lunedì 17 dicembre 2012

Mi scusi, Travaglio...


"Mi vien quasi da sorridere, nel rispondere a questa obiezione, essendo io juventino da tre generazioni e avendo iniziato a seguire la Juve allo stadio di Torino all’età di sei anni (e non sono mica il solo: la nostra prima firma sportiva, Roberto Beccantini, è notoriamente un appassionato bianconero). Ma siamo daccapo: se dare conto, in cronache e commenti, delle indecenze di Moggi o delle vicende che han portato alla squalifica di Conte e degli attacchi del presidente Agnelli alla giustizia sportiva è “avercela con la Juve”, allora vuol dire che, analogamente, raccontiamo i processi a Berlusconi non per dovere di cronaca e di critica, ma per partito preso (quello “antiberlusconiano”). Spero che i lettori che ci muovono questo rilievo si rendano conto di ragionare come i berluscones"
[Marco Travaglio sul sito de "Il Fatto Quotidiano"; per rileggere l'intero articolo basta cliccare qui]

Che lo si stimi o lo si abbia sui sacrosanti, è indubbio che Marco Travaglio cada in palese contraddizione quando parla della Juventus. Ben inteso, essere tifosi di una squadra non significa avere nei confronti di essa un atteggiamento fideistico ed esimersi dal criticarla quando si ritiene che ci siano cose che non convincono o che vanno male; è pur vero, tuttavia, che il "tifo critico" è una cosa mentre lo scrivere sistematicamente inesattezze su determinati argomenti in nome di esso è un'altra. Nello specifico: magari dire che la Juventus è stata retrocessa in B nel 2006 e si è vista squalificare l'allenatore quest'estate per via di un complotto planetario può lontanamente essere un modo di ragionare "da berluscones" (la tempistica di queste vicende lascia qualche dubbio, ma non è questo il punto...), ma affermare carte e fatti alla mano che in queste vicende ci sono aspetti assai poco convincenti e scrivere articoli o libri su tutto questo significa semplicemente ragionare e fare contro-informazione; che persone comuni e non necessariamente iscritte all'Ordine dei Giornalisti si sforzino di capire cose che gli sono dubbie credo sia una cosa positiva e che non risponda necessariamente a logiche revisionistiche.

Ciò detto, alcuni passaggi dell'articolo sopra citato meritano alcune riflessioni:

- Per quanto riguarda le "indecenze di Moggi", spero che Travaglio (che notoriamente è uno che dei processi legge tutte le carte, ivi comprese le motivazioni) abbia nozione del fatto che la sentenza emessa dalla giudice Casoria un anno fa ha affermato come il reato di Moggi fosse quello di "tentativo di frode sportiva" (reato che è costato all'ex D.G. juventino una condanna in primo grado a 5 anni e 4 mesi, ma comunque differente dalla frode sportiva ipotizzata dall'accusa) e che il campionato 2004-05 sia stato un campionato totalmente regolare; e, sempre rivolgendomi a lui che le sentenze le conosce, spero abbia saputo che meno di due settimane fa nel processo ordinario d'appello che vede imputato Antonio Giraudo siano piovute assoluzioni per gli arbitri, ovvero per quei soggetti che avrebbero permesso a Moggi di portare a termine le proprie indecenze. Queste cose sono avvenute in tribunali della Repubblica italiana, non sono certo fandonie raccontate dal "Giornale" o dal "Libero" di turno...

- Sulle "vicende che hanno portato alla squalifica di Conte", spero che Travaglio possa spiegarmi in base a quale criterio è normale che un allenatore possa essere condannato perchè "non poteva non sapere", dato il suo noto "carattere da accentratore". Spero inoltre che non gli sia sfuggito quanto scritto dai giudici del TNAS (gli ultimi ad aver giudicato l'attuale allenatore della Juventus), ovvero che "Sotto il profilo probatorio per affermare la responsabilità di un incolpato di una violazione disciplinare sportiva non occorre la certezza assoluta della commissione dell’illecito né il superamento di ogni ragionevole dubbio, come nel diritto penale, risultando invece sufficiente un grado inferiore di certezza, ottenuta sulla base di indizi gravi, precisi e concordanti, in modo tale da acquisire una ragionevole certezza sulla commissione dell’illecito": significa, detto in poche parole che Conte è stato condannato non in base ad una verità giuridica certa, bensì in base ad uno scenario che appariva più plausibile di altri. Mi auguro, dunque, che ritenere quantomeno discutibili queste parole (contenute, lo ripeto, nel dispositivo di una sentenza) non significhi per Travaglio essere i figli illegittimi di Alessandro Sallusti o di Emilio Fede...

- In merito, infine, agli "attacchi del presidente Agnelli", c'è una bella differenza tra i comunicati scritti da Andrea Agnelli all'indomani della squalifica di Conte e gli anatemi quotidiani (o quasi) che il nostro ex Primo Ministro lanciava e lancia nei confronti della magistratura: non mi risulta, infatti, che Agnelli sia contemporaneamente imputato (o, in questo caso, datore di lavoro dell'imputato) e dirigente di spicco della FIGC; non mi risulta, quindi, che il presidente bianconero abbia il potere di scriversi "leggi sportive ad personam", come invece ha fatto (purtroppo) al governo il caro Silvio. Vorrei sottolineare, da ultimo, come quello della giustizia sportiva da riformare sia un problema che non ha sollevato solo Agnelli: spero, a tal proposito, che Travaglio possa spiegarmi come mai tutti parlano di giustizia sportiva da riformare adesso che è stato processato il Napoli e come mai ogni domenica scendano regolarmente in campo calciatori che sette mesi fa sono finiti dietro le sbarre...

Probabilmente, se davvero si "desse conto, in cronaca e commenti" dei passaggi appena elencati, avendo ben presente cosa ciò significa, il problema del disinnamoramento della quasi totalità dei tifosi juventini nei confronti de "Il Fatto Quotidiano" non si porrebbe...

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