martedì 21 ottobre 2014

L'arbitro Rocchi e l'eccezione che (NON) conferma la regola


Per quanto mi riguarda, sono sempre stato favorevole all'introduzione di una regola che consenta agli arbitri di parlare alla stampa a fine partita e di spiegare le ragioni delle decisioni prese durante la partita medesima: una regola siffatta consentirebbe, a mio parere, ai fischietti di difendersi dal "fuoco di fila" che (a torto o a ragione) li attende al termine di quasi tutte le partite che si ritrovano a dirigere ogni weekend. Pertanto è ovvio che se i regolamenti attuali impediscono esplicitamente agli arbitri di parlare alla stampa a fine partita e, in maniera più implicita, di farlo nei giorni e nelle settimane successive alla partita stessa, non può essere affatto ritenuto normale quello che è accaduto ieri con l'intervista rilasciata da Gianluca Rocchi ai microfoni di RaiSport in merito al suo arbitraggio in Juventus-Roma.

Da che mondo è mondo, infatti, le regole sono (o almeno dovrebbero essere!) quelle cosucce che valgono sempre o non valgono mai: il fatto che esse valgano in alcuni casi e non in altri è una cosa che dà oggettivamente fastidio e viene legittimo chiedersi se questa intervista sarebbe andata in onda se l'arbitraggio del fischietto fiorentino non avesse suscitato tutte le polemiche che ha suscitato. Che io ricordi, infatti, non mi pare che nella stagione 2007/08 giornali e/o televisioni abbiano sgomitato furiosamente per intervistare il signor Mauro Bergonzi dopo le sue prodezze in Napoli-Juventus 3-1 o il signor Paolo Dondarini dopo la sua meravigliosa direzione di gara in Reggina-Juventus 2-1; né mi pare che, in tempi decisamente più recenti, qualcuno abbia pensato di offrire una ribalta televisiva al signor Nicola Rizzoli (uno che, secondo la comune vulgata, è un pericoloso sgherro di Agnelli e soci) dopo il mancato rigore concesso a Marchisio in Inter-Juventus 1-2 dell'ottobre 2011 o dopo quello fischiato per "fallo d'ascella" di Isla in Milan-Juventus 1-0 del novembre 2012.

Poi è ovvio che ciascuna trasmissione televisiva, ciascun giornale, ciascuna radio e ciascun sito Internet fanno le scelte editoriali che ritengono più opportune. Sarebbe il caso, tuttavia, che da quegli stessi pulpiti non ci venissero propinati noiosi (e ipocriti!) peana sulla necessità di abbasare i toni: già, perché non credo sia un'eresia affermare che l'intervista a Rocchi e tutte le dichiarazioni che l'hanno preceduta dal giorno del "fattaccio" in avanti stanno all'abbassamento dei toni come Marco Mengoni sta all'heavy metal

P.S. Giusto per la cronaca, a proposito della regola che permetterebbe agli arbitri di parlare alla stampa: nel 2009 un signore si candidò alla guida dell'Associazione Italiana Arbitri promettendo che, se fosse stato eletto, avrebbe istituito la regola di cui sopra. Quel signore era Marcello Nicchi, che in quelle elezioni è stato poi eletto capo dei fischietti nostrani e che ancora oggi ricopre tale carica. Devo star qui a dirvi cosa ne è stato di quella promessa? Non credo...


Foto: www.online-news.it

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