mercoledì 7 novembre 2012

L'aggressione a Marco Venditti: io la penso così


L'aggressione subita a Milano dal giornalista e tifoso juventino Marco Venditti ad opera di due tifosi (chiedo scusa per il termine...) dell'Inter è un fatto increscioso; e lo dico prescindendo sia dalla stima personale e professionale che nutro nei confronti di Marco che dal fatto che lui sia tifoso della mia stessa squadra.

Purtroppo, da almeno una decina di giorni a questa parte, il clima tra le diverse fazioni calcistiche si è fatalmente surriscaldato: gli orrori di Catania-Juventus e Juventus-Inter sono indubbiamente sotto gli occhi di tutti, sebbene non bastino a spiegare fatti come quello avvenuto a Milano. Gli episodi arbitrali fanno parte di qualunque campionato, italiano e non (basti pensare a quanto accaduto durante l'ultima sfida tra Chelsea e Manchester United, con un arbitro accusato addirittura di razzismo), ma sono ben poca cosa se non vengono "corredati" da campagne mediatiche di un certo tipo e da esternazioni poco concilianti, per usare un pallido eufemismo, da parte dei presidenti.

Ben inteso, in tutte le tifoserie esistono elementi poco ragionevoli; ma campagne stampa come quelle organizzate da "Il Corriere dello Sport" (valga come esempio il poster regalato in omaggio quest'oggi, che riporta la scritta "3 novembre 2011: Juventus-Inter 1-3. Inter più forte di tutto!") o dichiarazioni come quelle rilasciate da Moratti domenica e da Galliani e Pulvirenti ieri certamente non contribuiscono a svelenire il clima tra le opposte tifoserie.

Ricordo bene che quando, poco meno di tre anni fa, un certo Presidente del Consiglio fu colpito in pieno volto a Milano da una miniatura del Duomo scagliata da uno squilibrato, qualche avventato giornalista e qualche altrettanto incauto esponente del medesimo partito del Presidente di cui sopra coniarono l'infelice termine "mandanti morali". Detto che non ho intenzione di riprendere una simile espressione fuori luogo e che non voglio assolutamente ricadere in assurde generalizzazioni (ho la fortuna, infatti, di conoscere tanti interisti appassionati e al tempo stesso seri e razionali), credo che molti addetti ai lavori (a partire da giornalisti e cronisti che hanno un seguito assai maggiore del sottoscritto) dovrebbero riflettere bene sul punto a cui siamo arrivati. Se la forte rivalità tra due squadre sfocia nella violenza, non ha più senso parlare di chi ha vinto e di chi ha perso: sono tutti irrimediabilmente sconfitti!

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