martedì 27 novembre 2012

Se questo è giornalismo...

"Carobbio ci ha detto che nello spogliatoio del Siena scommettevano quasi tutti. Una tv mi ha persino offerto 5 mila euro per un’intervista se parlavo anche di Conte. Come se lo conoscessi. Ho rifiutato. Non ho nulla da dire su di lui: mai visto, mai sentito, mai provato a contattarlo, ma soprattutto non ho bisogno di soldi per parlare di quello che so"
[Almir Gegic, uno dei capi dell'organizzazione degli "zingari"]

Analizziamo punto per punto la seguente dichiarazione, rilasciata dal latitante slavo al momento del suo arresto, avvenuto ieri all'aeroporto milanese della Malpensa:

1) "Carobbio ci ha detto che nello spogliatoio del Siena scommettevano quasi tutti". Considerato che lo scorso anno l'Atalanta era stata penalizzata di 6 punti per le scommesse del solo Cristiano Doni, viene da chiedersi come sia possibile che il Siena abbia avuto la stessa penalizzazione dei bergamaschi sebbene praticamente tutti i calciatori scommettessero e, sempre secondo quanto affermato dallo stesso "Pippo" Carobbio, sebbene anche il presidente Mezzaroma in persona fosse a conoscenza delle cose che accadevano; misteri sui quali nessuno ha mai fatto luce, ma è plausibile pensare che fossero tutti impegnati a crocifiggere Conte...

2)"Una tv mi ha persino offerto 5 mila euro per un’intervista se parlavo anche di Conte. Come se lo conoscessi. Ho rifiutato. Non ho nulla da dire su di lui: mai visto, mai sentito, mai provato a contattarlo, ma soprattutto non ho bisogno di soldi per parlare di quello che so". Senza dubbio la parte più grave del discorso di Gegic: una televisione avrebbe offerto allo "zingaro" 5000 euro per fare il nome di Conte, ma lui avrebbe rifiutato perchè non conosceva il mister bianconero. Non vengono in mente, a chi legge, strane assonanze con quanto dichiarato da Marco Paoloni e Thomas Locatelli l'estate scorsa? I due, infatti, dichiararono di aver ricevuto dalla magistratura sportiva la richiesta di "nomi pesanti" in cambio di cospicui sconti di pena (mai arrivati, visto che i due di "nomi pesanti" non ne hanno fatti).

L'ultimo punto rende ancora più chiara, se mai ce ne fosse bisogno, una cosa: prima di cambiare la giustizia sportiva, forse sarebbe il caso di cambiare prima l'informazione sportiva. Se "giornalismo" (non solo sportivo) significa offrire soldi a qualcuno in cambio di un nome, prescindendo dalla veridicità o meno delle dichiarazioni, allora vuol dire che il fondo è stato abbondantemente toccato....

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