giovedì 8 novembre 2012

La definizione perfetta di "stile": grazie, Francesca!

Ultimamente si sta abusando troppo di una parola: STILE. Noi tifosi juventini, che spesso parliamo di "stile Juventus" (concetto su cui ci sarebbe da dibattere, ma non penso sia questo il momento), da almeno ormai da anni ci sentiamo rivolgere l'accusa di non averlo affatto questo stile; ci sarebbe anche da discutere su chi ci rivolge quest'accusa, ma lasciamo perdere...

Bene, questa mattina ho avuto il chiaro esempio di cosa significhi avere stile: significa dire le cose giuste con garbo e moderazione, ma con altrettanta chiarezza e fermezza. A darmi questo splendido esempio è stata una mia collega di radio, la napoletana Francesca Ranieri: con Francesca (o "la dolce e ridanciana Francesca", come mi capita spesso di chiamarla in trasmissione) capita continuamente di scherzare e di punzecchiarsi, ma la stima reciproca, professionale e personale, non è mai stata discussione.

Riporto integralmente qui di seguito l'articolo di Francesca:

GOL DEL CHELSEA A TEMPO SCADUTO: NIENTE POLEMICHE, MICA E' LA JUVENTUS
Come sempre, nella vita, c’è chi può e chi non può. 
C’è chi vince quando il tempo del match è ormai scaduto, quando l’ultimo minuto del recupero concesso si è concluso, in una partita in cui ha solo subito, in una partita in cui l’avversaria avrebbe dovuto vincere e con un consistente scarto di gol. C’è chi vince, invece, dimostrando un gioco brillante, mozzafiato, partita per partita, dominando dal primo fino all’ultimo minuto, ma per qualche imprecisione, di valore o no, dell’arbitro, mai assolutamente così decisiva, viene chiamato ‘ladro’. 
C’è chi è stato accusato di essere coinvolto nello scandalo peggiore, ma nonostante tutto è sempre andato avanti a testa alta, c’è chi è finito in Serie B, c’è chi ha pagato per le presunte colpe che aveva, perdendo non solo la massima serie e tutto ciò che ad essa era legato, la fama, l’onore, ma perdendo anche e completamente se stessa. 
C’è chi è riuscito nell’impresa di risollevarsi dal fango in cui era, spinto con violenza, scivolato. C’è chi è tornato in sé, è tornato a vincere, è tornato a far ciò per cui era nato. 
Ma c’è ancora chi, insistentemente, continua ad urlarlo negli stadi, a scriverlo sui giornali, a rinfacciarlo agli eroi bianconeri: che siamo solo ladri, che sappiamo solo rubare. 
Non c’è coltello peggiore che può colpire e ferire il cuore di un tifoso juventino del sentir urlare il proprio nome storpiato “Rubentino!”. E’ un qualcosa che spezza il respiro, provoca uno strano formicolio negli occhi, bagna leggermente le guance del tifoso di Torino come quello di Napoli. Una sensazione di debolezza indomabile. 
Ma purtroppo nessuno, chi dovrebbe per professione compreso, evita di creare polemiche sul nulla, polemiche che possono solo far male, non solo alla Juventus, come a tutto il calcio. Si continua, si continua, si continua. Non importa che conseguenze ci saranno, non importa se quella squadra tacciata comunque vincerà e tutto, le parole senza senso che si possono ascoltare allo stadio, tra chi è ignorante e sa di esserlo, come leggere sui giornali, riportate da chi crede di essere lontano dall’ignoranza, continueranno ad essere vessillo degli altri, di chi probabilmente non riesce ad accettare il ritorno della Vecchia Signora, di chi forse non l’ha mai accettata la sua supremazia, il suo spirito, la sua storia.
Un tifoso juventino, però, dopo la serata di Champions League di ieri, nel momento in cui ha visto sfumare quella gioia, più che speranza, che avrebbe potuto donargli maggiore fiducia per i prossimi match, non può non farsi una sola domanda: perché il Chelsea può segnare il gol della vittoria quando il tempo è scaduto ed anche immeritatamente senza dover soffrire di inutili, spregevoli ma taglienti polemiche? 
Come dicevo, c’è chi può e chi non può.
Francesca Ranieri

Chapeau!

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