dedicata secondo cui "se buttate un dollaro per aria, difficilmente gli farà toccare terra"; inoltre pochi ricordano che nel 2013 dovette dimettersi dalla carica di Presidente Onorario della FIFA medesima per via di una vicenda di corruzione legata al fallimento di una società di marketing chiamata ISL. Insomma, dire che la figura di Havelange sta a quella di un giglio di campo immacolato come la figura di Francesco Totti sta allo stemma della Lazio è tutt'altro che fuori luogo!

Poi venne il tempo di Joseph Sepp Blatter, succeduto a Havelange nel 1998 alla guida del calcio mondiale dopo esserne stato segretario generale dal 1981, e si entrò nella leggenda: 17 anni costellati di voci (nel 2002 il presidente della Federcalcio somala Farra Ado sostenne di aver ricevuto un'offerta di 100.000 dollari per votare a favore di Blatter quattro anni prima e la stessa accusa venne rilanciata dall'ex vicepresidente FIFA ed ex segretario della Concacaf Jack Warner), polemiche (la mancata premiazione dell'Italia dopo la finale mondiale vinta a Berlino nel 2006, il razzismo etichettato come "sciocchezza" nel 2011 e la minimizzazione delle forti proteste avvenute in Brasile alla vigilia dell'ultimo Mondiale) e culminati con l'inchiesta condotta dalla FBI e immediatamente ribattezzata FIFAgate dalla maggior parte dei media di tutto il mondo.

Posto che l'inchiesta è ancora agli albori e che nuovi sviluppi sono attesi per le prossime settimane e i prossimi mesi, c'è però un punto da cui non si sfugge: se prossimamente Blatter dovesse essere coinvolto nell'indagine ("Non posso fare commenti su persone che in questo momento non sono coinvolte nell'indagine", ha dichiarato oggi il Ministro della Giustizia statunitense Loretta Lynch), allora le dimissioni sarebbero d'obbligo; ma lo sarebbero anche se alla fine questa vicenda dovesse avere un esito favorevole a Blatter (mancata iscrizione nel registro degli indagati, archiviazione o assoluzione) perchè la mancata responsabilità penale non cancellerebbe la chiara ed evidente responsabilità politica di un uomo che, nel caso in cui questa ipotesi corrispondesse alla realtà, non si sarebbe accorto che gran parte dei suoi sottoposti hanno fatto parte di un gigantesco sistema corruttivo.

Ma dite che sono eccessivamente malpensante se affermo che le probabilità che Blatter molli la cadrega sono elevate quanto quelle che nevichi in Sicilia a Ferragosto?


Foto: www.telegraph.co.uk

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