giovedì 3 gennaio 2013

Un esercizio semplice, ma divertente

Il 30 marzo 2009 il Consiglio Nazionale dell'Ordine dei Giornalisti approvava all'unanimità il Decalogo di Autodisciplina dei Giornalisti Sportivi. I punti in cui si articola tale decalogo sono i seguenti
  1. Il giornalista sportivo riferisce correttamente, cioè senza alterazioni e omissioni che ne modifichino il vero significato, le informazioni di cui dispone 
  2. Il giornalista sportivo non realizza articoli o servizi che possano procurare profitti personali; rifiuta e non sollecita per sé o per altri trattamenti di favore
  3. Il giornalista sportivo tiene una condotta irreprensibile durante lo svolgimento di avvenimenti 
  4. Il giornalista sportivo tiene una condotta irreprensibile durante lo svolgimento di avvenimenti che segue professionalmente che segue professionalmente
  5. Il giornalista sportivo rispetta la dignità delle persone, dei soggetti e degli enti interessati nei commenti legati ad avvenimenti agonistici
  6. Il giornalista sportivo evita di favorire tutti gli atteggiamenti che possono provocare incidenti, atti di violenza, o violazioni di leggi e regolamenti da parte del pubblico o dei tifosi 
  7. Il giornalista sportivo non usa espressioni forti o minacciose, sia orali che scritte, e assicura una corretta informazione su eventuali reati che siano commessi in occasione di avvenimenti agonistici 
  8. Il giornalista sportivo rispetta il diritto della persona alla non discriminazione per razza, nazionalità, religione, sesso, opinioni politiche, appartenenza a società sportive e a discipline sportive 
  9. Il giornalista sportivo conduttore di programma si dissocia immediatamente, in diretta, da atteggiamenti minacciosi, scorretti, litigiosi che provengano da ospiti, colleghi, protagonisti interessati all’avvenimento, interlocutori telefonici, via internet o sms 
  10. Il giornalista sportivo rispetta la Carta di Treviso sulla “tutela dei minori”; per la particolarità del settore pone particolare attenzione all’art.7 di detta Carta (tutela della dignità del minore malato, disabile o ferito)
L'esercizio che propongo a chi legge è il seguente: si prenda un qualunque esponente del giornalismo sportivo italiano (testata o singolo giornalista non fa differenza) e si provi a pensare se rispetta i punti del decalogo appena riportato (fatta eccezione per l'ultimo punto che, per fortuna, rispettano ancora tutti); se ad essere rispettati sono almeno 3 punti su 9, significa che forse il giornalismo sportivo italiano non è messo così male

Nessun commento:

Posta un commento